Mentre scrivo la luce è stata spenta su Gaza. L’IDF (Israel Defense Forces) ha tagliato le forniture di acqua, elettricità, carburante e cibo per “le bestie umane” che vi abitano. Nessuna testimonianza dei massacri che avverranno nel buio, senza immagini e comunicazioni
La guerra permette alla gente di essere veramente sé stessa: i sadici diventano torturatori, gli psicopatici sono ottimi soldati da mandare in prima linea; sia i prepotenti che le vittime hanno la possibilità di giocare il proprio ruolo fino in fondo, e le puttane sono sempre occupate
Da un giorno all’altro tutta la retorica sulla guerra in Ucraina si è spenta e trasferita interamente nel conflitto israelo-palestinese. Giudicare dal divano o all’ora di cena, a prescindere dalle analisi, è un’abitudine di ebete negligenza intellettuale, o se preferite un modo per avere un’opinione senza dover fare fatica di pensare.
Se per gli illuministi la fede risiede nella ragione a cui è affidato il compito di determinare gli eventi, le possibilità, i limiti umani, vi è anche la certezza che la maggioranza degli uomini è affetto da pigrizia cronica. Non avendo quindi il coraggio per cercare la verità e scegliendo la via più comoda, l’uomo si affida ai più furbi autoproclamatisi guide, che possono diventare abili manipolatori, capaci di imprigionare i pigri alla dipendenza.
Nonostante l’argomento Ucraina è scabroso e divisivo, non applicherò il fenomeno del clickbaiting (acchiappa click), sfruttato dagli influencer, diffondendo notizie appetibili, per aumentare le visite del mio sito. La menzogna dell’Ideale è stata finora la maledizione della Realtà.
È difficile orizzontarsi nell’uragano di parole guerrafondaie che ci rigurgita il mainstream. Indottrinati, dopo due anni di false pandemie, alle menzogne che la neolingua fornisce, a beneficio degli adepti del Socing, le nuove abitudini mentali instauratesi, consentono l’inaccettabile, rendendo impossibile ogni altra forma di pensiero. Sulla guerra in corso è praticamente impossibile avere notizie certe e attendibili, essendo tutto avvolto da una cappa di disinformazione e propaganda.
Se in molti paesi la fine delle restrizioni della pandemia, debba essere accolta favorevolmente e con entusiasmo, non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che una ristrutturazione globale secondo le specifiche del "Great Reset", sta rispettando a pieno ritmo la tabella di marcia dell’agenda 2030. Adesso che il neoliberismo con l’arma dell’informazione distorta, ha creato la nuova distrazione di massa, con la guerra d’invasione o liberazione dell’Ucraina,
Fiero, orgoglioso non senza ragione, il giornalismo dovrebbe essere il cane da guardia del potere, dei poteri. In questo “mestiere da cani” il professionista serio dell’informazione, vigila incessantemente per impedire a poteri di ogni genere di fare danno, ingiustizie, di devastare, razziare la società affidata al cane da guardia incarnato dalla stampa.
29.12.2023
Premesse Mentre scrivo la luce è stata spenta su Gaza. L’IDF (Israel Defense Forces) ha tagliato le forniture di acqua, elettricità, carburante e cibo per “le bestie umane” che vi abitano. Nessuna testimonianza dei massacri che avverranno nel buio, senza immagini e comunicazioni. Nonostante i prestigiatori mediatici sottraggono tempo alla riflessione e il diluvio costante di dati e moniti proibisce il ragionamento, cercherò di fare un po' di luce, mentre le istituzioni europee (non i cittadini) proiettano sui principali monumenti la bandiera israeliana, come a voler dire: “Forza Israele, avanti con la pulizia etnica dei palestinesi”! In questa bulimia dell’informazione con TikTok che educa i giovani e noi persi nei social o giochi demenziali piuttosto che le serie di Netflix, si erode il tempo della riflessione e mi chiedo come affrontare il tema, tenendovi concentrati e motivati per i prossimi 20 minuti. Non biasimare che non mi si legga fino in fondo e non si voglia prender tutto come vangelo, è comprensibile. Non confondete i miei pensieri e verità con i vostri, ma liberate le vostre di verità, difendendo il dissenso senza accarezzare il pelo a nessuno, senza esser profondi filosofi e avere in sé degli abissi… Noi tutti temiamo una verità capovolta dei i nostri valori, che colpisca nel segno esigendo una spiegazione. In fondo è questo che io chiedo a me stesso, oltre a completare i tasselli mancanti.
Sommario Questo spietato imperialismo, che nel suo “roading map”, della completa espulsione della popolazione palestinese in atto, si arricchisce di nuovi contenuti. Inizierò con alcune riflessioni per poi spiegare come senza alcun testimone le notizie vengono filtrate dai servizi israeliani, per citare alcuni eroi dimenticati senza distinzione delle parti. Merita spazio anche l’ipotesi complottista, seguita dalla questione dei fallimenti dell’intelligence israeliana, prima e durante l’attacco di Hamas, per tematizzare poi le ragioni e conseguenze del genocidio e rastrellamento a Gaza. Infine, la domanda su quale futuro o sogno possibile in quella martoriata regione?
Alcune riflessioni Dopo la narrazione democratica contro il terrorismo da sconfiggere, l’ipocrisia delle sanzioni ad Hamas (per quelle alla Russia L'UE ha pagato 185 miliardi di euro in "eccesso" per il gas) e la farsa sull’antisemitismo come distrazione o alibi al massacro in corso, tenterò di ricostruire questo puzzle ingarbugliato. Ribadisco la mia condanna sul commando che dalla prigione a cielo aperto di Gaza è partito e ha commesso atti di crudeltà ingiustificabili. Se Israele si difende dai terroristi, la Palestina inneggia a una guerra di liberazione abbracciando una lotta partigiana, come diritto alla resistenza. Lottando per le condizioni di vita di una popolazione di 2,3 milioni e la messa in un angolo da parte della “comunità internazionale” della prospettiva di una loro patria. Sottolineando che Hamas non è la Palestina né la sua storia, ma un movimento politico (democraticamente eletto) e armato, che trae forza dalla frustrazione e dai soprusi a cui sono stati soggetti i palestinesi dal 1948. Insondabile è la profondità della tragedia umanitaria che si abbatte sul corpo di persone innocenti, sotto lo sguardo impotente del mondo “eticamente evoluto”. La storia resta implacabile, ogni accadimento viene registrato e sebbene oggi appaia improbabile, non si può tuttavia escludere che i criminali impuniti, vengano un giorno chiamati sul banco degli imputati. Le notizie sempre più esigue del secolare conflitto israeliano, ormai passate al terzo o quarto posto nei palinsesti dei tg, dimostrano che la questione è ormai sfumata e non ci riguarda più di tanto. Il Target di fare lievitare gli indici di Borsa, indirizzano la spesa pubblica verso il business delle armi, il business della sicurezza e il business farmaceutico a secondo della situazione è stato ampiamente raggiunto. Guerre, terrorismo, pandemie, clima, cioè tutte le combinazioni dell’allarmismo e dell’emergenzialismo che alimentano il business della confusione e del caos. Mentre il “libero mercato” lo si lascia ai gonzi che ci credono, le trattative nel caso delle due guerre in corso vengono regolate direttamente tra le multinazionali e i loro politici di riferimento. Le complicità dei prescelti Corsetto, Berset e i Speranza di turno scattano in automatico, senza neanche sporcarsi dei nostri fantasiosi complotti. Il “bello” dell’essere impunemente criminali, come la Ursula von der Leyen e Bourla, risulta naturale e trasparente. Dovremmo noi nella nostra ebete euforia del consumo e del divertimento, e del menefreghismo in generale contrastarli? Per chi nonostante la sua agiata vita, non riesce a togliersi l’immagine degli oltre 10’000 bambini palestinesi fatti a pezzi e mutilati, spinti alla fame e alla malattia dalla terribile e codarda macchina da guerra israeliana, l’invito a leggere con il cuore piuttosto che la ragione. L’IDF e la sua macchina da guerra, implacabile coi deboli e gli indifesi quanto in forte difficoltà quando si misura con gruppi combattenti che adottano la tattica spesso vincente della guerriglia. Non mancano le distrazioni di massa come il femminicidio, i falsi litigi in parlamento sulla legge di bilancio le riforme sulle pensioni e il MES che ci verrà servito per l’Epifania a fuoco lento. Poi tutto rifluisce, arrivano i pandori della Ferragni e altri generi di intrattenimento. Intorno grandi ignoranze, distrazioni, titillamenti emozionali e le masse in piazze per dire basta al patriarcato morto da decenni e la lotta contro la diversità di genere (le donne). Si omette che sono più le morti in Italia di neonati da parte di madri scelleraste o sui posti di lavoro, e che il vero scopo è la demonizzazione del maschio e la distruzione della famiglia. Ridicoli gli interventi, dei vari subalterni dell’ormai demente Celentano, Pelù e Renga che esaltano il loro becere opportunismo. Le statistiche EU che non mentono piazzano l’Italia come uno dei paesi con il più basso tasso di femminicidi. Risulta sempre più difficile incontrare interlocutori dotati di conoscenza dei fenomeni scientifici, politici, storici, sociali ed economici. I nostri perfetti e inutili buffoni dei politici e i loro menestrelli dei giornalisti mentono spudoratamente, allontanandoci sempre più dalla realtà, e fanno ancor peggio, con il loro “politicamente corretto ma eticamente corrotto”, scoraggiando la partecipazione alla vita politica e incoraggiano il qualunquismo in alternativa alla resistenza sociale e alla lotta di classe.
Nessuno che alzi la voce per dire un’amara verità. Se il massacro in corso a Gaza andrà avanti, fino alla evacuazione dei suoi abitanti, come programmato dai nazi-sionisti di Tel Aviv, questo potrà accadere esclusivamente per il sostegno militare e i dollari USA del capo-killer Biden in testa, il petrolio azero, arabo, brasiliano, russo, della complicità degli stati e dei luridi mass media italiani ed europei. L’amministrazione Biden accelera l’invio di munizioni a Israele, aggirando le procedure sulle esportazioni di armi, mentre con la fine dei rifornimenti cesserebbero anche i massacri. Senza dimenticare il cinismo degli altri falsi amici dei palestinesi (Turchia, Cina, Iran e CH) che osservano impassibili alla finestra l’orrendo spettacolo, studiando come poterne trarre il maggiore profitto dal sangue palestinese e sanzionando addirittura l’invaso piuttosto che l’invasore. Solo le masse distratte (o i corrotti) possono credere, che il terrorismo si combatta massacrando civili innocenti e distruggendo città popolate da milioni di persone. Ignorando deliberatamente l’odio e la brama di vendetta che cresceranno a dismisura tra i sopravvissuti per le prossime future generazioni.
Senza alcun testimone Tra i tanti strumenti ripugnanti in uso per mantenere il potere imperiale sui popoli del sud, vi è la pratica dell'"embedding" (incorporamento), che prevede che i corrispondenti facciano servizio in zone di guerra e di conflitto come parte di una determinata unità militare. I media corporativi USA hanno concesso ai comandanti militari israeliani i diritti di revisione, prima della pubblicazione di tutti i materiali filmati e registrati dai loro corrispondenti incorporati nelle IFD durante l'invasione di Gaza. Siamo rassegnati a intuire conflitti sanguinosi senza testimoni, creando un falso consenso scevro di partecipazione e preludendoci ogni forma di dissenso. Link di testimonianze
Eroi dimenticati Vorrei ricordare che da ambo le parti vi sono delle vittime innocenti, definiti effetti collaterali e strumentalizzati o, peggio taciuti e oscurati tramite la censura dei social USA.
- Yotam, Samer e Alon uccisi "per un tragico errore”, mentre sventolavano bandiera bianca davanti a soldati dell’IDF, durante i combattimenti nella Striscia. I tre ostaggi di Hamas avevano tutti meno di trent'anni e pensavano di essere riusciti a mettersi in salvo. Erano a torso nudo ma non è bastato sventolare un panno bianco o gridare aiuto in ebraico per essere brutalmente uccisi
- Shelly Tov, il cui figlio Omer è tenuto in ostaggio da Hamas, chiede al governo: “Bibi, Gantz e Gallant, avete fallito! Sappiamo che puoi decidere ora di garantire il rilascio degli ostaggi. Chiedo al mondo di non inviare armi e navi da guerra. Mandateci la pace, amore e riconciliazione”
- Chiamo dall'intelligence israeliana. Abbiamo l'ordine di bombardare. "Hai due ore'
- Minori Palestinesi torturati Dal rapporto di Save The Children “Senza Difesa” la denuncia: “Minori di appena dodici anni ci hanno parlato di trattamenti veramente disumani subiti nel sistema di detenzione militare israeliano. Non c’è alcuna giustificazione per usare i cani contro i bambini, picchiarli o incatenarli a sedie di metallo”. Link
- Ragazzi ostaggi di Hamas una sedicenne presente al rave Supernova, costretta alla sedia a rotelle da una distrofia muscolare, ha assistito all'uccisione del padre prima di essere catturata. In diretta Facebook si poteva assistere al dramma di una quindicenne di Nahal Oz, portata a Gaza dopo esser stata rapita nella sua forma più crudele. Nel video, la ragazza è stata ripresa in lacrime vicina alla madre, mentre assistiva all'esecuzione del padre e del fratello
- Almeno 200 operatori sanitari sono stati uccisi nella Striscia di Gaza e un totale di 55 ambulanze sono state colpite dal fuoco israeliano, Oltre a 100 giornalisti e operatori media
- Umiliazione pubblica di civili arrestati a Gaza I soldati IDF li obbligano in mutande e bendati li espongono al pubblico nei loro quartieri, facendoli sedere in gruppo sul marciapiede o sfilare per le strade, prima di chiuderli in prigione per poi rilasciarli, essendo essi estranei ad Hamas
L’ipotesi complottista è che i vertici israeliani sapessero dell’attacco, lasciandolo accadere per avere un pretesto sufficiente a scatenare la rappresaglia genocida odierna, come fine ultimo di tutta questa manovra di occultamento. Anche se Israele, non si è mai preoccupata di presunti complotti, per fare ciò che riteneva necessario. Secondo le forze israeliane di sorveglianza (donne) delle frontiere conosciute come tatzpitaniyot in ebraico, che significa "vedette", sarebbe impossibile passare inosservati, dai sistemi di sorveglianza più sofisticati ed efficaci del mondo. Altro elemento da considerare che l'alta finanza sapeva in anticipo dell'attacco di Hamas e ha guadagnato milioni in borsa. A voi il giudizio.
I fallimenti dell’intelligence israeliana Tutte queste informazioni vitali dell’operazione “Diluvio di Al Aqsa”, sono sfuggite a Israele, e Netanyahu e il suo governo hanno perciò mentito al suo popolo affermando di essere stati colti di sorpresa da Hamas? I punti chiave interrogativi secondo l’inchiesta del Times sono un mix letale di superficialità e arroganza, unita ad una censura feroce.
- L’attacco non è stato sferrato solo da Hamas, ma da quattro formazioni armate. Hamas, che ha fornito la parte essenziale delle truppe, la Jihad islamica (sunnita e khomeinista); il Fronte popolare di liberazione della Palestina (marxista) e il Fronte popolare di liberazione della Palestina-Comando generale (FPLP-CG). Lo scopo iniziale dell’operazione non era “uccidere gli ebrei”, ma fare ostaggi civili e militari, per scambiarli con i detenuti arabi delle prigioni di massima sicurezza israeliane
- Secondo la CNN, Nonostante le note capacità tecnologiche di Israele in materia di spionaggio, Hamas è riuscita indisturbata ad addestrare uomini per l’assalto per almeno un anno. Ha costruito sei campi di addestramento a Gaza girandovi anche filmati propagandistici pubblicati settimane prima dell’attacco, condotto con obbiettivi precisi e meticolosi delle basi militari e dei kibbutzim
- La politica interna del premier Netanyahu, con la sua contestata riforma della giustizia, ha
provocato manifestazioni oceaniche che hanno indebolito il paese e incoraggiato il nemico
- Israele conosceva il piano di attacco di Hamas più di un anno fa. Il Times descriveva l'attacco in dettaglio. I funzionari israeliani l’hanno liquidata come un’ambizione ignorando gli avvertimenti.
- Il 5 ottobre la CIA ha avvertito il Mossad dell’imminenza di un’importante operazione della Resistenza palestinese unita. I servizi d’intelligence israeliana si sono riuniti per valutare la minaccia. Vi hanno partecipato lo Shin Bet (controspionaggio) e Amman (intelligence militare)
Le ragioni e conseguenze del genocidio ecco il bilancio dell’azione d’invasione di Gaza:
- il congelamento degli Accordi di Abramo
- le divergenze con gli Stati Uniti con l’impaccio dei paesi UE e la debolezza dell’ONU
- l’isolamento internazionale e il potere deterrente in dubbio e i costi esorbitanti della rappresaglia
- L’antisemitismo dilagante e la radicalizzazione dei palestinesi oltre alle perdite umane e militari
- dipendenza crescente dai flussi finanziari che provengono dai gruppi evangelici statunitensi
- la sensazione dei cittadini israeliani, che i loro militari non possano più garantire loro la sicurezza
Israele sa che non potrà distruggere la struttura militare di Hamas, ben trincerata in una fitta rete di tunnel e gallerie sotterranee che i bombardamenti non possono scalfire. Una volta finita la mattanza e sradicato Hamas, Il governo sionista prevede che Gaza non sarà governata dall’l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen, ma smilitarizzata e messa sotto controllo della sicurezza israeliana.
Le conseguenze sulle azioni dell’IDF lasciano intravedere il funesto progetto di una seconda Nakba. Come in Cisgiordania, dove operano le bande criminali dei coloni armati che umiliano, opprimono e violentano un popolo intero, protette e affiancate da esercito e polizia. Ma il lancio giornaliero di missili di Hezbollah è così significativo che gran parte degli insediamenti e delle città al confine sono state evacuate con i conseguenti danni all’economia, e le crescenti tensioni interne. I costi sociali ed economici di una forza mobilitata di oltre 100mila soldati permanentemente immobilizzati nel nord si fanno sentire. La minaccia di un grande conflitto è palese, avendo Hezbollah ricevuto sistemi di difesa aerea Pantsir di fabbricazione russa e il sostegno iraniane per proteggere Beirut. Un altro fronte è nello Yemen del nord, dove ci sono gli Houthi, sciiti, i quali pare stiano da un po’ di tempo lanciando razzi e droni armati contro alcune navi mercantili di passaggio nello stretto di Bab al-Mandab, che collega il Golfo di Aden e prima l’Oceano Indiano e il Mar Arabico col Mar Rosso-Suez. Vi passa tra il 12 e il 14% del commercio mondiale. Un eventuale conflitto armato in zona, non farebbe che confermare la necessità della nuova Via del Cotone con cui Washington ha cercato di spiazzare sia la Via della Seta cinese, sia le nuove alleanze BRICS. È in costruzione una via ferrovia per arrivare sul Mediterraneo in Israele evitando lo stretto, il Mar Rosso e Suez. E questo piano è senz’altro in gran parte (non l’unico ma lo scatenante, probabilmente) del massacro iniziato il 7 ottobre. Altro obiettivo sionista che appartiene alla categoria della vendetta o pulizia etnica, non certo della lotta al terrorismo, è quello di affamare la popolazione palestinese, limitando l’ingresso a Gaza di cibo, carburante, gas per cucinare e medicine. Rendendo l’assistenza medica impossibile per gli oltre 50.000 civili feriti, al punto che persino i bambini (e ci si spezza il cuore al pensiero) vengono talora operati senza anestesia! L’IDF si supera bombardando le ambulanze e i pronto-soccorsi, scuole e rifugi. Al Jazeera riferisce che bulldozer dell’IDF hanno distrutto il cimitero di Sheikh Shaban, nella parte orientale di Gaza. I corpi sono stati riesumati e schiacciati sotto i bulldozer, distruggendo tombe, riesumando i cadaveri e poi mutilandoli. Parti dei cadaveri, compresi quelli di bambini, sono chiaramente visibili nell’area. (vi risparmio il video)
Quale futuro o sogno? Un giorno la verità emergerà, nonostante i media occidentali intrinsecamente parziali. Sogno che i sionisti al governo, possano spezzare la loro sete all'aggressione, tramite un processo di decolonizzazione, abbracciando la verità sulle origini del loro paese. Riconoscendo l’umanità dei palestinesi, entrando in empatia con la loro sofferenza, cultura e tradizione. Lo storytelling Occidentale promuove, la sopravvivenza del sistema neoliberista e l’evangelizzazione del verbo fondato sulla logica del profitto. Non basta scendere in piazza gridando “free Palestina”, avendo solo lo Yemen e l’Iran a lottare concretamente con la Resistenza palestinese. Washington sa molto bene che il modo più agevole per fronteggiare il proprio declino è destabilizzare il resto del mondo. L’avviso ai naviganti è di prepararsi alla tempesta, elevando un grido di protesta e di dolore per i crimini che a Gaza non hanno fine. E un nodo alla gola che mi prende e si accompagna una domanda, che vorrei porre a coloro che potrebbero mettere fine a questi orrori. Biden, Netanyahu, Meloni, Draghi, Crosetto, Macron, Putin e Bergoglio e altri camerieri scelti a caso, diteci, in tutta verità, qual è la vostra insana strategia e soprattutto cosa avete al posto del cuore?
“Non si può essere felici finché intorno a noi tutti soffrono e si infliggono sofferenze; non si può essere morali fintantoché il procedere delle cose umane viene deciso da violenza, inganno e ingiustizia; non si può neppure essere saggi fintantoché l'umanità non si sia impegnata nella gara della saggezza e non introduca l'uomo alla vita e al sapere del più saggio dei modi”. (Nietzsche)
01/11/2023
La guerra permette alla gente di essere veramente sé stessa: i sadici diventano torturatori, gli psicopatici sono ottimi soldati da mandare in prima linea; sia i prepotenti che le vittime hanno la possibilità di giocare il proprio ruolo fino in fondo, e le puttane sono sempre occupate. (Ken Follett)
Propaganda Ideologica È un compito arduo esprimere il proprio dissenso verso la politica di Israele e l’azione del 7 ottobre di Hamas, rimanendo emotivamente neutrali, cercando di dare un quadro più ampio dello scenario presentato dai vari Ministeri della Verità da noi in auge. Essere a favore della libertà della Palestina, del diritto del popolo palestinese a vivere sulla terra in cui vive da sempre e chiedere un cessate il fuoco, non significa essere antisemita. Facendo chiarezza su questi termini abusati, sionismo, ebraismo e semitismo in senso contrario, scopro la mia ignoranza e per dovere di servizio, riporto la giusta etimologia. Sionisti sono coloro che hanno voluto e costruito uno Stato confessionale. Israele è per legge, oggi, uno “stato ebraico”, che per noi atei non è diverso da uno stato islamico o uno cristiano ben poco parente delle democrazie liberali. La parola sionismo deriva da Sion, che significa Gerusalemme, la terra promessa del popolo ebraico secondo la Bibbia cristiana. Esiste poi il Sionismo cristiano. Ebrei consistono in un insieme di comunità costituenti un gruppo etnoreligioso e i fedeli di una religione, che trae origine dagli Israeliti del Vicino Oriente antico. Nazionalità e religione ebraiche sono strettamente correlate e l'ebraismo è la fede tradizionale del popolo ebraico. Semiti sono coloro che appartengono ad un ceppo linguistico o gruppo etnico che già in età preistorica occupava la regione compresa nel Medio Oriente e nella parte nordorientale dell'Africa. E dunque parlano siriaco, aramaico, arabo, ebraico e fenicio. Cinque lingue e cinque etnie, non una sola. Le combinazioni variano dunque: Puoi essere ebreo ma non sionista, semita ma non ebreo (i palestinesi e gli arabi lo sono) e così via. Si può essere arabi ma non islamici, e soprattutto “terroristi” sia da islamici che da ebrei o anglosassoni. È nel XIX secolo che la parola antisemita comincia a creare sempre più confusione, poiché non distingue tra etnia, lingua o religione, e viene utilizzata con connotazione discriminatoria e razzista esclusivamente per riferirsi a persone di origine ebraica o a coloro che professano l'ebraismo.
Altra propaganda becera non realizzabile, che solo la meschinità dell’ipocrisia democratica può manifestare, è quella dei due popoli e due Stati o, peggio, due popoli e uno stato. Qui assistiamo alla distruzione “indisturbata” del popolo arabo di Palestina, una Giudea teocratica sulle ceneri della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Mettendo in atto il “Diritto alla difesa”, lo Stato di Israele più che uno Stato ebraico deve sempre di più divenire una vera e propria base militare, una enorme caserma a protezione del saccheggio attuato dai paesi imperialisti occidentali, contro i paesi del Medio Oriente per controllare il territorio e i flussi petroliferi, mantenendo un costante caos. Il tutto sotto la protezione dell’azionista maggioritario (USA) e dell’antisemitismo come giustificazione, e della potenza militare esageratamente senza scrupoli.
Mi risparmio il macabro bollettino della tragedia in atto, offrendovi questo link con i numeri pubblicati dalle Nazioni Unite, oltre alla conferma delle violazioni di tutte le norme del diritto umanitario internazionale da parte dello statio sionista. Senza ripetere la solita manfrina del servizio informativo complice ancora una volta dell’azionista di turno, che tramite il copia e incolla detta il verbo da diffondere. Leggetevi questa lettera scritta e firmata da più di 900 giornalisti, fotografi, operatori video e dei media appartenenti a decine di testate, che accusano i media occidentali di essere “responsabili della retorica disumanizzante che è servita a giustificare la pulizia etnica dei palestinesi” e l’esortazione alle testate occidentali all’integrità e all’onesta intellettuale nella copertura della guerra. Non essendoci nessuna ferma condanna dei vassalli angloamericani dei nostri politici, nell’indifferenza mediatica, spetta a noi dove il dissenso è consentito, scendere in piazza per qualche settimana, sventolando slogan “free Palestina”, qualche azione di boicottaggio di aziende che sostengono la causa israeliana, ma niente che possa fermare la mattanza. Inutili le rare e acute analisi geopolitiche per quei pochi spiriti liberi e critici del 10%, che da novax a putiniani a negazionisti del cambio climatico, ora diventati antisemiti e quindi emarginati e diffamati se occupano posizioni di rilievo nel campo politico, dell’informazione, artistico o accademico.
Il governo Sionista La guerra secondo Bibi durerà a lungo, dato che gli ebrei sionisti al governo, sono in estasi per il massacro di Gaza, e lui vede un'opportunità di salvare il paese (e sé stesso) dalla minaccia terroristica. Il sogno di cancellare Gaza è stato a lungo lo scopo dei cripto-fascisti israeliani, eredi del movimento di Kahane. Questi estremisti ebrei (contestati anche in patria) al governo, stanno orchestrando il genocidio convinti della loro supremazia ebraica santificata da Dio, così come il massacro dei palestinesi, paragonati ai “biblici Ammoniti”, e destinati all’estinzione come subumani che incarnano il male. Gli ultranazionalisti ebrei apocalittici sono in estasi per l’opportunità che gli è stata offerta dall’attacco brutale di Hamas. Come dei cani rabbiosi, troppo pericolosi per essere fermati, i loro occhi luccicano, sono estasiati per questi giorni del Messia. La grande vittoria, parte integrante della loro concezione fondamentalista e di un’apocalisse, Armageddon, a indicare il luogo dove i re malvagi, alleati della Bestia, si concentreranno nel gran giorno per la guerra contro Dio, come unico mezzo per la venuta del loro messia. Il giornalista investigativo Seymour Hersh che descrisse la strategia nucleare del governo israeliano secondo la quale: “Israele lancerebbe un massiccio attacco nucleare di ritorsione se fosse minacciato da forze esterne e corresse il pericolo di essere invaso, in sintonia con il personaggio biblico Sansone il quale, fece crollare il tempio che lo seppellì assieme a migliaia di Filistei che lo deridevano”.
Siamo in Guerra È vergognosa la posizione del governo italiano, che non solo pone il veto alle risoluzioni ONU, che chiedono il cessate il fuoco e la fine del massacro della popolazione di Gaza, ma collabora militarmente con Israele. Non ci siamo qualificati ai mondiali di Qatar 2022, in cambio il podio è assicurato nella gara per la vendita di armi all’ emirato della penisola arabica (una parte girate poi ad‘Hamas). Si tratta di vendite di cacciabombardieri ed elicotteri pesanti, navi d’assalto e sottomarini; missili aria-terra e antinave; cannoni e mitragliatori; sistemi radar e sofisticate apparecchiature di telecomunicazione (per i dettagli rivolgersi a Renzi). La parte del leone la fanno i soliti Stati Uniti, e poi Francia, Germania e Gran Bretagna. Proprio questi paesi, ora implorano a Bibi di fermarsi, perché magari sta esagerando? Secondo Reuters, il Qatar paga anche gli stipendi del settore pubblico a Gaza, parte di uno stipendio di 30 milioni di dollari al mese per le famiglie e carburante per l’elettricità. Doha, che finanzia e ospita i leader di Hamas, potrebbe influenzare e mediare il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi tenuti dai terroristi.
Mentre gli affari e le trattative vanno a gonfie vele, tutti i protagonisti sanno che questo genocidio non è diritto a difendersi, ma una propaganda buona per tutti gli usi, speculando sull’antisemitismo dilagante nel mondo, quando è chiaro come la luce che quello sbandierato diritto è solo sete di sangue, di vendetta e di occasione per accaparrarsi altra terra palestinese. In nostri pupazzi chiamati politici, vorrebbero insegnarci quali bambini dobbiamo piangere e quali no, chi ha il diritto alla difesa e chi deve morire in silenzio. Se il Donbass viene martoriato dal 2014, nessun diritto alla difesa, niente folle oceaniche in piazza e se Putin vuole fermare questo scempio diventa l’invasore il nuovo Hitler che calpesta la “democrazia ucraina” aggredita. Mettendo in crisi le nostre economie, svuotando i nostri depositi di arsenali, rinunciando alla più conveniente fonte energetica e rompendo ogni legame con due colossi economici e culturali come Cina e Russia e presentando a breve il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Il tutto per difendere il martoriato popolo ucraino (?) Mentre i palestinesi, non rientrano nella categoria dei soppressi pur vivendo una realtà di Apartheid feroce. Loro hanno eletto democraticamente dei terroristi, come lo sono tutti i paesi islamici, un po’ meno quando ci facciamo affari e li usiamo e sosteniamo, per innescare guerre e rivoluzioni colorate, per poi intervenire come mediatori esportatori di democrazia. La vecchia storia imperiale dettata dalla supposta supremazia bianca a guida anglo-americana che usa due pesi per due misure. Se bombardare per oltre un mese due milioni di civili, perché ritenuti colpevoli dell’operazione militare di Hamas è diritto alla difesa, andare a scovare i terroristi casa per casa e ospedali passando sopra i civili è rastrellamento. Facendo un macabro ma utile paragone, anche i partigiani italiani si nascosero tra la popolazione civile ed ebbero da questa tutta la copertura necessaria durante la Seconda guerra mondiale. Anche allora i generali nazi-fascisti decisero di spazzare via quelle comunità di civili che davano nascondiglio alle formazioni partigiane, chiamando quelle operazioni “rastrellamenti”. Oggi i partigiani vengono ricordati come eroi, dato che non erano terroristi. Qualcosa non quadra dunque in questa storia, o i termini sono ferocemente stati rimossi oggi? Hamas come i partigiani di allora sono un residuato bellico, da condannare e sfruttare al meglio. Il rastrellamento in corso cominciato allora nell’indifferenza, di chi, andando al capezzale di Netanyahu come la marionetta Meloni e gli altri camerieri del padrone a stelle strisce e del santo padre, non condannano esplicitamente lo stato sionista, ma prega di fermare il fuoco per i bambini vittime innocenti, che non andranno neanche nel nostro paradiso essendo mussulmani.
Alcune azioni USA che mostrano i muscoli con le seguenti azioni “distensive e protettive”
- Schieramento di un sottomarino nucleare di classe Ohio nell’area mediterranea
- Pianificazione di trasferire $ 320 mio. di apparecchiature bomba guidate con precisione in Israele
- Invio diverse dozzine di commando per operazioni speciali per aiutare a localizzare gli ostaggi
- Veto alla risoluzione ONU che avrebbe chiesto “pause umanitarie” per fornire aiuti a Gaza
- Nel Golfo Persico sono stati inviati anche una batteria antimissile THAAD (Terminal High Altitude Area Defense) e battaglioni del sistema di difesa missilistica Patriot
- Aerei da guerra americani hanno effettuato attacchi contro obiettivi iraniani e filoiraniani in Siria
Con buona pace delle masse popolari che si mobilitano contro Israele compiendo inutili atti di antisemitismo, che alimentano ancor più la macchina da guerra sionista.
Le dinamiche del potere del consenso sono sempre le stesse. C’è un regnante in declino (Washington), e il suo viceré (Israele), seguiti dai loro vassalli (UE) che pare esercitare un potere proprio o delegato che sia senza freni o remore apparente. Questa combriccola di avvelenatori di ogni pozzo vuole un’escalation del conflitto che temo non potrà essere fermata. Il rischio è sempre più reale e sta facendosi strada nella coscienza del mondo islamico. Dall’altro abbiamo un Popolo (noi) i cui sensi però sono stati intorpiditi e ingannati dagli apparati della società dello spettacolo, le cui bocche di fuoco non si sono mai fermate o come direbbe Pasolini “il “genocidio culturale” e le forme di rieducazione delle masse verso l’omologazione totale avanzano sempre più. Come per L’Ucraina il cui pretesto di Washington era di generare un conflitto globale, ora il fronte si è spostato in Medioriente, e finalmente l’impero del dollaro potrà innescare una conflagrazione che farà detonare (o rafforzare) l’intera struttura di alleanze tra i vari paesi arabi e i BIRCS. Al diavolo il trattato di pace di Camp David, gli accordi di pace di Oslo, gli accordi di Abraham e della possibile normalizzazione delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita. Tutto potrebbe andare in fumo. Non è più la politica a gestire, ma l’élite finanziaria direttamente, per salvare il loro dominio imperialista in declino, usando l’arma della guerra totale di cui sono i maggiori detentori ed egemoni, e trarne maggior profitto. Sono convinto e la storia (quella seria) lo confermerà, che era già tutto previsto, dagli attacchi crudeli di Hamas del 7.10.23, alla reazione calcolata di Israele, per risolvere con un apparente e ipocrita diritto alla difesa, di conquistare l’intera striscia di Gaza e attuare il proposito sionista di uno stato israeliano liberato da etnie arabe. Un’analisi seguirà ovviamente.
Follow the money secondo Biden non bisogna trattare con i terroristi, dimenticando che sotto la guida di Obama gli USA finanziarono l’Isis, che poi usò come pretesto per le loro guerre, e venne addirittura premiato con il premio Nobel per la pace. Tutti sanno chi finanzia Hamas. Dagli stati complici, Iran e Qatar su tutti fino alle somme sottratte agli aiuti umanitari. Dall'inchiesta sullo scandalo Watergate, 'follow the money' vale anche per Hamas e il finanziamento del terrorismo (o movimento di liberazione) palestinese è piuttosto complicato per una serie di ragioni. In primis vi sono gli Stati che hanno interesse a impedire ogni percorso di pace in Medio Oriente, Iran e Qatar su tutti, e altri Stati come l’Arabia Saudita, Egitto, Sudan, Algeria, Tunisia, tutti in chiave antisraeliana. In chiave antiamericana, pur negando il proprio coinvolgimento abbiamo la Russia e Cina. Per arrivare soprattutto dall’Onu, dall’UE, dalla Norvegia, dal Giappone alla Svizzera fino all’Australia, oltre ai finanziamenti che passano per diverse Ong internazionali. La ricostruzione è faticosa per i pochi dati ufficiali a disposizione, in un contesto in cui il flusso del denaro, milioni di dollari ogni anno, è proporzionale al groviglio di interessi che si muovono intorno alla polveriera mediorientale. Vedendo le condizioni in cui vive la popolazione palestinese, nei territori dove sono stati emarginati dal governo di Tel Aviv, viene il sospetto che Israele sta combattendo Hamas e Hezbollah con i finanziamenti della stessa UE e i paesi sopra elencati. Quando sento la frase “Non tutti i palestinesi sono terroristi”, ci dimentichiamo chi li finanza questi supposti terroristi, e soprattutto che gran parte della popolazione non crede più ad una soluzione politica e quindi ciò che per noi sono terroristi per loro è l’ultima speranza di lotta di liberazione, anche a costo di morire. Vi è poi il poco pubblicizzato tesoro nascosto di Gaza che renderebbe i palestinesi ricchi, ma che nessuno ancora sfrutta. Esiste al largo della Striscia un giacimento di gas che potrebbe emancipare la Palestina da Israele e dagli aiuti internazionali. Scoperto oltre 20 anni fa i lavori non sono mai partiti, dato l'ostruzionismo di Tel Aviv e i rischi legati ad Hamas. Parlo di Gaza Marine situato a circa 36 chilometri dalla costa palestinese, a 610 metri di profondità. Da alcune stime si valutano circa 1.000 Mia. di metri cubi di gas e garantirebbe entrate per 4,5 Mia. di dollari. Con questa fonte di approvvigionamento energetico per case, impianti di desalinizzazione dell'acqua e per lo sviluppo dell'agricoltura, Gaza sarebbe economicamente indipendente. Follow the money, per capire qual è uno degli obiettivi dell’attacco israeliano a Gaza, senza andare tanto in profondità. Altri giacimenti di gas e petrolio, secondo una carta redatta dalla U.S. Geological Survey, si trovano sulla terraferma a Gaza e in Cisgiordania. Leggetevi questo articolo per capire, al di là del teatrino messo in piedi da Netanyahu e i suoi partner occidentali, che invocano il diritto alla difesa, massacrando migliaia di civili innocenti. Ma noi abbiamo notato l’altra mano del prestigiatore, che da anni abilmente agisce, sviluppando un'opera complessa come quella necessaria a sfruttare un giacimento di gas, con alle spalle giganti come la British Gas e Chevron.
Anche un bambino userebbe inconsciamente il sillogismo aristotelico, ragionando in questi termini: Se le bombe da 1 Mio. di dollari lanciate da un aereo da cento Mio. di dollari, che vola al costo di 40.000 dollari l'ora per uccidere persone che vivono con 1 dollaro al giorno, allora chi come Biden chiede Mia. di dollari per sostenere Israele o l’Ucraina, l’industria bellica farà festa. Concluderà anche lui, che la guerra è la prosecuzione del capitalismo con altri mezzi. Follow the money, il cui sillogismo spiega che le attuali tensioni belliche sono alimentate da problemi di competitività e debito estero dell’economia americana, che hanno portato alla svolta protezionista e guerrafondaia degli USA e dei suoi scagnozzi della NATO e UE. L’uomo che sfoglia i giornaloni e guarda Mentana o Vespa interpreta ogni conflitto come di natura religiosa, etnica o ideologica, ma è un modo ingenuo di ragionare. Le guerre in atto sono alimentate da forze sotterranee molto potenti, di matrice essenzialmente economica. L’occidente vuole evitare che i cinesi e gli altri creditori d’oriente utilizzino i loro attivi, non più solo per prestare denaro ma anche per acquisire pacchetti di controllo di aziende americane. C’è il rischio di una nuova centralizzazione del capitale a livello internazionale, questa volta in mani orientali. Questo spiega le caotiche azioni protezionistiche USA per bloccarle. Perché i media occidentali rimangono riluttanti a citare esperti di genocidio e a descrivere accuratamente la minaccia esistenziale in corso a Gaza? Dovreste voi diffusori di notizie, chiedere conto al potere, altrimenti rischiate di diventare complici del genocidio, come lo è la Commissione europea. La Ue dopo avere sostenuto lo scontro frontale con la Russia volta al massacro dei bambini ucraini, adesso sostiene una politica volta al massacro dei bambini palestinesi, rifiutandosi di sanzionare Israele, e rifiutandosi di invocare un mandato di cattura (come per Putin) della Corte penale internazionale contro Netanyahu per crimini contro l’umanità. ▲
28/09/2023
Premessa Se per gli illuministi la fede risiede nella ragione a cui è affidato il compito di determinare gli eventi, le possibilità, i limiti umani, vi è anche la certezza che la maggioranza degli uomini è affetto da pigrizia cronica. Non avendo quindi il coraggio per cercare la verità e scegliendo la via più comoda, l’uomo si affida ai più furbi autoproclamatisi guide, che possono diventare abili manipolatori, capaci di imprigionare i pigri alla dipendenza. Tra gli strumenti di questa dipendenza che può trasformarsi in totalitarismo, vi è la corruzione del linguaggio a essa interconnessa che tramite la politica distorce tutti i concetti e gli eventi, dando a essi altre forme, controllata dai detentori del capitale. Questo dispotismo mascherato come democrazia, può essere ristrutturato in modo tale che nessuno possa mettere in discussione il potere assoluto del governo, ovvero il totalitarismo. Quindi senza porci domande cospiratrici, 2 +2 farà sempre 5 e chi mette in dubbio questo concetto per far sognare e rompere con i limiti imposti dalla ragione, non avrà una vita serena e verrà cancellato. Finanziando e sostenendo le grandi piattaforme del web che rappresentano dei poteri privati e non soggetti che dovrebbero esercitare una funzione pubblica, i padroni del discorso usando l’eccesso di potere dei baroni del digitale, i c.d. Gafam (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft), delegano ad essi tramite degli algoritmi di social e browser, decidendo quello che potete o non potete leggere e scrivere. Il 25 agosto è entrato in vigore il Digital Services Act. Il nuovo regolamento europeo sui servizi digitali per ora per le piattaforme online più grandi (quelle con più di 45 mio. di utenti). Consiglio questo link per i dettagli da leggere con spirito critico. In sostanza per il popolo web-dipendente sarà consentito, una finta dialettica tra correnti del Partito Unificato prodotto di una medesima selezione. Intanto in Francia la legge di Macron per il controllo di internet arriva alla Camera. Presentato lo scorso maggio dal ministro con delega alla Transizione digitale Jean-Noël Barrot. La legge recepisce alcune disposizioni introdotte a livello europeo attraverso il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA). Anche Telegram si dovrà adeguare alle politiche europee di censura, così il 90% dei contenuti oggi presenti sulla piattaforma saranno considerati illegali. Dato che gli irresponsabili da proteggere siamo noi, le agenzie potranno intervenire per il contrasto della disinformazione (Fake news), stabilendo filtri antitruffa e comminare un DASPO (allontanamento da internet da sei mesi a un anno) per i molestatori informatici. Bloccare i media e i mezzi di informazione vietati nell’Unione Europea o siti di streaming come Odysee o Rumble, che avevano trasmesso i canali filorussi Russia Today e Sputnik. Ma tranquilli non ci toglieranno le serie di Netflix e il demenziale svago televisivo e tantomeno lo sport. Il tutto sotto la vigilanza di un misterioso Pilota Automatico che attraverso algoritmi che finanziano l’omertà degli accademici e dei professionisti dell’informazione che deformano o fabbricano informazioni, con la delega di imprigionare e cancellare i giornalisti e le piattaforme insubordinate. Ho iniziato parlando del modus operandi e dei nuovi strumenti della dittatura dell’informazione in corso, per entrare nel tema della #CancelCulture che non è altro che il braccio armato del “wokerismo”.
#CancelCulture o "cultura della cancellazione" o del “boicottaggio" e l’ideologia “woke”. Due fenomeni ancora poco conosciuto in Italia, ma diffusi rapidamente in altri paesi negli ultimi anni. Questo movimento ideologico (il woke), materializzatosi dalle viscere degli Stati Uniti e dei paesi anglosassoni, come ultimo e fondamentalista diramazione del pensiero globalista politicamente corretto, è in realtà funzionale alla super-classe, e in parte come opportunismo personale. Nel 2020 un gruppo di giornalisti, scrittori e docenti universitari ha pubblicato su Harper’s Magazine un documento condiviso dal titolo A letter on justice and open dibate (Una lettera sulla giustizia e la libertà di dibattito) che fa riferimento alla cosiddetta #CancelCulture. Leggetela per capire l’origine e gli scopi di questa moderna caccia alle streghe. Da noi o in genere in Europa si fa solitamente uso dell’espressione “politicamente corretto”. Il termine woke vuol dire qualcosa come “consapevole” e indicava originariamente, l’atteggiamento di chi non rimane indifferente e presta attenzione solidarizzando le ingiustizie sociali, legate principalmente a questioni di identità di genere e di etnia. Nel secolo scorso soprattutto tra gli afroamericani, si riferiva allo “stare all’erta” rispetto a un pericolo o di essere a conoscenza di qualcosa. Il significato attuale risale nell’ambito delle proteste di Black Lives Matter per esprimere il concetto, di questioni e problemi legati al razzismo e al sessismo sistemico, facendo spesso riferimento a persone considerate “alleate” delle minoranze ma colpevoli di appartenere a categorie identitarie ritenute in una posizione di potere e previlegio, come bianche, di sesso maschile, eterosessuali, cisgender o benestanti. Queste dinamiche, che sono oggetto di riflessioni e studi anche preoccupati, soprattutto in ambito accademico, generano confusione di chi sono gli oppressori e chi le vittime, in cui la #CancelCulture agisce soprattutto nelle piattaforme dei social network, rendendo il confronto tra idee diverse spesso violento, intollerante e polarizzato.
La cultura dell’annullamento è caratterizzata da “protagonismo morale”, ovvero la manifestazione di indignazione morale, impressionando il proprio gruppo di pari, dominando gli altri, o entrambi. Gli spettatori che accusano qualcuno non hanno interesse a convincerlo o correggerlo, anzi lo ignorano, usandolo unicamente per elevare il proprio status, punendo il malcapitato che esprime la sua visione. L’etica dei controllori della narrazione è interessata agli aspetti della correttezza politica e della cultura dell’annullamento che influenzano i social media, mentre l’etica politica e degli affari è interessata alle implicazioni politiche ed economiche. Dopo avere dato la definizione sul concetto di #CancelCulture, seguono alcuni esempi, di redattori licenziati per aver pubblicato pezzi controversi, di libri ritirati per presunta inautenticità. Ai giornalisti viene impedito di scrivere su certi argomenti, i professori indagati per aver citato opere di letteratura in classe, un ricercatore licenziato per aver fatto circolare uno studio accademico sottoposto a revisione paritaria. Tutti svergognati con commenti di odio e infine allontanati dagli occhi del pubblico a causa delle loro opinioni. Gli esempi di questa cultura dell’annullamento sono molto diversi, così come lo è il dibattito se le rispettive azioni siano, ad esempio, attacchi alla “libertà di espressione” o “correzioni di opinione politicamente corrette”.
Ecco alcuni esempi
1. Giuseppe Povia, cantante che ha ottenuto un grande successo mediatico finché non ha cantato a Sanremo la canzone Luca era Gay, che racconta la storia di un ragazzo omosessuale che grazie alla fede ritrova sé stesso. Recidivo sul vaccino Covid cui si era espresso negativamente, per lui sono iniziati i problemi, ed è stato piano piano emarginato dai circuiti convenzionali
2. L'attore Kevin Hart criticato per tweet omofobi, si è visto obbligato a rinunciare a condurre gli Oscar
3. L'autrice J.K. Rowling è stata oggetto di pesanti critiche a causa dei suoi commenti riguardanti le persone transgender. Molti fan di Harry Potter hanno deciso di boicottare la sua opera
4. Lo scrittore Woody Allen è stato cancellato da molte piattaforme di streaming a seguito delle accuse di abuso sessuale rivoltegli dalla figlia adottiva Dylan Farrow
5. Il cantante R. Kelly accusato di molestie sessuali e sfruttamento di minori. Molti fan hanno deciso di smettere di supportarlo e la sua musica è stata rimossa da diverse piattaforme di streaming
6. Netflix, la lista completa dei film e serie tv censurati sulla piattaforma, per accontentare le richieste di censura di determinati governi.
7. I negazionisti del cambiamento climatico, la cui campagna è guidata da un nuovo gruppo olandese Climate Intelligence Foundation (CLINTEL ha come obiettivo la negazione delle scienze del clima. In una lettera degli scienziati, sperano di creare dubbi soprattutto verso creduloni e ignari giornalisti. I nomi ormai diffamati e fuori da ogni visibilità, dei 13 firmatari tra cui autorevoli scienziati e ambasciatori alle Nazioni Unite sono negazionisti del climate change. Lo stesso Papa Bergoglio rincara la dose “Non si può mettere in dubbio l’origine umana del cambiamento climatico”.
8. Biancaneve stravolgerà il classico Disney. Non più la dolce e indifesa donzella, che verrà salvata dal principe azzurro e sognerà il vero amore, ma una donna socialista liberale e leader non dei sette nani ma di un gruppo di sette ladri guasconi, di cui lei si innamorerà di uno di loro.
9. Nel 2019 la Migros ha eliminato dal suo assortimento i famosi pasticcini al cioccolato (Mohrenkopf) a causa del loro nome offensivo, che farebbe riferimento alla “razza” nera.
10. Il 18 luglio un'esibizione del gruppo musicale «Lauwarm» a Berna è stata annullata per accuse di «appropriazione culturale». Il pubblico non si sentiva a proprio agio con una band bianca che suonava musica reggae e con i membri della band che portavano i dreadlocks. Diversi spettatori del concerto hanno percepito questa situazione come un'appropriazione culturale lamentandosi.
Come per gli animali anche per l’uomo più che prevalere il comportamento razionale cognitivo a determinare il comportamento, primeggia un meccanismo imitativo corale, che determina le nostre decisioni sociali. Il cosiddetto effetto gregge, incoraggia i dominatori che conoscendo la nostra natura, può realizzare la propria supposta Agenda. Ma anche in natura esistono le distorsioni che a volte si trasformano in nuovi comportamenti ideologici altrettanto pericolosi, e in definitiva al servizio dei padroni del vapore, avvantaggiati da queste visioni radicalizzate che creano nuovi gruppi tra di loro separati e meglio manovrabili. E il caso di coloro che seguono l’illusorio percorso del risvegliato o illuminato (woke) perché uscito dalla caverna platonica. Convinto da un atto di fede, riuscirà laddove le masse belanti seguono un unico pastore, a comprendere il difficile meccanismo di sistemi complicatissimi e dalla dubbia efficacia, come nano-chip e 5G. Convinto di smascherare chi possiede o controlla con il ricatto pubblicitario la quasi totalità dei media, inclusi i social, motori di ricerca e ora anche le più o meno “open” AI. Vedrà nella #CancelCulture un’architettura della pseudo sinistra con diversi piani di coercizione della libertà dei propri sudditi, sopprimendo i diritti civili di alcuni favorendo, invece, quelli della comunità LGBTQ+. Il risvegliato o woke, capirà che di questo piano fa parte anche il finanziamento delle rivoluzioni arancioni in quei paesi che, pur se privi dei più elementari diritti, diventano improvvisamente paladini della dittatura democratica, con il finanziamento scontato di George Soros, uno dei capi insieme a Klaus Schwab dell’Élite. Se poi come ho tentato in questi ultimi anni di raccontare sulle mie letture rivelatrici, di fronte a un problema reale come la detenzione illegale di Julian Assange, alla soppressione dei diritti umani, civili e sociali operata durante la pandemia, a quella derivante dalla partecipazione attiva alla guerra in Ucraina, etc., il complottista medio o risvegliato, preferisce immaginare nuovi piani, sempre segreti ma non troppo, e finalità oscure non determinate. Con rivelazioni comprovate di primaria importanza, dagli Ufo all’Area 51, dal finto allunaggio alle più disparate attività paranormali o le misteriose scie chimiche rilasciate dagli aerei che sono veleni irrorati di nascosto nel cielo, per alterare il clima o diffondere malattie o sterminarci tutti. Chissà perché non ci vengono celate tutte queste verità occultate? Tornando al discorso dei comportamenti imitativi di natura corale, dato che alla maggioranza delle persone è andata bene, e in fondo ciò che di brutto è capitato agli altri, può interessarmi di meno, il conformista penserà, che sono tutte false queste congetture create dagli irresponsabili dei complottisti. Guardandosi bene dal verificare la veridicità delle affermazioni del mainstream, e confermando il detto che una bugia ripetuta mille volte diventa una verità, è meglio non preoccuparsi troppo, delle sentinelle o rompiscatole pessimiste come il sottoscritto, ma godersi la vita in un ebete euforia senza limiti, dato che già ognuno ha i propri fardelli, e la vita è breve. Consiglio vivamente per approfondire il tema, il libro dell’autrice Sabine Beppler-Spahl “Cancel Culture und Meinungsfreiheit”. Da un suo passaggio: “Ciò che è chiaro, tuttavia, è che ogni società democratica ha bisogno di un dialogo aperto, talvolta condotto con toni un po’ più aspri, come le persone hanno bisogno dell’aria per respirare. Questo è esattamente ciò che li distingue dai sistemi autoritari. Ma se le persone hanno paura di ribellarsi con le loro opinioni allo zeitgeist prevalente e quindi preferiscono non prendere parte al discorso, la scintilla che mantiene viva la democrazia si spegne”. L’ossessione di sopprimere la libertà di prendere coscienza con qualche eccezione che non fa differenza, mira a impedire che la resistenza giunga a massa critica, a costo della sopravvivenza del pianeta, distruzione dell’ambiente di vita o annientamento nucleare.
Conclusioni Smettiamola di chiamare woke un movimento oscurantista che è l'opposto del postmodernismo, e chiamiamolo per quello che è: una forma di moralismo militante. Questo fenomeno antidemocratico che spero sia stato compreso in questo mio breve scritto, rappresenta la forza sempre più crescente del nuovo moralismo, che si diffonde soprattutto dalle università e sembra voler affascinare tutto e tutti con il pericoloso mantra “cancellare la cultura”. Quando le aule prese d’assalto da attivisti queer, trans e per la giustizia sociale e gli editori rimuovono le pubblicazioni perché gli autori non hanno il giusto atteggiamento e i post sui social media rimossi, c’è il rischio che lentamente mettano un bavaglio alla libertà di espressione, di quei pochi coraggiosi che ancora resistono. Non vi sarà una via d’uscita da questa difficile situazione, se non saremo d’accordo su un punto. Citando l’autrice del libro (di Beppler-Spahl): “chiunque abbia paura di essere cancellato non deve cedere a questa paura e deve difendere la propria parola e sé stesso nonostante tutto. Solo così si tiene alta la bandiera della libertà e si dà un contributo fondamentale ad una società aperta”. La #CancelCulture non deve diventare il prezzo da pagare per la democratizzazione dei dibattiti sociali. Ricordando che la morale è una costruzione sociale, ovvero l'insieme dei valori e delle norme che tengono unita la società, una comunità e quindi avrà tanti aspetti quante sono le comunità. Cancellare i pensieri non graditi al sistema egemonico è aberrante, dato che il pensiero che forma la morale, non è l'incarnazione di valori eterni e universali né il risultato di un accordo, ma il risultato dell'interiorizzazione di usanze sociali. Ad imporli sono ovviamente coloro che hanno la forza di imporli ovvero i dominanti. Il loro lento “addomesticare l'uomo”, imparandogli a controllare gli istinti sin dalla tenera età e a non compiere atti che possano danneggiare la società, mentre per i dominanti sarà permesso di scaricare sugli altri i propri istinti più beceri e dannosi per intere comunità. Concludo dicendo che, il solo modo per tutelare davvero i diritti delle singole minoranze è evitare di frammentare la società in categorie rancorosamente in lotta, facendo prevalere il Divide et impera, tanto caro ai padroni del discorso.
23/10/2023
Riflessioni iniziali Da un giorno all’altro tutta la retorica sulla guerra in Ucraina si è spenta e trasferita interamente nel conflitto israelo-palestinese. Giudicare dal divano o all’ora di cena, a prescindere dalle analisi, è un’abitudine di ebete negligenza intellettuale, o se preferite un modo per avere un’opinione senza dover fare fatica di pensare. Questo ulteriore contributo di imbecillimento pubblico, fa parte dell’inganno del divide et impera, tanto in voga in questi ultimi anni di emergenze a catena. Non serve leggere le mie analisi (soggettive), se non si attivano i neuroni ancora disponibili e pensare che dobbiamo informarci velocemente per avere un’opinione. Evitando “Bias cognitivi” della negatività, a cui i miei scritti, potrebbero dare maggiore rilevanza rispetto a quelle positive. Oggi che più guerre sono alle porte dell’Europa, quale senso troviamo nell’avere fornito armi all’Ucraina e a non condannare oltre ad Hamas, l’azione criminale dell’esercito israeliano che protrarrà sempre più il conflitto? Armiamo invece le parole e ritroviamo la pace del discorso. Apriamo le nostre scatole craniche con la distinzione che comprendere non significa giustificare, ma a mettersi nelle condizioni per agire e rettificare le proprie vedute o pregiudizi. Il mio sforzo e ragionamento ruota intorno alla seguente domanda, che spero per coloro che arriveranno alla fine del mio per niente allegorico testo che seguirà, troveranno una risposta. Com’è possibile che un paese minacci pubblicamente in nome del diritto alla difesa, di rendersi responsabile di gravi crimini di guerra, equiparabili a un genocidio, e metta in atto davanti agli occhi di tutto il mondo, senza subire la minima conseguenza o anche solo la condanna della “comunità internazionale”? Dopo avere appreso dai media del vigliacco attacco terrorista di Hamas, il primo pensiero è stata la mia visita in questo meraviglioso paese molti anni fa. Ricordo una zona non bene precisata vicino a Nazareth in cui vi era un fitto bosco quasi impenetrabile. La cartina turistica indicava una zona grigia non ben definita. Entrando in una moschea dopo uno scambio di informazioni, il custode mi invitò nella sua casa dove la sua famiglia mi accolse a cuore aperto. Il custode mi raccontò che negli anni 50 dove oggi e situato quel bosco vi era un paesino palestinese, i cui abitanti, tra i quali la sua famiglia, furono evacuati. Non esistono giustificazioni per l’attacco atroce e vigliacco fatto da Hamas. Il lancio di migliaia di razzi contro le città israeliane di cui la stragrande maggioranza è stata intercettata dal sistema missilistico israeliano Iron Dome. Gli attacchi dei droni contro una varietà di obiettivi, dai carri armati ai nidi di mitragliatrici automatiche e l’attacco via terra o dal cielo con dei deltaplani, nella quale sono stati uccisi più di 1.400 tra civili e militari israeliani, e nella quale sono stati presi in ostaggio oltre 200 israeliani e stranieri, poi portati nella Striscia di Gaza. Credo che Hamas parli lo stesso linguaggio della violenza, famigliare a Israele che ha insegnato loro dopo 75 anni di occupazione. L'operazione "Al-Aqsa Flood" (Diluvio) è stata senza dubbio pianificata meticolosamente, e la tempistica e motivazione potrebbe essere stata condizionata dai seguenti fattori scatenanti:
1) La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, motivando un razionale calcolo. L’avere ucciso più civili possibili e catturati altri portandoli a Gaza, è precisamente quella di terrorizzare i coloni, e indurli ad abbandonare le terre occupate abusivamente grazie all’occupazione militare
2) A settembre il premier israeliano Netanyahu, ha presentato All’ONU la mappa del "Nuovo Medio Oriente", in cui ha completamente cancellato la Palestina
3) Le provocazioni in serie alla sacra Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Due giorni prima del Diluvio di Al-Aqsa, almeno 800 coloni israeliani hanno lanciato un assalto intorno alla moschea, picchiando i pellegrini e distruggendo i negozi palestinesi, sotto l'osservazione delle forze di sicurezza israeliane. Al-Aqsa è una linea rossa definitiva per l'intero mondo arabo e musulmano
4) Il pericoloso bias complottista, che saremmo di fronte a una sofisticata manovra, finalizzata a un più ampio disegno strategico sullo stile di Pearl Harbor. Ovvero che sapessero perfettamente dell’operazione, e che l’avrebbero addirittura facilitata poiché gli occorreva un pretesto per scatenare una sorta di soluzione finale per innescare un ulteriore conflitto alla periferia della Russia. Con la variante ultra-complottista, con Hamas come una creatura israelo-americana. Assicurando in tal modo, la promozione degli interessi americani in una delle regioni strategicamente più importanti del pianeta
Mi sono anche domandato chi abbia fornito le armi marchiate Ucraina (le nostre) che sono finite nelle mani di Hamas? Si punta sull’Iran, ma lo ritengo improbabile (anche se non da escludere), dato che il paese teocratico sciita, ha appena concluso un accordo con gli Stati Uniti per sei miliardi di dollari ed è improbabile che lo metta a rischio. È risaputo che il governo di Netanyahu in passato ha finanziato la stessa Hamas, per contrastare i movimenti laici e politici di palestinesi residenti a Gaza e nel resto del paese. La politica israeliana è stata quella di trattare l’Autorità Palestinese come un peso e Hamas come una risorsa, mantenendo la separazione tra l’Autorità Palestinese in Cisgiordania e Hamas a Gaza e impedendo così la creazione di uno Stato palestinese. Sabato 7 ottobre, questa cinica speculazione è andata in fumo.
La comunità internazionale composta non solo da Stati Uniti ed UE si esprime così:
Meloni a Netanyahu: “L’attacco a Israele è un atto di antisemitismo"
Tajani: «L’Italia è contro Hamas, non contro la Palestina. Ma Israele deve difendersi»
Il ministro degli esteri iraniano Amir-Abdollahian dichiara: “l’operazione della resistenza palestinese è il risultato degli incessanti crimini del regime sionista contro la Palestina”.
Il presidente russo Putin ha espresso al premier israeliano Benjamin Netanyahu la disponibilità della Russia a continuare a portare avanti un lavoro mirato per mettere fine allo scontro israelo-palestinese e arrivare a una soluzione pacifica.
La Cina si è espressa in merito al sostegno per i palestinesi, mostrandosi aperta alla libertà e all'indipendenza dei paesi islamici. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha chiesto "un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas, sottolineando che israeliani e palestinesi devono tornare al tavolo dei negoziati per evitare un ulteriore disastro umanitario".
Svizzera Ignazio Cassis degli affari esteri, ha ribadito che gli ostaggi "devono essere immediatamente liberati. Quanto sta succedendo in Israele e Palestina non si vedeva da decenni", e ha richiamato le parti al rispetto del diritto internazionale umanitario, alla protezione della popolazione civile e alla prudenza, invitando i contendenti a non provocare un'escalation del conflitto che potrebbe propagarsi all'intera regione e avrebbe un impatto diretto sul nostro Paese.
L'Ue Ursula Von der Leyen spacca i vertici Ue e spinge l’Ue verso il sostegno senza fine a Israele, senza fare riferimento a un percorso di pace e provocano l’ira di Michel e Borrell: “Opinioni personali”
Francia Macron “ha condannato fermamente gli attacchi terroristici che stanno attualmente colpendo Israele”, senza dire una parola sull’occupazione permanente che è la vera molla della violenza. Cancellate tutte le manifestazioni pro-Palestina. Silenzio sull’assalto all’ ambasciata francese a Beirut
USA Biden "Il terrore e la tirannia di Hamas e Putin rappresentano minacce diverse, ma entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina". Chiesti 105 miliardi al Congresso per Ucraina, Israele e confini.
La reazione dei media occidentali Politicamente e mediaticamente l’opinione pubblica viene aizzata a schierarsi in una propaganda di guerra continua e martellante, in cui le posizioni pacifiste che provano a indicare la ragionevolezza delle vie d’uscita sono considerate alleate del “nemico” di turno. L’odioso e per niente professionale copia incolla, della narrazione angloamericano come gran parte della stampa occidentale che sostiene ogni guerra “democratica” è nauseante. Ignorando il contesto storico, come per l’Ucraina, mentre una parte del mainstream si dedica alle relazioni sentimentali della Premier Meloni accadono fatti sconvolgenti. Gli Stati Uniti hanno esercitato il diritto di veto sulla risoluzione brasiliana per cessate il fuoco a Gaza, che avrebbe consentito la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile. Si tratta della seconda risoluzione bloccata in pochi giorni, dopo che il Consiglio ha bocciato il testo presentato dalla Russia. I Tg tacciono e mentono, senza mai scusarsi delle bugie dei supposti orrori nel caso degli attacchi terroristici in Israele, di bambini con teste mozzate, smentite poi dai portavoce stessi del governo israeliano. Tanto che la giornalista della CNN Sarah Sidner si è scusata pubblicamente (CNN) per aver trasmesso questa storia dell'orrore sui bambini decapitati. Lo sapevate? Contro corrente l’osservazione del giornalista israeliano Haggai Matar: “Contrariamente a quanto dicono molti israeliani, e sebbene l’esercito sia stato chiaramente colto completamente alla sprovvista da questa invasione, la paura che gli israeliani provano in questo momento, me compreso, è solo una parte di ciò che i palestinesi provano quotidianamente sotto il regime militare decennale in Cisgiordania e sotto l’assedio e i ripetuti assalti a Gaza”. Una mezza verità sarà, prima o poi, una bugia intera, e quindi eccone alcune perpetuate dai servili professionisti dell’Informazione sotto forma di minimizzare o ignorare del tutto alcuni dei fatti importanti sulla questione Israele-Palestina:
• Secondo l'ONG Human Rights Watch, Israele avrebbe utilizzato armi al fosforo bianco contro civili in Palestina e in Libano nonostante sia vietato da convenzioni ONU Video
• Costruzione del muro (2002) tra Israele e la striscia di Gaza
• Commissione d’inchiesta Onu del 2022 che accusava Israele sulla occupazione dei territori
• Petizione Amnesty International verso Israele di porre fine a un sistema di apartheid. Video
• L’errato diritto di Israele a difendersi, trasformatosi nel diritto ad aggredire Stati sovrani (vedi Siria o Libano), nel nome della lotta al terrorismo, attuando l'uso stesso del terrorismo contro i civili
• Chi finanzia l’apparato bellico israeliano, e quali sono gli interessi EU e USA?
• L’ipocrisia EU e degli USA che sostengono finanziariamente e militarmente l’Ucraina, i quali discendenti erano diretti collaborazionisti del nazismo e complici entusiasti dello sterminio ebraico
• Così ha dichiarato ad Al Jazeera un ex membro della Knessett, Sami Abou Shehadeh, chiosando: "Biden ha dato a Israele il via libera alla pulizia etnica"
• Manifestazione studentesca a Milano, con striscioni: “non finanziare l’Apartheid israeliana”
Il vero Terrorismo Ogni volta che gli oppressi che siano i siriani, i palestinesi, i curdi, i russi e altri popoli vittime del colonialismo neoliberale si ribellano, l’Occidente così pronto a esaltare la resistenza degli ucraini o altri popoli usati come cannoni umani, invoca il terrorismo e la conseguente emergenza con le relative restrizioni nei nostri paesi. Nel caso di Israele, ci stupiamo dell’efferata e feroce ostinata resilienza dei palestinesi o degli occupati di turno. Si attiva una narrazione dello sconcerto di gran parte dei commentatori occidentali, di cui ci abbeveriamo e ne riamiamo emotivamente sconvolti. Da 75 anni lo Stato israeliano occupa i territori palestinesi (soggetti anche alla sperimentazione di nuove armi), ampliando sempre più il suo dominio. Negli ultimi mesi, questa politica espansionistica ha subito un’accelerazione. Il governo stava difatti discutendo animatamente di nuovi insediamenti da creare nel residuo territorio palestinese. Il 2023 sarà ricordato come l’anno che farà registrare il più alto numero di morti palestinesi, degli ultimi vent’anni. Israele dicevo, parla un linguaggio di violenza intriso di sangue ai palestinesi da quando le milizie sioniste si sono impadronite di oltre il 78% della Palestina storica, distruggendo circa 530 villaggi e città palestinesi, uccidendo circa 15.000 palestinesi in più di 70 massacri. Vi è stata poi una pulizia etnica mai evocata da nessun governo occidentale, di circa 750.000 palestinesi ripuliti tra il 1947 e il 1949 per creare lo Stato di Israele nel 1948. Nel 2007 Hamas anticipò il colpo di stato e prese il pieno controllo di Gaza. Israele ed Egitto con il sostegno USA e EU chiusero i valichi di frontiera in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza e imponendo un blocco terrestre, aereo e marittimo. Il blocco ancora in atto, limita l'importazione di cibo, carburante e materiale da costruzione. Limita la distanza in cui i pescatori di Gaza possono spingersi in mare, vieta quasi tutte le esportazioni e impone rigide limitazioni al movimento delle persone dentro e fuori Gaza. Ma questi dati non destano alcun tipo di scalpore, in un Occidente che oggi affila le sue armi e innalza ovunque bandiere israeliane, basandosi su doppi standard e di un uso propagandistico e strumentale del principio di autodeterminazione dei popoli e di difesa dei diritti umani. De Gaulle dopo l’aggressione israeliana nel 1967 disse: “Oggi, Israele organizza, sui territori conquistati, un’occupazione che non può essere portata avanti senza oppressione, repressione, espulsioni, e c’è una resistenza che, viene definita terrorista”. Il diritto alla ribellione previsto dalle Costituzioni di 37 paesi nel mondo è arbitrario a seconda che l’oppresso sia a meno dalla parte dei buoni, cioè, noi.
Analisi Geopolitica Vi sono settori dell'Occidente che plaudono all'imminente pulizia etnica compresi i sionisti che da “analisti" dicono convinti che i "trasferimenti di popolazione" iniziati nel 1948 debbano essere completati. Si illudono di risolvere la questione in breve tempo, annientando la resistenza palestinese e lasciando indeboliti gli alleati di Hamas come Hezbollah e l'Iran. Per l’impero del dollaro, dopo che il progetto Ucraina si è arenato, facendo fare figuracce ai potenti, e lasciando in rovina intere economie europee, mentre una porta si chiude, un'altra si apre. Ovviamente le vittime di questo nuovo conflitto non vedranno soldati americani o europei caduti. Dopo l'alleato Ucraina all'alleato Israele e puntando sull'avversario Iran piuttosto che la Russia. Questa alleanza esistente da tre quarti di secolo acquista adesso un peso specifico per gli USA e i suoi tirapiedi degli europei, che si dichiarano per la pace con il pieno sostegno a Israele, spacciandosi addirittura come mediatori. Sostenendo un caos di morte e azioni genocide come a Gaza, significa spezzare i rapporti economici e di relazioni diplomatiche tra Israele e l’Arabia saudita, contrastando un'Asia occidentale pacifica in divenire. Ciò significa frenare la ricostruzione della Siria in cui la Cina è ora ufficialmente coinvolta e un risanamento attivo per l'Iraq e il Libano. Considerando l'Iran e l'Arabia Saudita come parte dei BRICS 11 e il partenariato strategico Russia-Cina pienamente rispettato e interagente con tutti gli attori regionali, compresi i principali alleati degli Stati Uniti nel Golfo Persico. Tutto questo adesso viene messo in discussione. Sdoganando l'imperialismo più osceno, nel nome del diritto alla difesa, Israele condanna la violenza terrorista degli oppressi giustificando la propria di violenza. Salta anche la nota dialettica invaso/invasore: ora l'invasore o occupante si pretende abbia sempre ragione, se è l'invasore che sta per decreto dalla parte giusta della storia, ossia quella dell'imperialismo occidentale. Intanto per rimarcare la solidarietà ad Israele e al suo diritto alla difesa, la Ue sospende gli aiuti alla Palestina, congelando tutti i programmi non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania dove Hamas non c'è. Se non si resta scandalizzati di fronte a tutto questo vuol dire davvero che la lobotomizzazione di massa è compiuta. Avendo l’Occidente e anche molti paesi arabi, sempre sostenuto la decolonizzazione della Palestina, sapevamo che più fosse continuata l’oppressione israeliana, e più aspra e dura sarebbe stata la lotta di liberazione, come è avvenuto storicamente in ogni giusta lotta di liberazione, in qualsiasi parte del mondo. Giulio Andreotti ebbe a dire nel 2006 durante gli attacchi Hezbollah a Israele in senato: “Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. La risposta alla mia domanda iniziale è scontata, e potrei, mentre scrivo queste ultime righe, riassumerla come una notizia: Le portaerei nucleari Usa Ford ed Eisenhower viaggiano minacciose nel canale di Sicilia, mentre si stima che Tel Aviv possa avere circa 80-90 testate atomiche. Ma va da sé che chi unisce i puntini è un complottista.
12/06/2023
Nonostante l’argomento Ucraina è scabroso e divisivo, non applicherò il fenomeno del clickbaiting (acchiappa click), sfruttato dagli influencer, diffondendo notizie appetibili, per aumentare le visite del mio sito. La menzogna dell’Ideale è stata finora la maledizione della Realtà. Ogni conquista, ogni passo innanzi sulla via della conoscenza è una conseguenza diretta del coraggio, della durezza e dell’intransigenza verso sé stessi. Quando Mattarella durante la parata del 2 giugno dichiara: “La difficile condizione internazionale sottolinea l'importanza dell'apporto offerto dalla Difesa alla causa della pace e della libertà dei popoli”, tradisce l’articolo 11 della costituzione italiana, che lui dovrebbe rappresentare e difendere. In un mondo onirico l’esecutivo rappresentato dalla Premier Meloni direbbe: “scusate ora i soldi per le armi li destiniamo a chi ha bisogno urgente qui per le opere di risarcimento e risanamento per gli alluvionati in Romagna”. Nella realtà il governo, spalleggiato dai dem prosegue con l’agenda imposto dagli USA e dall’UE, rendendosi complice della carneficina su vasta scala in Ucraina. Il voltastomaco all’ora di pranzo quando nella passerella in elicottero romagnola, arriva pure la Von Der Leyen e gli amministratori PD (all’opposizione?) organizzano un’accoglienza calorosa a questa guerrafondaia dalle ricette lacrime e sangue. Non è eresia affermare che il politicamente corretto è l’erede dell’Inquisizione, e la rettifica giornalistica di ciò che avviene sul campo, è una narrazione polarizzata e arrogante che offende quelle esigue menti ancora sovrane. Per superare la crisi del debito, l’America, responsabile principale del conflitto Nato-Russia, dovrebbe smettere di alimentare il Complesso Militare-Industriale (MIC), la lobby più potente, che produce una spesa militare annuale di circa 900 Mrd di dollari, circa il 40% del totale mondiale e il triplo di quella della Cina. Per il periodo 2024-2033 è prevista l’incredibile cifra di 10,3 trilioni di dollari rispetto all’attuale baseline. Un quarto o più potrebbe essere risparmiato, chiudendo molte delle circa 800 basi militari americane sparse nel mondo e negoziando nuovi accordi sul controllo degli armamenti con le sue principali antagoniste. Invece il MIC crea ad ‘arte rappresentazioni fumettistiche di cattivi da fermare a tutti i costi, per giustificare delle guerre necessarie per la sopravvivenza dell’America e delle sue colonie periferiche. Si va dai talebani dell’Afghanistan, Saddam Hussein dell’Iraq, Bashar al-Assad della Siria, Gheddafi della Libia, Milosevic della Serbia, Putin della Russia e, recentemente, Xi Jinping della Cina. L’immagine che le élite del mondo siano composte da pazzi criminali e di gente che conta, presidenti, generali, amministratori delegati, intellettuali di cui la percentuale di sadici, psicopatici o cleptomani è senza dubbio altissima. Nel mio “Il sistema dell’inciucio”, spiego di come non siano i singoli o una cricca di incappucciati che tramano per il potere, ma del sistema, che a sua volta ricatta i singoli, barattando le loro carriere con le agende prefisse. Sta aumentando, è vero, la coscienza critica, ma ancora non basta. A quando il grande passo, di assumersi di persona delle responsabilità, per una fuoriuscita definitiva da questa malsana e insalubre unica dimensione? Mentre i nostri figli consumano TikTok saltando impazienti da un video all’altro, gli adulti smanettano per ore le loro app del cellulare. Come se il cervello umano regredito come quello dei pesci rossi che dotato di una mente volatile, conservi una vaga consapevolezza di cose avvenute in passato ma non sa decifrarlo. Nella “neolingua” lo slogan dispotico sul controllo del presente recita: “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato".
Quarta fase della guerra (fine autunno 2022 - oggi)
Per ribadire il piano d’invasione pianificato dalla NATO calpestando gli accordi di Minsk del 2014, il Consiglio Europeo concede all'Ucraina lo status di paese candidato all'UE, ribadendo il loro fermo impegno a fornire un sostegno costante di profilo militare, finanziario, umanitario e politico. L’ultimo pacchetto di sanzioni include un divieto sulle importazioni di petrolio dalla Russia e il Consiglio europeo “invita” tutti i paesi ad allinearsi, in particolare i paesi candidati. Per chi non sanziona sono previste sanzioni, ad eccezione dei diamanti, le cui esportazioni russe valgono quasi quattro Mrd di euro e finiscono in gran parte all’AWDC, il Centro Mondiale dei Diamanti di Anversa in Belgio, che si oppone alle sanzioni. Dalla città belga passano l’86 per cento di tutti i diamanti grezzi al mondo, il 50 per cento di quelli lavorati e il 40 per cento di quelli industriali. I sanzionatori sono gli unici perdenti e il tutto per continuare a mantenere gli interessi statunitensi e di una presidenza Biden direttamente coinvolta con i suoi intrecci d'affari familiari con la cricca nazista e cleptomane al governo in Ucraina. Omertà sui rapporti dell'intelligence militare USA che lamentano la scomparsa di circa il 70% delle forniture militari assegnate a Kiev. Ottobre: Zelensky ha ratificato per decreto la decisione del Consiglio di Sicurezza e Difesa sulla impossibilità di intrattenere negoziati con la Federazione Russa. Proibendo di fatto a sé stesso e a ogni autorità ucraina di negoziare, bensì risolvere la controversia solo con la guerra. Gennaio 2023: Il governo russo annuncia per i prossimi anni una più generale riforma strutturale delle sue Forze Armate, aumentando il suo dispositivo in servizio permanente effettivo, portandole a 1,5 Mio di uomini. La formazione di un nuovo gruppo d’armate alla frontiera finlandese e la creazione di dodici nuove divisioni dell’esercito. Nella guerra d’attrito, i reparti russi sferrano attacchi con ridotto impiego di truppe e prolungata preparazione d’artiglieria, per limitare il più possibile le proprie perdite. La necessità politica di resistere sempre e comunque, nonostante gli ucraini siano intrappolati e i rinnovati invii di armi occidentali, servono a poco, loro resistono subendo gravissime perdite di uomini e materiali. Nei centri decisionali USA confliggono due grandi fazioni. Una che dirige la politica estera, favorevole alla prosecuzione della guerra ed eventuale escalation, e un’altra nel Pentagono, in posizione minoritaria favorevole a una de-escalation del conflitto. Lo scontro tra le due posizioni è molto aspro come pubblicato dalla RAND Corp. Molti degli umili servitori di Washington, che sono entrati a occhi chiusi in questa trappola strategica, non potendo fare marcia indietro, per non perdere la faccia, verranno semplicemente rimpiazzati da nuovi lecchini, ottenendo come premio un avanzamento di carriera. Vedi i vari Di Maio, Gentiloni, Speranza, Prodi e la stessa Ursula von der Leyen, Macron, Scholz e come ultimo illuminato Sunak direttamente dal mondo della finanza. Servirebbe un articolo a parte sulla vicenda delle corruzioni al Parlamento Ue e sulla vicenda del Qatar che avrebbe influenzato le politiche Ue, anche se è solo la punta dell’iceberg.
Aggiornamenti telegrafico dal diario di guerra: o ciò che i cinegiornali luce non diffondono
- 13/03 Televendite di aiuti umanitari e Realtà corruttiva di regime In questo filmato diffuso sulla rete: https://t.me/rybar/44540 situazione fuori controllo. Si trova di tutto, dai farmaci, latte in polvere e altri generi alimentari.
- A un anno dalla strage di Doneck Missili fascisti Tochka-U facevano 22 morti e 33 feriti a Doneck https://t.me/nastyadnr/913 Tg Rai: Figli non riconosciuti delle coppie gay e bagarre in parlamento sulla maternità surrogata. Sdegno per quel giornale che, “sbattendo il mostro in prima pagina” compì un’operazione immonda: “la carneficina”, sotto due trafiletti “I traumi dei bimbi in fuga a Leopoli” e “Così Kiev affronta l’assalto finale”. “i bimbi in fuga”, “l’assalto finale a Kiev” poi, sotto, Putin=zar=Hitler, Biden deve fare di più. Sdegno solo fra i russi, a cui la foto era giunta.
- 19/04 strage nazifascista ad Artemovsk per fermare l’avanzata russa, i soldati del regime di Kiev hanno fatto saltare quattro case popolari di nove piani https://tass.ru/armiya-i-opk/17557971 C’erano come minimo venti persone, tra cui bambini. Morti tutti. Racconti di civili ai russi arrivati e che li stanno evacuando. Le canaglie fasciste demoliscono sistematicamente case popolari quando divengono inservibili a scopi difensivi. Che ci sia qualcuno dentro, o negli scantinati, poco importa, che muoiano tutti. Tanto, per loro, il russo buono è il russo morto, gli altri sono solo buoni come scudi umani, finché fa comodo.
- 17/04 È tutto un continuo, frapporre carne da cannone male armata davanti ai russi che avanzano. Perdere decine di migliaia di uomini e mezzi ad Artemovsk. “resistete finché noi partiamo con la controffensiva” ormai non si regge più. Contributo interessante: https://t.me/rezident_ua/17315
- 29/05 russi, rom, ungheresi siano da far fuori nel nuovo stato nazifascista ucraino. Più ne muoiono, da una parte e dall’altra, più è semplice attuarlo. Americani d’accordo, come segnala Faber un video di ieri dove un senatore americano dice al patàca: I russi muoiono? Si. E allora sono i soldi meglio spesi! https://t.me/RVvoenkor/46065
- 29/05 Uranio impoverito? Nessun problema, tutti intenti a smentire il comunicato del Consiglio di sicurezza della Federazione russa su una nube radioattiva ertasi sopra l’arsenale ucraino di Khmelnitsky dopo la distruzione di missili britannici, con ogiva a uranio impoverito, lì custoditi.
- 20/05 Patriot colpito, più di un Mrd di dollari in fumo. Ieri, l’ennesima arma magica inviata a Kiev è stata distrutta/danneggiata dai russi. Senza una rete difensiva più ampia (jet, altre difese) i Patriot non solo non avrebbero protetto le città ucraine, ma erano essi stessi “vulnerabili”.
- 21/05 Zelensky al G7: "Con F-16 nei nostri cieli Europa e mondo più sicuri"
- 01/06 I fondi del Pnrr per le armi in Ucraina, via libera al piano Ue. L'esercito di Kiev spara 3mila proiettili al giorno e in Ue ne vengono prodotti solo 300mila l'anno. Schlein: “No ai fondi del Pnrr per le armi. Il Pd? Vota a favore. Da piano nazionale a favore di progetti italiani, a Indebitamento Pubblico per Scopi Bellici imposti dalla UE. Ribattezziamolo “IPSB”
- 02/06 Cade Bakhmut dopo la martellante propaganda sulla battaglia, prima dipinta come importantissima, per poi diventare insignificante una volta perduta. la Russia avanza sempre più.
- Nuova escalation dettata dalla frustrazione con attacchi sporadici di droni al confine russo
Questo lavoro di cronaca giornaliera è lungo e logorante e spetterebbe ad ‘altri imboscati nei loro studi e talkshow, a commentare il politicamente corretto con la tecnica del copia incolla, dettata dai loro padroni. Ecco i veri eroi dell’informazione che dovrebbero essere commemorati. 2022 di sangue per i giornalisti, +50% vittime. Il numero più alto in Messico, Haiti e Ucraina.
Folclore italiano
Meloni: «L'Italia è al fianco di Kiev a 360 gradi». più ascoltata di Biden. Alle prossime Europee l’asse del potere si sposterà su Giorgia (Italo Bocchino, Libero, 27.3). Ma pure l’asse terrestre.
Carlo Rovelli "Stiamo andando verso una guerra che cresce e, invece, di cercare soluzioni i Paesi si sfidano, invadono, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso". Il ministro della Difesa è stato vicinissimo a una delle più grandi fabbriche di armi nel mondo, Leonardo”. Per avere osato dire ciò che tutti condividono, il Commissario del governo per la Buchmesse di Hannover lo solleva dall’incarico di rappresentare l’Italia all’evento.
Zelensky a Porta a Porta risponde a una domanda di B. Vespa sul dialogo tra lui e il Papa. “la guerra è in Ucraina e il piano deve essere ucraino. Siamo interessati a coinvolgere il Vaticano nella nostra formula per la pace. Rispetto il Papa, ma non abbiamo bisogno di mediatori, ma di pace giusta”.
Le armi italiane salvano vite” (Repubblica, prima pagina, 14.5). Sparano aspirine e supposte.
Macron: "Non forniremo aerei ma addestreremo piloti"
Zelensky: "Dopo il tour europeo torniamo a casa più forti". Viva Italia! Gloria all'Ucraina!»
Von der Leyen: "Aiuti anche dopo il 2023 e appoggio al piano Zelensky"
Tajani: “L'Italia dà il benvenuto al Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. Rinnoviamo il nostro impegno al fianco del popolo ucraino, a difesa della libertà e della democrazia”.
Zelensky all’Aia: ‘Nessun attacco, sarà questa Corte a giudicare Putin” (Repubblica, 5.5). La stessa corte che l’Ucraina non riconosce, sennò alla sbarra ci finirebbe pure lui.
Ha stato la Wagner. “Così la Wagner si prende l’Africa”, “Raid, affari e piani di golpe: così la Wagner cinge l’Africa dall’Atlantico il Mar Rosso” (Repubblica, 24.4) “. Il rischio è un boom di migranti verso l’Europa. Forti sospetti sulla Wagner anche dietro il divorzio Totti-Ilary.
Stoltenberg: ‘Il futuro dell’Ucraina è entrare nella NATO’ (manifesto, 21.4). Nell’attesa, la Nato è entrata in Ucraina.
Messaggio a Pechino: navi militari italiane in rotta per il Pacifico. La richiesta venuta dagli Usa per dissuadere la Cina dalle velleità di invadere Taiwan (Repubblica, 22.4). Xi Jinping farà testamento.
L’Ue progetta un cavo internet di oltre mille chilometri per aggirare la Russia, e noi approviamo il ponte per lo stretto di Messina.
Conclusione Nonostante il comico di Kiev dal suo vorticoso tour mondiale dichiari, che nei centri di reclutamento i giovani facciano la fila per arruolarsi nell'esercito, ed elemosinando sempre più armi moderne, la realtà a oggi ci racconta: Un anno fa c'erano molti volontari, non c'è dubbio ma la maggior parte di loro è ormai morta. La loro aspettativa di vita è bassa, senza addestramento adeguato, poco equipaggiamento e una leadership cattiva e corrotta. La gente ora dice: Cosa stiamo facendo, il Paese è distrutto. Cosa stiamo difendendo? Guardatevi intorno. Guardate le città la gente. A inizio guerra avevamo 34,5 Mio di abitanti, due Mio sono andati a est, in Russia, forse più di 10 Mio a ovest. Si dice che potrebbe essere inferiore a 18 Mio e scendere a 14 o 15 Mio. Come è a tutti noto, Zelensky, tre anni fa, ha acquistato una villa per 3,8 Mio di euro nella zona (tanto amata dai russi) di Vittoria Apuana, a Forte dei Marmi. Forse è stata confiscata come per gli oligarchi russi, cui sono stati “rubati” beni per due Mrd di euro? Chiunque sano di mente porrebbe fine a questa situazione disastrosa. Anche se non otterremo tutto quello che vogliamo, ma dobbiamo porre fine a questa situazione, recita il popolo ucraino. Cosa ne pensano i loro padroni, che ovviamente non sono il popolo ucraino, ma a Washington, a New York, a Londra e Bruxelles? I guru della finanza, gli oligarchi, vogliano che questa guerra sia portata avanti fino in fondo, fino all’ultimo ucraino? La via per raggiungere la pace in Ucraina non dovrebbe essere lastricata di armi, ma di intelligenza diplomatica, in cui la chiave è rappresentata dai negoziati basati sulla neutralità dell'Ucraina e sul non allargamento della NATO. Per il fronte interno degli Stati Uniti, il partito della vittoria è ormai sostanzialmente sconfitto e la questione non è più come e quando Kiev vincerà, ma come e quando tirar via le castagne dal fuoco. Attuando il piano di pace cinese, che prevede appunto il riconoscimento dei quattro oblast più la Crimea come parte della Federazione Russa. Se invece la situazione dovesse evolvere in senso che la Russia si percepisse a rischio di subire un colpo strategico, potrebbe non esitare nel ricorrere ad un first strike nucleare contro la Nato, e gli obiettivi sarebbero in Europa. Senza farsi mai travolgere dalla gravità dei problemi e cadere nel catastrofismo, è sempre importante organizzare in modo saggio ed equilibrato la propria esistenza, o fregarsene seguendo il motto “meno so e più vivo tranquillo”. Arrestando il corso della nostra mente, negativa e ossessionata da idee fataliste e negative, ma regalandoci tempo libero e di qualità che dona sollievo e benessere. Termina con le parole del filosofo la mia narrazione delle “Post-verità sul conflitto Russia Nato”, sperando abbia arricchito il vostro bagaglio culturale ed emotivo. “Ribellione — è la distinzione dello schiavo: la vostra sia l’obbedienza! Il vostro comandare sia un obbedire”!
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05/05/2023
In una delle sue ultime interviste Giulietto Chiesa, sosteneva che il 90% della gente non sa nulla di quello che succede nel mondo. “Qualcuno mi dice che la gente non vuole sapere spesso, ma come mai non vuole sapere? Non è vero, ma mancando un confronto sulle idee vede solo un mondo, come fa a decidere? Quindi la gente non chiede o non si interessa, perché non sa”. Molti eventi da lui pronosticati sono in piena trasformazione, ma il Ministero della Verità o mainstream che si occupa di propaganda e informazione, camuffa i dati, dà la linea, in una sorta di Minculpop di mussoliniana/staliniana memoria, tipico degli stati totalitari. Per fare un esempio, mentre veniva censurato ed emarginato Dostoevskij, di cui pochi hanno mai letto una sola riga, la pornografia russa continuava ad imperversare nei siti specializzati, ciò ad indicare che le differenze culturali tra “Occidente” e Russia sono del tutto immaginarie. Con una visione unica della realtà, noi plebe spiazzati sul da fare, separati e in apprensione sul futuro buio e incerto, il risveglio avverrà dopo, quando la gente si scontrerà con il dramma di una società ormai irreversibilmente cambiata. Vi invito muniti di audacia e curiosità alla mia terza parte sulle Post-verità.
De-dollarizzazione e multipolarismo La Russia congiunta con la Repubblica Popolare Cinese, ha firmato la legge sul nuovo Concetto di politica estera che guiderà la sua diplomazia negli anni a venire. Questo nuovo ordine post-Guerra Fredda, attribuirà maggior peso nelle istituzioni internazionali e alle nuove potenze economiche emergenti, con rispetto delle loro diverse culture e soluzioni di governance. La Russia e gli altri paesi BRICS non hanno mai cercato di colonizzare l'Africa e il resto del pianeta, al contrario di un Occidente che per secoli ha saccheggiato e sfruttato per i propri interessi il continente più ricco di risorse naturali. Supponendo da parte dell’occidente, più conoscenza della lingua latina, il termine “aggressione” russa, che significa “avvicinarsi”, è del tutto inappropriato. Mentre se rivolto verso la Nato ha più senso. Con l’ordine multipolare in ascesa di cui i BRICS sono l’incarnazione, il processo di de-dollarizzazione dell’economia internazionale è in corso e i paesi africani e non solo, riusciranno gradualmente a spezzare le catene del neocolonialismo occidentale. In questo nuovo fronte multipolare, in Africa le potenze occidentali vengono progressivamente estromesse e la Francia sarà sempre più un relitto del passato. In Asia e Medioriente volendosi liberare dai ricatti occidentali, si segue una via di modernizzazione indipendente, coscienti che tra qualche anno l’arma delle sanzioni avrà valore zero, e potrebbero invertirsi i ruoli. La Cina è cosciente che un crollo o un eccesso di difficoltà per Mosca sarebbe un pericolo per loro, che sarebbero i prossimi. Quindi fino a che converrà a entrambi, insieme stanno e insieme cadono. Le nostre classi dirigenti e diplomatiche, si autoconvincono di essere ancora negli anni ‘90, quando l’Occidente si illudeva di dettare la storia e di essere il gendarme del pianeta. I noti camerieri dell’élite, per opportunismo, ignorano, i numerosi accordi presi dalla Cina e Russia in Medioriente, Brasile, India ad altri paesi candidati per aderire alla BIRCS o come membri della SCO (L'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai). Molti si chiedono quando Pechino adempierà al proprio destino di potenza globale, cosa dobbiamo aspettarci da un paese che ancora proseguita la repressione sistematica delle minoranze, imprigionamenti di massa e torture e persecuzioni per chi dissente contro il governo? Verremo anche noi educati con il sistema di credito sociale? In questo scenario di inquietanti cambi epocali, un nuovo sistema di sicurezza internazionale, richiederà un negoziato con una nuova visione, una diplomazia educata ed empatica che comprenda i movimenti storici e le costrizioni geopolitiche dell’altro. Gli Stati Uniti e l’Europa hanno buone ragioni per abbandonare la loro politica dichiarata di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario, dubitando che la controffensiva dell’Ucraina produrrà grandi guadagni, a meno che i neocon deliranti continuino a superare in astuzia i realisti a Washington di continuare la guerra a tutti i costi. L’inizio del conflitto NATO Russia è un punto di svolta fondamentale dell’economia, che avrà molte conseguenze durature, come un’accelerazione del passaggio a un sistema finanziario globale bipolare, fondato sul dollaro e sul renminbi, la valuta di scambio cinese. Le lotte sociali che stanno attraversando l’Europa raccontano di un continente in subbuglio. Nonostante si tenti di ripristinare il conflitto di classe, vi è un rifiuto di considerare allarmanti le condizioni dello stato sociale attuale. Si rivendicano da parte del centrosinistra neoliberale i diritti civili di una minoranza (LGPTQ+), sottraendo sempre più quelli sociali della maggioranza, senza considerare la progressiva uscita di scena degli investimenti pubblici a favore della speculazione privata per i servizi alla persona e l’abbandono delle politiche industriali. La povertà aumenta per le fasce più deboli e vengono negati sussidi e flessibilità, argomentando che i conti pubblici non lo consentono, ma poi si trovano miliardi di euro per sostenere gli interessi USA in Ucraina, attraverso le sanzioni boomerang contro Mosca e l’invio di armi a Kiev. Se l’attuale conflitto economico e culturale con la Cina, si trasformerà in conflitto bellico, assisteremo a un ulteriore impoverimento e isolamento del vecchio Continente e non servirà scendere in piazza, incollarsi nelle strade o imbrattare le opere d’arte, il dado è tratto. In questo imperialismo “la nazione scelta da Dio” alla conquista dell'Europa, il dispotismo si palesa tramite la ricerca del consenso delle massonerie e delle élites che governano, ossessionate dall’identità di genere e dal renderci tutti uguali. Negando le naturali differenze tra gli umani, i controllori chiedono costantemente ai parlanti un linguaggio che ha scelto di eliminare colori, etnie e religioni. Come nella trama di Orwell “1984”, il Ministero dell’Amore si occupa della sicurezza interna attraverso la sua psicopolizia e della conversione di chiunque abbia comportamenti devianti rispetto al credo del regime. Non cerco tortuosi sentieri per spiegare il conflitto in corso, ma è esattamente questo il fondamento politico e metafisico dettato dal “deep state” (FBI, CIA, apparato militare-industriale, grandi lobby finanziarie e industriali) del Politically Correct, della Cancel Culture, dei movimenti Woke e Gender: Pochi pastori e un gregge omologato e annullato nell’ azzardare impervie vie del dissenso e ignaro di cedere giornalmente un po’ del proprio potere di acquisto e a venire della nostra proprietà privata. Hegel la chiamava “coscienza infelice”, in cui l'infelicità nasce dalla consapevolezza della propria mutevolezza e dal desiderio di immutabile, che però è sentito come irraggiungibile e richiama il rapporto servo-padrone. Segue la cronistoria del conflitto Russia-NATO.
Terza fase della guerra (fine estate – autunno 2022). Successo della controffensiva ucraina. Escalation politica e militare russa: annessione di quattro oblast del Donbass e bombardamento degli obiettivi a doppio uso militare e civile. In questa guerra di manovra e d’attrito, le forze russe si attestano nel Donbass, occupando quasi il 20% dell’intero territorio ucraino e schierandosi su un fronte di 1.500 km. Il dispositivo militare ucraino si riorganizza, amplia la mobilitazione richiamando i riservisti ed estendendo la coscrizione obbligatoria fino ai 60 anni e viene rifornito di nuovi armamenti occidentali. Maggiore coinvolgimento di personale di comando NATO e strutturazione delle funzioni ISR (Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), rafforzano le forze ucraine distrutte dopo mesi di conflitto. La controffensiva ucraina ha successo e i russi devono arretrare su tutto il fronte, ripiegando più o meno ordinatamente. Il governo Russo propone la mobilitazione parziale di 300.000 riservisti, e delle industrie militari, che lavoreranno su tre turni di otto ore. Bombardamento degli obiettivi a doppio uso militare e civile. Una volta consolidato il fronte, si decide l’escalation militare, in cui viene colpita la rete elettrica ucraina e in generale le infrastrutture ferrovie, fabbriche, depositi di materiale militare e civile, risparmiando i civili. Ciò provoca ovviamente “danni collaterali”, vittime civili colpite per errore dai suoi missili e dal fuoco contraereo ucraino. L’Ucraina per mantenere vivo il conflitto, dipende sempre più dall’appoggio occidentale costretto a inviare costantemente truppe di mercenari insufficienti o impreparate. Da noi la propaganda di guerra rinnova l’ammirazione per la loro capacità di resistenza e di una vittoria certa. Come per l’operazione Barbarossa, l’alto Comando NATO non considera le risorse strategiche attuali della Russia, e la sua capacità a lungo termine di generare nuove forze maggiori per concludere vittoriosamente la guerra. Continuano i proclami che la Russia starebbe per terminare le sue scorte di missili, proiettili d’artiglieria e dell’efficacia devastanti delle sanzioni.
Alcuni comunicati stampa del Consiglio dell'UE:
- Il Consiglio decide di stanziare 5 miliardi di EUR supplementari per l'assistenza all'Ucraina link
- Vertice dei leader sulla sicurezza alimentare globale link
- Il G7 condanna i referendum della Russia in Ucraina e la UE l'annessione illegale russa in Ucraina
- Misure per ridurre i prezzi dell'energia e la violazione delle sanzioni all'elenco dei reati dell'UE link
Le azioni dettate dal consiglio UE, verranno accettate da tutti gli stati membri, senza alcuna seria discussione parlamentare. Tutti questi accordi e decisioni storiche avvallate da tutta la stampa occidentale, lasciano spazio alle nuove puntate della serie “noi contro il resto del mondo” animate dalla gloriosa democrazia ucraina. Segnalo i fatti più gravi che hanno contribuito all’escalation costante del conflitto. Sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, il noto giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh (vincitore del Premio Pulitzer) ha pubblicato un’ampia documentazione sull’accaduto che invito a leggere, nonostante la CIA e i media occidentali parlino di cospirazione oscurando ogni tentativo di approfondimento. Venne poi l'assassinio del negoziatore ucraino accusato dai servizi polacchi di essere con Mosca, poi l'assassinio mafioso della figlia di Alexander Dugin da parte dei servizi ucraini. Merita un approfondimento la strage di Bucha, che il Messaggero in data 9 aprile 2022 descrive così. “Si aggrava il bilancio delle vittime civili di Bucha. Sarebbero 360, compresi almeno 10 bambini, scrive la commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino Lyudmyla Denisova su Telegram. Nella cittadina del nord del Paese secondo i sopravvissuti c'era il quartier generale del leader ceceno Kadyrov. Denisova aggiunge che i russi hanno sparato in faccia alle persone, bruciato i loro occhi, tagliato parti del corpo e torturato a morte adulti e bambini. «Non riesco più a piangere», ha detto il presidente ucraino Zelensky. La mia ricostruzione è ben diversa, anche se esiste sempre il dubbio che vi sia una zona grigia da considerare. Nei primi giorni di guerra, gli Stati Uniti e i loro alleati “bloccarono” la mediazione tra Russia e Ucraina a opera di Naftali Bennet ex primo ministro israeliano che stava portando frutti (vedi intervista su YouTube). Gli asseriti orrori di Bucha furono quindi una messinscena creata ad arte per rendere impossibile il negoziato? Il NYT pubblica il video che confermerebbe l’avvenuta strage. Sono immagini satellitari che mostrerebbero i corpi dei cadaveri in strada, nella stessa posizione in cui li avrebbero poi ritrovati i liberatori, confermando la veridicità della loro versione. La fonte di questo video, proviene da un network di aziende che, si può affermare con certezza, lavorano in stretta collaborazione col Pentagono. Sempre il NYT, il giorno precedente la denuncia delle atrocità russe annuncia che “soldati ucraini del battaglione Azov hanno camminato attraverso i resti di un convoglio militare russo nella città di Bucha, recentemente liberata”. Si scopre così che nel sobborgo è arrivato per primo il famigerato battaglione neonazista, che quindi non si limitava a presidiare Mariupol, come spiegato dai media per minimizzare la rilevanza di tale armata. Il sospetto di una messa in scena è evidenziato dalle foto dell’orrore, visionandole una per una, i corpi non mostrano i segni di una evidente decomposizione, come dovrebbe essere per dei cadaveri lasciati alle intemperie per giorni, oltre 20 per quelli ripresi dai satelliti. Il giornale ucraino la Pravda dava notizia che “le forze speciali della polizia nazionale hanno avviato un’operazione per ripulire il territorio della città di Bucha”. Queste forze controllano ogni cortile e rifugio, comunicano con le persone e forniscono assistenza ai residenti locali”. Le fotografie dell’articolo mostrano che i residenti camminano per le strade, nonostante l’operazione speciale della polizia, addirittura abbracciando uno di loro. Nulla compare dell’eccidio né, nel filmato che accompagna l’articolo, si vedono cadaveri stesi in strada, nonostante fossero ovviamente la prime cosa da mostrare. Un’ipotesi fantasiosa, ovviamente è che nell’opera di “pulizia” sia stato giustiziato magari successivamente dall’Azov, qualche civile considerato traditore per una qualche convivenza con gli occupanti. Ciò spiegherebbe i morti recenti. Una ricostruzione credibile è ardua e passa per la quantità di video e foto contestati da ambo le parti. Il portavoce del ministero degli esteri russo Zakharova, ha affermato non solo che i soldati russi al momento del massacro avrebbero già lasciato la città, ma anche che i video sarebbero stati ordinati dagli Stati Uniti per screditare "l’operazione speciale". Chi condurrà la cosiddetta indagine veramente indipendente e politicamente neutrale e non come abbiamo visto nel caso del sabotaggio al Nord Stream 2?
In conclusione, agli ucraini converrebbe fermarsi per riorganizzare e rinforzare le riserve, in vista di controffensive future. In una guerra d’attrito, il tempo lavora per la potenza con le maggiori risorse strategiche, e l’Ucraina può sperare di vincere soltanto con un’abile, aggressiva e rapida guerra di manovra (Blitzkrieg). Si era detto che l’Ucraina sarebbe stata per Mosca un nuovo Afghanistan, mentre sta diventando tale per gli Stati Uniti e le sue colonie con il loro fumoso ma lucroso sostegno a Kiev. Per quanto possa sembrare cinico, gli affari esigono che la guerra continui. Allo scopo, non sono importanti né l'Ucraina in quanto stato né la loro corrotta dirigenza. I burattini neonazisti rappresentano soltanto figure sempre rimpiazzabili, secondo le richieste degli “alleati”. E il popolo ucraino e la nazione? I primi pagano per questo e per quelli e la seconda è la vittima della grande partita e la sua eliminazione, fa gola anche ai suoi “alleati” confinanti. La distruzione dell'Ucraina è la condizione dello sviluppo della Polonia. Ripercorrendo gli interventi Usa nel mondo, la storia si sta ripetendo in Ucraina, in cui si prospetta un nuovo totalitarismo che la nostra vulgata propagandistica proclama “democratico”. Ultima chicca di controinformazione: Ucraina: armi e rimborsi gonfiati. Per molti paesi europei, la guerra in Ucraina è stata un’occasione unica per rimodernare e rafforzare il proprio arsenale bellico. Pochi sanno che buona parte degli investimenti sostenuti per l’ammodernamento degli arsenali di questi paesi sono a carico di Bruxelles, ovvero dei contribuenti. Vi è di più, come la dichiarazione (censurata) di Seymour Hersh sul mercato nero delle armi all'Ucraina. Sembra che vari comandanti e altri, ricevono carichi di armi e li rivendono personalmente o li mandano al mercato nero. Nel suo interessante libro Fabio Mini “L’Europa in guerra” conclude con questa frase lapidare. “Al prossimo processo di Norimberga, sul banco degli accusati per i crimini di guerra e contro la Pace ci saranno senz’altro coloro che avranno perduto la guerra, ma non sarebbe male che una volta tanto ci fosse anche qualche rappresentante di chi l’ha vinta e l’intera schiera di chi non ha fatto nulla per impedirla”. Inclusi tutti i servizi d’informazione, ormai braccio armato di un sistema di polizia del pensiero sponsorizzato dallo Stato (aggiungo). ▲
30/03/2023
Non bisogna essere di parte per affrontare temi quali la guerra, la geopolitica e gli interessi nazionali con gli occhi di un fanciullo che ha bisogno di distinguere i buoni dai cattivi. In questa seconda parte vi invito, se siete affetti da russofobia acuta, a liberarvi dalle catene adottate dalla UE con misure di controinformazioni e censura digitale, orientate con strumenti discutibili e univoci sulla narrazione della guerra e alimentando l’ostracismo per i dissidenti. Checché se ne dica siamo in guerra, e con essa la censura, che vieta agli operatori dei media la diffusione di contenuti attinenti con quelli del nemico. È mio intento compensare questo abuso di potere. Definire come scrive Zhadan, un autore ucraino premio per la pace dell’industria libraria tedesca, i russi “spazzatura e animali, maiali che dovrebbero bruciare all’inferno”, sa di totalitarismo fascista. Così gli specialisti dell’informazione danno il peggio di sé, mentre gli ex Putiniani smemorati dei politici evitano di parlare di pace per puro opportunismo. Genuflettendosi ai poteri sovranazionali per compiacerli e vezzeggiarli, dando poi addosso ai deboli beffati nelle ultime campagne elettorali. Gli sconfitti sono i civili ucraini, di cui il loro governo rifiuta ogni negoziato, mentre in Russia si parla di guerra di liberazione. Poi abbiamo gli sfigati dei cittadini europei, sedati dalla vicenda Covid che chinano il capo, pagando rassegnati le bollette e il carovita con resilienza, e orwelliana convinzione che la guerra è pace.
Propaganda All'Aia La Corte penale internazionale, la stessa che condannò Milosevic senza un regolare processo, facendolo morire in carcere, emette un mandato di cattura per Putin, accusato di crimini di guerra e deportazione di bambini. In realtà la Russia ha organizzato un piano di evacuazione strutturato, spostando i bambini a rischio o isolati nel proprio territorio, al sicuro dalle bombe o bloccati negli orfanotrofi perché figli di madri surrogate. Se lo fa la UE sono profughi, mentre si omette che l’Ucraina è diventata da anni un negozio online internazionale per la vendita di neonati e organi. Circa 50 cliniche offrono servizi di maternità surrogata nel paese, dove la povertà spingono molte donne ucraine a diventare madri per conto di altri, ma con l'invasione la situazione è sprofondata nel caos. Perché la CPI non ha mai condannato gli USA per quei 500'000 bambini "sacrificabili" per via delle sanzioni e invasione in Iraq? Lo stesso tribunale non si è mai occupato di Assange, torturato in carcere in UK e in attesa di essere estradato negli USA senza un regolare processo, della questione palestinese o della guerra sanguinosa nello Yemen. Il verbo è inconfutabile e diffuso dai Ministeri della verità, secondo cui l’aggressione russa all’Ucraina è brutale e non provocata. Non vi è spazio per gli arroganti dissidenti no pax, che vorrebbero fare analisi storiche o scrivere articoli sulla cultura per loro immensa della Russia, rischiando la ghigliottina dell’ostracismo o nella neolingua #cancel culture. Certificate dai nostri fidatissimi “fake Checker” alcune verità sul nemico: maggio 2022, cannoni italiani stanno distruggendo i russi (dalle risate). Dozzina di malattie letali porterebbero a breve alla tomba Putin e Lavrov. I russi dopo le sanzioni sono al collasso economico e stanno esaurendo i missili. Viagra per i soldati russi per violentare più ucraine possibili, bombardamenti di scuole e ospedali e stragi dei bambini nelle incubatrici. WANTED Putin, il ladro di bambini che potrebbe usare le armi nucleari per fermare un colpo di stato o guerra civile. Taglia da 15 Mio di dollari sul ministro della Difesa italiano Crosetto. Mosca punta sul corpo a corpo, i russi combattono anche con le pale. Enrico Mentana su Open risulta il vincitore delle bufale, mentre tra i perdenti abbiamo una massa disinformata cui verrà negato articoli come questo: Iraq Le autostrade della morte, una pagina di storia dimenticata
Situazione Russia Il circo mediatico afferma che la Russia sta perdendo la guerra. La realtà dice che la sta vincendo, a stenti e senza dimostrazione di superiorità intrinseca dall’”esercito più forte del mondo” appena un gradino sotto a quello “più forte della galassia”. E l’economia, bersagliata dalle rabbiose sanzioni del capobranco e dei cagnolini alleati che abbaiano mordendosi la coda? Avendo stretto nuove alleanze e rivalutato il rublo, oltre all’industria bellica in crescita come la tenuta politica e sociale decisamente positive. I leader atlantisti minacciano in nome della pace, di distruggere la Russia smembrandola in diversi stati fantoccio e questo non può che compattare maggiormente la nazione a vantaggio del Cremlino. Lo capirebbe non dico un politico, ché se ne è persa la razza, ma anche un capoclasse delle elementari. È risultato devastante alla credibilità del pentagono e alleati, il sequestro delle riserve della Banca Centrale russa di 300 miliardi di euro depositate nelle banche occidentali. È un attacco frontale alle fondamenta giuridiche del capitalismo e ai suoi diritti di proprietà, che fu adottato solo contro la Germania nazista. Questa confisca criminale ha provocato la fuga di capitali di ricchi arabi, asiatici e latinoamericani dalle banche inglesi, svizzere, europee e americane, giustificando il timore che domani possa succedere a chiunque non obbedisca a Washington. È questa uno dei motivi del fallimento della Credit Suisse, che si è vista perdere di credibilità e quindi non più in grado di versare la liquidità necessaria alla fuga di capitale. Il mancato sostegno finanziario del loro maggior azionista la Saudi National Bank ha fatto il resto. Non dovevano crollare sotto i colpi delle sanzioni le banche russe? Il servilismo verso Washington ha raggiunto vette sublimi, al punto che sul sabotaggio ai gasdotti Nord Stream, l'Onu boccia la risoluzione russa su inchiesta internazionale sull’attentato.
Quale democrazia da difendere? Per un paese a pezzi come l’Ucraina, l'Italia e altri 30 paesi, forniscono imponenti aiuti militari oltre a ospitare oltre 170mila profughi nel Bel Paese e fondi stanziati per 844 Mio (vedi dettagli). Nel 2022 la spesa militare è cresciuta di oltre 8 miliardi, attestandosi a circa 26 miliardi. Nella prossima finanziaria, dovrebbe accrescere di altri 10 miliardi, per arrivare al 2% del Pil come chiesto da Washington. Ecco la lista dei Trasferimenti di armi in Ucraina aggiornata sulle armi promesse e/o consegnate all'Ucraina per ogni singolo membro NATO, per un paese che secondo il rapporto dall’ONU sulle violazioni dei diritti umani, chiamarlo democratico è un eufemismo. Per par condicio il rapporto di Amnesty International sulla violazione dei diritti umani in Russia. Da noi si intervistano solo ucraini fedelissimi di Zelensky, o anziani che non vogliono abbandonare le loro abitazioni distrutte, ignorando i dissidenti silenziati o peggio. Per non contraddire tutte le menzogne introdotte sin dall’inizio, i media russi sono stati subito bannati e censurati in Europa. Questo governo filonazista e corrotto da influenze e finanziamenti occidentali non giustifica l’invasione militare della Russia, il cui dissenso è anch’esso ostacolato e represso. Dopo la Rivoluzione di Euromaidan, nel giugno 2015 in Ucraina è entrata in vigore una legge che ha consentito, tramite il Consiglio di Sicurezza e Difesa nazionale, una lista di proscrizione contenuto nel pericoloso sito Myrotvorets. Sono di norma giornalisti, artisti, scrittori e sportivi che supportano pubblicamente la politica russa o visitano la Crimea in violazione della legislazione ucraina. Nel sito troviamo i loro dettagliati dati personali e recapiti. Dove erano i nostri professionisti dell’informazione dal 2014 in poi in Ucraina e la CPI, quando il regime di Zelensky dal 2019 aboliva tutti gli 11 partiti delle opposizioni e firmava un decreto con cui unificava, sotto la legge marziale, tutti i canali televisivi in un’unica piattaforma attiva H24? Silenzio omertoso sulla strage di Odessa del 2014 e il massacro di Maidan.
Intanto la tavola è imbandita. Nella “neutrale” Svizzera si sono incontrati i rappresentanti di governi e di grandi aziende occidentali (USA, UE, UK, Giappone e Sud Corea) per pianificare una serie di dure politiche neoliberiste, da imporre all’Ucraina del dopoguerra. Riforme sul lavoro, deregolamentare le industrie e privatizzazioni. L’ex comico Zelensky che apre virtualmente la Borsa di New York suonando simbolicamente il campanello tramite streaming video, è l’immagine eloquente di un Pinocchio con fili, che invita le società straniere a sfruttare le abbondanti risorse e la manodopera a basso costo del paese, che dovrebbe tutelare e non svendere. I giganti della finanza Black Rock, J.P. Morgan e Goldman Sachs, possono sedersi alla tavola imbandita dai seguenti progetti miliardari. Armi, difesa, edilizia, comunicazioni, agricoltura, trasporti, informatica, banche e medicina con biolaboratori e l’estrazione mineraria. Gli Usa dallo scoppio della guerra si sono rafforzati come super-potenza del gas e del petrolio diventando il primo produttore mondiale a livello geostrategico e fornitore privilegiato dell’Ue. Il Complesso militare industriale può contare su una crescita esponenziale, dopo avere investito oltre 50 miliardi di dollari di cui oltre 20 da parte della UE. Pur assottigliando le riserve di armi delle loro Forze Armate, mettendo a rischio, la capacità potenziale degli Usa di combattere, l’altro conflitto programmato con la Cina su Taiwan. La sola produzione di proiettili d’artiglieria è aumentata del 500%, travolgendo gli ordini. Di trattative per un cessate un fuoco o negoziati per la pace, gli USA e la UE non vogliono saperne, dato che il lavoro di distruzione genera sempre più profitto. La Ue per partecipare al banchetto degli affari aumenterà la produzione della propria industria bellica, utilizzando un miliardo proveniente dal “Fondo europeo per la pace” per rifondere gli stati europei fino al 50-60% di quanto verrà convogliato in Ucraina. Uniamoci agli slogan della manifestazione del 25 febbraio a Genova dell’Unione Sindacale di Base: “Vogliamo pace e salario, contro la guerra e l’economia del carovita che ingrassa il padronato, le multinazionali e la speculazione finanziaria, strangolando le popolazioni di tutto il mondo”. Segue la cronistoria del conflitto Russia-NATO.
Seconda fase della guerra (primavera – metà estate) In basso due esempi di comunicati stampa dal sito ufficiale del Consiglio europeo. La cronistoria dettagliata è lunga quanto i quasi 400 giorni dall’inizio dell’operazione speciale, e per chi voglia sbizzarrirsi, con atti masochistici come il sottoscritto, può leggere ogni comunicato, documento e dichiarazioni per alcune settimane.
- 17 miliardi di EUR di fondi dell'UE disponibili per aiutare i rifugiati dall'Ucraina. (comunicato stampa, 4 aprile 2022)
- L'UE adotta il quinto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia in considerazione dell'aggressione militare contro l'Ucraina (comunicato stampa, 8 aprile 2022)
Nonostante l’aiuto occidentale, le risorse strategiche ucraine (popolazione, potenza latente economica, potenza manifesta militare, truppe mobilitate e profondità strategica) non sono paragonabili, alle risorse strategiche russe, che conta 145 MLN di abitanti, e ne può mobilitare un massimo fino a 25 MLN, oltre alle enormi risorse naturali e la capacità di trasformarle, in un’ampia base industriale militare, e una profondità strategica di 11 fusi orari. Conquista russa del Donbass da parte principalmente di truppe russe delle milizie del Donbass, le formazioni di volontari ceceni, e il gruppo Wagner. Le numerose perdite da parte ucraine influenzano la necessità di giustificare, presso i governi e le opinioni pubbliche occidentali, l’unanime sostegno politico e dalla fornitura di armi sempre più massiccio. Vale l’unica prospettiva plausibile a giustificare il colossale sforzo, di una futura vittoria militare dell’Ucraina sulla Russia. Da noi si parla ovviamente della valorosa resistenza ucraina, mentre per un’ampia quota della popolazione, il conflitto con la Russia è divenuto una guerra di liberazione nazionale, che si integra con una guerra civile e con una guerra per procura tra Russia e USA–NATO, che non sono intervenute militarmente, ma hanno rafforzato le difese militari ucraine, inviando armi e imposto durissime sanzioni poi rivelatesi farlocche a Putin. Dal canto suo, il capo del Cremlino ha firmato un decreto che impone il pagamento del gas russo in rubli, ha vietato l'ingresso nel Paese ai leader europei e ha emanato delle contro-sanzioni nei confronti dell'Occidente. Turchia e Israele si pongono come mediatori del conflitto e interlocutori di Mosca, mentre si sospetta che la Cina stia aiutando militarmente il Cremlino. Al contempo gli Stati Uniti e le loro colonie occidentali chiudono lo spazio di manovra diplomatica mettendo la posta politica in gioco per le loro classi dirigenti, che rischiano di essere spazzate via in caso di sconfitta. Frattanto la crisi energetica ha riportato i gas ai massimi storici toccando addirittura i 300 euro/MWh, e fatto fallire numerose piccole imprese incapacitate di pagare le bollette. Nella sessione di giugno il Consiglio "Energia" adotta nuove norme sullo stoccaggio del gas. Esse dovrebbero garantire, che le capacità di stoccaggio di gas nell'UE siano soddisfatte prima dell’inverno ed‘essere condivise tra gli Stati membri in uno spirito di “solidarietà”. Intanto Enel annuncia ricavi quasi raddoppiati a 108 Mio di euro, (+84% rispetto al 2021).
Sono a metà delle mie quattro fasi del conflitto, e osservo che il blocco euro-angloamericano, è sempre più isolato. I leader europei dietro al loro sorriso di facciata e proclami bellicisti antirussi sono sempre meno credibili. Prevedo che l’attuale leadership europea dovrà presto o tardi porre un alt alle richieste sia di Kiew che di Washington. La storia insegna che laddove gli Stati Uniti si ritirano c'è normalizzazione e distensione in paesi al limite di guerre civili e caos devastanti, dopo l’urto bellico dei paesi Nato. Vedi il Medio Oriente post-americano che non è più una polveriera, anche se il declino della minaccia mediorientale e la quasi scomparsa del terrorismo di matrice islamica ha creato inizialmente un problema per l’industria della paura. Paura superata con i nuovi nemici russi e cinesi, per iniziare una nuova corsa agli armamenti, sostegno del mainstream e sviluppo tecnologico in primis. Non esiste nessun risentimento antirusso da parte delle popolazioni europee, ed un netto rifiuto dell’invio di armi all’Ucraina, ma ancora una volta le imposizioni dall’alto mostrano l’impotenza dei nostri governanti.
Con la certezza, che coloro che sono arrivati fino al finale di questa mia narrativa, abbiano percepito l’importanza, di dovere tutelare costantemente la propria sovranità mentale. Magari avrò distratto alcuni potenziali lettori, altrimenti incollati come zombie al loro smartphone, che giornalmente come un machete spara news (fake) per condizionarvi e creare un consenso. Socrate riteneva che fosse impossibile mantenere la propria libertà di cittadini, cioè la capacità di autogovernarsi e darsi autonomamente leggi giuste, senza una profonda conoscenza delle cose.
Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni (Dostoevskij). ▲
02/03/2023
L’espressione post-verità descrive l'atteggiamento non solo di chi dice il falso, ma di chi considera alla stregua di un optional, la differenza tra ciò che è vero e ciò che non lo è, spacciando indifferentemente argomenti sensati o meno senza darsi pena di consentire una verifica, ma solo per opportunismo. In questo approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità di politiche governative, la verità è irrilevante. Esistono solo interpretazioni, direbbe Nietzsche, che accettava la profonda solitudine di chi non si piega alla diffusa morale corrotta. È passato un anno dall’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina - non della guerra, iniziata nel 2014. Per chi si informa unicamente dei mass media occidentali, potrebbe aver acquisito la falsa percezione di un mondo schierato compattamente contro la Russia, definita “aggressore”, e in difesa dell’Ucraina, “aggredita”. La realtà del mondo, per chi fa uso delle post-verità è distorta, e il mio sforzo sarà di orientare la mia dialettica verso la critica alle tendenze guerrafondaie e post-liberali in atto da parte del blocco atlantista, diffusore della libertà e democrazia (a volte armata), sapendo che lo stupore in filosofia non può mai dirsi soddisfatto.
Tutto quello che c'era da dire sulla situazione attuale è stato già detto, da fonti molto più autorevoli e attendibili del sottoscritto. Le mie analisi per inciso, proprio in questi anni sono state in gran parte corroborate dai temi da me proposti: Pandemia, conflitto in Ucraina, abolizione del contante, fluidità di genere e della relativizzazione dei valori, controllo e profilazione delle masse, diffamazione del dissenso, sdoganamento della censura. Mass media usati come strumento di propaganda pervasiva, utilizzo degli influencer fabbricati in provetta, ONG create ad hoc come strumento di soft power, condizionamento dei giovani e innesco del conflitto generazionale per finire con il passaggio di consegne dai governi nazionali alle istituzioni e agli organismi sovranazionali. Insomma, tutto e il contrario di tutto, con un misero 10% di scettici etichettati come complottisti e diffusori di fake-news. Nel film “Don’t look up” i dissidenti vengono ignorati e costretti al silenzio, mentre la cometa si avvicina pericolosamente e la campagna negazionista guidata dalla stessa presidente conia lo slogan “don’t look up”, non guardate in alto. Dopo avere compreso la manipolazione del servizio pubblico e dei giornaloni, e varie “favole belle” che si susseguono (armi per la pace, passaporti sanitari per la libertà, auto elettriche per salvare il pianeta e divieto dei contanti contro l’evasione fiscale), molti si sono “evoluti”, a entità naviganti in rete, in cerca di verità e amicizie da condividere per stimolare un dialogo e unirci. Ma un sempre più diffuso analfabetismo funzionale, che si erige a muro, rende la mia narrazione impervia nella comprensione e diffusione.
Sulla falsariga di queste mie premesse, l’amministrazione democratica USA si vuole presentare alle elezioni del 2024 con il vanto (da verificare) di aver difeso l’Ucraina, mettendo l’Europa di fronte alla Russia secondo il principio del “divide et impera” per assicurarsi il potere. Depotenziando di fatto la Russia e assoggettando l’Europa ai propri interessi, in vista del confronto strategico, economico e militare con la Cina. La speranza imperiale non è di sconfiggere militarmente la Russia, ma di rimanere in piedi senza crollare sotto il peso dei propri debiti e del multipolarismo che si sta affermando nel resto del pianeta, sempre meno soggetto dell’egemonia angloamericana-europea. Per la Gran Bretagna è il mezzo per frantumare la coesione europea ed esercitare la leadership in tutto il Nord a partire dalla Polonia fino al Baltico, alla Scandinavia e all’artico. Per la Germania è la rinuncia a un qualsiasi ruolo di leadership europea, avendo poi un (Die Grünen), nato dal movimento pacifista e che aveva come bandiera la tutela dell’ambiente ora diventato il partito della guerra. Per l’Italia è la conferma della vocazione alla resa incondizionata, nonostante il guaito della Meloni in pellegrinaggio dal comico di Kiev che ribadisce il sostegno dell'Italia al popolo ucraino. "Al cospetto del mondo l'Ucraina ha già vinto la sua battaglia per affermare la sua identità". La Svizzera smentendo la sua democrazia diretta e supposta neutralità, si è giocate entrambe le carte per volere di oscuri interessi, aderendo alle sanzioni dell’UE. Una svolta storica, che interrompe di fatto la storica neutralità del Paese elvetico, mantenuta persino ai tempi del nazismo. Il colpo di grazia alla neutralità ormai giocata, è la notizia, che la Svizzera non esproprierà i 7,5 miliardi di franchi russi bloccati per le sanzioni. Tutto ciò è anticostituzionale, per non chiamarlo furto, e avrà forti ripercussioni di capitali già oggi in fuga verso paesi non assoggettati all’impero del dollaro e quindi a possibili sanzioni, nel caso di disobbedienza allo zio Tom, di cui la Svizzera è una bandierina aggiuntasi alle colonie USA sparse nel mondo. La decisione USA di prolungare la guerra finanziandola, evitando ogni proposta di pace e della UE di continuare a inviare armi (svuotando gli arsenali e facendo aumentare le spese militari) e decretare ulteriori sanzioni, oltre a inaugurare tanti nuovi cimiteri, nuoce all’economia dei paesi UE, mentre avvantaggia l’economia americana e ingrassa le sue fabbriche d’armi. Il noto giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh dichiara nel suo rapporto, che gli Stati Uniti hanno fatto saltare in aria gli oleodotti Nord Stream, tramite la CIA in collaborazione con la Norvegia. Mentre la Germania e la Norvegia mantengono segrete le loro inchieste sull’atto terroristico made in USA di distruggere l'infrastruttura energetica dei suoi partner strategici europea. Di fronte a questo atto di terrorismo, l’Ue ha chinato il capo e anziché sciogliere qualsiasi legame con Washington ha dichiarato guerra a Mosca. Perché le decisioni militari che comportano il pericolo di una guerra nucleare sul territorio europeo, sono prese esclusivamente dagli Stati Uniti e gli europei non hanno voce in capitolo? Dovremmo preoccuparci fondamentale di liberarci dalla tutela statunitense e non di un’invasione della Russia. Intanto grazie alla resistenza ucraina voluta dai fiumi di armamenti inviati, piove fuoco e si accumulano cadaveri ai confini orientali della vecchia Europa e circa 15 Mio di rifugiati ucraini sono in fuga. Dopo l’entusiasmo iniziale, i primi segnali di cedimento di alcuni paesi, non più disposti né all’invio di nuove armi, per avere il proprio arsenale svuotato, né per aiutare i profughi ucraini si sentono. In Svizzera con oltre un miliardo di franchi di soldi pubblici calcolati in 24 mesi si è aperto un dibattito politico. Ma in fondo, all’Occidente interessa l’Ucraina solo per quel tanto che serve ai propri interessi, che sono altri dalle pretese di Kiev di arrivare a una vittoria totale su Mosca. L’Ucraina un cadavere che, al momento, viene ancora fatto camminare in vista di piani più estesi. Nelle allegorie evangeliche di Luca si legge: “egli disse loro: Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi”. A fine 2022 il ceo di BlackRock, Larry Fink, ha incontrato in una videoconferenza il presidente ucraino Zelensky per discutere sul progetto di incanalare gli investimenti per la ricostruzione. In base a stime della World Bank, la ricostruzione potrebbe costare circa 350 miliardi di dollari. Altri calcoli portano invece il conto a 1.000 miliardi. La Meloni ha parlato di un Piano Marshall per l'Ucraina. “Dobbiamo fare per Kiev quel che gli Stati Uniti hanno fatto nel dopoguerra per noi. È la vera sfida della libertà e del benessere nel nostro Continente". Intanto il Ministero della verità come unico volto dello Stato, a cui si accoda la reazione scomposta tra chi si stringe attorno ai responsabili, colpevoli della catastrofe stessa. Chi tenta invano di denunciarne la responsabilità e chi diserta ritirandosi nel proprio guscio, oppure applaudendo alla letterina del nazi-golpista di Kiev Zelensky, letta da Amadeus nell’evento musicale della città dei fiori di Sanremo, in cui l'industria dello spettacolo ha assunto il ruolo guida della propaganda nazionalpopolare.
Dopo questa introduzione nella nostra realtà nichilista, in cui i valori supremi si svalutano, mancando lo scopo e la risposta ai perché, smentirò ciò che il fracasso dei grandi commedianti e il ronzio di mosche velenose riempiono il mercato (degli affari), mentre loro i buffoni solenni, fanno ammiccare il popolo che li considera grandi uomini meritevoli di fiducia. Ecco la cronistoria compressa dei principali avvenimenti, andando a ritroso dai fatti più recenti fino allo scoppio della guerra.
Eziologia della guerra in Ucraina Come conseguenza dell’espansione a Est della NATO, e della volontà statunitense di creare un bastione militare occidentale alla frontiera russa, integrando l’Ucraina nella NATO, la Federazione russa dichiarò assolutamente inaccettabile sin dal Summit NATO di Bucarest 2008, in cui venne annunciata l’intenzione di integrare nell’Alleanza Atlantica Georgia e Ucraina. Nel 2014 gli USA orchestrarono un colpo di Stato in Ucraina (rivoluzione colorata), costringendo il presidente filorusso Viktor Yanukovich a lasciare la carica. Tre mesi dopo il colpo di stato di Kiev, e il miliardario americano George Soros ha rivelato a Fareed Zakaria della CNN di essere responsabile della creazione di una fondazione in Ucraina che ha contribuito al golpe contro il presidente in carica e all’insediamento di una giunta sostenuta dagli Stati Uniti. Nel 2014 la Federazione russa si annette la Crimea, dopo che Il 93% degli elettori ha votato per l’annessione. Nel 2021 significativa accelerazione del processo di integrazione de facto dell’Ucraina nella NATO, con importanti forniture di armamenti e grandi esercitazioni militari in comune.
Prima fase della guerra (dal 24 febbraio alla primavera 2022) Con un discorso in diretta TV, il 24 febbraio 2022 la Russia di Putin ha dichiarato guerra all'Ucraina proclamando di non avere nessuna intenzione "di occupare i territori ucraini" ma di aver lanciato un'operazione speciale per difendere le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall‘aggressione ucraina. L'obiettivo finale dell'operazione è proteggere le persone che sono state sottoposte per otto anni al genocidio del regime di Kiev, aggiungendo che Mosca intraprenderà una smilitarizzazione e denazificazione dell'Ucraina, e consegnerà alla giustizia coloro che hanno commesso numerose atrocità contro i civili.
Escalation militare russa Schierando nel dicembre 2021 alla frontiera ucraina un contingente militare pronto all’intervento la Federazione russa, propone agli USA una soluzione diplomatica, sotto forma di bozza di trattato resa pubblica, in cui le principali richieste russe sono: Ucraina neutrale e applicazione effettuale degli accordi di Minsk per la tutela delle popolazioni russofone del Donbass. Gli Stati Uniti ritengono la proposta insoddisfacente, ignorandola e ricorrendo alla “strategic ambiguity”.
Invasione dell’Ucraina Il 24 febbraio 2022 la Federazione russa interviene militarmente in Ucraina, con un contingente militare di circa 180-200.000 uomini, in condizioni di inferiorità numerica di 3:1 circa rispetto all’esercito ucraino. L’azione militare russa evita accuratamente di coinvolgere i civili, non tocca le infrastrutture a doppio uso civile e militare e si configura insomma come “diplomazia armata”. Dal canto suo Zelensky ha impedito a tutti i cittadini maschi dai 18 ai 60 anni di lasciare l'Ucraina.
Trattativa diplomatica Pare che la “diplomazia armata” russa possa avere successo: tra il 24 febbraio e la fine di marzo si tengono sette incontri diplomatici tra Russia e Ucraina, e a fine marzo il presidente Zelensky dichiara ufficialmente ai media russi indipendenti di essere pronto a trattare la neutralità dell’Ucraina e la soluzione del problema delle popolazioni russofone del Donbass.
Ma il 7 aprile 2022 il Premier britannico Boris Johnson in una visita al presidente ucraino, dichiara ufficialmente che “L’Ucraina ha rovesciato i pronostici e respinto le forze russe alle porte di Kiev, realizzando il più grande fatto d’armi del 21° secolo “. Da quel momento in poi, cessa ogni rapporto diplomatico tra Ucraina e Federazione russa. La “diplomazia armata” russa è fallita. Gli asseriti orrori di Bucha furono una messinscena creata ad arte per rendere impossibile il negoziato. Nei primi giorni di guerra, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno “bloccato” la mediazione tra Russia e Ucraina ad opera di Naftali Bennet che stava portando frutti. La guerra poteva finire subito, con un bilancio di un migliaio di morti, forse meno, e con l’Ucraina in possesso di una parte dei territori oggi occupati dai russi, che probabilmente rimarranno sotto il controllo di Mosca a titolo definitivo. Mio di sfollati, centinaia di migliaia di morti, un Paese totalmente devastato, tutto per punire Putin e indebolire la Russia. Per tutti i dettagli e trasparenza la risposta dell'UE all'invasione russa dell'Ucraina il link del consiglio europeo.
Termina per mancanza di spazio consentito, questa prima parte della mia narrazione ad ‘un anno dal conflitto Russia-Nato. In questi giorni di anniversario del conflitto, abbiamo avuto un confronto sulla narrazione imposta dal mainstream e le altre divergenti. Spetta ad‘ognuno di noi valutare socraticamente utilizzando l’arma del dubbio e manovrando abilmente la tecnica della confutazione, mostrando a chi ci sta di fronte l’inconsistenza delle sue persuasioni. Secoli di predominio mondiale hanno forgiato nell’Occidente una presunzione illimitata di grandezza e superiorità, favorendo l’errore fatale di sottovalutazione degli altri popoli. Oggi, armi e tecnologia non sono più ad esclusivo appannaggio dell’Occidente, inoltre la demografia ci vede soccombenti. Ma la alterigia dei nostri demiurghi è tale da renderli ciechi e folli, mentre soffiano sul fuoco della terza guerra mondiale. Chiudo con le parole del filosofo: „L'uomo è l'animale più crudele. Mai egli si è sentito così bene sulla terra come assistendo a tragedie, a corride e a crocifissioni, e quando si è inventato l'inferno, ecco che esso è diventato il suo paradiso in terra“. ▲