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Il mio Zarathustra

2024

<2024>

«un paio di lettori, di cui si nutra stima, altrimenti nessun lettore » Friedrich Nietzsche

Guardateli, questi superflui! Acquistano ricchezze e così diventano più poveri. Potenza, essi vogliono, e prima di tutto la leva della potenza, molto denaro questi incapaci! Guardate come si arrampicano, queste agili scimmie! Nell'arrampicarsi si scavalcano a vicenda e così si trascinano nel fango e nella bassezza. Tutti quanti vogliono giungere al trono

Inizialmente l’intenzione di scrivere sull’Agenda 2030 era di occuparmi di un tema attuale, ma secondario rispetto ai temi bellici o climatici emergenziali, e alle solite distrazioni del prestigiatore di turno. Approfondendo le tematiche ho compreso, che i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per trasformare il nostro mondo, 

"La maggior parte delle persone preferisce credere che i loro leader siano giusti ed equi, anche quando viene dimostrato il contrario, perché una volta che un cittadino si rende conto che il governo sotto cui vive è bugiardo e corrotto, deve decidere cosa vuole fare al riguardo. Agire di fronte a un governo corrotto rischia di danneggiare vite e persone care.

“La consapevolezza di essere in guerra, e quindi in pericolo, fa sì che la concentrazione di tutto il potere nelle mani di una piccola casta sembri l’unica e inevitabile condizione per poter sopravvivere” Orwell, “1984”.

Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili e le rarità ai rari. (Nietzsche)

Sovraprodotto e bispensiero (La libertà è schiavitù)

14.09.2024

Guardateli, questi superflui! Acquistano ricchezze e così diventano più poveri. Potenza, essi vogliono, e prima di tutto la leva della potenza, molto denaro questi incapaci! Guardate come si arrampicano, queste agili scimmie! Nell'arrampicarsi si scavalcano a vicenda e così si trascinano nel fango e nella bassezza. Tutti quanti vogliono giungere al trono: la loro demenza è credere che sul trono segga la felicità! Spesso è il fango che siede sul trono e spesso anche il trono siede sul fango. (Zarathustra)

Premessa il termine “bispensiero” venne coniato nel romanzo di Orwell “1984”, e sta ad indicare il meccanismo mentale che consente di ritenere vero un qualunque concetto e il suo opposto, a seconda della volontà del Partito, dimenticando nel medesimo istante, aspetto questo fondamentale, il cambio di opinione e perfino l'atto stesso del dimenticare. Come premessa al tema del “sovraprodotto” ho inserito il termine bispensiero come metafora, per rendere più trasparente l’agire dell’onnivoro neoliberismo che può agire unicamente grazie al nostro consenso, e alle contradditorie circostanze cui veniamo coinvolti ad ogni imposizione scritta nella loro agenda. Stimo coloro che sacrificano il loro tempo per leggere i miei lunghi sermoni, che richiedono perseveranza e cura del pensiero critico sempre meno popolare. Chi non si invaghisce della mia narrativa, è pregato di desistere nella lettura, e se proprio vuole dedicarmi la sua attenzione, consiglio di svolgere i seguenti esercizi immunizzanti per quei neuroni ancora attivi, dalle false visioni e dalla pigrizia diffusa, alla riflessione e approfondimento come mantra da seguire. In alternativa vi sarebbe Google per scoprire il senso della vita.

Esercizi di bispensiero Non dobbiamo mai perdere la fiducia, pena ritrovarsi a ragionare scettici e sospettosi, sull’operato della politica, delle corporation o della saggezza dell’OMS e delle sue agende. Andreste in depressione interpretando come in un mantra oppiaceo, ogni azione dall’alto come un complotto da parte di inquietanti incappucciati di qualche cricca elitaria, che vuole sottometterci e ridurre a schiavi atomizzati. Svelare i bispensieri e diffonderne il significato potrebbe dare molto fastidio ai promotori, che con tanto zelo diffondono la neolingua 24h. Alcuni inconsciamente ci hanno provato con il covid (pochi), altri con la guerra in Ucraina, con il clima o le ossessioni gender e la condanna delle attuali politiche belliche israeliane. In questo autoespellersi dalla società diventa gravoso fare conversazione vera o educare i propri figli. Basta frequentare uno di questi pericolosi negazionisti-complottisti che aspettano uno sbarco alieno o evitano di prendere un aereo per la paura, di andare oltre l’orizzonte e cadere nell’iperuranio. Dobbiamo smetterla di pensare alla storia e opprimere il vizio della memoria. Non alieniamoci da questo mondo che tanto progresso e benessere ci ha regalato! Esiste, per liberarmi dalla patologia del pensiero critico una cura fatta di esercizi facili da eseguire giornalmente. Sono frasi brevi da sillabare durante i momenti morti della giornata, ma che hanno un effetto immediato per una rapida guarigione. Eccone una dose iniziale: Putin è il nuovo Hitler e arriverà con le sue truppe fino a Lisbona, bisogna fermarlo mandando armi - picchiare i fascisti è antifascismo – salviamo il pianeta e compriamo tutti una macchina elettrica - la società dell’inclusione da rispettare, pone attenzione a quello che dici se no ti escludono - chi è stato obbligato per legge a vaccinarsi ha giustamente firmato il libero consenso – potevi assembrarti per ritirare il green pass, ma non per incontrare gli amici - i giovani devono socializzare ma la didattica digitale è il futuro – se ti senti donna ma sei un uomo puoi sentirti donna – se ti senti giovane ma sei anziano puoi essere giovane - se ti senti ricco ma sei povero puoi essere ricco (questa non si può dire) - Il digitale non inquina e non consuma, i dati immagazzinati nelle cloud sono in uno spazio metafisico privo di effetti energivori ed ecologici - I tre slogan orwelliani: «La guerra è pace», «La libertà è schiavitù», «L'ignoranza è forza». Se vi sono piaciute queste frasi del bipensiero vivete tranquilli, tanto anche se tutto andrà a rotoli la beatitudine è a un passo. In modalità seriamente autoironica e recidivo, tematizzerò sul lavoro bistrattato e delle conseguenze del sovraprodotto sulla società tecnocratizzata.

Il sovraprodotto da eliminare Il lavoro è lo strumento attraverso il quale la persona si realizza, crea benessere e progresso nella vita del singolo e nella società intera. Alcuni sostengono che quasi tutti siamo condannati al lavoro perpetuo e non basta la natura, gli svaghi o le infinte ideologie spirituali a renderci realmente felici. La tecnologia ha poi evoluto il processo di produzione nel tempo, e con esso il nostro divenire palesato di mente e corpo e a volte di idee. Tanta tribolazione genera un prodotto sociale che, pur iniquamente, viene distribuito ma non del tutto consumato. Quel che rimane è il sovra-prodotto (o surplus), la cui rimozione è stata, ed è, per i potenti, o come volete chiamarli, una necessità esistenziale. La penuria di molti per il dominio del 1% dei potenti che, pur aumentando notevolmente il benessere di tutti e creando una libertà dal bisogno, si sono inguaiati per l’intrinseca mancanza di limite in contraddizione al concetto di necessità. Quindi le merci prodotte e i servizi riconducibili concretizzano il plusvalore che deve venderlo, obbligando l’acquirente a pagarle e rendendo la domanda “solvibile”. Si concretizza così nel prestito al consumo, con l’inezia “trascurabile” degli interessi da versare alla banca, che assumendo poi dimensioni di massa, genera bolle speculative o se preferite crisi di sovrapproduzione. Alcuni esempi con cui si agisce per sopprimere il surplus, sono, la distruzione di prodotti agricoli come mele o arance per sovraproduzione, rispetto alle quote che il mercato impone. Abbiamo poi l’obsolescenza programmata che definisce il ciclo vitale di un prodotto, limitandone il funzionamento a un periodo prefissato e un decadimento che stimoli il consumismo spinto. L’uscita dal listino dei prodotti che impedisce la loro riparazione in aggiunta della strategia del come è bello e più funzionale il nuovo, che ci fa sentire fighi. È compito poi della pubblicità nella martellante propaganda dell’insoddisfazione del consumatore, che propone il bisogno di sostituire, ciò che già si possiede, con merci nuove. Come ultimo sovraprodotto e nata l’ideologia green, che sverniciando di verde l’economia, privatizza i profitti e socializza i costi. Una verità scomoda proclamata dall’economista Emmanuel è la seguente: nei Paesi ricchi la parte maggioritaria della classe operaia (per non parlare dei salariati in generale) migliora il proprio benessere usufruendo di una parte dei dividendi della rapina imperialista, e dunque non ha interesse materiale a formare un’alleanza internazionale con la classe operaia dei Paesi poveri. E ancora: la pari dignità di tutti i popoli è incompatibile con il nazionalismo e il protezionismo, tanto quanto lo è con il militarismo.

In verità, colui che poco possiede è tanto meno posseduto: sia lodata la piccola povertà! Là dove lo Stato finisce, comincia l'uomo che non è superfluo: là comincia il canto della necessità, la melodia unica e insostituibile. Là dove lo Stato "finisce" guardate, guardate fratelli! Non vedete l'arcobaleno e i ponti del superuomo? Così parlò Zarathustra

Grazie allo stato Nonostante la narrativa della produttività come indice di crescita, lo spreco privato è necessità per il mercato, ma non è sufficiente. La troppa capacità produttiva rispetto alla richiesta solvibile, oltre al massacro dei ceti medi, continua a deprimere la domanda complessiva. Grazie allo stato che con gli introiti fiscali, principalmente dei lavoratori e dei loro risparmi, disperde gran parte di queste entrate, a fronte delle crisi emergenziali indotte in cui la sovrapproduzione diventa insopportabile. Le banche centrali immetteranno nuova liquidità, facendo aumentare il debito che lo stato dovrà restituire, rispettando le austerità imposte a danno degli ultimi uomini. Il come è secondario, l'importante è che la circolazione del denaro non si interrompa scongiurando il crollo economico. Permane inesorabile la ruota degli sprechi, finalizzati per promuovere lavori inutili per eventi e grandi opere, più per prestigio personale o per aiutare gli amici degli amici. Si sosterrà, forse, l'economia ma si contribuirà, a disperdere, senza indiscutibile utilità, parte del prodotto sociale a scapito del welfare. Altro esempio abominevole sono le guerre apparentemente osteggiate dalle classi politiche, ma imprecate dai detentori del capitale che con il loro mantra: Distruggere per poi ricostruire...che pacchia, per un sistema in sovrapproduzione, con delega a tutti gli assembrati e codardi leccapiedi dei politici e al sistema di propaganda dei giornaloni e delle tv pubbliche, come valida alternativa all'intrattenimento intelligente. Fa specie che l'eliminazione del surplus, nonostante la sua importanza economica, sia misconosciuta, come spiacevole fenomeno collaterale da deprecare. Solo una radicale riforma di questo fenomeno può salvarci dalla follia in atto. 

L’ideologia del Jobs Act Il precariato non crea nuovi posti di lavoro, e riduce le tutele dei lavoratori, oltre ad un calo delle retribuzioni reali e della quota salari, aumentando i profitti dei datori tramite decontribuzioni di sgravi fiscali (grazie al PD-Renzi). Oltre a togliere dignità all’essere umano, ne decreta il senso di fallimento, lo rende fragile e, a volte, facile preda alla tentazione della corruzione. Adottato poi una politica economica, che ha assecondato un sistema di piccole imprese frammentate, poco efficienti e spesso abili di restare sul mercato, grazie a prebende pubbliche, evasione fiscale, bassa sicurezza e precariato. Provocando una crisi di produttività e declino competitivo con i conseguenti fallimenti. Senza dimenticare la delocalizzazione della grande industria, e lo shopping a prezzo di saldo, da parte di investitori esteri di molte quasi tutte le aziende pubbliche e no. (Draghi docet) 

Dialogo tra precari: Moriremo precari? Scherzi risponde l’altro, c’è la vecchiaia senza pensione.

Partecipazione contrastata La rivoluzione sociale non è da intendere come semplice ridistribuzione dei beni materiali e soddisfazione dei diritti individuali e sociali, ma come rivoluzione dal basso in cui il popolo che prende la parola nella politica, rivendica il proprio dissenso. È in atto la distruzione della scuola che dovrebbe essere il corpo medio sospeso, tra famiglia e mondo del lavoro, in cui si impara a prendere la parola, a sviluppare un pensiero critico e ad ascoltare e decidere assieme. Come contrasto a questo sano agire, si forma sempre più l’operaio-tecnico ubbidiente che cela sempre più il timore della partecipazione. Gli istituti tecnici sono riqualificati per indurre delle scelte programmate, mediante un’operazione di “ridimensionamento programmato” di talune discipline spesso umanistiche e di intronizzazione di altre che consentono al mercato di proliferare e radicarsi. In questo declino conservatrice-reazionaria iniziata con la perdita dell’autonomia delle scuole, si formano il tecnico e si ridimensiona l’uomo. Sottomettendo e condizionando le personalità dei giovani, con i movimenti dell’ideologie dell’inclusività, formando personalità specializzate nella lingua del mercato, si valuta unicamente per prestazioni, calcoli e risultati. Nasceranno così personalità anonime da inserire nel mercato, e come per gli adulti, le resistenze personali saranno vinte con l’abbaglio della carriera e la minaccia della marginalità sociale, che porta al disprezzo verso ogni attività non funzionale al mercato. La privatizzazione e aziendalizzazione della scuola ha accelerato tale processo, al punto che i titoli determinano la professione, generando una società per caste, il cui valore dipende dal suo prestigio monetario finanziato dai detentori del capitale stesso.

Condanna al lavoro mercificato? Gli effetti delle nuove tecnologie sui lavoratori conducono a tre problematiche che sono: l’intensificazione, la sua ergonomia e il suo controllo. Saremo sempre più condannati ad un lavoro precario con una vita digitale o avremo una vita povera con il lavoro digitale? Con L’intensificazione si avrà un generale aumento dei ritmi lavorativi e la riduzione di pause e tempi morti (non produttive), come lo scambiare due parole con il collega, gli spostamenti inutili o andare al bagno. Per l’ergonomia in riferimento alle problematiche sulla salute psico-fisica troviamo un aumento generalizzato di stress, ansia, depressione e l’aumento degli infortuni da usura prolungata nel tempo. Adottando posture di lavoro sempre più fisse e immobili, ponendo il lavoratore nella condizione di rinunciare spontaneamente a quelle posture ergonomiche insegnate nei corsi di formazione. Per la problematica del controllo, le nuove tecnologie favoriscono il monitoraggio dei comportamenti e delle performance del lavoratore, rendendolo economicamente più efficace e mettendolo alla mansione giusta, obbligandolo ad una rigorosa disciplina. Con l’applicazione dell’IA si rafforzano tutte le problematiche sopra citate, tramite il “supply chain management”, sincronizzando e standardizzando i singoli passaggi produttivi che la merce percorre fino a diventare un prodotto finito. Un altro sistema di controllo è lo strumento wearable con GPS che monitora se il lavoratore esce dall’area consentita, si toglie il casco o adotta altri comportamenti anomali come svuotare la vescica. Lo sanno gli “schiavi moderni” che lavorano negli hub di Amazon costretti d’indossare il pannolone.

Il farisaico utilizzo dell’IA spacciata come intelligente, data dall’immensa capacità di calcolo e dai Big-Data disponibili con i famigerati algoritmi che ne determinano la funzionalità. L’IA si diffonde principalmente in quei settori delle filiere produttive che consentono maggiori profitti e quindi investimenti più grandi, come quelli della commercializzazione del prodotto e dell’assemblaggio hi-tech nel campo farmaceutico e dei trasporti, così come del ceto impiegatizio. Di conseguenza chi governa i processi innovativi e tecnologici, è indirizzato al raggiungimento di obiettivi diametralmente opposti a quelli delle classi subalterne prive di una rappresentazione sindacale autonoma e condivisa. Gli esuberi in aumento, si addosseranno la colpa di ogni fallimento e un diffuso senso di rassegnazione esistenziale. Finita la lotta di classe, prevale la lotta esistenziale della gleba atomizzata e pauperizzata. Il noto scrittore, storico e pedagogista Ivan Illich riflette sulla tecnologia e gli strumenti della società industriale capitalistica votata al “progresso” infinito e consumo di massa e individua “due soglie di mutazione”. Nella prima si applica un nuovo sapere alla soluzione di un problema chiaramente definito, e con criteri scientifici si arriva a misurare l’aumento di efficienza ottenuto. Ma, in un secondo tempo, il progresso realizzato diventa un mezzo per sfruttare l’insieme del corpo sociale, mettendolo al servizio dei valori che una élite specializzata, sola garante del proprio valore, stabilisce e rivede senza tregua”; è a questo punto che “un’attività umana esplicata attraverso strumenti, supera una certa soglia definita dalla sua scala specifica” e quando accade, quell’attività “prima si rivolge contro il proprio scopo, poi minaccia di distruggere l’intero corpo sociale”. Occorre limitare il potere dello strumento e mi domando, se saranno i politici i tecnici o gli studiosi che sviluppano l’intelligenza artificiale, che ne discutono in consessi internazionali a decidere? Serviranno le mie farisaiche esposizioni sull’utilizzo ormai invasivo, che oltrepassa la seconda soglia e crea “uniformazione regolamentata, dipendenza, sopraffazione e impotenza”? Per noi carne da cannone è materia specialistica e non comprensibile. Abbindolati dal mito della scienza, obbediamo all’esperto che non ci rappresenta, accettando ogni condizione di una vita sempre più alienata dalla realtà. I cui i monopoli sovranazionali delle Big-Tech, si fondano sul possesso esclusivo di un sapere celato. 

Degli ultimi uomini Si continua a lavorare, perché il lavoro intrattiene. Ma ci si dà cura che il trattenimento non sia troppo impegnativo. Non si diventa più né ricchi né poveri: ambedue le cose sono troppo fastidiose. Chi vuol ancora governare? Chi obbedire? Ambedue le cose sono troppo fastidiose. Nessun pastore e un sol gregge! Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono eguali: chi sente diversamente va da sé al manicomio. Così parlò Zarathustra

Creando un indice di povertà assoluta tra coloro che precari in aspettativa, tranelli finanziari e guai personali, hanno superato l’indice di povertà percepita. Il come ci si vede e si viene guardati nelle tortuosità delle sconfitte, rimandando una immagine fragile e indigeribile di sé stessi. Condannati a lavorare a ogni condizione tentando di salvare le apparenze evitando bilanci, si finisce in un frullatore, dove non si accetta di essere poveri, né si riesce a fingere di essere ricchi. Se sei laureato o senza diploma e hai superato i cinquanta, e magari bruciato un po’ di equilibri economici ed esistenziali, non è detto che la cultura punitiva in circolazione possa aiutare. Sei un disfunzionale, e non riesci ad accettarlo né, tanto meno, lo faranno gli altri. Così per non perdere almeno le briciole lasciate anche agli ultimi uomini, finirai sbucciando patate nel fast food, per poi ricominciare a guardarsi intorno dopo un licenziamento, una caduta o una malattia. Se mi sono empaticamente dilungato nel ruolo degli ultimi uomini, è perché sarà questa realtà che molti dovranno accettare in questo cambio epocale. Mio di esseri si sentiranno dei falliti, stigma per adesso incancellabile, anche di chi ti ama. Forse, creandosi una massa nelle stesse condizioni, forse solo allora molti ricorderanno le mie strambellate narrative. Il nuovo feudo che si palesa nel neoliberismo in declino attua uno schiavismo ed è onnivoro e pretende il corpo dello schiavo a sua disposizione 24h, distruggendo la stessa idea di vita in nome del potere dato dal profitto. Ogni resistenza residua della propria identità sarà un ostacolo alla cancellazione dei superflui, che condannati al lavoro fino alla fine, sperando di poter accedere al banchetto degli avanzi dati dal surplus delle merci. Sempre da “1984”, “in un paradosso involontariamente spiritoso" dell'ideologia del Socing - che "dover scegliere un nostro personale modo di vita è un fardello intollerabile. Il tormento della libera scelta è il rumore delle catene della schiavitù”. 

Agenda 2030 (maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa)

04/06/2024

Inizialmente l’intenzione di scrivere sull’Agenda 2030 era di occuparmi di un tema attuale, ma secondario rispetto ai temi bellici o climatici emergenziali, e alle solite distrazioni del prestigiatore di turno. Approfondendo le tematiche ho compreso, che i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per trasformare il nostro mondo, altro non sono che una mostruosa azione di marketing dettata dai vari forum degli invisibili di Davos a sostegno delle imprese e varie lobby. Tramite la leva finanziaria essi speculano somme mastodontiche con investimenti fasulli, per accaparrarsi delle sovvenzioni elargite dagli stati, che a loro volta nei vari piani PNNR o New Green Deal si indebitano sempre più. Vi invito con questa lettura a continuare questo percorso educativo di risveglio dalla condizione resiliente, affinché si trasformi in resistenza attiva e collettiva, come ebbi a commentare a “Giancarlo”.

Agenda Gender Per l’obiettivo del Goal 5, sul termine “Inclusione”, onnipresente nell’Agenda, non ho trovato apparenti connessioni sulle cosiddette “teorie gender” di cui tratterò nella seconda parte. Nel contesto dell’Agenda 2030, il Goal5 fa riferimento ai ruoli, i diritti e le responsabilità degli uomini e donne in una società, senza alcuno specifico e apparente riferimento all'omosessualità o al transgenderismo, inserendo in modo furbesco il termine “inclusione”. Ricerche recenti suggeriscono che circa il 2% delle nascite presenta caratteristiche più o meno divergenti da quelle assolutamente maschili o femminili, mentre nel caso delle persone transgender le espressioni relative al genere differiscono dai canoni tradizionali, in relazione al sesso cromosomico o basato sui genitali. Parliamo di una esigua minoranza, e questo dovrebbe fare riflettere, che abbiamo ancora spazio per decidere perlomeno di dissentire una delle più importanti iniziativa neoliberista della nostra epoca, che tuttavia arranca nella sua irreversibile agonia sistemica. Diverse associazioni accademiche e ordini professionali ribadiscono che, una ideologia del gender semplicemente non esiste e che le intense campagne mediatiche sarebbero piuttosto da ricondurre a dinamiche delle teorie del complotto. Un bel pasticcio che crea disorientamento, impedendo qualsiasi dibattito serio. Scevro di pregiudizi o discorsi da bar, dimostrerò di come molti Goals dell’Agenda 2030, usando un linguaggio al miele “ecologicamente e socialmente corretto”, in realtà contengono logiche palesemente manipolatorie neoliberiste, basate su una sofisticata ingegneria comportamentale. 

I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e i 169 traguardi annunciati dell’Agenda 2023, dimostrano la portata e l’ambizione di questa nuova agenda universale. Cercando di costruire sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e di completare ciò che questi non hanno raggiunto, come i diritti umani di tutti e l’uguaglianza di genere. Questi obiettivi sono integrati e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale. Oggi mi occuperò della dimensione sociale dato da questo obiettivo:

Goal 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze link per fatti, cifre e tutti i 9 traguardi in dettaglio.  

• 5.4 Riconoscere e valorizzare l'assistenza non retribuita e il lavoro domestico attraverso la fornitura di servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione della responsabilità condivisa all'interno del nucleo domestico e della famiglia come appropriato a livello nazionale 

Commento l’8 marzo Festa della Donna, giornali e trasmissioni televisive hanno speso qualche parola sullo stato della parità di genere in Italia. Uno degli indicatori, è il cosiddetto gender wage gap che misura a parità di lavoro, la differenza di retribuzione tra i due sessi. Con un gap molto basso, si ha l’illusione che in Italia le donne siano più tutelate rispetto alle colleghe degli altri paesi EU. In realtà, il divario retributivo è ridotto, perché sia le lavoratrici che i lavoratori percepiscono degli stipendi da fame (sic). Con un tasso di occupazione femminile assestato al 51,1% nel 2022, che le rende economicamente dipendenti e soggette alla volontà di chi, nella famiglia, lavora, cioè gli uomini, aggravando lo squilibrio di potere e creando un terreno fertile per la violenza di genere. Vi è poi il lavoro casalingo e la cura dei figli, non riconosciuto e retribuito, da affrontare quotidianamente, cui la cultura patriarcale antecedente al capitalismo ha imposto e ne ha tratto vantaggio. Riguardo ai finanziamenti nebulosi che ogni SDG ha per i propri target e i propri strumenti di attivazione, dovrebbe essere chiaro che le riforme legali e tecnologia (5.a, 5.b, 5.c), limitano il supporto economico per i progetti sostanziali per l’emancipazione, che vanno dalla parità dei salari ad un reale sostegno come gli asili nidi statali agevolati, e alla “utopica” trasparenza dei salari nelle imprese. Che dire poi del precariato o lavoro nero cui le donne sono vittime predestinate? Non basta fare assistenzialismo elemosinando dei bonus e agevolazioni irrisorie alle famiglie meno agiate, da sbandierare come fornitura di servizi pubblici o protezione sociale, per scopi propagandistici prima delle elezioni.

• 5.c Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli

Commento La parità di genere, quindi, è lotta contro lo sfruttamento, l’ingiustizia e l’oppressione delle donne discriminate nelle assunzioni e nel reddito, oltre ai vari gruppi razziali ed etnici, come LGBTQ+ e lavoratori disabili. Durante la seconda e terza rivoluzione industriale, moltissime voci nel movimento femminista rivendicavano come per secoli le società organizzate in modo patriarcale, abbiano indotte nelle donne, una tendenza alla dipendenza emotiva da figure maschili come il padre e il marito poi o figure dominanti come i capi politici, religiosi e militari o i dirigenti d’impresa. Incentrando l’esistenza sulla famiglia, la casa e anche al di fuori di tale contesto la sua posizione era comunque subordinata, alle figure sopra citate. Tuttavia, negli ultimi anni molto è cambiato rispetto ai ruoli e alle aspettative dei generi. Sempre più donne (seppure in minoranza) stanno entrando nei campi della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica, assumendo ruoli di leadership in politica e nelle aziende, sposandosi in età più avanzata rispetto al passato o rimanendo single. I considerevoli successi ottenuti dal 68 in poi, per l’equità giuridica ed economica tra i sessi, accentuò un’altra strategia da parte delle élite patriarcale. La “liberazione della donna”, forgiato dal femminismo, venne sostituito col concetto di “uguaglianza tra i sessi”, in cui prevale l’assimilazione, piuttosto che l’affermazione della differenza. Assimilando così la vita dell’altro sesso non libero per via delle politiche di austerità e precariato, accettando infine una subalternità tuttora condivisa ed in gran parte accettata.

La Teoria del gender È un neologismo (gender theory) coniato in ambienti conservatori cattolici negli anni Novanta, per riferirsi in modo critico agli studi scientifici di genere, sostenendo che tali studi sottendono un complotto predefinito mirante alla distruzione della famiglia e di un supposto ordine naturale su cui fondare la società. Per altri, la "teoria del gender" è un termine ombrello, usato contro i movimenti femministi e LGBT+, che si oppone alle loro lotte e rivendicazioni. È un argomento piuttosto spinoso e come tutti quelli che fanno parte di un dibattito religioso e ideologico, è in corso da anni una vibrante polemica sul tema. La teoria o agenda gender viene presentata a seconda delle occasioni come filosofia progressista, sociologica, cattolica o ideologia di sinistra, che propaganderebbe un’alternativa tra i sessi biologici, e la conseguente possibilità di variare il proprio genere a piacimento. Vi si mescolano elementi sociologici degli studi di genere, della teoria queer (il superamento del binarismo di genere), del femminismo (l'uguaglianza tra uomo e donna), e degli studi sul transessualismo (la differenza tra identità di genere e sesso biologico). Nel 1993 la sessuologa americana che ha scritto ampiamente sulla costruzione sociale del genere , identità sessuale , identità di genere , ruoli di genere e intersessualità Fausto-Sterling scriveva: Gli intersessuali, precedentemente chiamati ermafroditi, esistono da tanto tempo quanto gli umani, anche se fino a poco tempo fa pochi si sentivano abbastanza a proprio agio da "fare coming out" riguardo alle loro condizioni. Vennero così introdotti sempre più i concetti di “omosessuale maschile e femminile, bisessuale o transessuale”, trasformando il termine gender una definizione in codice di omosessualità a supporto dei diritti gay. Comprendere questo concetto, è cambiare il modo stesso in cui guardiamo all'identità, tradizionalmente pensata come qualcosa che senti nella tua mente, un processo che dura tutta la vita e risiede nel corpo ma che può evolversi nel tempo. Smettiamola di dare per scontato che il sesso sia binario, ma come i risultati dell’interazione tra natura e educazione. Questa, in sintesi, la teoria gender ancora in evoluzione.

Vaticano, mentre la Pontificia accademia per la vita si apre (cautamente) ai temi più spinosi: contraccezione, suicidio assistito e procreazione medicalmente assistita, Papa Francesco ha criticato “l’ideologia del gender”, definendola come “il pericolo più brutto annulla le differenze e rende tutto uguale”, affermando di aver chiesto studi su questo argomento, sottolineando che “cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda tensione”.

Abuso ideologico Il dato del maschile e femminile sarebbero costruzioni sociali e quindi non complementari, bensì costruiti a seconda degli interessi che ha la classe al potere, che li finanza in modo massiccio. Investendo nelle scuole sull’educazioni “inclusiva”, la sponsorizzazione dei numerosi “gay pride”, il monopolio nelle manifestazioni canore dei c.d. “fluidi”, sicuri protagonisti e spesso vincenti. Si promuovono i pride come a Zurigo con oltre un Mln di partecipanti, per inneggiare e idolatrare l’ideologia inclusiva del gender, condita di musica martellante tecno e stupefacenti con fiumi di alcol. Seguendo i soldi, si capirebbe che, il capitale transnazionale ha ridotto a ruolo di servizio le altre frazioni di classe borghesi, disfacendosi della piccola e media borghesia, con un progetto di trasformazione totale, dalle fondamenta, della società, dei rapporti con i subalterni e delle modalità di estrazione del plusvalore. Se risulto difficile nei miei discorsi, semplificherò dicendo che il capitale intende appropriarsi dei meccanismi della vita e della morte e di tutte le sperimentazioni che riguardano la genetica, le manipolazioni del DNA, le banche del seme e l’estrazione e il congelamento degli ovuli, la creazione della vita in vitro e la Gestazione per altri, fino ad arrivare al transumanesimo. L’incanto di queste distorsioni, dovrebbero migliorarci la vita, la salute, l’uguaglianza e al soddisfacimento dei diritti delle donne e al riconoscimento di una minoranza inclusiva, distruggendo mattone dopo mattone i diritti sociali e costituzionali, di una maggioranza ignara e condiscendente. Vi è rispetto per le persone transgender o di chi non può avere figli e li desidera realmente, dall’altra sono propagandati e indotti volutamente come importantissimi perché così la sperimentazione di ogni sorte trova terreno fertile senza ostacoli. Per la maternità, demonizzata per le donne al lavoro, puoi congelare (se paghi) gli ovuli e diventare madre facendo carriera! Consapevole del rischio di essere tacciato per omofobia, la mia risposta può essere solo No a tutto questo, un no totale assoluto rivendicato anche dalla biologia evolutiva, senza distinguo perché sono contro il progetto capitalista di asservimento, di appropriazione e di trasformazione della nostra vita e l’insegnamento della teoria gender nelle scuole. Vorrei vedere sventolare la bandiera palestinese e non quelle ideologiche del gender o del governo nazifascista ucraino, sulla cupola dell’ETH di Zurigo e nei palazzi governativi delle capitali europee.

Nella mia riflessione ho intenzionalmente intrecciato il Goal5 che fa riferimento "ai ruoli, i diritti e le responsabilità appropriati agli uomini e alle donne in una società”, e l’ideologia Gender, oggetto degli attacchi del mondo conservatore, a tal modo propagandata e accettata, da prevalere sulla prima. 

Ecco dei concreti esempi d’interpretazione e azioni sul termine Gender con due notizie contrastanti che riguardano

1) la Gran Bretagna, dove centinaia di scuole hanno adottato politiche "gender" dell'ultima generazione. Le uniformi scolastiche per i bambini non porteranno più come in passato la denominazione di "ragazzo" o "ragazza", ma semplicemente le prime due lettere dell'alfabeto (A e B). 

2) Educazione sessuale a scuola, in Gran Bretagna solo dopo i 9 anni. Il Consiglio nazionale dell'Ordine nazionale degli psicologi “favorire l'educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti didattico‐formativi contenuti riguardanti il genere e l'orientamento sessuale non significa promuovere un'inesistente "ideologia del gender", ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell'affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in ogni sua dimensione, mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci che contrastino fenomeni come il bullismo omofobico, la discriminazione di genere e il cyberbullismo.” 

Il concetto di parità tra i generi sbandierato nell’Agenda 2030 è stato talmente citato da avere smarrito il proprio significato. La parità è di diritti e di doveri, e dovrebbe valere per tutti indipendentemente dal sesso o strato sociale, ma essere alla pari nelle opportunità e nei percorsi, non significa livellare i generi considerando uguale ciò che uguale non è. La donna nella sua natura ed esperienza femminile ha sempre avuto il dono di creare legami affettivi e la sapienza nel prendersene cura, mediando i conflitti ed esaltando la condivisione dei piccoli piaceri quotidiani e la sacralità dei momenti rituali. Le donne sono generalmente empatiche forse grazie all’esperienza della maternità e delle molteplici attività, cui si si impegnano e si realizzano principalmente nei rapporti interpersonali, il cui requisito è una buona comunicazione. Se non sono intossicate da culture maschili imposte, privilegiano le relazioni, rispetto agli obiettivi di successo sociale ed economico. Tutte queste capacità innate, che l’ideologia neoliberale, tramite gli strumenti da me descritti, vorrebbe sopprimere o sottovalutare, chiedendo troppo spesso alle donne di diventare sempre più simili agli uomini o qualcosa ‘altro in cambio di un avvicinamento a quella parità. Gli inganni che hanno generato i diversi incanti delle fantasie del complotto, e il sempre valido “Divide et Impera”, palesa che è stata creata una magica e complessa strategia di omologazione, per un’autoconservazione dello status quo del neoliberismo.

Le cospirazioni svelate In questa sorta di Matrix le interazioni, segrete ma non troppo dei padroni del discorso, sono soprattutto con la promozione della “confusione sessuale” nei minori, il cambio di genere, la pedofilia (esclusa quella diffusa nella chiesa cattolica), l’Agenda 2030, l’IA, il G5, Genitore 1 e Genitore 2, l’asterisco, la fecondazione eterologa, la maternità surrogata, l’eutanasia e chi ne ha più ne metta. La parità di genere o dell’inclusione della comunità LGBTQ+, con la sua strettissima minoranza dei non binari o fluidi, accelererebbero il processo a lungo termine della diminuzione della natalità, riducendo la popolazione bianca. Questa narrazione dominante in tutto l’Occidente, ha pervaso e colonizzato le nuove generazioni e non trova resistenza nella cultura politica di ogni colore. Nel nuovo capitalismo post borghese e finanziario, privo di etica e religione, predatorio e antiumano, si è generata l’ideologia dell’individuo come soggetto-padrone assoluto e portatore di una idea di libertà illimitata. Senza più vincoli sociali e comunitari di genere, ossessionati al delirio nichilista di onnipotenza profetizzato da Nietzsche, ormai alienati dalla consapevolezza, che la ricostruzione di una società sana non può prescindere dalla rivendicazione della nostra storia e civiltà a cui apparteniamo come popolo. Apparteniamo (nel nostro caso) alla civiltà latina e mediterranea e rivendichiamo il nostro polo nel mondo multipolare, con la sua storia, la sua filosofia, la sua antropologia umana e la coscienza del suo essere autentico. Dovremmo sperare nel declino del mondo unipolare per ricostruirne uno nuovo multipolare, dove non prevalgono i domini di sociologi, le scienze spirituali e culturali ma le scienze naturali che riconoscono il 97% degli umani come eterosessuali?

Scissione tra identità sociale e identità culturale Passiamo da un mutamento sociale all’altro con una scansione di innovazioni tecnologiche, scientifiche, sociali, finanziarie infinite. Manca la più importante non prevista quella politica. Non si intravede la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non è prevista l’eguaglianza e i diritti sociali, né un’equa distribuzione della ricchezza tantomeno la piena occupazione, la fine della povertà, la fratellanza e la sacralità della vita. La negazione di queste mancate previsioni, ci sta traghettando verso una società tecnocrate barattata come “new society” e l’affermarsi di un paradosso che unisce l’avanzare della tecnologia e l’arretramento della società. La naturale reazione del cittadino medio a tutto questo o di chi mi ha letto fino in fondo, è una labirintite mentale insopportabile, che rivendica la propria vita e rifiuta queste fantasie e seghe mentali. 

Sana aristocrazia e gerarchia naturale L’essenziale di una buona e sana aristocrazia è che essa non si avverta come funzione (regale e comunitaria), bensì come senso e come suprema giustificazione di queste, e accolga perciò con tranquilla coscienza il sacrificio di innumerevoli esseri umani che per amor suo devono essere spinti in basso e diminuiti fino a divenire uomini incompleti, schiavi, strumenti. (Nietzsche) Dovremmo quindi sentirci sudditi gaudenti? 


New Green Deal II  (Goal12 e gli scarafaggi in salsa piccante)

26/04/2024

"La maggior parte delle persone preferisce credere che i loro leader siano giusti ed equi, anche quando viene dimostrato il contrario, perché una volta che un cittadino si rende conto che il governo sotto cui vive è bugiardo e corrotto, deve decidere cosa vuole fare al riguardo. Agire di fronte a un governo corrotto rischia di danneggiare vite e persone care. Non fare nulla significa rinunciare all'immagine che si dà di stare dalla parte dei principi. La maggior parte delle persone non ha il coraggio di affrontare questa decisione. Pertanto, la maggior parte della propaganda non è progettata per ingannare il pensatore critico, ma solo per fornire ai codardi morali una scusa per non pensare affatto. “ Michael Rivero

Premessa Leggendo diversi articoli sull’Agenda 2030 e da più fonti confermato, si vocifera che nei grandi circoli della alta finanza, la transizione ecologica non raccoglie più i consensi iniziali, ma si punti sulla produzione di armamenti e sullo sviluppo dell’IA. Nel recente Consiglio europeo, il consesso che riunisce i capi di governo europei, l’attenzione è andata tutta al riarmo dell’UE e al sostegno all’Ucraina. Gli impegni per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) entro il 2030, stanno affrontando forti venti contrari dovuti all’impatto post-pandemico, l’emergenza climatica, dalla guerra contro l’Ucraina, quella mediorientale, i tassi di interesse alle stelle (le banche ringraziano la BCE) e all’inflazione ancora elevata. Senza dimenticare le mobilitazioni contro i parchi eolici off-shore per l’inquinamento acustico o di fotovoltaici per l’impatto paesaggistico. Come antidepressivo, l’ONU propone un gioco ludico sugli SDGs, con lo slogan: Imparare divertendosi, contribuendo a limitare i cambiamenti climatici, viaggiando in modo sostenibile, all'elettricità e al cibo che consumiamo e fare la differenza, con le dieci azioni contrastando la crisi climatica. Un vero indottrinamento, pardon spasso per i bimbi, che potranno interagire sui social, usando #SDGGame e condividendo foto e video mentre giocano. Da Umano, troppo umano Nietzsche: “La piena irresponsabilità dell'uomo per il suo agire e per il suo essere è la goccia più amara che chi persegue la conoscenza deve inghiottire.” Fare individualmente la cosa giusta è una utopia, pur decidendo di consumare meno acqua per la doccia, diventare vegetariani, usare meno l’automobile o fare volontariato, la realtà è troppo complessa per comprendere la vasta rete di conseguenze delle nostre azioni. Imprigionato nella nostra epoca tecnologica e il mantra della sostenibilità, mentre digito sulla tastiera sto utilizzando energia elettrica che proviene in parte da fonti fossili estratte con conseguenze disastrose sull’ambiente. Usando il cloud per le mie applicazioni e dati, alimentato un data center che consuma una spaventosa quantità di energia. Usando 24/7 il mio smartphone dove sono presenti metalli nelle batterie estratti da multinazionali occidentali in Paesi del sud del pianeta, nel totale spregio dei diritti umani basilari. Molti beni di consumo che uso giornalmente, sono prodotti da persone che lavorano senza tutele, venduti da colossi del commercio mondiale che hanno più potere di Stati nazionali e così all’infinito. Aggrapparci all’Agenda 2030, come in un atto di fede della capacità prodigiosa del tecno-capitalismo in mano a pochi eletti per un bene collettivo, è la domanda che tenterò di rispondere in questa mia riflessione.

Armi vs transizione ecologica? Molti investitori contestano l’eccessiva rigidità delle misure necessarie a ridurre le emissioni inquinanti, sostenendo che la transizione “green” è troppo veloce e che l’aumento dei costi di produzione rischia di diventare insostenibile. Un’analisi di Sirio Aramonte e Anna Zabai piena di riferimenti tecnici e di dati, in cui si ribadisce quello che in tanti stanno ipotizzando da mesi: il settore della finanza sostenibile (ESG) è a rischio bolla, data la crescita eccessiva della nuova asset class e la mancata trasparenza del mercato. Intanto i vertici dei governi europei discutono sull’integrazione dell’industria bellica europea e sul modo di reperire gli ingentissimi fondi necessari a finanziare il riarmo europeo, usando la narrativa all’imminente invasione Russa del continente europeo. L’erogazione per un sostegno militare totale dell’UE all’Ucraina di diversi miliardi, provenienti dal fondo per la pace (sic!) European Peace Facility è conforme alla legge (fuorilegge) ed è carino vedere che l’UE compra armi coi soldi destinati alla pace. Gli investimenti previsti dal governo Meloni serviranno per aggiornare l’arsenale tecnologico della difesa e sostituire il materiale obsoleto inviato e secretato in Ucraina, per la gioia delle imprese europee della difesa quotate in borsa. La tempesta perfetta in arrivo della Giorgia nazionale (e dei governi che l’hanno preceduta), è fatta dei costi in aumento delle emergenze ambientali e climatiche non affrontate, per l’immigrazione clandestina e gli investimenti per trasformare l’Italia in un hub per il gas a seguito del piano Mattei. Intanto il mercato delle armi registra numeri record. Senza l’emissione di debito europeo in comune, è impensabile che bilanci statali già gravati da molte uscite e costretti nei vincoli del Patto di stabilità, possano sostenere le spese necessarie a confrontarsi in una guerra asimmetrica con la Russia. Il NGD si farà, dopo avere lucrato e spremuto i sussidi dell’EDG, verso il gas, inceneritori e nucleare e penalizzando l’interesse nazionale, esponendoci ai paesi che investiranno in nuove tecnologie, come la Cina e gli Usa in testa. Una grande scorpacciata per gli squali della cricca neoliberista FMI, BCE e Blackrock in testa, dei tre slogan orwelliani: La guerra è pace (armiamoci), La libertà è schiavitù (tecnocrazia per tutti) e L'ignoranza è forza (pensiero acritico). Nonostante i vertici dell’UE invitano gli Stati EU a prepararsi alla guerra, chiedendo agli stati di mettere il turbo all’industria bellica e produrre armi come i vaccini, ecco l’Agenda 2030 presentata nei programmi scolastici, che invece nel mondo adulto latita.

Agenda 2030 – 12: Produzione E Consumo Sostenibile Aria, acqua, energia, cibo. Promuovere una maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse che consumiamo è necessario per garantire nel prossimo futuro la nostra sopravvivenza. Uno studio del Global Footprint Network rivela che allo stato attuale consumiamo più risorse di quanto il pianeta ne riesca a rigenerare.

Goal 12: Sono traguardi accattivanti, ma vaghi riguarda il come, chi e quali finanziamenti attuare nei singoli paesi. Puzza parecchio di investimenti/prestito /indebitamento. Il resto potete leggervelo sul sito ufficiale dell’ONU. Ecco le mie analisi e commenti come sempre soggettivi ma schietti. 

• 12.1 Attuare il Quadro Decennale di Programmi per il Consumo e la Produzione Sostenibili, rendendo partecipi tutti i paesi, con quelli sviluppati alla guida, ma tenendo presenti anche lo sviluppo e le capacità dei paesi in via di sviluppo.

Commento: Osservando gli sforzi lodevoli delle multinazionali per il miglioramento sul suolo operato, si intuisce che non mirano alla produzione sostenibile nel lungo periodo, ma al guadagno immediato. L’investimento di capitale e lavoro si svolgerà solo nelle terre più redditizie, che una volta sfruttate, verranno abbandonate, per essere prelevate a prezzi stracciati dai soliti fondi d’investimento USA o cinesi. Sono sostenibili o un bidone le “Full Electric”? Trattandosi di analisi approssimative e discutibili, inizio considerando che al ritmo odierno di sostituzione, ci vorrebbero almeno 20 anni per rimpiazzare l’intero parco veicoli. Evitando noiosi calcoli del consumo medio in kWh per veicolo e volendo coprire il maggior fabbisogno con la produzione EU, dovremmo aumentare di un quarto la capacità produttiva. Altra criticità è lo stoccaggio e distribuzione di un’energia, che si spera verrà da fonti rinnovabili e non intermittenti. Si calcola che le emissioni di CO2 durante tutto il ciclo di vita (produzione-smaltimento batteria inclusa), equivalgono a 14 mila litri di benzina. Secondo la stima del Prof. Boulouchos un’auto elettrica media può emettere tra 20 e 45 tonnellate di CO2, considerando, che solo se l’elettricità proviene da fonti energetiche rinnovabili, le auto elettriche diventano ecologiche. L’auto elettrica nella sua narrativa, oltre a essere il simbolo del tipo di “libertà” trend promessa dal capitalismo (individuale, ma solo se te la puoi pagare), vorrebbe scaricare molte responsabilità per il cambiamento climatico. In parte con ragione, in parte maggiore per occultare il peso delle emissioni nocive degli apparati industriali e dei riscaldamenti a idrocarburi del pianeta che si sta scaricando, come il capitalismo in forte crisi da Surplus di capitale. La notizia positiva è che le decisioni dei consumatori, di non acquistare le Full Electric si sta rivelando decisiva e drammatica per i costruttori per i seguenti e banalissimi motivi: Le auto elettriche o ibride sono in media più care, hanno un’autonomia limitata per i lunghi viaggi. Le reti di ricarica sono ancora rarefatte come i tempi di attesa incompatibili con il viaggiare. Per dirla breve, le “energie alternative” sono un semplice spostamento del costo ambientale dal luogo di circolazione delle auto (soprattutto per l’Occidente neoliberista) ai territori di estrazione delle materie prime occorrenti (dal litio in giù). Altro che sostenibilità!

• 12.2 Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali

Commento: La storia ci insegna che sino ad oggi è avvenuto l’esatto contrario. Scoperta una risorsa, la si è sfruttata a scopo di lucro, ma anche per motivi socioculturali di dominio come l’imperialismo vorace attuato dalle multinazionali, in forme e modi talmente estremi, distruttivi e autolesionisti che alla fine quella risorsa è talmente esaurita da non poter essere più disponibile. Facendo l’esempio sul consumo globale di carne in aumento, che incide profondamente sulle emissioni di gas serra e sulla nostra salute, è in relazione non solo alla crescita della popolazione, ma anche a quella del reddito medio individuale. Una tendenza destinata a influire in modo importante sulle emissioni inquinanti e sulla perdita di biodiversità. Secondo alcune proiezioni delle Nazioni Unite, entro il 2050 il consumo globale di carne aumenterà del 76%. Nel dettaglio il pollo raddoppierà, il manzo +69% e quello di suino +42%. L'allevamento di animali da macello è responsabile, da solo, del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica (anidride carbonica, metano, protossido di azoto), e responsabile della perdita di biodiversità, dato che foreste e aree incontaminate cedono il passo a terreni a uso agricolo, in cui coltivare mangimi da destinare al consumo animale. I gruppi dominanti dell’alimentazione dell’UE, vorrebbero “proporci” un nuovo menù globalizzato gastronomicamente corretto, detto cibo sostenibile e cool, sradicando così le identità e culture gastronomiche dei popoli sempre più apolidi. La soluzione si chiama “entomofagia” o consumo alimentare di insetti, che anche la FAO suggerisce come cibo sostenibile e nutriente e delle quali almeno 1900 sono specie commestibili, di cui nel mondo li consumano già 2 mld di persone. Fanno senso vederli, eppure molte larve contengono vitamine, grassi, proteine, fibre e minerali a livelli comparabili a quelli di carne e pesce. I grilli domestici (Acheta domesticus) contengono 205 g/kg di proteine, mentre la carne di manzo 256 g/kg. Una specie di termiti del Venezuela dà un apporto proteico del 64% rispetto al suo peso mentre il verme della farina, in quanto a omega 3, non ha niente da invidiare a un piatto di pesce. Mentre gli esperti di Science aumentano gli appelli pro-insetti, a tavola si mescolano oneste valutazioni e limiti, come il principale che è rappresentato dall'accettabilità. Considerando che allevare insetti dalle nostre parti, richiede un elevato consumo di energia e un impatto ambientale non indifferente, dato che crescono a temperature elevate, intorno ai 25°-30°C. L’accettazione lenta ma inesorabile che il cibo del futuro sarà molto diverso rispetto a quello tradizionale, non tanto nel sapore, quanto nelle tecniche produttive. Lo chiamano Novel Food e consiste in succulenti plant-based burger senza un grammo di carne, bensì un mix di legumi, verdure e aromi; fragole ed erbe aromatiche che crescono in serre climatizzate con un apporto d’acqua ridotto al minimo, grazie al vertical farming; carne e pesce sintetici, coltivati in laboratorio senza bisogno di uccidere l’animale. Il mantra di accettazione sarà quello di nutrire in modo sano e sostenibile i 10 mld di persone che abiteranno il globo terraqueo nel 2050. Un punto sfavorevole è la sicurezza alimentare, che difetta, di evidenze scientifiche dei potenziali rischi e conseguenti pericoli al consumo di insetti e tutto il Novel Food. Sarebbe fondamentale che a garantire la sicurezza del consumatore, dovrebbe incaricarsi un ente statale senza conflitto d’interessi. Resta poco chiara la conservazione, i nebulosi valori nutrizionali e i costi, di tale operazione planetaria di allevamento di insetti e la comunicazione confondente, che intende promuovere l'entomofagia come soluzione all'accesso al cibo per tutti (Obiettivo Zero fame). Pur non essendoci ancora l'autorizzazione per acquistarli nella grande distribuzione, la commissione EU ha approvato alcuni insetti come i grilli domestici congelati in pasta essiccati e in polvere pastose oppure delle larve di Alphitobius diaperinus (vermi della farina). Per chi non resiste alla seduzione dei grilli ricoperti di cioccolato, gli scorpioni inglobati in dolcetti, fino alle larve snack croccanti e agli scarafaggi in salsa piccante, trova tutto online.

• 12.5 Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo 

Commento: La storia si ripete, all’onnipotenza virtuale che ci fa parlare nei social con qualcuno agli antipodi e bombardare una popolazione civile con un semplice click o un like su Facebook, fa riscontro l’impotenza concreta di scovare dei luoghi per smaltire le montagne di rifiuti che la società dei consumi produce. Incrementate dalle valanghe di imballaggi, della rivoluzione della logistica e della civiltà delle piattaforme web, delle mln di mascherine, guanti protettivi, flaconi di disinfettanti e tutta la panoplia di accorgimenti profilattici imposti dalla possessione pandemica ormai dimenticata. Illusi che fossimo al riparo all’assedio che subiamo nella vita del superfluo, il non mangiato, rifiutato, scartato da nascondere per decoro, grazie alla copertura globale di dispositivi e sensori atti a razionalizzare il funzionamento e l’organizzazione sociale guidata dall’AI, che con la digitalizzazione ha una funzione di controllo sociale, per educare i furbetti ai loro comportamenti scorretti. In un regime di economia green, che si redime con una sverniciata verde sugli abusi ambientali, senza vere intenzioni per la riduzione dei rifiuti all’origine o prevenire la loro pressione inquinante e velenosa, la cui gestione è diventata uno dei brand più fertili per i settori della malavita organizzata o legalizzata. Delegandoci la responsabilità individuale e collettiva, spoliticizzando l’azione, oscurando colpe e doveri dei decisori e avvelenatori dei pozzi, con soluzioni tecnocratiche. Eccovi la transizione green dei commissari liquidatori, dei faccendieri neoliberisti incaricati di mercificare tutto, persone, natura, risorse, territori, soggetti alle regole rigide dell’accumulazione, da sfruttare e infine scaricare nella natura da salvaguardare? Estranei al processo decisionale, atteggiandoci qualunquisti che approfittando dei cassonetti pieni per abbandonare il televisore guasto o il pannolone del nonno, in un atto dimostrativo esprimiamo la nostra resistenza. Tra le montagne di sacchetti strappati e luridi da cui fuoriescono liquami, accatastati al di fuori di cassonetti stracolmi tra le incursioni di sorci famelici e sui quali volteggiano sfrontati e avidi gabbiani e cornacchie, mentre nei palazzi del potere si filosofeggia sul NGD imposto, dell’ordine tecno-capitalista, a rischio dell’alternativa allo status quo. Questo è il Goal 12.5.

Attivismo neoliberista Dopo i “Fridays for Future”, che riempivano le piazze di giovani contenti di fare sega con la scusa dell’ambiente da salvare, il tempo delle manifestazioni si è afflosciato. Le mie lunghe riflessioni non avranno l’effetto di folgorare la consapevolezza che il sistema attuale vada cambiato. Incolpare poche mele marce per salvare un cesto in pericolo, è giustificare il sistema. Le mie narrazioni, rappresentate come alternative e sovversive nei confronti di quelle dominanti, ma per niente compatibili con masse di codardi morali, in realtà rafforzano anziché minare, il sostegno allo status quo. Il supposto disastro climatico incombente, mette di fronte all’esigenza di cambiare modo di produzione, ma l’omeostasi del sistema esclude o relega ai margini analisi, critiche e misure dettate da quella consapevolezza, creando forte dissonanza cognitiva sul tema, generando narrazioni diversive che allievano e deviano l’ansia e l’attenzione. Quindi più verità o bugie svelate e più si rinforza l’Agenda 2030 in pieno svolgimento, di cui noi “classe globale inutile” saremo le vittime sacrificali. In queste trappole di distrazione di massa che è l’infodemia, è ora è il momento dei “cambiamenti climatici” agitati per favorire la transizione ecologica che, lungi dal ridurre le emissioni, serve solo a promuovere la “crescita” con la sua sempre più forte concentrazione di capitali nelle mani dei soliti noti. È chiaro agli addetti, che l’assetto generale delle norme europee del GND è incompatibile con la tendenza verso un’economia di guerra. Per onestà verso i cittadini, bisognerebbe scegliere tra l’austerity recessiva o guerra inflazionista, piuttosto che saltare da un’emergenza bellica seguita dalle nuove pandemie, già in agenda e a breve a delega dell’OMS. Il NGD limitato all’economia del Continente europeo, è destinato a soccombere nel mercato globale, con delle soluzioni più inquinanti delle tecnologie del carbone. Dovremmo avere un approccio ecologico a difesa dei territori, delle loro culture, lingue, tradizioni, identità. La tecnofobia che vorrebbe salvare il pianeta, è astrattamente un’opzione allettante, ma come per l’IA e tutta la digitalizzazione in corso, ha un terribile costo sociale poiché ci trasforma sempre più in cittadini superflui e sterili. Essere permanentemente online ci rende complici della guerra all’umano. Nessun ente superiore ci salverà ma solo una mobilitazione collettiva può farlo.



New Green Deal (un imbroglio nero come il carbone) 

21/03/2024

La consapevolezza di essere in guerra, e quindi in pericolo, fa sì che la concentrazione di tutto il potere nelle mani di una piccola casta sembri l’unica e inevitabile condizione per poter sopravvivere” Orwell, “1984”. Il neoliberismo i governi complici, sono la principale causa della distruzione ambientale. Il leviatano per prosperare ha bisogno dell’apolide plasmato per essere un idiota, che lavora e pensa solo a comprare acriticamente e disposto a vendere persino le proprie idee e corpo per denaro!

Introduzione Siamo una società basata sull'accumulazione e sul desiderio infiniti e senza un fine. “Servono più armi, dobbiamo produrne come fatto con i vaccini”, ha detto la non eletta dal popolo e cleptocrate blasonata Ursula von der Leyen, secondo cui la guerra, come la pandemia e il New green Deal, sono concepiti per continuare a derubare i contribuenti con tutti i mezzi. Riflettendo sull’accordo New Green Deal approvato dagli stati UE e inserito in molte legislazioni, entro il 2050, se i criteri sulla CO2 fosse valutata secondo gli stessi con cui vengono regolamentati la gestione patrimoniale e gli investimenti collettivi, i politici in carica si troverebbero ad affrontare azioni legali per dubbia frode e abusi professionali. Queste manovre da prestigiatore che riguardano tutti i soggetti coinvolti e consapevoli dell’imbroglio, come gli azionisti, le aziende, i fondi d’investimento e il politico, vale la pena partecipare al gioco perché il loro unico obiettivo è ottenere quanti più sussidi possibili da tutte le misure climatiche per le quali il cittadino (caprio espiatore) pagherà. Confidando che anche il più subordinato ed ebete, riconoscerà sulla propria pelle che le menzogne non durano all’infinito, e che la vera battaglia non è nei mezzi di informazione, ma quella culturale. Seguendo questo miraggio, il mondo è dei vincitori e il fallimento sarà sempre personale degli scettici che non credono all’Agenda 2030, di cui dobbiamo smetterla di dubitare, ma lasciare che i tecnocrati continuino indisturbati a decidere, sempre per il nostro bene si capisce. Lo hanno dimostrato con i vaccini salvavita di milioni di persone, e con le sanzioni alla Russia messa in ginocchio e sconfitta, promettendo pace, libertà e benessere alla martoriata e democratica Ucraina ingiustamente aggredita. Per non parlare dell’appoggio incondizionato a Israele, che non fa altro che lottare e difendersi dal terrorismo e grazie all’IA effettua attacchi mirati per salvare più civili possibili. Gli effetti collaterali sono bazzecole confrontate ai progressi, che lorsignori ai governi dai loro Ministeri ci promettono. Chi dissente è un complottista e verrà sistemato. Mi si dice che i miei articoli sono lunghi e complessi, ma se dinanzi ad un “essere idiota” che pensa solo a consumare e all’individualismo come forma di governo, io reagisco indicando un cammino di uscita dalla caverna dell’idiozia, con degli strumenti chiari da usare e soprattutto di avere bene in mente la strategia dell'avversario, articolando il pensiero critico da divulgare con i risultati delle proprie ricerche. 

Riassunto Tratterò del “Goal 13” che riguarda il cambiamento climatico, parte dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Ignorato per decenni, dal 2015 è stato impacchettato e imposto sotto il nome di crisi climatica con il rimedio battezzato transizione ecologica. Il tutto risolvibile con un immenso investimento di trilioni per il rinnovo totale del parco auto, la ricostruzione degli edifici, l’offerta di cibi sintetici, il controllo digitale totale di ogni area del pianeta e dei suoi abitanti, con un paesaggio previsto di pale eoliche e un lucroso traffico nelle nuove indulgenze, i carbon credit. Suscitando le Passioni e imporre l’Emergenza, per educare i cittadini a pagare, il complesso che si palesa in forma di stato/impresa/propaganda che promuove i miliardari e megagalattici investimenti. 

Lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 Nel 2015 venne adottata la Risoluzione dall’Assemblea Generale, e il sottotitolo: Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030, risultante dal vertice delle Nazioni Unite. I suoi 169 traguardi stimoleranno nei prossimi 15 anni interventi in aree di importanza cruciale per l’umanità e il pianeta. Sradicando la povertà e salvaguardano il Pianeta, la nostra casa.

Alcuni profili per le emergenze degli ultimi decenni e di cui alcuni identificheranno amici o se stessi. 

Il conformista si adegua ai modelli socialmente prevalenti, si informa ascoltando i tg con attenzione, sapendo che il nemico CO2 è alle porte. Disponibile a ogni sacrificio per un Futuro Migliore, dettato dal mantra dei generali, gli esperti e i tecnici. Determinato a proteggere il pianeta dalla degradazione, attraverso un consumo ed una produzione consapevole, gestendo le risorse naturali in maniera sostenibile, pensando ai bisogni delle generazioni presenti e di quelle future. Il tutto basato su uno spirito di rafforzata solidarietà globale. Senza ripudiare però il più sfrenato ma sostenibile consumismo.

L’opportunista si preoccupa esclusivamente del proprio orticello, fregandosene dei disastri e facendo il furbo. Disinformato e gentile per convenienza, va ovviamente educato, ma se dopo un certo punto, continua a far finta di non capire, va sistemato. Campione del politicamente corretto, da applicare per ogni situazione a suo favore, scimmiottando i suoi simili al potere.

Lo stoico si atteggia goffamente e pensa. “Lo Stato è un grande produttore di petrolio e gas, di cui noi ne usufruiamo e le persone comuni hanno spesso sofferto molto per gli effetti provocati da queste industrie. Lo stato è belligerante per la difesa del nostro territorio o per salvaguardare il nostro benessere. Dunque, chi ci governa e l’industria reputano un loro dover ‘sacrificarsi’ per rifornire il mondo di energia. I discorsi sul cambiamento climatico sembrano per loro vergognosi e irresponsabili piagnucolii”. Gli ambientalisti? Burattini del sistema impegnati nella promozione della falsa emergenza climatica. La vita è fatta di difficoltà che superate ci rendono più forti e resilienti.

Il religioso La regolazione dei grandi sistemi della Terra non riguarda l’uomo, ma Dio che ce l’ha assegnata. Se il clima è sbilanciato è per la sua volontà, di dare il libero arbitro agli uomini, e ci penserà lui a rimediare o a castigare. La guida spirituale di riferimento rinforzerà la fede, e come previsto dalla bibbia verranno delle piaghe future, mettendo alla prova sia gli eretici che pagheranno con l’inferno, mentre per i credenti li attenderà il paradiso che non sarà su questa terra ormai distrutta. 

Il laico mette la Natura al posto di Dio, e conclude che l’uomo è troppo debole per mutare il clima, e quindi non può essere il responsabile del riscaldamento globale. I vulcani e le correnti del golfo sono molto più importanti, senza dimenticare le ere glaciali sempre esistite. È tutto un business colossale.

Il negazionista climatico si chiede come la scienza possa prevedere le imminenti catastrofi climatiche, se neanche le previsioni meteo della prossima settimana siano sicure? La scarsa conoscenza della popolazione è la causa principale delle imminenti e coercitive transazioni green, essendo lui una vita che studia questi fenomeni. Se politicizzato crede che le tematiche ambientalista, siano una congiura dei Dem, per reintrodurre il socialismo o credito sociale. I cambiamenti climatici da sempre esistiti, dipendono dal sole e altri fattori atmosferici come la geoingegneria che determina le alluvioni, siccità, terremoti e quant’altro. La contestazione ambientali da Friday for future a Ultima Generazione, da Extinction Rebellion, sono palesemente pilotate dalle oligarchie, creatrici di un indotto problema ambientale. Basterebbe studiare i fenomeni e dati alla mano, potremmo creare un vero dissenso.

L’ambientalista fa pensare a un “abbracciatore di alberi” o un hippie con i capelli rasta che mangia cibo naturale, o gli attivisti che si incollano sulle strade o imbrattano i monumenti. Ma gli hippie si sono estinti mentre gli altri convinti di essere l'Ultima generazione che sopravviverà alla crisi climatica, sono movimenti finanziati da “Extinction Rebellion”, a cui è a capo Sir Hohn, uno degli uomini più ricchi del Regno Unito. L’ambientalista “vero” guida la stessa auto da 24 anni, con meno di 100.000 km perché quando può va a piedi. Nutrendosi di cibi biologici, spesso raccolti nell’orto, è vegetariano, e non tocca carne per le conseguenti e inquinanti scorregge dei bovini. Il riscaldamento è ridotto al minimo e non usa l’aria condizionata. Beve acqua dal rubinetto, e per pulire usa l’aceto evitando i prodotti chimici. L’acqua di risciacquo per annaffiare l’orto, anche se il senso di colpa lo affligge per l’abbattimento di molti alberi, con tutti i libri che legge, in cambio usa un telefonino non smart.

Lo scettico antropogenico si immagina un mondo migliore con le seguenti “eresie”.

NATOEXIT La NATO non è una alleanza di difesa, ma una macchina da guerra, che si è macchiata di numerosi crimini contro l’umanità e opera per gli interessi commerciali USA e i suoi vassalli. Le guerre NATO sono tra le cause importanti di inquinamento dell’ambiente. Link

Eliminazione 1) degli imballaggi puramente decorativi o pubblicitari di tutti i prodotti possibili, da vendere sciolti, usando materiali integralmente e rigorosamente riciclabili. 2) delle campagne di rottamazione continua affatto ecologica oltre alle devastazioni ambientali per costruire mega batterie.

Quantitative easing togliere il potere alle banche centrali di creare denaro dal nulla, che causa inflazione e aumento dei costi dei beni (stagflazione), e riduce drasticamente il valore della valuta nazionale di un paese. Favorisce il basso rischio per le banche per i prestiti e favorisce l’indebitamento dei civili. Il QE ha un forte impatto sull’ambiente in quanto favorisce il consumo sfrenato. 

Ritirare la delega da parte dei governi alle Commissioni UE, che con il trasferimento delle politiche ambientali a scala globale ha comportato l’esproprio e la deresponsabilizzazione delle comunità locali. 

Tassare i profitti e i paradisi fiscali delle grandi banche e delle Big-Tech, Big-Food e di tutte quelle imprese che fanno profitti in un paese e hanno le sedi fiscali in altri più vantaggiosi (vedi Stellantis), e lucrano o fanno profitti dal green deal. Carbon e Web tax per le Big-Tech.

Rendere trasparenti i primi 45 miliardi del PNRR e sugli investimenti per la Transazione ecologica.

Costi sociali la transizione ecologica può trovare il consenso delle masse solo se i suoi costi sociali vengono fatti ricadere non più sui salari ma sui profitti e sulle rendite. Uscita dal New green Deal!

La Svolta In una finestra “Overtoniana”, per fare diventare tutte le categorie di umani sopra citate “ecosostenibili”, il menu propone nuove minacce come i virus “zombie” dell’Artico, problemi di fertilità in età adulta, danni al feto causato dall’inquinamento, polveri sottili e microplastiche che entrano nella catena alimentare e vengono inalate con la respirazione. Con tutte le ricadute socio-ambientali direttamente o indirettamente correlate al cambiamento climatico, idonei a innescare con un effetto a catena centinaia di ulteriori ripercussioni nefaste. Pensando allo scioglimento delle calotte polari e all’erosione del permafrost (rischio di riattivazione di virus o agenti patogeni potenzialmente letali), all’innalzamento del livello dei mari, alla frammentazione della biodiversità, all’alterazione del ciclo idrologico e siccità diffusa con precipitazioni più rare quanto severe. Un incremento della mortalità legata all’inquinamento, per finire in un' orgia complottista legata ai fenomeni migratori forzati dovuti a catastrofi naturali, e contestuale approfondimento delle disuguaglianze, allo scoppio sempre più frequente delle c.d. guerre climatiche per la gestione di risorse naturali sempre più scarse ecc.… Indottrinati ad accettare la nuova tecnocrazia. Lo stato imporrà l’acquisto di auto “Full Electric” per chi potrà permettersela, definendo delle norme di pagamento tramite app, pena la cancellazione dal consesso umano alluso, di uno smarfo che contiene minerali di terre rare, come il neodimio, terbio, gadolinio, silicio e platino, che una volta gettati si disperdono. Nelle abitazioni verrà sostituito l’obsoleto contatore elettrico o meccanico, con uno digitale di nuova generazione che tramite la telegestione, gestirà il rapporto di fornitura, anche nel bloccare la fornitura in caso di mancato pagamento delle bollette. Dopo l’autorizzazione alla farina di grillo, motivata da una folle “transizione alimentare”, in questi giorni l'Europarlamento ha approvato l'accordo sulla direttiva sulle "case green" o rapina del secolo, dimenticando che il nostro territorio ha una priorità che a Bruxelles non scalda i cuori quanto il green: quella del miglioramento sismico degli edifici. Regna il caos sulle sanzioni per chi non efficienta l’immobile, ma è certo che cambierà l’Ape da rinnovare, e chi non sarà in classe E entro il 2030, vedrà crollare il valore del proprio immobile e l’impossibilità di venderlo o affittarlo. L’obiettivo a lungo termine è di deprezzare al massimo il patrimonio edilizio, specie quello delle fasce più povere, per darlo in pasto ai grandi gruppi immobiliari. La piazza della città, trasferita sui Social, e i nostri dati come nuovo oro, in barba alle preoccupazioni per la privacy, il denaro di fatto integrato con i social media, prontamente disponibile per l’uso on-line, compresi i micropagamenti. Saremmo tutti più smart, grazie alle tecnologie il cui mantra è investire su sistemi di mobilità sostenibile che riducono l’inquinamento aumentando la qualità dei servizi. Passaporto digitale per viaggiare, green pass globale per la condivisione dei dati sanitari (OMS), e verifica delle vaccinazioni o pandemie future, i cui dati verranno inseriti in una banca dati globale al servizio della “ricerca scientifica”. I più sfigati avranno diritto ad reddito universale, e la fine della loro libertà per sempre. È tutto ratificato nell’Agenda 2030!

Goal 13 Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico. Qui il resto dei 16 goal dall’Agenda 2030. Le direttive sollecitano interventi più urgenti soprattutto la lotta contro il cambiamento climatico e le disuguaglianze. In assenza di una riduzione delle emissioni di gas serra saranno inabitabili molte parti del mondo, colpendo in particolar modo i Paesi e le persone più vulnerabili, oltre alle diseguaglianze, la povertà, la fame e le pandemie in crescita. 

L’impegno della UE per il capitale naturale riguarda: (con alcuni fonti di riferimento)

• L’Estensione della rete di protezione dell’ambiente link

• La creazione di corridoi ecologici che, nell’ambito di una rete naturalistica transeuropea resiliente

• La predisposizione di un Piano di ripristino della natura

• L’intensificazione degli sforzi per proteggere il suolo, ridurne l'erosione e aumentarne la fertilità

• Una specifica Strategia forestale coerente con le biodiversità e la neutralità climatica

• Un nuovo Piano d'azione per conservare le risorse della pesca e proteggere gli ecosistemi marini

• Adoperarsi di più per ristabilire gli ecosistemi di acqua dolce e le funzioni naturali dei fiumi

• Invita alle città europee di almeno 20.000 ab. di elaborare piani ambiziosi di inverdimento urbano

New Green Deal un imbroglio nero come il carbone. Il globalista di Davos WEF proclama la necessità, di raggiungere l’obiettivo di “zero emissioni di carbonio” entro il 2050. Dai più ignorato, perché lontano nel futuro, eppure, le trasformazioni in corso di innumerevoli economie ne stanno ponendo le basi. L’UE è in testa alla corsa, con un piano coraggioso per diventare il primo continente “carbon neutral” e ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030. Con i governi in modalità da guerra, vi saranno imposizioni autoritarie, liberticide e surreali, che si abbatteranno sull’individuo medio. Mentre in Europa esplode la rabbia degli agricoltori (video), per le norme green e l'aumento del prezzo del gasolio agricole e delle materie prime dei prodotti low-cost, nuovi divieti sui pesticidi, la cancellazione degli indennizzi per le calamità naturali, i tagli ai sussidi, troppa burocrazia e una peggiore retribuzione, la UE decide di stanziare 50 Mia. per sostenere l’Ucraina. Si protesta anche, alla concorrenza sleale dei prodotti internazionali e alle politiche ambientali della UE, per finire in Polonia e Romania per l'import di alimenti dall'Ucraina a basso costo. Riassumendo la seconda parte del mio Pamphlet, affermo ad nauseam che il New green Deal è incompatibile con il capitalismo profondamente dipendente dai combustibili fossili e alla depredazione della natura, di cui le illegalità ambientali sono la quarta attività criminale più redditizia. Mi riferisco alla deforestazione illegale, all’estrazione mineraria, alla pesca e al commercio di fauna selvatica. Dovrei fidarmi di gente che fabbrica auto con materiali estratti per dodici ore da bambini schiavi, promettendo di salvare il mondo conformandolo al proprio sistema? Riducendo tutto a un'idea di clima monodimensionale che funziona come un termostato binario, interamente dipendente da quanta virtù mettiamo nei consumi spiccioli, tollerando gli intoccabili yacht e jet di lorsignori, che nei loro convegni promettono un mondo migliore “senza lasciare indietro nessuno”? Lo sfruttamento non avviene soltanto attraverso il lavoro ma anche con la leva fiscale ai danni delle fasce più deboli, aumentando le accise e le tariffe energetiche, e dirottando la spesa dai servizi pubblici agli oligopoli dei farmaci, delle armi e dell’onnivoro e leviatano Green Deal. Quindi cari amici, occhio al portafoglio, alla vostra casa, ai servizi pubblici, alla Sanità, all'Istruzione, ai diritti garantiti dalla Costituzione, all'aria che respiriamo, da pagare con la transizione ecologica, un grande business finanziario con modesto beneficio ambientale. Ma ogni discorso è nullo di fronte al cappio al collo del vincolo europeo all’austerità, dopo avere vanificato 30 anni di tagli e senza mai ridurre il debito pubblico (che anzi è sempre cresciuto). E del vincolo Nato che sta trascinando l’Europa e il mondo intero verso la notte nucleare, che rischia di anticipare quella ambientale e climatica. L’unica libertà a noi concessa sarà quella di scelta tra diversi beni di consumo, ma non di cambiare le regole del gioco o lo stesso gioco, sperando che nuove idee e un nuovo pensiero critico si propaghino si contagino con la velocità di un virus, grazie alla rete. Evitiamo che gli amici degli amici o i coniugi dei ministri ne ricavino il loro tornaconto. 



Lo scettico antropogenico (ecologia o ideologia?)

09/02/2024

Occorre sbarazzarsi del cattivo gusto di voler andare d’accordo con tutti. Le cose grandi ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze ai sottili e le rarità ai rari. (Nietzsche) Non mi ritengo grande abbastanza per affrontare con rigore questo argomento, tantomeno profondo per comprendere gli abissi della natura, la finezza nella retorica non mi appartiene e non sono affatto raro nello scrivere sul tema scelto. Nondimeno possiedo il pregio dell’imparzialità sul pensiero altrui e quindi scevro da esigenze gratificanti. Il nuovo rapporto Living Planet del Wwf non usa mezzi termini e parla di “catastrofico declino”. Tra il 1970 e il 2016 il pianeta ha registrato un calo medio del 68% degli animali selvatici. La causa principale di tutto ciò è la distruzione degli habitat naturali, legata a fenomeni come la deforestazione, l’urbanizzazione, l’espansione delle terre coltivate e la pesca intensiva. Potrei scrivere enciclopedie sulla distruzione planetaria in atto, ma trovate tutto in rete, e non è questo lo scopo del mio scritto. Per agevolare la comprensione della mia riflessione e districarsi meglio con i numerosi termini e concetti legati al clima e il riscaldamento globale, di cui mi occuperò, vi invito a questo sito e a questa mia breve raccolta, spesso contrastante tra gli “esperti” di espressioni specifiche.

Eventi o termini in uso Antropogenico Si riferisce a qualsiasi processo, fenomeno o cambiamento nell'ambiente naturale causato o influenzato dall'attività umana, come l’emissione di gas serra, l’inquinamento idrico dai rifiuti industriali e il degrado degli ecosistemi dall’urbanizzazione e all’agricoltura intensiva. 

Cambiamenti climatici Da sempre e a lungo termine presenti sul nostro pianeta, dalle temperature e dai modelli meteorologici, che avvengono in maniera naturale. Tramite variazioni del ciclo solare e secondo la “scienza” dalle attività umane imputabili essenzialmente all’uso di combustibili fossili. 

La CO2 La concentrazione di CO2 provoca l’innalzamento globale della temperatura che a sua volta rende sempre più frequenti fenomeni di inondazioni, siccità, dissesto idrogeologico, diffusione di malattie, crisi dei sistemi agricoli, idrici e l’estinzione di specie animali e vegetali. Ciò che non viene quasi mai detto è che la CO2 non può salire nell'atmosfera dagli scarichi delle auto, dalle centrali a carbone o da altre fonti artificiali. Non essendo carbonio o fuliggine ma un gas invisibile e inodore, essenziale per la fotosintesi delle piante e di tutte le forme di vita sulla terra. La CO2 ha un peso molecolare di poco superiore a 44 mentre l’aria (principalmente ossigeno e azoto) ha un peso molecolare di soli 29. Quindi essendo il suo peso specifico di circa 1,5 volte maggiore di quello dell'aria, i gas di scarico di CO2 dei veicoli o delle centrali elettriche non salgono nell'atmosfera a circa 12 miglia o più sopra per formare il temuto e famigerato effetto serra.

Carbon neutral L’UE è in testa alla corsa, con un piano coraggioso per diventare il primo continente al mondo “carbon neutral”, entro il 2050 e ridurre le proprie emissioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030. Le emissioni zero (o neutralità carbonica) consistono nel raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni e l'assorbimento di carbonio. Quando si rimuove anidride carbonica dall'atmosfera si parla di sequestro o immobilizzazione del carbonio. Per raggiungere tale obiettivo, l'emissione dei gas ad effetto serra (GHG) dovrà essere controbilanciata dall'assorbimento delle emissioni di carbonio. Questi standard sono una combinazione di riduzione delle emissioni, passando alle energie rinnovabili, riduzione dei rifiuti, sostegno a una produzione più localizzata per ridurre le spedizioni, elettrificazione dei trasporti pubblici e privati e compensazione del carbonio finanziando progetti, come gli sforzi di riforestazione, che rimuovono la CO2 dall’aria.

COP La conferenza annuale delle Nazioni Unite dedicata ai cambiamenti climatici, “Conferenza delle parti” o “COP”, è organizzata dal 1995 nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

Gas serra sono gas che intrappolano il calore nell'atmosfera, facendo sì che il nostro pianeta mantenga una temperatura elevata. Dall'inizio dell'era industriale, l'attività umana ha causato l'emissione di livelli pericolosi di gas serra, causando il riscaldamento globale e il “temuto” cambiamento climatico.

Riscaldamento globale è un aumento della temperatura media della superficie terrestre che si verifica quando aumenta la concentrazione di gas serra nell'atmosfera terrestre. Bruciare combustibili fossili, abbattere foreste e allevare bestiame sono tra le attività umane che rilasciano gas serra e contribuiscono al riscaldamento globale.

Mitigazione del cambiamento climatico si riferisce a qualsiasi azione intrapresa da governi, aziende o individui per ridurre o prevenire le emissioni di gas serra e per migliorare i pozzi di assorbimento del carbonio che rimuovono questi gas dall’atmosfera.

Resilienza climatica è la capacità di una comunità o di un ambiente di anticipare e gestire gli impatti climatici, minimizzarne i danni e riprendersi e trasformarsi secondo necessità dopo lo shock iniziale.

Greenwashing Con l’aumento della pressione pubblica per affrontare la crisi climatica, le aziende del settore privato e pubblico, si stanno unendo alla transizione per un’economia globale a basse emissioni di carbonio. Tuttavia, i loro sforzi a volte possono trasformarsi più in un esercizio di marketing che in un’azione reale e significativa. Il greenwashing si verifica quando il gruppo di gestione all'interno di un'organizzazione fa dichiarazioni o affermazioni false, infondate o completamente fuorvianti sulla sostenibilità di un prodotto o un servizio, o anche sulle operazioni aziendali più in generale.

Prefazione L’ostacolo preponderante affrontando il tema del clima, è giudicare lo scientismo delle teorie spesso ingannevoli, diffuse da enti economici o politici con sospetti conflitti d’interesse. Essi si realizzano tramite il lobbismo spregiudicato che detta legge, oltrepassando sia il bene comune come lo scopo che questi enti neoliberisti senza pudore promettono, oltrepassando la sovranità degli stati e del consenso dei cittadini. In questo esempio in cui gli allarmisti parlano tra loro, e raramente vengono sfidati dall'esterno o viceversa, sono così sicuri del consenso che i dettagli non contano. In una scena televisiva imbarazzante che sottolinea ulteriormente, il curioso mix di incertezza e vaghezza dei politici allarmisti sul clima, il senatore John Kennedy interroga il vicesegretario americano per l’Energia David Turk sulla neutralità del carbonio che gli Stati Uniti dovrebbero raggiungere entro il 2050. Chiedendo sui costi, il vicesegretario risponde: “Costerà trilioni di dollari e costerà decine di trilioni di dollari se non ci mettiamo d’accordo”. Segue lo scambio risultante: "Dimmi le stime che hai visto." "Non ho quei numeri a portata di mano." "Quindi stai sostenendo che diventiamo carbon neutral ma non sai quanto costerà." "Quindi ci sono moltissime stime là fuori, dipende dal miglioramento della tecnologia e da altre cose." "Sì ma tu sei il vicesegretario, tu sei l'esperto, ti chiedo quanto costerà."

Abbiamo un calderone informativo mai sazio che genera confusione e complessità, suscitando timore e indifferenza generale da parte di coloro che ignari, vedranno dalle lore zone di comfort, dei drastici cambiamenti esistenziali, e in prima fila nel finanziamento della transazione ecologica. A chi il fardello della discussione sulla CO2, che oltre a non essere mai risolta, è fatta per disperdere energie, confondere le acque e dividerci? Affronterò questo breve “pamphlet” con delle considerazioni da profano, valutando i costi e i benefici delle soluzioni che verranno imposte (aimè) dai detentori del capitale o dalla bistrattata (perché accusata di antisemitismo) ragazzina svedese con le treccine. Senza entrare in bolle cospiratorie non mi ritengo un negazionista del cambiamento climatico, ma sostengo l’ipotesi del riscaldamento globale. Con una parlata che spesso non è né giornalistica né civile, anche la propaganda della controinformazione cavalcando l’emergenza, negando che non è più caldo del solito con la narrativa dell’mainstream, non sono affatto inderogabili. Sdoganando un linguaggio sempre più medioevale in cui si abbandona sempre più il ragionamento razionale, per vedere le cose come sono realmente, sprofondiamo nel fanatismo ideologico più becero. Possiamo incolpare i Social di cui ci abbeveriamo e nutriamo giornalmente, che censurano coloro che fanno dei ragionamenti attenti e premiano chi attiva le emozioni, facendo scattare odio e amore immediati comparabili alle tifoserie da stadio? Questi flussi emotivi contradditori e ideologi provocano una regressione del pensiero collettivo, mandando il nostro cervello lobotomizzato in modalità di standby. Così ambo le parti con il vizio di sovrapporre ad una narrativa i propri desiderata e spacciarli come dogmi inconfutabili, profetizzando catastrofi o cospirazioni imminenti. Utilizzando gli slogan propagandati dagli investitori della transazione ecologica da parte del mainstream, come sostenibilità e resilienza per consentire i loro mastodontici progetti. Mentre per “i complottisti” che interpretano negativamente con nutriti piani di cospirazioni, che vanno dall’eliminazione della razza umana tramite delle scie nei cieli o cibo sintetico dannoso, il transumanesimo, le crisi finanziarie indotte o virus e batteri letali senza farci mancare l’IA o gli illuminati satanisti massonici. E mentre noi in stile criceto che corre nella ruota, alla ricerca di trasparenza ci trastulliamo nella melma fangosa del web, l’Educazione civica dei 27 paesi UE, non insegna più alle nuove generazioni la Costituzione e diritti-doveri del cittadino, ma addomestica alla legalità, termine che indica il rispetto delle leggi a prescindere dalla loro giustezza o meno, la legalità è l’obbedienza pronta, cieca assoluta all’autorità. Così la legalità veicolerà l’agenda globalista ONU 2030, la nuova educazione civica in atto, e l’indottrinamento al globalismo. In pochi mesi, attraverso l’emergenza COVID19 la scuola è stata stravolta e trasformata in una fabbrica di individui sciatti e sottomessi sotto la bandiera dell’ambientalismo, della denatalità dell’omologazione passata sotto lotta alle fake news. 

La mia visione Per risolvere la cosiddetta crisi climatica, i padroni del discorso ci hanno sbolognato la transizione ecologica, inculcandoci che il fattore principale all’origine del riscaldamento globale, ribattezzato nella Neolingua “cambiamento climatico”, sia di origine antropogenico. Osservando il clima degli ultimi decenni è evidente che c’è un cambiamento, con sbalzi di temperatura improvvisi. Chi si ricorderà qualche decennio fa, non era normale avere temperature al di sopra dei 40° o frequenti eventi atmosferici come le piogge tropicali. Evitando teorie apocalittiche e sterili, ma osservando la storia del pianeta, i cicli di cambiamenti di temperatura sono sempre esistiti. Informandosi un pochino, ogni 10-12'000 anni vi sono stati dei cambiamenti climatici talmente radicali come le ere glaciali L’insieme di tutti questi fattori determina un’era glaciale, cui segue la copertura di una vasta area di ghiaccio da milioni o addirittura centinaia di milioni di anni. (Molti fattori concorrono nello sviluppo di un’era glaciale, a partire dalle variazioni dell’orbita terrestre (cicli di Milankovitch), riduzioni nelle emissioni di energia solare, concentrazioni di gas serra in atmosfera, variazioni delle correnti oceaniche, attività tettonica, configurazioni continentali, periodi di formazione delle montagne e vulcanismo globale) Vi sino poi le spiegazioni delle correnti del golfo, secondo una teoria abbastanza affermata, secondo cui prima di un’era glaciale il pianeta si surriscalda, si sciolgono i ghiacciai e l’acqua del mare si addolcisce facendo diminuire la quantità del sale in proporzione. Questo fenomeno fa sì che le correnti del golfo rallentando, essendo queste che mantengono l’equilibrio della temperatura del pianeta, inizia così l’era glaciale, dovuta ad una temperatura di circa 10-15° in meno dei 16° di media e alla posizione della terra nel sistema solare. Questa situazione ciclica poi riparte di nuovo da capo, così ogni 10'000 anni abbiamo una glaciazione seguita dallo scioglimento dei ghiacciai e di nuovo glaciazione e così via. In questi periodi abbiamo altri sotto cicli, per esempio, nella parte finale del XIII sec. o nei primi decenni del XIV sec. Nel medioevo vi sono stati periodi di grande calore, testimoniati da campi di grano coltivati ad altezze considerevoli nelle alpi. Quindi vi sono cicli grandi e al loro interni dei sotto cicli. Se oggi siamo in un ciclo grande o sotto ciclo, dovrebbero dircelo gli esperti per quanto possa interessarci. In sintesi, abbiamo a che fare con dei cicli naturali, riconducibili alle fasi del sole e al livello di ciclismo e altre discipline naturali. È folle pensare che l’uomo possa contribuire, seppure abbia fatto danni irreparabili, ad alterare questi cicli in atto da milioni di anni. Potremmo avere accelerato questo processo, ma pensare che siamo noi con l’emissione di CO2 ad avere sconvolto un processo naturale, è presuntuoso e ideologico. Sicuramente l’influenza cristiana, che mette l’uomo al centro del mondo responsabilizzandolo, rafforza questa ideologia. Dovremmo riflettere che la produzione di armi americane inquina più di 4-5 stati messi insieme. Oppure la produzione delle batterie con la chimica utilizzata, l’estrazione delle materie prime per non parlare del consumo delle migliaia di server delle GAFAM per finire con la gestione dei centri energetici che gestiscono i Bitcoin. (Se il bitcoin fosse un paese, consumerebbe più elettricità all'anno rispetto alla Finlandia, alla Svizzera o all'Argentina messe insieme, secondo un'analisi dell'Università di Cambridge Alternative Finance Center). Il thatcheriano TINA (there is not alternative) ha alterato i nostri neuroni, creando una sorta di ineluttabilità degli eventi, in un’emergenza permanente, una dopo l’altra o insieme. In una rivoluzione colorata sponsorizzata dalle oligarchie di Davos, Agenda 2030 è un progetto che procede per esperimenti e colpi di mano, dove i tecnici pastori si muovono per incanalare quello che viene considerato un gregge, dentro i confini che delimitano un mutamento antropologico, basato sull’annullamento della vitalità umana, dove le tecnologie si integrano sempre più verso un umano condizionato e privo di libertà e autonomia. Offrirò servizio con il fine, di dimostrare l’inganno da parte del neoliberismo, che diffondendo ormai i suoi tentacoli in ogni ambito, non ha come fine ultimo la salvezza del pianeta (che è in continua evoluzione e può esistere anche senza la nostra presenza) o della nostra specie, ma unicamente di lucrare facendo ricadere le responsabilità e i costi sulle fasce più deboli della popolazione. Viviamo un passaggio democrazia-tecnocrazia, al trionfo del liberismo più sfrenato orchestrato da un’aristocrazia che domina su una moltitudine di servi lobotomizzati, apolitici nel senso originario di politica definito da Aristotele, ossia l’amministrazione della polis per il bene di tutti, che però non riguarderà più il demos, ma l’aristos. Dal mantra di Klaus Schwab: La tua felicità si baserà sul nulla sociale: non avrai niente e sarai felice. Chi avrà, penserà e sceglierà per te. Non avrai altra identità che questa”. In altre parole, al privato il profitto e al pubblico i costi o se preferite il debito a vita. Primo avvertimento Nel 1992, l’Unione degli Scienziati e più di 1700 scienziati indipendenti, tra cui numerosi premi Nobel firmarono il documento “World Scientists’ Warning to Humanity”. Chiesero all’umanità di limitare la distruzione ambientale e avvertivano che serve un grande cambio nella gestione del pianeta e delle sue forme di vita, se si vuole evitare una catastrofe. 

Accettazione dell’Agenda 2030 (a cui seguirà una profonda analisi) riconosco tre aspetti dominanti: la colpa con la relativa espiazione e il concetto di uomo malthusiano come cancrena per il pianeta. La conseguente paura come propellente dei cambiamenti autoritari e la resilienza, che ha sostituito la parola “resistenza, ossia di accettazione passiva delle condizioni imposte con tutta l’architettura persino costituzionale del “nuovo mondo” tecnocratico. Sono meschine le dichiarazioni che siamo in troppi, facendo riferimento sempre agli altri e mai alla previlegiata casta onnivora e parassitaria. La Terra è la casa di tutti, e il mio auspicio è che la transizione ecologica non si trasformi in un colossale affare per le aziende, a scapito della popolazione e dell’ambiente stesso. La Neolingua ha già il suo slogan previsto dall’Agenda 2030: “non lasciare nessuno indietro”. La transazione ecologica o Green New Deal, che suona più figo, dovrebbe fondarsi sui tre principi non negoziabili e inderogabili per noi cittadini: pianificazione economica, giusta transizione ed equità sociale. Se il tormentone minaccioso senza fine, che ci incupisce la vita causato dalle guerre (al momento lontane) e dalle devastazioni ambientali e climatiche, non dipendesse dalla correttezza delle analisi della situazione e nemmeno dall’appropriatezza degli obiettivi da raggiungere, ma dall’errata impostazione del problema? Affidare la cura delle relazioni sociali e la natura, agli apparati di governo degli stati e alla cricca neoliberale, è sbagliato. Pretendere che a risolvere le crisi planetarie, umane ed ecologiche, siano coloro che le hanno create è illusorio e rischioso. Perché delegare questo mastodontico compito, a chi occupa le posizioni di potere ai vertici dell’economia, della tecnoscienza e della politica? Forse è tardi affidarli invece alle comunità insediate nei territori, direttamente responsabili delle relazioni tra gli esseri umani e tra loro e gli ecosistemi di appartenenza? Spero non vi abbiano turbato troppo i miei sempre propositivi quesiti, e vi invito con un piccolo sforzo, in preparazione alla seconda parte del mio pamphlet, a cominciare a unire i puntini, magari subendovi questo link da studiare criticamente a fondo.


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