Gramsci apriva le pagine de L’Ordine Nuovo (maggio 1919) con un celebre appello: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”. La mia controinformazione è stimolata dalle sempre più numerose manifestazioni in svolgimento
in lavastoviglie “Involtini di pollo. Fette non troppo spesse, mi raccomando, 8 per 4 persone. Dentro ci possiamo mettere prosciutto, un pomodoro, un po’ di peperoni e spezie e del rosmarino. Poi olio, sale e pepe. Inseriamo tutto in quattro buste sottovuoto resistenti al calore, le battiamo con il batticarne e le mettiamo in lavastoviglie”. Altri consigli, da parte degli esecutivi o in seguito DPCM, renderanno più caldo il periodo invernale.
“Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse”. Seguendo il discorso di Orwell, vorrei offrire la mia narrazione e confronto sul senso e sulle conseguenze delle sanzioni in campo energetico per amor di pace alla Russia.
Premessa Rimango scettico verso chiunque oggi venga da me a chiedere il voto, dopo tutti i crimini che sono stati commessi, in questi ultimi due anni e mezzo. Dopo che il “governo dei migliori” ha da tempo apparecchiato il disastro, è piuttosto complicato, sganciarsi dalla dipendenza del gas russo, essendo sì tecnicamente possibile, ma economicamente disastroso.
In un precedente articolo “Le dimissioni del signor Mario”, forse al suo tramonto politico, elenco le possibili ragioni del suo forfait improvviso e inaspettato. Il futuro premier dovrà rispettare i vincoli di Maastricht, il Trattato di Lisbona, l’Agenda 2030 e del PNRR.
che non può e non deve essere considerato uno stupido. Quali porrebbero essere le cause di tale gesto indecifrabile? Vediamo. Dopo essere stato mandato dai poteri sovranazionali, con compiti a noi ignoti, possiamo solo fare riflessione su alcune sue rare affermazioni.
In questa seconda parte esporrò: il secondo conflitto di interessi da parte del ministro Roberto Cingolani, conflitti dell’informazione e alcune considerazioni raccolte dai social. Mi sono chiesto cosa accade se non si rispetta la tabella di marcia, firmata per il PNNR con la Commissione Europea?
“The answer, my friend, is blowin’ in the wind”: avrebbe detto Bob Dylan, il menestrello della generazione della metà degli anni Sessanta. Chiedete al primo che vi capita se sa che cosa sia il PNRR, o il senso dell’espressione NextGenerationEU.
Draghi dichiara: “senza il nostro operato sarebbe andata sicuramente peggio, lo dimostrano i numeri”. Utilizzato su più fronti e con scopi diversi, a cominciare dalla folle scelta di incentrare tutta la lotta contro la pandemia sulla campagna vaccinale compulsiva, per passare a tutti quei provvedimenti che hanno sospeso quasi tutti i diritti civili.
Nella mia controinformazione, evito di ripetere a pappagallo tutto quello che il mainstream narra, e confuto ciò che i giornaloni i vari tg e talk show raccontano. Come per il covid racconto l’altra versione, in modo da proporre altri elementi per ragionare, e confrontare con le varie fonti, dei social network e i media nazionali. Insieme a questi tre elementi, ognuno estrae poi la propria di verità.
È difficile orizzontarsi nell’uragano di parole guerrafondaie che ci rigurgita il mainstream. Indottrinati, dopo due anni di false pandemie, alle menzogne che la neolingua fornisce, a beneficio degli adepti del Socing, le nuove abitudini mentali instauratesi, consentono l’inaccettabile, rendendo impossibile ogni altra forma di pensiero. Sulla guerra in corso è praticamente impossibile avere notizie certe e attendibili, essendo tutto avvolto da una cappa di disinformazione e propaganda.
Se in molti paesi la fine delle restrizioni della pandemia, debba essere accolta favorevolmente e con entusiasmo, non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che una ristrutturazione globale secondo le specifiche del "Great Reset", sta rispettando a pieno ritmo la tabella di marcia dell’agenda 2030. Adesso che il neoliberismo con l’arma dell’informazione distorta, ha creato la nuova distrazione di massa, con la guerra d’invasione o liberazione dell’Ucraina,
Fiero, orgoglioso non senza ragione, il giornalismo dovrebbe essere il cane da guardia del potere, dei poteri. In questo “mestiere da cani” il professionista serio dell’informazione, vigila incessantemente per impedire a poteri di ogni genere di fare danno, ingiustizie, di devastare, razziare la società affidata al cane da guardia incarnato dalla stampa.
22/11/2022
Gramsci apriva le pagine de L’Ordine Nuovo (maggio 1919) con un celebre appello: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza. Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra forza”. La mia controinformazione è stimolata dalle sempre più numerose manifestazioni in svolgimento nei vari paesi. Per i lettori dei giornaloni e teledipendenti, i temi sembreranno noti dalle news lette di sfuggita, e quella che una volta era una “teoria della cospirazione” marginale è ora in bella mostra sotto gli occhi di tutti. Ci troviamo sull’orlo di una rivoluzione epocale, ma senza il consenso delle masse, l’élite atlantista dovrà rivedere i suoi piani, e quindi la loro strategia diventerà sempre più aggressiva, imponendo il socialismo tramite società private piuttosto che dei governi, con caratteristiche da “Amazon Prime”. Si dà ai cittadini l’illusione di potere invertire la rotta, organizzando mobilitazioni e risalto mediatico, sui temi provocati dai dominanti stessi. Questa è la mia interpretazione delle manifestazioni crescenti. Buona riflessione.
Italia manifestazioni controllate Nonostante l’Articolo 11 della costituzione, avrebbe dovuto fare esplodere un dissenso nazionale già da tempo, solo adesso i vertici hanno avuto (da Washington?) il via libera ad esprimere un dissenso. A Roma alla marcia "Europe for peace" organizzata da oltre 500 associazioni, hanno partecipato sindacati, associazioni, presidenti di Regioni, sindaci e gente comune. In questa improvvisa frenesia di pace dettata dall’alto, è in scena l’ennesimo palcoscenico dei politici farisaici, che sfruttano questo teatro mediatico lanciando messaggi ambigui. Così il “pacifinta” Conte aderisce esortando: "Qui non ci sono bandiere ma cittadini che dicono al governo che vogliamo il negoziato di pace, che la strategia finora seguita non funziona". L’altro “pacifinta” e guerrafondaio Letta contestato da molti partecipanti dichiara: "Pace vuol dire fine dell'invasione russa, lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte". Vedere poi Calenda da Milano con Bella Ciao, su sottofondo musicale dire: “Noi siamo titolati a cantarla” è abbastanza imbarazzante, riuscendo a fare peggio dei suoi colleghi sopra citati. Ai microfoni de “il fatto quotidiano” accusati di aver fatto “propaganda pro-Putin”, risponde: “Chiedere il cessate il fuoco? Sì, a patto che non lo si chieda imponendolo agli ucraini, arrendersi agli invasori porta più guerra, non meno guerra”. Riassumendo, i “pacifinti”, sono delle semplici pedine, per aumentare il consenso di un imminente intervento diretto della NATO, mentre in modo omertoso vengono oscurati in almeno trenta città i presidi con le seguenti rivendicazioni: attuare l’articolo 11, taglio delle spese militari, misure contro il carovita, inflazione galoppante, rincaro bollette e cancellazione dell’obbligo vaccinazione Covid per gli operatori sanitari e salario minimo a 1.200 €. Il servizio d’informazione in modalità Istituto L. U. C. E. fa un servizio pubblico parziale. Vorrei vedere i discorsi integrali dei leader Putin o Xi Jinping, e non sempre Biden, Zelensky o il Papa, privilegiando l’informazione e la propaganda dettata da Washington con il copia e incolla. Se Washington la pace non la ritiene conveniente, non s’ha da fa e quindi, manifestazioni in funzione anti-Putin. Adesso che Putin fa sul serio, nonostante alcuni ritiri strategici, il popolo ucraino cannone da macello, a breve alzerà bandiera bianca. Così verrà attivato il sostegno mediatico per creare consenso e improvvisamente i loro camerieri nei parlamenti e Bruxelles, si trasformeranno in colombe bianche, e la gleba dopo avere ammainato le bandiere delle loro nazionali dopo Quatar22, decorerà i balconi con bandiere arcobaleniche salva coscienza e la sigla “peace”. Come per tutte le guerre a conduzione NATO, si sta creando il pretesto, per fermare la minacciosa Russia. Il libro di Marco Pizzuti “Deep State”, spiega molto bene questi diabolici meccanismi, che da 70 anni incendiano il pianeta.
Free Julian Assange Nel giugno 2022 il Regno Unito, ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa per affrontare le accuse relative alla Legge sullo spionaggio e la sicurezza nazionale. Rischia fino a 175 anni di carcere. È un messaggio tremendo per ogni giornalista eticamente sano, accettare una stampa con il bavaglio, che non vigila sulla condotta dei governi, ma criminalizza i giornalisti che fanno cronaca invece che proteggerli. Assange non vincerà il Premio Nobel per la pace per la sua attività di divulgazione, ma passerà come traditore della patria, a differenza di Zelensky o Greta Thunberg vere eroine del pensiero libero atlantista. Le numerose manifestazioni (vedi mappa) nel mondo, rivendicavano a gran voce: “Chiediamo al Regno Unito di non estradare Assange e agli Usa di annullare le accuse affinché Assange sia liberato”. Per color che si professano giornalisti e tacciono, consiglio un serio esame di coscienza. Le 10 rivelazioni di Assange, che in 15 anni di attività, WikiLeaks ha pubblicato oltre 10 Mio di documenti classificati, contengono piani segreti dei governi statunitensi ed europei, di intelligence, e sulle guerre e massacri messe in atto. Vi sono poi intercettazioni imbarazzanti tra politici di spicchio, che mai dovrà essere reso pubblico.
Ghedi protesta alla base militare Nato sabato 17 settembre, presso l’aeroporto militare di Ghedi (BS), con i seguenti slogan: "Fuori l'Italia dalla Nato, fuori la Nato dall'Italia". Tra le proteste l’utilizzo dei fondi militari invece di fare fronte alla crisi economica. Partecipare al conflitto ci costa ad oggi 26 Mrd di euro l’anno, che aumenterà fino a 40 Mrd, ossia il 2% del Pil, come imposto dagli accordi Nato e ribadito dal governo Draghi. Si protesta e si teme di essere uno dei principali paesi bersaglio per le 113 basi Nato-USA su suolo italiano, soprattutto per le nuove bombe nucleari tattiche B61-12 potenziate in Europa che sostituiranno le B61. Insieme ai nuovi ordigni, sono in arrivo i primi caccia F35, attrezzati per il trasporto di testate nucleari. Per un totale di 15 atomiche (presunte) di Ghedi.
Francia, sciopero e manifestazioni delle raffinerie A differenza del S.Ge. Cgil Maurizio Landini, che nell’ottobre 2021, accoglieva Draghi tra applausi e un caloroso abbraccio, Lépine, segretario della Federazione Nazionale delle Industrie Chimiche (FNIC) della CGT in Francia, commenta l’intensificarsi degli scioperi nel settore petrolchimico in Francia con: “Sarà la guerra”! Da settimane i manifestanti paralizzano le raffinerie di Total e ExxonMobil. Numerosi distributori di benzina sono rimasti a secco a causa dei mancati rifornimenti, causando file chilometriche di automobilisti. Macron fa appello “affinché la CGT permetta al paese di funzionare, e un disaccordo salariale non giustifica il fatto di bloccare la Francia”. Nessuna parola o misura concreta sull’inflazione, i rincari dei prezzi al consumo e delle fatture energetiche che stanno distruggendo il potere d’acquisto della classe popolare. Si rivendica una presa di coscienza dei profitti e dei dividendi stratosferici delle multinazionali in questione, grazie anche agli incondizionati aiuti pubblici ricevuti durante e dopo la pandemia. Total ha battuto il record con 19 Mrd di profitti conseguiti in soli 6 mesi. Il suo AD ha visto la sua busta paga aumentare del 52% nel 2021, raggiungendo i 500mila euro al mese. Gli azionisti hanno beneficiato di oltre 2,6 Mrd di dividendi a settembre, mentre ai lavoratori solo le briciole e manganellate. I francesi sono stufi con le politiche di massacro sociale dell’UE e l’escalation bellica della NATO, e non cederanno così facilmente.
La mitteleuropea in tumulto. Nell’est della Germania cresce sempre più il dissenso, verso la politica del governo di Berlino. Come per il resto dell’Europa i temi si ripetono, fino alle probabili misure pandemiche previste, e la richiesta di attivare il Nord Stream 2. Vengono rifiutate l’austerity energetica e altre iniziative del governo che di fatto hanno portato il paese in recessione, con il serio pericolo di deindustrializzazione, e conseguenze tragiche per Mio di persone. Se le repubbliche baltiche e la Polonia sono il bastione più irriducibile dell’opposizione a Putin, la cosiddetta Mitteleuropa, quell’area che va da Dresda a Bratislava passando per Budapest, Praga e più sommessamente Vienna, nutre altri propositi. Le proteste inizialmente marchiate come populiste e di estrema destra, hanno avuto il sostegno della sinistra radicale (Die Linke). Marciando con gli stessi striscioni, ma in cortei separati, partecipano anche i cosiddetti “Querdenker”, quel miscuglio di complottisti, negazionisti e populisti anti-élite che hanno segnato l’onda “anti-vax” e “no-mask”. I cartelli dei manifestanti indicano diffidenza e odi verso i politici, e vorrebbero il ministro dell’Economia Robert Habeck dietro le sbarre.
Proteste negli ospedali per i medici no-vax ricollocati, che non dovranno stare a contatto con i pazienti fragili, dato che torna a salire la curva dei contagi sia del Covid sia dell’influenza tradizionale. Un mix che fa alzare l’allerta ai camici bianchi e i malumori di colleghi che, vaccinati, si ritrovano in reparto con i famigerati no-vax. Il reintegro dei medici no-vax negli ospedali dicono, è pericoloso, si umilia una categoria scoppiata per i turni massacranti e le condizioni precarie degli ultimi due anni. Intanto per un milione di no-vax inclusi i medici e operatori sanitari torna “l’incubo” della cartella da 100 euro. Beppe Severgnini sul Corriere della Sera, il 30 ottobre scriveva: «Tra le misure annunciate dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, colpisce il reintegro anticipato dei medici no-vax. Conosciamo le difficoltà di organico degli ospedali, ma riportare in corsia chi rifiuta la scienza è una decisione strana. La medicina, sull’importanza dei vaccini, è praticamente unanime». Cercasi cronista che ci metta la faccia e scriva: Dovremmo ascoltare il punto di vista di chi osò opporsi, per il bene alla medicina perché non vi è scienza senza confronto, senza testimonianza, senza un incrocio delle esperienze. Reintegrando i medici non vaccinati finalmente avremo la possibilità di incrociare le esperienze mediche e soprattutto di resettare quell’atteggiamento censorio e persecutorio con cui l’Ordine dei medici diventò parte del governo. Chi ha paura del reintegro, sono coloro che ora devono fare i conti con la testimonianza diretta di quei 4mila medici che, pur essendo scoperti dal vaccino, sono ora pienamente in servizio e godono pure di ottima salute.
Mondiali in Qatar. Qui la mappa delle proteste contro le violazioni dei diritti umani. Manifestare pubblicamente in Qatar durante i Mondiali si rischia fino ai cinque anni di carcere. Si va dalle accuse di corruzione avanzate a Mohamed bin Hammam, ritenuto colpevole di brogli elettorali, e le condizioni di lavoro degli operai che hanno costruito gli stadi e delle infrastrutture legate alla Coppa del Mondo 2022. Il Fatto Quotidiano nell'articolo “Qatar, i dati del Guardian: oltre 6500 morti duranti i lavori per i Mondiali di calcio 2022” denuncia una condizione di schiavitù vera e propria con migliaia di morti.
Strumenti per reprimere il dissenso organizzato Amnesty International, lancia una campagna globale, chiamata “Protect the Protest”, per contrastare gli Stati che vogliono erodere questo diritto umano fondamentale. Dalla Russia allo Sri Lanka, dalla Francia e dall’Iran. Dalla falsa pandemia in poi, dilaga un potente mix di divieti, un crescente numero di leggi e altre misure per limitare il diritto alla protesta. Dall’abuso della forza e la progressiva militarizzazione delle forze di polizia, all’aggregazione e sorveglianza mirata, interruzioni di Internet e censura online e abusi e stigmatizzazione. Dalla legislazione restrittiva e il ricorso ai poteri di emergenza. Demonizzazione dei manifestanti, bollati come no-vax, untori, terroristi e minaccia per l’ordine pubblico. Le motivazioni per manifestare sono infinite e giustificate, ma inutili se prive di una formazione adeguata ad interpretare gli eventi, e uscire da dogmatismi condizionati di destra e sinistra che impediscono di comprendere la forza e il piano del “sistema”. Noi spiritualmente decadenti, opportunisti e Internet-teledipendenti, in balia d’una realtà distorta, proteggiamo con le unghie i residui dei nostri sempre più esigui previlegi. Tra artificiose vecchie e nuove crisi virali, meteorologiche, idriche, alimentari ed energetiche, gestite con tutti i mezzi dai padroni del vapore, da noi percepite come naturali. Esse sono e saranno servite a distrarre, dividere, impoverire, controllare, impaurire, demotivare, addestrare, abituare e umiliare, mentre il singolo ha seguito ed eseguito. “È tempo di raddrizzare la schiena e ricordare ad alta voce a coloro che sono al potere il nostro diritto inalienabile di protestare, esprimere lamentele e chiedere il cambiamento liberamente, collettivamente e pubblicamente”, ha detto, Callamard, S.Ge. di Amnesty International.
Senza proclami profetici, credo che solo rimettendo il popolo al centro di un progetto politico e sociale, teso a creare un nesso solidale tra nazioni sovrane, saremmo in grado di opporci seriamente. Che non ci venga in mente di manifestare senza il loro consenso. Andiamo allo stadio o al centro commerciale a svagarci, o meglio ai Rave-party a sballarci, ignorando che il nostro destino è nelle nostre mani se solo lo sapessimo. Tra la maggioranza che blaterano di “pacificazione”, fiducia nella scienza e nell’esecutivo democraticamente eletto, dico che essi sostengono un pazzo mostruoso, chiamato Bispensiero. Un termine della neolingua, che indica il meccanismo mentale che consente di ritenere vero un qualunque concetto e il suo opposto a seconda della volontà del Partito. Ci vorrebbe un vaccino potente per tutti noi, che si chiama responsabilità, e per coloro che sono al comando dovrebbero superare i privilegi, sempre.
25/10/2022
Un consiglio di chef Teutonico per risparmiare sulla bolletta: Come preparare il petto di pollo in lavastoviglie “Involtini di pollo. Fette non troppo spesse, mi raccomando, 8 per 4 persone. Dentro ci possiamo mettere prosciutto, un pomodoro, un po’ di peperoni e spezie e del rosmarino. Poi olio, sale e pepe. Inseriamo tutto in quattro buste sottovuoto resistenti al calore, le battiamo con il batticarne e le mettiamo in lavastoviglie”. Altri consigli, da parte degli esecutivi o in seguito DPCM, renderanno più caldo il periodo invernale. Prima della mia narrativa energetica-geopolitica, getto una fugace occhiata alle vicende politiche nostrane.
Come spiegare i voti che più hanno stupito in negativo? Quelli regalati a Renzi e Calenda e della loro agenda Draghi, dei 5Stelle che hanno avuto consenso al sud con la retorica del reddito di cittadinanza e ora improvvisamente si scoprono pacifisti? Grande soddisfazione, quelli non dati a Di Maio e, a un centrosinistra dichiaratamente atlantista e guerrafondaio. Qualcuno spieghi il ruolo dei senatori a vita, Segre, Monti, Cattaneo, Piano, Rubbia e Liliana Segre, e il sempreverde Giorgio Napolitano. Farebbero da ago di bilancio per fare passare leggi poco chiare, oltre alla pensione dorata? Desta curiosità l’opposizione seria ma “dura” pronunciata da Letta e 5S, che condividono la stessa agenda del nuovo governo. La Meloni, che dopo avere subito un tale bagno neoliberista e mediatico, formerà un governo in cui molti dei quadri si sono formati nei variegati ambiti neofascisti, non dovrebbe preoccupare i vertici. Intanto il ministro della transazione ecologica o del termostato è riservato di diritto a Cingolani che con la sua politica e il Pnrr, che è poi quella dell’Unione europea nel suo insieme, non sono la soluzione quanto piuttosto uno dei problemi. Il futuro Premier trasformista dichiarava nel 2014 “giusto che sul futuro della Crimea si esprima il popolo con un referendum”, oggi dopo la vittoria elettorale annuncia: “Annessioni Russia non hanno valore. Putin è una minaccia”. Il commissario Draghi nella conferenza stampa di commiato ha recintato nero su bianco il campo di azione del nuovo governo: Lealtà alla Ue e alla Nato e nessuno scostamento. In questo Draghi-bis Moody’s avverte: «Probabilmente declasseremo i rating dell’Italia se dovessimo vedere un significativo indebolimento delle prospettive di crescita di medio termine del Paese, a causa della mancata attuazione delle riforme a favore della crescita, comprese quelle delineate dal Pnrr». Il nuovo governo Dragoni ha chiaro quale sarà la gabbia in cui sarà costretto a muoversi, e quali siano le riforme a favore della crescita? Dalla mia sfera di cristallo vedo, che il nuovo governo proseguirà l’azione di smantellamento delle risicate garanzie promosse dal governo Conte1. Reddito di Cittadinanza e parziale modifica della Legge Fornero, che tornerà a tutti gli effetti in vigore dal primo gennaio prossimo, oltre all’ennesima ondata di liberalizzazioni relative a ciò che rimane. Per distrarci, i “pacifisti” Letta e Conte promuovono delle manifestazioni per la pace pro-Ucraina, facendo a gara sui tempi. Il segretario Dem attuerà “sit-in” davanti all’ambasciata russa di Roma, dimenticando il voto dato sui decreti sull’invio di armi, sanzioni e di miliardi di soldi pubblici all’Ucraina (ridotta a carne da cannone). Il tutto senza un’autocritica dei danni provocati e delle responsabilità che il PD e le opposizioni hanno avuto e ancora perseguitano nella disastrosa gestione della pandemia. Sono loro i nemici dello stato e della democrazia, aumentando sempre il rischio di un conflitto europeo, conflitti sociali e aumentando la dipendenza europea dagli USA sul piano energetico, economico e militare. Nient’altro che servile resilienza cari Paperini, ma l’impoverimento crescente dei singoli, sveglierà molte coscienze, e Letta e i suoi compagni di merenda dovranno trovarsi un posto sicuro magari nel West Star”, (bunker antiatomico più grande d’Italia), e fare un sit-in di penitenza per non essere linciati.
Chiusa la parentesi sui camerieri di Bruxelles-Washington, segue il discorso sulla crisi energetica e dei suoi beneficiari, in questa proxy war innescata dai neocon con sede a Washington.
I beneficiari Durante i lockdown vi è stato un crollo dei prezzi delle materie prime e poi, una loro carenza seguita da una rapida risalita appena la produzione è ripresa, dando via libera alle speculazioni. Sul fronte belligerante, ora che la Russia ha deciso di combattere senza guantoni, molti non resteranno più ad ‘attendere dall’altra parte del fiume. Blackrock l’FMI e le istituzioni bancarie di stampo atlantiste, dando in delega ai governi EU, usano strumenti fiscali e tariffari, insieme all’indebitamento per trasferire altra ricchezza verso la finanza, per cui le bollette e la probabile patrimoniale sono l’arma. La guerra, il rincaro bollette e l’inflazione unite all’alleanza atlantista-europeista sono l’alibi e noi il target. Il prezzo a lungo termine, saranno le nostre casette e infine i risparmiucci. Fino al 26 settembre 2022, i rifornimenti di gas dell’Unione arrivavano principalmente dalla Russia, tramite il gasdotto Brotherhood, che attraversa l’Ucraina. Vi è poi il gasdotto Nord Stream, nonché il Turkish Stream cui non può essere effettuata la manutenzione a causa delle sanzioni adottate dalla Unione Europea. Infine, Il Nordstream2 (bloccato come un'arma geopolitica), che dalla Russia attraverso il Mar Baltico fornirebbe l’Europa. Sull’attentato ai Nordstream, i sospettati (vedi link) sono noti. Di fatto, il razionamento e un’impennata dei prezzi di cui l’uno incentiva l’altro, obbligano l’Europa e per “nostra” volontà politica a condurre una transizione energetica forzata. Con la narrativa distorta che i russi bloccano ogni fornitura, il bastone armato dei Neocon (la Nato), metterà l’Europa davanti a scelte energetiche immediate. Intanto il Ministero della verità ipotizza attacchi futuri da parte dei russi con armi nucleari tattiche, ad Internet o altri gasdotti. Io analizzo il sabotaggio, come atto di guerra contro Germania, Olanda, e Francia, che sono i principali finanziatori dei gasdotti insieme alla Russia. L’unico modo in cui la Germania può ripristinare gli scambi con la Russia è ritirarsi dalla NATO, rendendosi conto di esserne la principale vittima. Il giorno dopo l’attentato ai Nordstream, è stato inaugurato, un nuovo gasdotto con terminali in Polonia “Baltic Pipe”. Domanda: voi quando volete chiudere il gas a casa, fate esplodere il tubo o girate il rubinetto? Se non si registrano carenze di gas, anzi gli indici di stoccaggi in Europa superano di media il 90%, perché salgono i prezzi? I fatti dicono, che gli stati vassalli di Washington obbligati ad ‘imporre le sanzioni alla Russia, e dal via libera della UE di speculare sul gas e di invadere i mercati europei con il GNL, sono le vittime principali di questo mostruoso piano premeditato. I maggiori beneficiari sono le numerose aziende distributrici statali, e aziende come Chevron, ExxonMobil e Shell, insieme alle centinaia di appaltatori di perforazione e spedizione che lavorano con loro, che vogliono aumentare massicciamente le esportazioni verso un’Europa opportunamente affamata di gas. Indovinate chi abbiamo tra gli azionisti di Golar LNG (il rigassificatore da piazzare nel porto di Piombino)? L’onnipresente fondo BlackRock, già azionariato della Pfizer, che ne possiede il 4,1 per cento delle azioni, e figura come maggiore azionista di molte delle principali aziende statunitensi che esportano gas liquefatto, come Cheniere Energy, Tellurian e Sempra. Insieme alla Borsa di Amsterdam anche quella di Chicago è sotto il controllo di un’unica istituzione finanziaria privata, l’Intercontinental Exchange (ICE), i cui azionisti sono ancora Vanguard Group, Blackrock e Morgan Stanley. Non poteva mancare ENI che ha aumentato i profitti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso del 600%. ENI compra a basso costo dai Russi e rivende a prezzi da 10 a 15 volte più alti agli italiani, con la protezione e benestare del governo che ne è il maggior azionista. Gli extra profitti in forma di dividendi vengono distribuiti agli azionisti tra cui i soliti noti fondi di investimento. Insomma, una banda di parassiti che lucra sulle disgrazie del proprio popolo. Salvatore Carollo (ex dirigente Eni), alla domanda sul rapporto tra guerra in Ucraina e prezzo del gas afferma: “fondamentalmente nessun rapporto con la guerra perché non c’è stato un solo metro cubo di gas che è mancato. La stessa quantità allo stesso prezzo. L’unico luogo dove il prezzo è cambiato (attualmente si registra un aumento di più di 15 volte) è stato alla borsa di Amsterdam che però abbiamo deciso noi di usare come riferimento per la vendita di gas al consumatore italiano”. Perché lo Stato che è anche esso azionista dell’ENI, non verifica i guadagni e chiede più trasparenza, invece di chiedere ai cittadini altri sacrifici? Ci dica la Meloni cosa intende fare dei ricchi dividendi che incasserà lo stato. L'Olanda sta facendo una valanga di soldi, grazie all’impatto positivo del mercato di riferimento europeo sul prezzo del gas (Ttf), ed è contraria ad ‘un tetto ai prezzi. La Finlandia intanto ha deciso di chiudere qualsiasi tipo di importazione di gas russo e per sopperire al suo fabbisogno sta comprando GNL dall'Olanda, che lo importa dalla Russia. La Norvegia ora primo fornitore di gas alla Ue, in sette mesi ha fatto 60 miliardi di ricavi, con un surplus del 300%. Come nelle favole che ci raccontano i non eletti di Bruxelles, non è proprio l’esempio più onorevole di solidarietà europea. I fatti dicono che i Neocon hanno ottenuto molto, dall’operazione Ucraina. Rilancio NATO in grande stile, Finlandia e Svezia nuovi futuri membri, cattura egemonica dell’Europa totale ed irreversibile almeno per qualche anno, vendita armi e shale Oil. I signori della globalizzazione che si stringono intorno all’Ucraina, gestiscono la produzione e la vendita del grano ucraino, forniscono anche le sementi, colonizzando il paese non solo geneticamente. Il resto sarà preso dopo la guerra. Basta spostare la tendina del mainstream che offusca ciò che tento di raccontare, scoprendo l’immagine gentile di un mondo senza cuore e senza anima, che parla per slogan, educando al semplicismo fascista.
Proposte ridicole, dal consiglio di riscaldarsi un po’ meno a qualche contributo per coprire parzialmente l’aumento del prezzo del gas o dell’energia elettrica. Altra farsa, di mettere un tetto ai prezzi, sapendo che i prezzi non li stabilisce più la UE. Putin avverte: "Chi mette il price cap resta tagliato fuori". In Italia abbiamo l’Arera che costituisce l’attuale autorità vigente per quanto riguarda l’intero settore di riferimento. Sono i singoli stati ad ‘acquistare il metano al di fuori dei contratti siglati con la Russia, e in particolare dove è presente la sede l’Intercontinental Exchange (ICE), che gestisce lo scambio dei contratti del gas all’interno del TTF, e funge da hub per l’Europa. Mentre i governi e la UE discutono sul da fare, i sovrapprofitti dei falchi sopra menzionati aumentano ogni giorno, confermando che la sovranità sta nei mercati, non più nel popolo o dei loro rappresentanti.
Eppure, basterebbe:
• Revocare le sanzioni alla Russia e fare un accordo pluriennale per la fornitura del gas
• Fare accordi di fornitura del gas esterni alla borsa speculativa di Amsterdam
• Tassare al 90% i sovrapprofitti fatti dalle aziende del settore in questi mesi
• Una transizione ecologica dell’economia fondata sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sul risparmio energetico programmato e non imposto
Nessun stato UE propone queste soluzioni, mentre tutte le Authority tacciono. A parte la Serbia, che a sua volta è fortemente sanzionata dalla UE, siamo tutti sotto estorsione praticata da queste organizzazioni criminali e dispotiche che si fanno chiamare EU, NATO, FMI o Blackrock.
Qual è la minaccia più grande per noi resilienti? il riscaldamento globale, la guerra nucleare, la crisi economica, i lockdown energetici o pandemici? La guerra ucraina è fuori controllo, e pensare di destinare congrui fondi alla guerra mentre qui imperversa freddo e disoccupazione, va oltre il realistico. A lungo temine, quella più probabile è la crisi climatica, cui sono molto impegnati i signori del denaro, a trasformare questa emergenza, in guadagni colossali. Del pianeta a loro interessa poco anzi affatto. Per loro, vi sarà sempre un luogo sul pianeta con abbondante cibo, acqua e comodità di ogni genere e che li terrà al sicuro. Non illudiamoci sul ruolo del tutto mistificatorio dei movimenti ecologisti e dei Friday for Future, recite organizzate dagli stessi signori del denaro per imbonire soprattutto i giovani. Sfruttando l’Armageddon, ossia un collasso ambientale o gravi disordini sociali o un’esplosione nucleare o magari un virus inarrestabile. Coloro che hanno portato avanti questa folle agenda, vogliono semplicemente salvare la pelle nel “giorno del giudizio” e fuggire dal resto della plebe. Sarà la forza incontrovertibile degli eventi che ci renderà più coscienti, uniti e meno resilienti? Londra “Don’t pay UK” fa da apripista, e noi che si fa? Pratichiamo la disobbedienza civile nei confronti di questa maggioranza politica incolta, prepotente, arrogante, parassitaria e di stampo autoritario.
Andiamo a scuola di disobbedienza da Goffredo Fofi, che nel suo saggio Elogio della disobbedienza civile spiega la differenza tra disobbedienza civile e nonviolenza? Quando i cittadini hanno il dovere di opporsi a uno Stato ingiusto e come possono farlo. Qualunque cosa si faccia, che sia culturale, sociale o politica, sapendo che le strade sono molteplici (“non esiste la via”, ammoniva Nietzsche) ma che la meta è una. Basta vigile attesa e tachipirina.
30/09/2022
“Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse”. Seguendo il discorso di Orwell, vorrei offrire la mia narrazione e confronto sul senso e sulle conseguenze delle sanzioni in campo energetico per amor di pace alla Russia. Vi sono due ragioni che hanno fatto “volatizzare i prezzi” energetici. Prima i dissesti delle catene di fornitura post fine Covid lockdowns e poi le conseguenze della speculazione sui derivati alla borsa di Amsterdam, mascherate dalle sanzioni alla Russia. Il razionamento energetico invocato come per i vaccini, la panacea di tutti i mali, e i rincari delle bollette consentiranno di discriminare e impoverire i meno abbienti (noi), e quindi sarà potere oligarchico con la complicità dei governi al loro servizio. L’emergenzialismo crea speculazione finanziaria, e i governi corrotti invece di contrastarla, pensano solo di ritagliarcisi un proprio stagno per pescare nel torbido. Il solito trucchetto retorico degli Oratores (sacerdoti del pensiero unico) mediatici che seminando confusione e paura, e i Bellatores (classe dominante) fingono di avere un piano fatto di decreti aiuti bis, per i Laboratores (i precari) con estensione dei crediti d’imposta per le aziende e rateizzazione extra per le famiglie. (Fusaro docet). "There is no alternative" (TINA), recitano i nostri politici nostrani che nel periodo di marketing elettorale riescono sempre a far saltare la lancetta dello schifometro, con le loro promesse farisaiche, chiedono di riparare i danni che loro stessi hanno delegittimato. Attraverso le privatizzazioni hanno svuotato lo Stato del controllo su settori strategici come l’energia, trasporti, sanità, comunicazioni e, a breve, l'acqua.
È bene ribadirlo, che le sanzioni per il loro effetto a boomerang, non sono state fatte contro la Russia ma contro i popoli europei, con eccezione di Olanda e Norvegia che ne stanno traendo grossi profitti. L’esplosione dei prezzi delle materie prime risale allo scorso anno, prima del periodo post pandemia, dello scoppio della guerra in Ucraina e delle sanzioni. Decisiva è stata la liberalizzazione dei prezzi dell’energia decisa dalla santa Unione Europea. Grazie a contratti a lunga scadenza l’Europa ha sempre ottenuto a prezzi bassi il gas Russo. Sanzionando il nostro maggior fornitore di energia, finalmente la filiera del gas naturale liquefatto (GNL) con la sua nuova logistica in versione small scale e il relativo mercanteggiamento borsistico (spot) della sua compravendita, è diventato competitivo per gli speculatori, e il suo principale fornitore gli USA. Il Ministero della Verità, narra che sui mitici mercati vi sia un confronto tra offerta e domanda di quantità effettive di materie prime. In realtà la gran parte degli scambi riguarda prodotti finanziari derivati, scambiati sulla piazza di Amsterdam, presso il mercato virtuale TTF (Title Transfer Facility). La UE segreteria di Washington, in nome della pace, a breve metterà un tetto sul prezzo del gas e del petrolio russo. La Russia a sua volta taglierà le forniture relative ai paesi che metteranno in pratica tale decisione. Geniale strategia finanziaria e mediatica, quella di puntare il dito contro il ricatto russo, sulla tempesta perfetta in arrivo.
Perché gas naturale liquefatto? Ovvio per poterlo trasportare più agevolmente con le navi gasiere! Il servizio di Small Scale prevede che navi metaniere di dimensioni ridotte (da mille a 15 mila metri cubi) possano caricare il GNL direttamente presso i terminali FSRU (Floating Storage and Regasification Unit) per rifornire le navi a GNL o per consegnarlo ai depositi costieri, nei porti del Mediterraneo. Un impianto di rigassificazione galleggiante è una nave lunga più di tre campi da calcio, messi in fila. La sovrastano enormi gobbe sferiche, quali serbatoi frigoriferi a forma di bomboloni, che saranno riempiti e svuotati con gas naturale mantenuto a 161 gradi sotto lo zero allo scopo di stiparne 600 metri cubi di gas aeriforme in un solo metrocubo liquido. Cingolani, tranquillizza i piombinesi di accettare con entusiasmo i rigassificatori per almeno due anni. Diamoci una risposta, preferiamo la guerra con la Russia o il Gas Esplosivo a 160 gradi sotto lo zero? Nel sito ufficiale OLT Offshore LNG Toscana viene presentato il progetto previsto per la conversione di una nave metaniera la “Golar Frost” in un terminale galleggiante di rigassificazione. Nonostante le feroci proteste nel porto di Piombino, da parte della popolazione e degli ambientalisti, aveva ottenuto lo scorso ottobre l’autorizzazione da parte del governo e d’intesa con la Regione Toscana, per il caricamento di GNL su navi metaniere di piccola taglia. In Sardegna esiste un progetto simile da parte di SNAM (infrastrutture energetiche) di costruzione del gasdotto GALS. Per Ravenna si fa sapere che lo si costruirà fuori porto a 10 km con un rischio minimo. Dal Ministero della verità nessuna conferma o smentita, e ancor meno approfondimenti da parte del servizio d’informazione pubblico.
Quanto è green il GNL? L’esecutivo, senza nessuna consultazione parlamentare, facendo leva sul caro bolletta e sulla necessità della transizione green, sembra ignorare gli altissimi costi del gas naturale liquefatto e sui danni ambientali connessi alle tecniche di estrazione. Secondo il centro studi francese Carbone 4 le emissioni di CO2 sono due volte e mezzo maggiori rispetto a quelle emesse dal gas che arriva via gasdotto, delle quali il 21% dalle fasi di liquefazione, trasporto e rigassificazione, tutti passaggi in più rispetto all’impiego diretto del gas naturale aeriforme. Oltre l’impatto catastrofico della tecnica “Fraking utilizzata per l’estrazione del gas, si aggiungono i possibili incidenti e rischi. Basti ricordare il caso della stazione di Viareggio di 13 anni fa, in cui vi erano una ventina di vagoni contenenti gas liquefatto. Moltiplicando le bettoline che si occupano di prelevare il carico delle navi gasiera e ipotizzando che ciascuna abbia una sua capacità di carico di 10 mila metri cubi (circa 3,5 bombe di Hiroshima per bettolina) ne serviranno 17 per svuotare il mostro (170 mila metri cubi) parcheggiato giorno e notte nel porto di Piombino. Un porto relativamente piccolo ma con un traffico intensissimo (i cittadini dicono no rigassificatore). E pensare che nel 2018 la commissione dell’ambiente della Camera dei deputati, insieme ad ‘altri paesi europei, aveva approvato una risoluzione che escludeva ogni tipo di attività legata al Fraking. I governi sostengono un ambientalismo/ecologismo di facciata. Il cosiddetto greenwashing altro non è che una strategia di marketing finalizzata a costruire un’immagine ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale. Sverniciando di “green” i propri prodotti e/o dei processi di lavorazione, spesso allo scopo di far abbassare l'attenzione sugli eventuali difetti del prodotto stesso o di attività tutt’altro che etiche per la realizzazione. Come l’accaparrarsi lauti compensi di risorse pubbliche, avvantaggiati dall’omertà di stampo mafioso che dilaga impunita. Le attuali rinnovabili non consentono una produzione energetica idonea a coprire il fabbisogno dell'industria, dei servizi, dell'artigianato, dei trasporti, della sanità, o i consumi civili, per discontinuità, non programmabilità e scarsa resa alla fonte. È in arrivo una nuova finestra di Overton sul nucleare, che convincerà noi glebe disperata e impoverita, con l’uso della neolingua martellante: necessaria, sostenibile, pulita, conveniente, occupazione, stabilità politica, basse emissioni CO2. Nel caso di proteste sono disponibili le parole: chiusura imprese, povertà, blackout, razionamento, rischio perdita della proprietà e altre cose inaccettabili.
Putin ricatta l’Europa? Premesso che allo stato attuale, la formazione del prezzo del gas naturale non dipende dalla reale domanda o offerta dello stesso. Non vi è scarsità di gas, avendo molti paesi sufficienti riserve e non vi è al momento nessuna interruzione o diminuzione delle forniture da parte di Mosca. La crisi è data dall’aumento determinato dal trading (acquisto e vendita di titolo finanziari) su contratti derivati (contratti a termine di una determinata quantità a un prezzo e a una data prefissati). Il gas scambiato realmente è però solo una minima parte. Il resto è opera della “mega-macchina” estrattiva di valore, fatta di scambi virtuali a mezzo di contratti future più e più volte negoziati. Si specula sul prezzo, senza alcuna consegna della materia prima alla scadenza del contratto. Soldi per fare soldi, a prescindere dai rapporti economici reali e dalla reale dimensione del mercato, avvelenando i pozzi con la narrativa della crisi bellica, provocata dal macellaio Putin. Dovremmo chiederci come le democrazie occidentali possano sostenere lo scontro con l’autocrazia russa, se non riescono a tutelare i propri cittadini contro la finanza speculativa? La politica attuale che in blocco ha votato per le sanzioni e l’invio di armi all’Ucraina, potrebbe fare molto per ricondurre la finanza ad un ruolo subordinato all’economia. Ma il neoliberismo ha annichilito la politica sostituendone i suoi rappresentanti, e rendendo il Sacro Occidente un dispositivo automatico di macchina lobbistica. Questo non escluderà conflitti interni alle oligarchie, anzi, gli scontri tra lobby d’affari sono più cruenti delle diatribe ideologiche. Vallo a spiegare a Paperino con le bollette in mano.
Usando la metafora di Paperino che prende le botte in testa, e nel ridere delle sue disavventure, il cittadino in realtà ride inconsapevolmente della propria condizione. È palese il paragone tra Paperino, personaggio che subisce ogni angheria senza mai accennare al dissenso, e l’atteggiamento assunto dai popoli negli ultimi anni. Sempre col capo chino, e costretto alle peggiori restrizioni, come i poveracci nella realtà, ricevono la loro buona dose di botte così anche lui impara ad abituarsi alle proprie. In questa società del godimento senza limiti, il papero sopravvive speranzoso ed ebete euforia che non perderà i pochi previlegi ancora rimasti.
Ma adesso ci penserà la Ducetta, che riempie di speranza il papero sfigato citando San Francesco: "Comincia a fare quello che è necessario, poi quello che è possibile e alla fine ti scoprirai a fare l'impossibile. È quello che abbiamo fatto noi". Concludendo commossa "Questo è il tempo della responsabilità, questa una notte di orgoglio e riscatto". Forse Paperino, non sa che la prassi abituale per ogni nuovo Premier italiano (Cominciò De Gasperi) è per prima cosa di prendere un aereo diretto a Washington? La Meloni ha fatto meglio, con passo deciso e smagliante a inizio “operazione speciale” da parte della Russia in Ucraina, si è presentata alla grande convention dei Conservatori in Florida. E mentre il pubblico dalla platea urlava “Go Giorgia!”, lei sorrideva citando gli antichi romani: “Si vis pacem, para bellum”, se vuoi la pace, prepara la guerra. Di facciata e dilettantistici i commenti dei giornali esteri nel dopoelezioni, che parlano di pericolo fascista ignorando, le dichiarazioni atlantiste della leader dei conservatori europei. Il papero è confuso ma tranquillo, dalle dichiarazioni della Casa Bianca che essendo le elezioni italiane affari loro e non degli elettori avvertono in stile mafioso: “Chiunque diventerà il nuovo primo ministro italiano, il presidente americano ‘‘dovrà avere una conversazione precoce e prendere le misure di quella persona”. E il rincaro delle bollette pensa ansioso Paperino, ci penserà la Ducetta? Dallo stato sovranazionale chiamato UE interessa assai poco che un governo sia quasi fascista o meno. L’importante è che si adegui alle scelte fatte da Bruxelles (sulla guerra, l’austerità, le privatizzazioni, il taglio del debito pubblico, PNNR ecc.). Oppure «abbiamo gli strumenti per ricondurlo all’ovile», risponde con gelida minacciosità Ursula von der Leyen. Mi chiedo fino a che punto il cittadino Paperino potrà resistere avendo assimilato il verbo della resilienza? Potrà la resistenza che è silenziosa, ferma, ostinata sulla propria posizione, dura come sasso, là dove la resilienza è flessibile, adattabile, fantasiosa, avere la meglio? Paperino pensa che la resistenza non fa per lui, che è dei forti, cose o uomini che siano, e si avvia da Zio Paperone per un prestito per potere pagare le bollette e il carovita non più sostenibili.
Conclusioni Stiamo andando verso un autunno molto caldo (per alcuni freddo), e giocando da mesi con il fuoco, vedo all’orizzonte, proteste sociali, desertificazione industriale e recessione. A una crisi produttiva se ne potrebbe accompagnare una finanziaria che peggiorerebbe enormemente la prima. Non dovremo scegliere fra i condizionatori e la pace ma aspettare per capire se nel nostro futuro ci sarà la recessione o una guerra mondiale. Sono convinto che se le elezioni in Italia si fossero fatte a dicembre, il quadro politico sarebbe stato completamente diverso, per un semplice motivo. Perché a fine settembre arrivano le bollette che segneranno ciò che sarà l’inizio dell’autunno. Di conseguenza le forze politiche antisistema si sarebbero potuto organizzare e proporre meglio, e vi lascio pensare chi avrebbe votato il cittadino. Nel prossimo intervento mi occuperò dei beneficiari, dell’ennesima emergenza e del programma del nuovo governo, che chiamarlo nuovo sembra un eufemismo.
09/09/2022
Premessa Rimango scettico verso chiunque oggi venga da me a chiedere il voto, dopo tutti i crimini che sono stati commessi, in questi ultimi due anni e mezzo. Dopo che il “governo dei migliori” ha da tempo apparecchiato il disastro, è piuttosto complicato, sganciarsi dalla dipendenza del gas russo, essendo sì tecnicamente possibile, ma economicamente disastroso. Mi aspetterei dai partiti che hanno a cuore la sorte dei cittadini e chiedono il nostro voto, di fare una sola cosa di buon senso: basta con le sanzioni, torniamo a normali rapporti commerciali con la Russia! Mentre le grosse coalizioni – centro destra, centro sinistra, terzo polo e M5S sono esentate dalla raccolta firme per la presentazione delle liste, i partiti che si collocano fuori dal sistema della politica nazionale hanno dovuto rincorrere i firmatari tra ombrelloni e lettini, o nelle città deserte durante l’estate. Che poi abbiano riempito le piazze, e raccolto un consenso importante, durante la fase pandemica, viene ignorato sia dal mainstream che dai detentori del vapore. Al meeting ufficiale di Cernobbio nella lussuosa Villa d'Este, si raccoglie l'establishment italiano, e il confronto tra i big degli schieramenti politici si “accende”. I temi sono quelli noti, dall'incombente crisi autunnale trainata all'inflazione, alla guerra e all'aumento dei costi dell'energia. Il rischio che a pagarla siano i soliti noti, cioè le famiglie e i lavoratori è ben più che fondato, ma di questo le ricche star politiche non si sono occupate. Si è taciuto che grandi compagnie come ENI e altre nel settore energetico, hanno realizzato in questi mesi 42 miliardi di extra-profitti speculando sul prezzo del gas, mentre migliaia di piccole e medie imprese rischiano di chiudere. A trent’anni dal trattato di Maastricht, l’Italia è in una fase ininterrotta di declino. I salari reali si sono ridotti, la disoccupazione e la precarietà sono esplose. A colpi di 90.000 giovani formati l’anno, molti sono espatriati. Lo stato è sempre meno efficiente e sempre più aggressivo e incattivito. L’università e la ricerca sono state umiliate, la scuola è diventata la gabbia per giovani nevrotizzati e smartphone-dipendenti. Il sistema sanitario pubblico è stato smantellato e le pensioni sempre più miserabili. Ci avevano detto che con l’austerità avremmo risolto il problema del debito pubblico accumulato negli anni ’80, quando vivevamo al di sopra delle nostre possibilità. Ricordo questo quadro come promemoria, del ceto neoliberale che ci ha governato in questi ultimi decenni, con un gioco delle parti e di ruolo chiamato bipolarismo, che di fatto si sovrappone nelle decisioni, e si anima di toni accesi in prossimità delle elezioni. Ebbene i sondaggi indicano la vittoria di Fratelli D’Italia, che probabilmente capitanato dalla Meloni ogni giorno più atlantista, governerà con il PD, e già si auspica un ritorno di Draghi che si è detto disponibile a proseguire il lavoro iniziato. Quando capiremo, che ormai la politica è al servizio della finanza, e che il teatrino delle elezioni, serve unicamente per rinforzare questo concetto? Sui temi ricorrenti in questa campagna elettorale, si parla del rincaro delle bollette, del sostegno all’Ucraina, ma si evita di affrontare il tema emergenza sanitaria (Covid e green pass), e dei responsabili dei danni sociali e alle persone causati in questi ultimi due anni, e le conseguenze future. Si evita di parlare dell’astensionismo e dei cittadini indecisi in vista dell’appuntamento con l’urna, mentre è palese la sfiducia degli elettori che ha raggiunto percentuali preoccupanti, in alcuni casi è diventata maggioranza. Dai sondaggi viene fuori un astensionismo al 40% degli aventi diritto al voto. I cittadini vorrebbero votare una classe politica competente, responsabile e con alto senso etico. Come si conciliano queste aspettative, se nei cittadini stessi risultano pervasivi la scarsa sensibilità civica, bensì uno spiccato individualismo che produce disinteresse verso la partecipazione democratica? Dunque, una società cronicamente apatica, frammentata e individualista pervasa dal populismo e dai social, in cui non si fa nulla per stimolare il civismo nella comunità. Il tutto vissuto tra i media tradizionali e i social virtuali, in cui ambo le parti giocano all’interno del sistema due partite apparentemente opposte. I partiti si ricordano della cittadinanza soltanto quando bisogna votare, mettendo in secondo piano programmi e progetti per il bene del nostro Paese. Nei social virtuali domina lo scontento e catastrofismo generale, con proposte da parte di candidati di gruppi emergenti, irrealizzabili, o vuoti di soluzioni specifiche sul come cambiare ciò che promettono. È facile e ammiccante dire fuori dalla NATO, UE o euro. Ma l’alternativa e l’approfondimento di certi processi rimane assente, per mancanza di competenze e soprattutto per mancanza di rapporti e relazioni con i Padroni del Vapore. Senza il loro supporto nessuna rivoluzione sociale è pensabile, anzi sono loro che di fatto hanno avviato una transazione epocale che possiamo chiamare Grande Reset, Agenda Draghi o 2030, NWO, new green deal o come vi pare.
Come dare ancora fiducia, al partito unico “centro-destra-sinistra” neoliberale che si candida a gestire una tempesta perfetta in arrivo? Promettendo le stesse ricette avventuriste e fallimentari che le hanno provocate, a cominciare dalla fallimentare strategia pandemica e una gestione geopolitica suicida nei confronti del nostro principale fornitore di risorse naturali. Lo annunciano senza pudore nei loro proclami che chiunque vincerà, azionerà il pilota automatico e l’Agenda Draghi ripretenderà. Con l’arrivo delle veline di Biden e della von der Leyen sulla scrivania del premier bisognerà seguire scrupolosamente le semplici istruzioni che ben conosciamo. Il risultato comunque vada, sarà prevedibilmente un pasticcio che consegnerà un nuovo Parlamento senza forma e spina dorsale. Pronto per evitare guai peggiori al paese, ed essere consegnato a fine legislatura ad un nuovo governo tecnico, probabilmente a guida PD. Questa fase terribile prelude a qualcosa di molto molto peggio e che si schianterà sulla parte più debole dell’Italia prestissimo, in un autunno di fame, razionamenti, forse reclusioni e, certamente proteste di massa. Dopo questa lunga e agghiacciante premessa, mi chiedo, come agire il 25 settembre? Senza dare eccessiva importanza ad ‘un voto, che in passato si è dimostrato inutile, sono consapevole che la decisione per avere un paese diverso, un paese che si riveda nella Costituzione repubblicana, necessita di un cambio di mentalità e di paradigma esistenziale da vivere giornalmente. Cosa serve venire chiamati ogni cinque anni per stabilire chi ci governerà, se le promesse non vengono poi mantenute, né dai partiti, né dai singoli che spesso a legislatura in corso cambiano casacca, o i governi raramente arrivano a fine mandato? Non credo nei nuovi “Gate keeper”, e non darò la mia fiducia a questa classe politica, con le motivazioni che seguiranno. Non volendo passare per il bastian contrario, indicherò le ragioni del mio astensionismo e i requisiti o illusione che dovrebbe avere il futuro Presidente del Consiglio dei Ministri e il suo schieramento politico che presterà giuramento al Palazzo del Quirinale.
Le ragioni del mio astensionismo
Non essendoci più diversi partiti in rappresentanza di diverse idee, ma solo il Partito Unico Neoliberista, votare in queste condizioni sarebbe come tornare a votare la lista unica ai tempi del fascismo. Tutti i partiti dichiarano che il voto oltre a essere un diritto è un dovere, e che se andassimo tutti a votare, cambierebbe finalmente qualcosa. Gli elettori si dividono in questi gruppi. Gli indecisi malinformati che seguono i TG e Bruno Vespa, voteranno di pancia con le indicazioni dei sondaggi, all’ultimo istante. Gli opportunisti, che seguiranno a sostenere il loro partito d’interesse. I menefreghisti, sfiduciati e interessati più al calcio o le “happy hour” come valvola di sfogo. I giovani in generale, sedati dai social, giochi online e musica tambureggiante e demenziale, che disinformati su tutto, vivono un nichilismo passivo e consumistico a favore dell’élite. L’astensione non è un’arma vincente, ma un’estensione di causa. Come per il divorzio, non significa che tu ti accomodi da un’altra parte. Non schierandosi, si comprende che questo matrimonio non sa più da fare, perché siamo stati traditi, e di fatto cornuti. Facciamoci un esame di come il sistema abbia potuto fregarmi e ridurmi senza lavoro, dignità e povertà? Credetemi, il politico con le sue decisioni vi cambia la vita e produce dei danni. Quindi, divorzio dalla politica, dal partito o politico di riferimento per camminare con le proprie gambe, e maturare la consapevolezza di non dipendere da loro, facendo nuove scelte. Navigare nel buio affidandosi alla casualità, che altri prenderanno decisioni per me, dopo che hanno tradito con false promesse e atti criminali e incostituzionali. Dando loro il mandato, significa non essere più proprietari delle proprie scelte e vita, ma carne da macello di coloro che ci manipolano, e ne traggono profitto, mentre io affondo sempre più, è puro masochismo intellettuale.
Il mio non è sovversivismo nichilista che alimenta solo l’idea paranoica del sospetto, di “Gate Keeper” e traditori in ogni dove. Non una psicosi che ha perso ogni capacità di afferrare la complessità e contraddittorietà del reale. Non teorizzo l’astensionismo elettorale come arma politica anti-sistemica. Il mio teorema è: “il nostro popolo è quello che non vota più, lì dobbiamo stare. Partecipare alle elezioni è fare il gioco del sistema. In apparenza c’è una contraddizione di opposti tra il fenomeno di non recarsi al voto e quello di usare la scheda elettorale per esprimere protesta e volontà di cambiamento. Trattasi in verità di due lati della stessa medaglia. Due modi in cui si manifesta la stessa sostanza, dove la sostanza è la crisi di egemonia dell’élite dominante, quindi il divorzio tra questa e le masse popolari. È un mio diritto, pagando le tasse più salate al mondo, decidere di scegliere i dipendenti che debbano lavorare e garantirmi oltre al diritto del voto, uno stipendio congruo in rapporto al costo della vita. L’accesso a dei servizi pubblici efficienti, istruzione garantita a tutti, lavoro a tempo indeterminato, acqua pubblica gratuita, vigilanza sui costi dell’energia oltre alla sicurezza del territorio e altre voci menzionate nella nostra costituzione. Mentre l’élite crea distrazioni di massa, o reali chiamate crisi da loro stessi generate, loro restano concentrati, mentre noi corriamo dietro ad ogni scempiaggine, come il voto, impegnandoci ogni volta come se fossero questioni fondamentali. Intanto siamo sempre più divisi ed in disaccordo, che abdichiamo ad ogni divide et impera. Vi è qualcosa di più divisivo di un’elezione? Più forte sarà l’astensionismo e più debole sarà il fronte liberista variamente articolato. Anche se l’astensione dal voto non è una merce spendibile in tempi brevi, siamo ancora alla resistenza passiva. È solo questione di tempo e capiremo tutti, che i nostri governanti non sono più al nostro servizio. Assistiamo ora a questa umiliante corsa alle firme dell’ultimo secondo, con un’opposizione non all’altezza della situazione, distanti dai movimenti e dalle loro basi, disinteressate a forme di ribellione che accompagnino la chiamata alle urne. Si potrebbe impedire a tutti loro di rientrare nei palazzi del potere, ma questo lo si può fare solo rifiutandosi di sottostare ai loro giochi, delegittimando qualunque cosa, per poi procedere con una manifestazione nazionale senza scadenza. Del resto, siamo milioni, ma purtroppo questi milioni si recheranno alle urne e si sentiranno sazi con questo gesto. Rimango scettico verso chiunque oggi venga da me a chiedere il voto, dopo tutti i crimini che sono stati commessi. Dovremmo agire ricordando che quel che è accaduto e sta accadendo è semplicemente troppo grave. Se fossimo molto più forti e coraggiosi e molto meno deboli e rammolliti, oggi noi sapremmo già che il 25 settembre a votare non ci andrebbe proprio nessuno, e ci prepareremmo ad un dissenso pacifico ma convinto perché uniti. Le prossime elezioni giungono in anticipo per ingannarci, per restituire legittimazione e dignità a coloro che a noi le hanno tolte.
30/08/2022
In un precedente articolo “Le dimissioni del signor Mario”, forse al suo tramonto politico, elenco le possibili ragioni del suo forfait improvviso e inaspettato. Il futuro premier dovrà rispettare i vincoli di Maastricht, il Trattato di Lisbona, l’Agenda 2030 e del PNRR. Non avendo la sovranità in politica estera, monetaria, energetica, ogni politica nazionale seria è impossibile. I rappresentanti del popolo lo sono soltanto nominalmente, essendo in realtà degli esecutori degli ordini di Bruxelles o Washington. Ogni sforzo populista o sovranista per liberarci da questi vincoli, sarà inutile. Da qui l’inutilità di queste elezioni farsa, utili solo a consolidare le gerarchie all’interno dei partiti per il mantenimento delle ambite poltrone. Vi è poi la stortura che non posso scegliere direttamente i miei rappresentanti, ma dare un mandato ai partiti, sperando che mettano in atto le loro promesse. Pensando al valore del voto, negli ultimi dieci anni, hanno mai governato i partiti che abbiamo votato, o vinto le elezioni? Nella giostra dei criceti, gli stessi partiti che fino a ieri governavano uniti e felici commissariati da Draghi, ora possono tornare a correre liberi, magari riscoprendo identità inconciliabili. Riproponendo una contrapposizione tra centro-destra e centro-sinistra che nemmeno nella loro propaganda o programma elettorale, irrisoria nei contenuti, riescono più a rendere credibile. In piena estate con una scadenza elettorale urgente, le opzioni “populiste” di Salvini e del M5S sedate dal governo Draghi, hanno fatto improvvisamente saltare il banco. Seppure i mezzi d’informazione politicizzati, belino una fiducia e interesse per la campagna in corso, in verità i politici senza distinzioni si trovano a fare i conti con una credibilità verso il proprio elettorato colata ormai a picco. In fin dei conti è dal 2011 che il popolo non vede realizzarsi un consenso politico nella stanza del supposto potere, e sembra che non se ne sia fatto troppo una ragione, preoccupato com’è di sbarcare il lunario e impaurito dalle emergenze a raffica presenti o incombenti.
Ma veniamo alle elezioni annunciate. Dopo alcuni giorni con lo spread minaccioso, e le previsioni catastrofiche dei giornaloni di mezza Europa, che annunciavano l’imminente disastro, come un velociraptor Sergio Mattarella, dopo il bluff delle dimissioni non accettate di Draghi, è corso a sciogliere le Camere, lasciando il governo nelle sue funzioni, e convocando le elezioni politiche per il 25 settembre.
Requisiti del nuovo governo. Ricordando gli obblighi e la tempistica del PNRR, e del periodo difficile che non consente pause negli interventi indispensabili per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale. In particolare, l’aumento dell’inflazione, e dall’aumento artificioso dei prezzi energetici. Stabilito ma a conoscenza di pochi questi parametri del PNRR, dovranno essere messi in pratica da un programma già fissato e immodificabile con revisioni ogni sei mesi da parte della UE. Il teatrino elettorale deve servire soltanto a stabilire chi nel puzzle delle micro e macro-formazioni politiche già presenti nel Parlamento appena sciolto, si assumerà servilmente l’incarico. Il futuro governo subirà oltre l’aumento dei tassi di interesse, uno “scudo anti-spread” che farà rivivere sotto altro nome il famigerato Mes. Tradotto: niente scostamenti di bilancio, nessuna politica sociale non garantita da tagli di spesa su altre voci e da introiti per privatizzazioni dei beni o servizi pubblici, rendendo aria fritta qualsiasi promessa elettorale.
Il verbo imperante è impedire che entrino in campo altre proposte, anche confusamente “di rottura”, con idee e progetti di società radicalmente differenti, usando i seguenti strumenti:
- Tempi stretti, per mettere in piedi un programma credibile
- Obbligare i partiti emergenti a raccogliere 60mila firme in pochi giorni senza fornire spesso i moduli
- Ridotti a santuari del servilismo, gli organi d’informazione, ignorando le nuove realtà politiche
che resteranno fuori dai giochi, fuori dai sondaggi e lontane dalle poltroncine dei talk-show politici
- La scheda elettorale avrà esclusivamente le formazioni vallette del sistema
- Sarà un’unica corsa tra i tre poli che di fatto pur promettendo dei cambiamenti, formeranno un unico blocco a servizio dei poteri ultra-nazionali
Le parti in causa sono speculari le une alle altre. In questo pastone, una melma informe e puzzolente, di figure patetiche in cerca di una collocazione che consenta loro di mantenere una poltrona.
Ecco come si presentano:
Primo Polo La coalizione di centrodestra: Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e partiti minori
Secondo Polo La coalizione di centrosinistra: PD si schiera con +Europa e l'alleanza di Verdi e Sinistra
Terzo polo formato da Azione e Italia Viva e altri scappati di casa
Movimento Cinque Stelle va da solo al suo declino inesorabile
Formazioni minori che potrebbero superare la soglia di sbarramento del 3%, Italexit favorita
Il loro profilo
MS5 Il suicidio del movimento grillino lascia sul terreno un 20% di elettorato deluso da un soggetto che prometteva di rivoltare l’Italia e invece si è rivelato un barcone senza timone né bussola sospinto dalle supercazzole di un improbabile comico. Sparirà dall’orizzonte dei partiti di peso, e farà da stampella alla maggioranza di turno. In fondo il loro lavoro Grillo e Casaleggio di “Gate Keeper” l’hanno svolto egregiamente. Creare un partito/movimento in grado di raccogliere il dissenso e il malcontento della gente, rielaborarlo e infine disattivarlo. Missione risuscita in pieno rafforzata dalla speranza di vedere sparire Gigino Di Maio il politicante più triste che il paese abbia mai visto scodinzolare. Poi c’è Giuseppe Conte, che la gente non riesce proprio a dimenticarselo, essendo stato colui che ha inventato il Green pass, e i DPCM settimanali, osannando la gestione Speranza nella crisi sanitaria e sostenendo il governo Draghi, (da cui era stato finestrato) fino a ieri. Manco Di Battista (che si è tirato fuori dai giochi) potrà aiutare. Tipico esempio di “Gate Keeper” appunto.
Centrodestra cerca di rifarsi una verginità politica fuori tempo massimo, dopo essere stato al governo Draghi, Conte I e le opzioni “populiste” vennero sedate. Berlusconi e Salvini stanno al gioco della Meloni, per adesso, mentre lei cerca di convincere gli alleati e i sovrani euro e americani di essere perfettamente allineata ai dettami dei colonizzatori. Una patriota che chiede il permesso di vincere le elezioni e che bussa alla porta di Palazzo Chigi. In tacito accordo con il PD la continuità di fondo tra la gestione del sistema di accoglienza dei migranti, i lager libici, i respingimenti in mare e l’attacco all’attività delle ONG, in fondo, che sono aberrazioni prodotte da Minniti e continuate, tra un rutto e l’altro, da Salvini.
Centrosinistra Il PD al governo da due legislazioni senza voto popolare, ha appoggiato, la crisi pandemica, calpestato vari diritti ai lavoratori, negando politiche favorevoli alla crisi ecologica e climatica. In prima linea nella svolta autoritaria e antidemocratica nel nostro paese. Partecipazione attiva all’escalation della guerra in Ucraina, ritorno al carbone, trivelle e tutta quanta la falsa transizione ecologica e PNRR. Insomma, il pilota automatico dell’Unione Europea a suon di condizionalità e quindi privatizzazioni e tagli a salari e stato sociale. Fa senso lo slogan elettorale: “Insieme per un’Italia democratica e progressista”. Il PD e i suoi alleati o cespugli, da alcuni ancora definiti in termini di sinistra radicale sono da anni le mosche cocchiere del neoliberalismo. Il PD chiama all’unità, all’arginare contro le destre (come se ancora ci credesse qualcuno) per salvaguardare la continuità dell’agenda Draghi!
Terzo Polo la “nuova” coalizione composta da Italia Viva di Renzi e Azione di Calenda si propone come alternativa. La novità che poi c'era già con i grillini, che non contando più una cippa, si fa finta di niente. Essendo dei fuoriusciti blasonati più o meno decaduti dagli altri due poli, prevale il sospetto della necessità di fermare ad ogni costo il proprio partito di provenienza. Fa abbastanza specie che se ne accorgano solo adesso, dopo aver avallato per anni cose decisamente discutibili. A parole, il Terzo Polo vuole il ritorno di Draghi a Palazzo Chigi e l'attuazione della sua agenda. Non è che si rischia di fare come Totò e la Fontana di Trevi? Guardando i numeri, Renzi al 2,7% vicino alla soglia di sbarramento, mediamente tra i peggiori leader per indice di gradimento personale, dovrebbe ammettere, che non ne vuole sapere di ritornare ad essere un cittadino normale. Su Facebook, si rivolge direttamente ai suoi potenziali elettori: "abbiamo deciso di provarci, non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità". Quindi lancia un appello ai suoi: "adesso tutti al lavoro con Carlo e gli amici di Azione per salvare l'Italia dai sovranisti e dai populisti".
Formazioni minori o Partiti Antisistema ignorati, bistrattati e temuti con l’obbligo della raccolta delle firme, non hanno nessuna possibilità di contare qualcosa. Etichettati come no-vax, sovranisti, neofascisti, i barbari di Capitol Hill. Si omette che poi nei mesi bui pur se ignorati dal mainstream, sono stati gli unici a dimostrare di riuscire a raccogliere il consenso delle persone, a riempire le piazze. Ma questi “violenti”, le botte non le davano, le prendevano. Manganellate e idranti a tutta forza, perché reclamavano il rispetto di basilari diritti costituzionali come quello al lavoro, alla dignità, alla libertà. Provando a tenerli lontano, fuori, i progetti politici come Italexit o Italia Sovrana e Popolare non devono essere sottoposti al vaglio del popolo. Impedire al malessere di esprimersi, vuol dire alimentarlo con la rabbia, costringerlo a scatenarsi diversamente. Molti candidati come Paragone, Toscano, Messora o Fraisese sono conosciuti dalle piattaforme digitali: Byoblu, Radio Radio, Canale Italia, Casa del Sole TV, Visione TV. Oltre alla galassia dei gruppi di Telegram e altri nati dal dissenso, anche se a volte utilizzati per diffondere contenuti propagandistici estremisti online. Se avessimo lo strumento del diritto e della politica disponibile sotto forma di piattaforma digitale, e delle norme efficaci contro i monopoli tecnologici, saremmo noi stessi ad eliminare gli eversivi, che usano la rete come rifugio delle loro nevrosi.
Conclusioni La carta Draghi fu giocata dai dominanti non solo per produrre una spinta ulteriore verso un regime tecnocratico, ma anche per provare a ridisegnare l’intero sistema politico di una Seconda repubblica che si voleva traghettare decisamente verso la Terza. Questo disegno è miseramente fallito, ed è il terzo in dieci anni. Da Monti, ad un terzo polo populista, rappresentato allora dal M5S, al fenomeno Renzi, un mix di nuovismo e di apparente efficientismo “anti-casta” che resse, fino a quando il Bomba mancò il colpaccio dello scasso costituzionale, perdendo il referendum del 2016. Vennero poi i due governi Conte, osteggiati da tutto il mainstream continentale, per arrivare al governo dei “Migliori”. Con l’Operazione Covid, è arrivata la ghiotta occasione anch’essa fallita, che i dominanti aspettavano da tempo, quella della piena rivincita sul populismo, affidata appunto a Draghi. L’attuale bipolarismo è falso. Utilizza la crisi Covid, la guerra, le bollette alle stelle e la Ue per compattare intorno a sé l’elettorato. Per evitare l’astensionismo temuto da tutti i partiti, è stato inventato in poche sedute un terzo polo, essendo l’unico a poter togliere elettorato al non voto o alle destre. Ci hanno inculcato che nel panorama politico italiano, dobbiamo scegliere da che parte stare, mentre il nemico è al di fuori dei nostri confini, e manovra sapientemente i nostri destini. Abbiamo costruito una società che, nel migliore dei casi, ci addestra alla furbizia, mai all'intelligenza, e finiamo per credere che basti sempre una mossetta capace di sbilanciare chi ci sta di fronte per passargli davanti in fila, e questo basta a pensare di aver avuto successo. Questo paese e la sua classe dirigente vanno semplicemente ricostruiti da capo.
26.08.2022
che non può e non deve essere considerato uno stupido. Quali porrebbero essere le cause di tale gesto indecifrabile? L’Agenda Draghi comprendeva la distruzione creatrice insita nella “Operazione Covid”, ovvero una violenta ristrutturazione sociale e politica del nostro Paese. Il disegno era ben noto e aveva la regia della potentissima Trimurti mondialista: la finanza speculativa parassitaria (Black Rock, Vanguard e State Street), con il sostegno della confraternita cybercapitalista della Silicon Valley e la tecnocrazia euro-liberista. Il signor Mario avrebbe dovuto proteggere l’impresa da eventuali tempeste esterne e interne, sia la garanzia del rispetto rigoroso delle obbligazioni già assunte dal Conte Bis con l’Unione europea e la Bce. Le sue dimissioni sono dunque un colpo durissimo per le élite mondialiste e le loro filiali eurocratiche e atlantiste. Vediamo. Dopo essere stato mandato dai poteri sovranazionali, con compiti a noi ignoti, possiamo solo fare riflessione su alcune sue rare affermazioni.
Mario ci rassicura che il vaccino è indispensabile per non morire e che il Green Pass permette di ritrovarsi in ambiente asettico dal Sars-Cov2. “Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono” e “Il Green pass è una misura con i quali i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. È una misura che dà serenità, non che toglie serenità”.
Mario tratta il parlamento come un subalterno, intimando di non fargli perdere la pazienza sennò pianta tutto e ci lascia a piedi. “Il governo è qui per fare le cose”.
Mario da primo della classe, senza indugio, dichiara che manderà armamenti all’Ucraina. Per la pace naturalmente. “L’invio di armi e l'applicazione di sanzioni, dannose anche per noi, sono strumenti necessari che dobbiamo usare per difendere l’Ucraina e la nostra democrazia, la nostra libertà e i nostri valori fondanti”. A un giornalista che aveva osato chiederli sulla necessità di tale decisione, presa senza dibattito parlamentare, Mario si esprime così: “Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas può essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo? La pace o star tranquilli con l’aria condizionata tutta l’estate? Lei cosa si risponde su questo? Preferisce la pace o il condizionatore acceso? È questa la domanda che ci dobbiamo porre”.
Da non dimenticare, che sull’invio delle armi Draghi si lamentava che l’esecutivo fosse “ostaggio” del Parlamento.
Mario è incerto sul significato del pagamento in rubli del gas russo, né il pagamento in euro o dollari poi riconvertito in rubli, e balbettando si esprime così: “Non ho capito bene quel che ho capito, ma, ripeto, posso sbagliare”.
Mario, chiedendo al Parlamento un nuovo patto di fiducia e se fossero pronti a una ricostruzione del patto. Concludendo il suo intervento: “Sono qui, in quest’aula, solo perché gli italiani lo hanno chiesto. Questa risposta a queste domande non la dovete dare a me, ma la dovete dare a tutti gli italiani”.
Abbandono Forse è stato messo lì da un’autorità occulta, con una modalità non corrispondente alla democrazia, come già i signori Ciampi, Dini e Monti. Essendo un tecnocrate, a lui interessava il profitto. In questo caso, secondo la logica del Great reset, un profitto che si identifica con la nuova normalità e il neo-linguaggio che liturgicamente proclamano: sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale, resilienza, 5G, valute e tracciamento digitale, transumanesimo. Un profitto dovuto dopo l’impegno e gli investimenti profusi per decenni. Senza dimenticare l’esigenza dell’egemonia economico-militare sul mondo del nostro padrone feudale USA. Credo che l’abbandono di Draghi, è da cercare nella responsabilità di questa politica fallimentare che sta per portare l’Italia alla tempesta perfetta, nei seguenti punti.
1. Crisi energetica causa sanzioni Russia e anni di politiche per il “climate change”
2. Inflazione e rialzo dei tassi con conseguente crollo dei mercati finanziari già in corso
3. Crisi finanziaria per il debito arrivato al 170% del Pil causa lockdown
4. Depressione economica probabile, causa 1 e 2
5. Scandali per i morti e disabili post vaccinazione che sono in costante aumento
6. Sconfitta Nato in Ucraina malgrado la valanga di aiuti, addestramento e armi a Volodymyr Zelensky
Ipotizzare che Mario Draghi si voglia defilare in tempo, è del tutto comprensibile
Vedere al meeting di Rimini le ripetute ovazioni durante l’intervento del premier dimissionario, da parte di tutte le forze (meno le nuove antisistema), a ogni suo passaggio importante, è la prova più schiacciante che anche un bambino capirebbe. Ovvero che chiunque andrà alla guida del governo, seguirà l’agenda Draghi, che ho trattato a sufficienza, in articoli precedenti. Quindi Draghi è venuto, acclamato dai poteri ultra-sovranisti, per iniziare l’opera di smantellamento già iniziata dal governo Conte I e II, e da buon tecnocrate, per alleggerire la tensione, in vista dell’autunno caldo previsto, ha abbandonato al modo di uno “Schiettino” di turno. La storia mi darà ancora ragione.
18/06/2022
In questa seconda parte esporrò: il secondo conflitto di interessi da parte del ministro Roberto Cingolani, conflitti dell’informazione e alcune considerazioni raccolte dai social. Mi sono chiesto cosa accade se non si rispetta la tabella di marcia, firmata per il PNNR con la Commissione Europea? Mi preme fare una premessa, che riguarda l’accordo sul Recovery Plan. La Commissione non ha in alcun modo preso in considerazione la risoluzione del Parlamento di Strasburgo che aveva chiesto di triplicare le risorse destinate al Programma “Rights and Values”. Uno strumento fondamentale per aiutare le organizzazioni della società civile di tutta Europa. Infatti, il bilancio pluriennale europeo appena adottato non prevede alcun incremento di fondi per il non profit, e quindi il prezzo sull’accordo lo paga la società civile di tutta l’UE! Non solo in termine di soldi, ma nel ruolo sempre più determinante di arginare le politiche antidemocratiche e xenofobe, attuate da governi che non verranno in alcun modo sanzionati per le ripetute violazioni dei diritti civili e politici, ignorando così i diritti delle minoranze.
Conflitto di interessi
Roberto Cingolani del ministero della transizione ecologica - € 59,47 mld le risorse del Pnrr
- ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda, Visiting Professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University (Giappone) e alla Virginia Commonwealth University (USA)
- direttore scientifico dell'Istituto italiano di tecnologia (Iit)
- comitato scientifico della Fondazione Leonardo, il think tank della Leonardo Finmeccanica Spa
- consigliere nel board della multinazionale Illycaffè Spa
- membro della task force guidata da Vittorio Colao
Conflitti
1) È opportuno che un ministro della Repubblica autorizzi una nota multinazionale a continuare le sue attività "controverse", quando dieci giorni prima di essere chiamato al governo, da manager di un'azienda privata, aveva chiuso un accordo con quella stessa multinazionale? Leonardo, l'azienda di Stato che annovera tra i suoi dirigenti lo stesso scienziato con la carica di CIO chiude un accordo con la multinazionale belga Solvay per la creazione di un laboratorio di ricerca congiunto dedicato allo sviluppo di materiali termoplastici e di nuovi processi di produzione, fondamentali per l'industria aerospaziale.
2) Nel gennaio del 2022, firma decreto per rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale (Aia) per l'esercizio dell'impianto chimico della Solvay, stabilimento di Rosignano Marittimo (Livorno). Il colosso belga della chimica produce soda e sversa i residui a mare. Da tempo è accusato di inquinare il territorio dove produce anche perché come si legge nei documenti assembleari «negli ultimi tre anni ha sversato a mare 688 mila tonnellate di solidi sospesi e 88,7 tonnellate di metalli pesanti», dal mercurio al cromo fino al nichel. https://www.nexteu.it/pnrr-italiano-cose-cosa-prevede-2/
Conflitti dell’informazione
Mai come in questo momento la stampa gode di cattiva stampa. Soprattutto per i conflitti di interessi degli editori. Eccetto pochissimi casi, i giornali sono nelle mani di imprenditori che hanno interessi prevalenti in altri settori dell’economia e sui quali pesa il sospetto di confezionare “prodotti” che non hanno a cuore quello di informare correttamente i cittadini, ma di supportare i loro variegati affari.
È eclatante l’esempio della c.d. “Rivoluzione verde e Transizione ecologica”, i cui slogan ambientalisti sono arrivati ai più alti livelli della politica, diventando mainstream. Questo successo è un merito sia dei movimenti ambientalisti attivi da decenni, sia, e in particolare, delle forti mobilitazioni recenti giovanili dei Fridays For Future e di Extinction Rebellion. Ma erano solo dei bei slogan. Già nella premessa del PNRR il focus sembra chiaro: crescita! Quale messaggio va in conflitto tra crescita economica e crisi ecologica? Si ragiona di “gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti” senza menzionare con una parola la quantità dei rifiuti prodotti, e, lo spaventoso aumento di oggetti monouso in questi anni pandemici?
Tutto si concentra sull’attuazione stessa del piano e i suoi risultati economici e finanziari. Vorrei una campagna mediatica che incita a modificare le nostre abitudini quotidiane, ad una riduzione degli sprechi, ai costi pazzeschi per lo smaltimento dei rifiuti che produciamo. Il servizio pubblico dovrebbe avvicinare i giovani alla natura, con programmi e rubriche dedicate al tema, dato che la scuola latita. Mai una voce che metta in luce la relazione tra crescita e sviluppo da un lato e la sostenibilità ambientale dall’altra. Basta pubblicità sul nuovo SUV ibrido, da 2.5 tonnellate a 80.000 euro, ma pillole ecologiche giornaliere. Fateci un lavaggio del cervello sull’ambiente, ma per salvarla non per lucrarci, che ne avete i mezzi e storytelling addomesticanti. Nel capitalismo della sorveglianza che agisce nella rete, si rischia di fare all’umanità quello che il capitalismo industriale ha fatto alla natura, ossia di delegare un potere immenso alle corporation, che permettere di conoscere il comportamento umano e di influenzarlo a vantaggio di altri. Invece ci chiedono sacrifici e di spegnere il condizionatore.
Altri conflitti
gli alti papaveri della Difesa brindano al Pnrr
l’housing sociale fa brindare gli immobiliaristi
Trasparenza
È in atto un’indagine paneuropea su questo mastodontico fondo che si finanzia emettendo debito pubblico. La Corte dei conti europea (ECA) ha definito questa strategia "un importante cambiamento nelle finanze dell'UE" e ha avvertito che esiste "un'evidente necessità di controlli efficaci su come vengono spesi i soldi dell'UE e sul raggiungimento dei risultati attesi". Tramite il progetto #Recovery Files si reclama sulla mancata partecipazione dei Parlamenti europei alla stesura dei Recovery Plan, in quanto alcuni di questi piani contengono controverse riforme pubbliche. Le decine di richieste di accesso agli atti (FOIA, Freedom Of Information Act), fatte dai giornalisti di Recovery Files sia alla Commissione Europea che ai governi degli stati membri, e della documentazione riguardo i negoziati che hanno portato ai piani attuali resta segreta e lettera morta. In questo link i risultati del team sono stati citati in un documento del Parlamento europeo.
La sanità
Dopo la pandemia di Covid-19, sembrano giustificate le critiche mosse per gli investimenti in sanità. In particolare, quella di non aver investito adeguatamente sulla prevenzione e sull’assistenza territoriale. Sono dell’idea che non basta investire nella tecnologia e nell’innovazione, è necessario, puntare sul personale sanitario. Per questa Missione Salute il PNRR ha destinato € 15,63 miliardi, pari all’8,16% dell’importo totale, per sostenere importanti riforme e investimenti a beneficio del Servizio sanitario nazionale, da realizzare entro il 2026. In particolare, Si punta sull’assistenza domiciliare con progetti di telemedicina proposti dalle Regioni. La realizzazione di 381 presidi sanitari a degenza breve, gli “Ospedali di comunità”. Per finire con le “Case di Comunità”, presidi sociosanitari destinati a diventare il punto di riferimento, accoglienza e orientamento ai servizi di assistenza primaria di natura sanitaria. Altre voci del piano sono: Rinnovare i sistemi digitali, rafforzare gli strumenti di raccolta, elaborazione e analisi dei dati per garantire la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), e altre che potete scoprire nel documento ufficiale del PNNR alla voce Missione Salute. Il percorso verso un’assistenza sanitaria realmente digitale sarà lungo e tortuoso. Oltre alle cartelle cliniche, c’è anche il problema di assicurare uno scambio di informazioni protetto per quanto riguarda i dati dei pazienti, che rappresentano una miniera d’oro per i cybercriminali, che cercano in tutti i modi di rubarli per poi monetizzarli. Abbiamo sistemi di protezione adeguati?
Uso della neolingua
Per l’uso del piano si è usato la parola resilienza, che la psicologia ha preso a prestito dalla fisica e dall’ingegneria per indicare la capacità delle persone di reagire di fronte a gravi situazioni di difficoltà. È diventato poi un vocabolo ricorrente nel discorso pubblico, utilizzato in contesti molteplici e adottato da angolazioni politiche e culturali. In seguito, se ne è appropriata la neolingua neoliberista, che evitando un pensiero che definisca con chiarezza i problemi che possono nascere in visioni conflittuali, e le loro soluzioni, accoglie, ingloba, assorbe e, in definitiva, addomestica ogni pensiero critico. In definitiva, il sogno inconfessabile di ogni padrone quello di governare schiavi docili e mansueti. Vi consiglio la lettura del nuovo libro di Diego Fusaro “odio la resilienza”.
Considerazioni raccolte nei social
- più che una recovery è una svendita del paese alle mafie finanziarie e criminali.
- Non credo che un paese così infiltrato di politici falsi corrotti e incapaci, nonché ignoranti possa farcela a gestire questo presunto rinnovamento. Spero solo di non essere chiamato nei prossimi anni, quale cittadino, a risarcire anche stavolta in solido altri danni economici
- La realizzazione di tre sole di queste riforme (giustizia, pubblica amministrazione, appalti pubblici) occuperebbero l'attività di un'intera legislatura, ammesso che il governo in opera duri almeno 5 anni consecutivi. In altre parole, i nostri parlamentari dovrebbero dimenticare gli interessi personali e delle lobby che rappresentano e, una volta tanto, fare quelli del Paese.
- Solo un dubbio: chi controllerà che le riforme, ad esempio quelle sopra indicate, non realizzino solo gli interessi a favore delle lobby rappresentate dai parlamentari?
- Niente di nuovo quindi, la solita gestione "emergenziale" che consente di saltare le gare d'appalto e affidare direttamente i lavori ad amici, parenti e tangentari.
Cosa accade se non si rispetta la tabella di marcia?
L'elenco dei progetti e delle riforme da finanziare deve essere credibile e rispondere a tutte le richieste Ue, ma il calendario deve essere realistico perché, ha messo in evidenza il commissario Paolo Gentiloni, se non si rispetta la tabella di marcia i fondi saranno interrotti.
Caro-materiali
L’aumento del costo dei materiali è fuori controllo. Ecco quanti miliardi spenderà in più Ferrovie per le opere del Pnrr. Link Non vi sono ancora serie analisi sull’aumento dei costi per le altre missioni del Pnrr, ma è fuori dubbio che si sforerà su parecchi investimenti previsti, e ciò provocherà inevitabili ritardi e tensioni tra le regioni e il governo sui costi da sostenere non previsti.
Politiche di austerità
L’austerità nella UE ha il suo passaggio cruciale nell’irrigidimento del Patto di stabilità. Con l’arrivo del Governo Monti nel 2011, infatti, ogni stato membro deve ridurre il rapporto debito/PIL al 60%, valore da raggiungere in venti anni. Se prima della pandemia, il rapporto debito/PIL sfiorava il 135%. Nel 2020 siamo arrivati al 155% causato dal deficit necessario per contenere le conseguenze dell’emergenza. Il Patto di stabilità attualmente è sospeso, ma non eliminato. Per il PNRR gli stati membri anticipano i soldi per i progetti con fondi propri e presentano due volte l’anno alla Commissione una richiesta di pagamento del contributo finanziario, che avviene al raggiungimento di traguardi e obiettivi concordati, indicati nel PNRR approvato. Questo meccanismo sopra spiegato, applicato al Recovery Fund, è che se dal 2023 l’Italia non avvierà una nuova stagione di “riforme” inclusa una nuova stagione di austerità, e dovesse prevalere la posizione dei paesi frugali, i fondi ricevuti nel Recovery Fund non arriveranno, ma la UE si riprenderà anche l’anticipo arrivato ad agosto 2021 al governo italiano. Dunque, riduzione della spesa pubblica e aumento dell’imposizione fiscale dal momento che, solo così facendo, si riduce il rapporto debito pubblico/PIL. Nel passato le politiche di austerità hanno sempre aggravato la situazione, peggiorato la bilancia del settore privato, riducendo l’occupazione, il reddito e quindi il gettito fiscale, spingendo il paese verso l’insolvenza. Insomma, niente di buono all’orizzonte.
BlackRock cerca di convincere il mondo a investire sulla transizione energetica
Come ultimo punto meritevole di raccontare, sulla più grande società di investimento, che gestisce un patrimonio totale di oltre 10 000 miliardi $, e che consiglia d’investire sulla transizione energetica. In contraddizione al momento guerreggiante tra Russia e Ucraina per procura Nato, costringendo gli Stati a riaprire le centrali a carbone per sopravvivere. I soldi per il PNRR che arriveranno dall’Unione Europea non potranno essere spesi secondo le volontà e le necessità democratiche, popolari e parlamentari. Al contrario, è la stessa Unione Europea a farci sapere che tali risorse potranno essere spese esclusivamente per “sei pilastri fondamentali, a cui almeno il 37% della dotazione al sostegno per la transizione verde compresa la biodiversità. È bene precisare che la Commissione Europea ha affidato al più grandi fondi di investimento al mondo, BlackRock, la consulenza per la regolamentazione ambientale in materia bancaria, con un palese il conflitto di interessi. Dovendosi esprimere a livello legislativo/istituzionale su banche sulle quali poi va ad investire. Ma il punto cruciale è un altro. Il fondo ha un patrimonio in gestione di circa 8.000 miliardi di dollari. Che cosa conta il popolo italiano, di fronte a tale magnificenza? Nulla, la democrazia non esiste più, è solo un brutto ricordo.
Conclusioni
Il sistema per mettere le mani (sporche) sui miliardi europei e senza tanti complimenti, ormai è chiaro a tutti i pensanti, o lo sarà ai sempre più poveri cittadini italiani, ai quali il futuro sarà stato rubato dai Migliori di oggi. Mi chiedo per finire, se il Pnrr e le sue migliaia di parole sono attualmente l’unico appiglio che l’Italia ha per sperare in un futuro migliore? O resterà solo un costoso documento (in termini di tempo ed energie) da tramandare agli storici, che un domani si domanderanno: chissà perché si parlava così tanto di resilienza e così poco di stipendi e diritti? Pensateci un momento. Questi soldi del recovery Fund non sono soldi dell’Unione Europea ma soldi italiani che noi diamo a loro e che ci vengono restituiti per fare quello che viene dettato da Bruxelles. In definitiva, il prezzo da pagare, è che noi cediamo la sovranità parlamentare perché dal 2023 il nostro Parlamento dovrà solamente ratificare cose che verranno decise da Bruxelles. Vi piace questa nuova democrazia?
Per finire con le parole del filosofo Diego Fusaro: “Essere resilienti significa subire le aggressioni di chi ha il potere senza battere ciglio. Eppure, di fronte all'ingiustizia non dovremmo essere resilienti. Non dobbiamo sopportare, dobbiamo ribellarci!”
24/05/2022
“The answer, my friend, is blowin’ in the wind”: avrebbe detto Bob Dylan, il menestrello della generazione della metà degli anni Sessanta. Chiedete al primo che vi capita se sa che cosa sia il PNRR, o il senso dell’espressione NextGenerationEU. Le risposte cadrebbero nel vento. Forse perché nessun cantante rap canta ancora questi temi o forse perché è mancata la giusta comunicazione da parte delle trasmissioni prestigiose del servizio pubblico o Mediaset? L’interesse si crea con l’informazione e la sensibilizzazione, e sembrano proprio queste a latitare sul tema. Perché la politica non si è appropriata nella propaganda nei confronti dei giovani e non solo? Magari per il timore, che una volta creata l’informazione, intuisca il rischio di sentirsi fare il verso dalla Greta di turno con i vari bla bla? Vorrei fare servizio e chiarezza unendo come al solito i famosi puntini. Da parte della UE, è stato chiamato o imposto Draghi, per la gestione di tutti quei miliardi, derivanti dalle risorse dal Next Generation EU, affinché prendesse a differenza di Conte le consegne, dai circoli che contano. Mi riferisco all’eterna Italia lobbista, affarista e tangentista. Conte venne estromesso, quando era all’apice della sua carriera politica, in modo incostituzionale perché era chiaro che non avrebbe accettato molti punti, del documento che illustra le proposte di allocazione delle risorse, da parte dei leader della UE. Qui il link e documento ufficiale del PNNR. Riassumo le parole chiave per seguire il mio discorso.
- Recovery Fund, il programma per sostenere gli stati UE, e favorire gli Stati membri con livelli di reddito nazionale pro capite inferiori alla media
- Il programma Next Generation EU si articola in un dispositivo principale, noto come “Recovery and resilience facility” (RRF) che rappresenta il 90% dell’importo, e una serie di fondi ulteriori che compongono il restante 10%, di cui il più importante è il React-Eu. È l’evoluzione dell’iniziale progetto di un fondo di ripresa (da qui la dicitura “Recovery Fund”). Questo piano da 750 miliardi di euro messo a punto dalla Commissione Europea per supportare gli Stati Membri nella ripresa post-pandemica. Due sono gli strumenti del Piano: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa appunto il (REACT-EU)
- Con l’espressione Recovery Plan si intende invece la visione strategica, ossia il progetto che ogni Stato membro stila per l’utilizzo delle somme stanziate nel cosiddetto Recovery Fund. Quindi il Recovery plan o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento che illustra le proposte di allocazione delle risorse derivanti dal Next Generation EU.
Nel 2021, gli Stati membri hanno presentato dei piani nazionali in cui definiscono il loro programma di riforme e investimenti fino al 2026. Attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, il totale degli investimenti previsti per l’Italia, è di 222,1 miliardi di euro. Di cui 191, 5 miliardi di euro di investimenti finanziati, mentre ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio. Per l’approvazione del piano gli Stati sono stati invitati a stabilire un pacchetto coerente di progetti in sei Missioni:
1) Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
2) Rivoluzione verde e transizione ecologica
3) Infrastrutture per una mobilità sostenibile
4) Istruzione e ricerca
5) Inclusione e coesione
6) Salute
I piani saranno riesaminati e adattati, se necessario, nel 2022 per tenere conto della ripartizione definitiva dei fondi per il 2023. L’erogazione delle somme avverrà con cadenza semestrale, al fine di consentire alle istituzioni europee il monitoraggio dell’effettivo utilizzo delle risorse secondo quanto stabilito nel PNRR. Il PNRR, dunque, non è il Recovery Fund e neppure il Next Generation EU. È palese la strumentalizzazione dell’uso di anglicismi per confondere e allontanare l’interesse generale, ma l’impresa non è impossibile. Faro guida degli obiettivi del PNRR italiano sono i tre assi strategici su cui si erge il Next Generation EU, ovvero transizione digitale e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale e riequilibrio territoriale. Più nello specifico, entro il 2026 e nel rispetto dei tre campi di intervento, il Governo Draghi intende:
- Accelerare il processo di innovazione e digitalizzazione che vede l’Italia molto indietro rispetto agli altri Paesi d’Europa, sia a livello pubblico che privato
- Ridurre le emissioni nocive per prevenire e contrastare il dissesto territoriale
- Favorire lo sviluppo del Mezzogiorno, l’occupazione (soprattutto giovanile) e l’imprenditorialità femminile, migliorare la coesione territoriale contrastando le discriminazioni di genere
Il PNRR ha come destinatario l’intero Paese, dalle Pubbliche Amministrazioni, le Imprese, le Famiglie, le Città ed i Comuni, la Ricerca e Sviluppo e l’Innovazione, il Mezzogiorno, le Donne ed i Giovani. Dovremmo essere tutti informati e preparati, recita il documento ufficiale, dato che Il Piano rappresenta un’opportunità unica, assolutamente irripetibile. Ma leggendone alcune pagine, mi devo ricredere che non è per tutti, essendo il documento rivolto a professionisti, manager, imprenditori, amministratori e dirigenti pubblici, funzionari e laureati, che vogliono comprendere il meccanismo di funzionamento del PNRR per partecipare all’implementazione del Piano. Si richiede, per coloro che fanno parte delle categorie sopra elencate, un cambio di mentalità, mentre ai cittadini si chiede di fidarsi dell’esecutivo. Dopo le cure Monti, Gentiloni, Renzi, Conti per chiudere con il “Migliore” attualmente imposto dai mercati, la situazione secondo il documento PNNR indica, una situazione talmente negativa, che solo questo piano risulterà miracoloso e darà all’Italia un nuovo paradigma fatto di innovazione e prospettive:
Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3 per cento al 7,7 per cento della popolazione, prima di aumentare ulteriormente nel 2020 fino al 9,4 per cento. Ad essere particolarmente colpiti sono stati donne e giovani.
Siamo in ritardo con la rivoluzione digitale, e questo ha causato un deludente andamento della produttività, oltre al ritardo della mancanza di infrastrutture adeguate. Questa scarsa familiarità con le tecnologie digitali caratterizza anche il settore pubblico, e si è evidenziato durante la pandemia in modo drammatico. Durante il 2021 le case degli italiani hanno visto moltiplicarsi gli schermi, e il fatto che abbiamo superato i 119,4 milioni, sembra un paradosso. In realtà non basta navigare nei social alla ricca dei gattini, per definirsi un paese all’avanguardia. Ricordandoci di come siamo arretrati in ogni settore, da buon medico, lo stato ci impone questo mastodontico piano, che neanche in 50 anni l’Italia sarebbe riuscita a realizzare senza l’intervento dei “benefattori” della UE (banche private), e i suoi maggiordomi che siedono in parlamento. Dal Fatto Quotidiano leggo: Solo nei primi sei mesi quindici traguardi legati ad altrettante riforme, da quella della pubblica amministrazione al fisco passando per la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria territoriale e la nuova spending review. Tra luglio e dicembre altri ventidue: dalla riforma delle commissioni tributarie all’entrata in vigore dei decreti legislativi su quelle del processo civile e penale fino al piano per la lotta al lavoro sommerso. Sono alcuni dei 100 obiettivi che l’Italia deve centrare nel 2022 per ottenere la seconda e terza rata di prestiti e finanziamenti a fondo perduto per un totale di 45,9 miliardi lordi. Insomma, per non perdere i soldi l’esecutivo dovrà procedere a tappe forzate adottando in parallelo con l’attività ordinaria e con le eventuali misure anti Covid, e ora l’emergenza del conflitto in Ucraina, con la crisi energetica e alimentare rimandata in autunno. Viene il mal di testa leggendo la lista delle cose da fare, eppure sembra che ai subalterni interessi poco, o avendo altri grattacapi più urgenti, non vi sia né il tempo, né la capacità di comprendere lo stravolgimento epocale in atto. D’altronde il servizio pubblico dell’informazione come di prassi disinforma o svia su altri temi, come la cronaca sulla guerra, la cronaca nazionale e il covid al momento in letargo ma pronto a risvegliarsi, appena saranno pronti i nuovi vaccini.
Le mie considerazioni
La Fiducia Visto quello che Conti e i Migliori hanno fatto nel biennio 2020-22 (fallimento completo sulla pandemia, via il salario minimo, riaperti i licenziamenti, niente sulla scuola, niente per la sanità, ripristino dell'impunità dei potenti grazie alla Cartabia, taglio delle tasse ai ricchi, amoreggiamenti con la lobby del nucleare), e altro scritto nella mia “Draghi e la Distruzione Creativa”, pensarli ad inseguire "100 obiettivi" è un eufemismo. Come si può dopo due anni di prove generali per s-democratizzare lo stato, dare la fiducia, che peraltro non ci è stata chiesta da anni? La preoccupazione degli osservatori è se il nostro paese riuscirà a spendere oggi tutto quello che per la solita burocrazia non è mai riuscito a spendere nel passato.
Qual è l’iter? Nell’aprile di quest’anno, la notizia dell’approvazione definitiva da parte dell’Ecofin dell’erogazione della prima rata di fondi europei (21 miliardi) destinati all’Italia nell’ambito del Next generation Eu. L'Ecofin dovrà approvare quindi il piano a maggioranza qualificata entro quattro settimane. Per la “Fase due” del PNRR, il Governo Draghi dovrà raggiungere ulteriori 45 milestone e target entro il 30 giugno 2022, per poter ottenere la seconda tranche di finanziamenti pari a 24,1 miliardi di euro. Gentiloni (commissario europeo all'Economia) dichiara: “Il governo italiano e la Commissione europea hanno collaborato in modo eccezionale. La conclusione sarà nel 2026 ma ogni anno avremo un esame da parte nostra per verificare che i piani siano rispettati, gli obiettivi siano raggiunti e perché i bonifici arrivano da Bruxelles nel momento in cui si raggiungono quegli obiettivi con quelle scadenze. Penso che il governo italiano e la Commissione europea abbiano collaborato in modo eccezionale e questo ha consentito all'Italia di essere tra i primi dodici Paesi”. Brunetta (ministro per la Pubblica amministrazione) “Abbiamo rispettato gli impegni, nei tempi e nei contenuti, con l’Europa. Dopo tutto questo, con la decisione dell’Ecofin, ci apprestiamo a entrare in una fase nuova, di crescita, di sviluppo e di rinascita, accompagnata da una straordinaria stagione di riforme. Finiti i tempi di austerità, possiamo ora investire e ricostruire, nel segno della solidarietà comune. L’Italia di Mario Draghi si fa promotrice di questa ventata di cambiamento: il Recovery sarà la grande assicurazione sulla vita, sulla crescita e sulla prosperità del nostro Paese, per attrarre sempre più capitali esteri che già stanno affluendo e rendere l’Italia un Paese in cui è bello investire, fare impresa e creare ricchezza”. Tradotto: Siamo felici di questo inizio di shopping che ha avuto inizio da parte delle corporation, che si tradurrà nella svendita definitiva dell’Italia, e del suo default previsto e rafforzato dall’incombente crisi bellica ed energetica.
Chi paga? Questo debito europeo, ovviamente, andrà ripagato. È un problema che si presenterà tra molti anni, quando i vari paesi avranno già speso le risorse ricevute da Bruxelles. Ma dove verranno presi allora i soldi? Per più o meno la metà di quei 750 miliardi il problema non si pone, perché come sappiamo sono a loro volta prestiti. L’Europa li dà ai paesi, questi nel tempo li restituiscono all’Europa che a sua volta può rimborsare chi l’ha finanziata sui mercati. Ma per l’altra metà, i famosi sussidi a fondo perduto, il problema si pone eccome! La Commissione Europea dovrà usare soldi suoi: il famoso bilancio comunitario. Per rimborsare i soldi presi in prestito dalla Commissione, infine, c’è anche la via, di fare nuovi debiti per ripagare quelli vecchi. Indebitarsi, insomma. In modo perpetuo.
Conflitto di interessi
In Italia, la comune appartenenza ad associazioni private da parte di alti funzionari di Stato e rappresentanti di soggetti economico-finanziari privati è capace di generare potenziali conflitti d'interesse e traffico di influenze, e fare gola alla criminalità organizzata. La legge Anselmi 17/1982 vieta associazioni che occultano attività e soci, che “possono interferire sull'esercizio delle funzioni di organi costituzionali, di amministrazioni pubbliche” di interesse nazionale. Il ‘dittatore benevole’ dell’UE costituito dal Consiglio Europeo, Commissione, ECOFIN, BCE9, sono poteri opachi e irresponsabili nei confronti dei cittadini, e chiamati a rispondere solo ai mercati. Seppure nelle Linee Guida si precisa che ogni Piano debba descrivere chiaramente i ruoli e le funzioni dei soggetti coinvolti nella sua attuazione, attivando gli organismi o le entità responsabili di garantire il controllo e l’audit, nonché di prevenire, individuare, segnalare e affrontare gravi irregolarità, frodi, conflitti di interesse e corruzione. Che ne è stato della proposta sulle tre riforme da attuare quanto prima e senza costi: la legge sul lobbying, quella sul conflitto d’interessi e un provvedimento per garantire trasparenza sul recovery fund? Ebbene dei ministri responsabili, si direbbe che il conflitto di interessi sia palese e venga da pensare che siano stati incaricati di rispondere in primis ai loro “ex datori” prima che all’interesse nazionale. La squadra di governo formata da 24 ministri, di cui 15 sono diretta espressione dei partiti che sostengono l’esecutivo, mentre nove sono i ministri tecnici, ossia non collegabili ai partiti in parlamento. Ecco due ministri responsabili della gestione di due missioni del PNRR, cui verranno fatti i maggiori investimenti.
Vittorio Colao ministero senza portafoglio per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale -
€ 40,32 mld le risorse del Pnrr.
- Nel governo Conte II guida della task force per la gestione dell’emergenza Covid 19
- Direttore generale Vodafone CEO per le regioni Europa Meridionale, Medio Oriente e Africa
- amministratore delegato di Rcs MediaGroup
- consulenze bancarie come la Morgan Stanley, occupandosi di media, telecomunicazioni e beni industriali
- collabora con McKinsey& Company
- vicepresidente della lobby europea European Round Table for Industry
- Membro del gruppo Bilderberg
Conflitti
1) dal giugno 2019 è Consigliere d’Amministrazione di Verizon, con compiti di Corporate Governance and Policy, Finance. Si tratta del principale attore mondiale del wireless di quinta generazione.
2) European Round Table for Industry“. Una lobby semisconosciuta. Si tratta di una organizzazione nata per tutelare gli esclusivi interessi delle grandi multinazionali.
3) Membro del “Bilderberg”, il nome di Colao appare nelle liste di quella organizzazione per la prima volta nella riunione del 2018, dove c’erano anche Ursula von der Leyen, poi diventata presidente della Commissione Europea e Charles Michel, poi diventato presidente del Consiglio Europeo. L’anno prima c’era anche Christine Lagarde, poi diventata governatore della BCE
4) Capitolo 5G: Critici i medici di ISDE Italia e la rete per la protezione climatica Legalità per il Clima, e del Movimento 3 V che ha prenotato Firenze per l’evento “Salviamo la Costituzione”, per manifestare contro il dossier Colao. Italiana Stop 5G ha proclamato una giornata nazionale di mobilitazione unitaria, chiedendo all’esecutivo di “di valutare negativamente e non adottare le ‘Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022’ redatte da Vittorio Colao, destituendone l’incarico pubblico per evidente conflitto d’interessi”. L’accusa è di un vero e proprio “Colpo di Stato elettromagnetico”, un “Golpe del wireless” orchestrato in smart working da Londra per spazzare via nel nome dell’ignoto tecnologico il principio di precauzione, e l’evidenza del rischio del danno biologico da radiofrequenze, imponendo urbi et orbi milioni di nuove antenne e l’innalzamento dei livelli soglia d’irradiazione.
Nella seconda parte seguiranno altri conflitti d’interessi come quelli dell’informazione e alcune considerazioni raccolte dai social. I mali endemici della mentalità italiana, individualismo, minimo senso civico, spiegano il cancro del Paese. L’evasione fiscale, la corruzione, la criminalità organizzata, l’assistenzialismo, i furbetti vari, ecc., credo siano all’origine delle inefficienze e dei tanti risultati negativi del nostro Paese. Che è capace di cambiare, cioè prendere decisioni impopolari, solo quando sia giunto sull’orlo del precipizio finanziario e sociale. In questa prima parte deduco, che le multinazionali non devono più fare pressioni sul governo, per attuare il loro sabotaggio, loro sono il governo, e noi il loro sudditi debitori. Alla ideologia della resilienza corrisponde dunque una filosofia dell’intrasformabilità del reale a cui bisogna semplicemente adeguarsi.
10/05/2022
In questa seconda parte, tratterò l’aspetto della retorica presentata dall’esecutivo, e della mia narrazione con possibili soluzioni, da divulgare, come granelli nel deserto del nichilismo imperante.
7. Alcuni mantra del politicamente corretto
1) Consiste, nello spostare lo sguardo pubblico fuori di noi, dipingendo il nemico (Venezuela, Corea del Nord, Cina, Russia, Iran, ecc.) con i colori più tetri, in modo da far sospirare di sollievo le proprie cittadinanze “per fortuna non siamo così!”. Distogliendo l'attenzione dalla devastante e perdurante crisi interna, che si palesa in una decadente contrazione sociale, economica e soprattutto democratica, con una costante riduzione della rappresentatività della politica e degli spazi della libera espressione. Come descritto da Andrea Zoht: “Il professore Mario Draghi e chi lo ha preceduto, dopo anni di incapacità e autolesionismo dell'Unione Europea, che, fallimento dopo fallimento, dalla crisi subprime a oggi, sta preparando per le proprie popolazioni un futuro di miseria e irreggimentazione.”
2) Draghi dichiara: “senza il nostro operato sarebbe andata sicuramente peggio, lo dimostrano i numeri”. Utilizzato su più fronti e con scopi diversi, a cominciare dalla folle scelta di incentrare tutta la lotta contro la pandemia sulla campagna vaccinale compulsiva, per passare a tutti quei provvedimenti che hanno sospeso quasi tutti i diritti civili. Il sillogismo del mantra è, ovviamente falso ed è l’antitesi, che peggio di così proprio non poteva andare. In questo terrapiattismo istituzionale, si affermare che se non avessimo fatto una buona campagna vaccinale e adottato il green pass rafforzato saremo finiti come Tatooine. L’unico paese nell'universo fantascientifico di Guerre stellari, ad essere andato peggio. Il resto degli e(o)rrori fatto di contrapposizione tra scienza e complottismo in un delirio crescente di mistificazione scientista e manipolazione mediatica, con la complicità dei vip dello spettacolo, dello sport e mondo accademico tutto meschinamente allineato o silente e quindi complice.
3) È in atto con il PNRR, in un delirante e mastodontico progetto dettato dalla pioggia di miliardi “regalati” da enti privati mascherati sotto l’egida della UE. Tanto l’entusiasmo per i punti in questione, che verrebbe da credere che abbiamo finalmente intrapreso il cammino verso un futuro raggiante. In realtà è parte del progetto di stampo neoliberista “Agenda 2030” per cui Draghi è stato imposto alla guida.
4) In cima alla top-ten abbiamo: Vivremo tutti in un futuro più luminoso, in cui grazie alle nuove tecnologie, le pratiche amministrative e modelli produttivi verranno controllati dall’intelligenza artificiale, e dalle connessioni ultraveloci. In un futuro prossimo i turisti potranno rimanere a casa e gli uomini d’affari e impiegati lavorare con Zoom, mentre le navi fantasma automatizzate e i treni semi-automatici manterranno l’economia globale in movimento.
5) L’ultimo sviolina così: “Non avrai nulla e sarai felice”. Prevedo che vorranno portare la loro rapina alle sue ultime conseguenze. Per decenni ci hanno tolto diritti, libertà, posti di lavoro, salari, pensioni, terre, territori, foreste, acqua, piante, semi, tutto ciò che potevano strapparci, spesso con immensa violenza. Continueranno a farlo finché non avremo più niente. Ci hanno tolto perfino la paura. Ci verrà sottratta la proprietà, e avremo un reddito stabilito dal sistema sovranazionale bancario, che deciderà in base al nostro credito sociale a quali servizi avremo diritto.
La realtà è che, avendo sbagliato completamente l’impostazione del loro operato su tutti i fronti, il governo Draghi si trova incastrato nella spiacevole posizione di chi non può ammettere i propri errori. Usando il neo-linguaggio orwelliano, errori calcolati, in quanto imposti a modello del pizzo mafioso, dalle grandi corporation di origine atlantista.
8) Propaganda mediatica dopo due anni di esercizio pandemico, si addosserà le responsabilità ad altri, convogliando l’odio e tutte le frustrazioni per il nemico immaginario, come russo o cinese, distraendoci dai veri responsabili delle vessazioni subite. La maggioranza che dissente sulle “valide ragioni” dell’attacco russo è la medesima che ha accettato i vaccini e Green pass, mentre i novax-proputin sono simpatizzanti nazi-fascista, che però lottano, per il lavoro perso, l’uguaglianza, il rispetto della costituzione, la pace, le battaglie contro il green pass e l’invio di armi all’Ucraina. Siamo l’unico paese al mondo, con green pass rafforzato e obbligo vaccinale a “tempo indeterminato”. Anzi no è stato mantenuto anche dal Turkmenistan, una dittatura che ha introdotto anche il divieto di usare la tinta per capelli per gli uomini sopra i quarant’anni. Per imbonire la maggioranza dominata è in programma una lentissima agenda di riaperture, e di persuasione di quanto sia stato e continuerà in eterno ad essere giusto tutto ciò, che ci attanaglia da anni. Draghi dichiara: “Uno degli scopi del provvedimento è non smantellare tutta la struttura esistente, perché siamo consapevoli del fatto che un'altra pandemia potrebbe rivelarsi importante fra qualche tempo. Vogliamo una struttura permanente di preparazione per reagire a questi fenomeni. Con la nuova fase, quindi, non smantelliamo niente ma la struttura perde il carattere di emergenza e acquista quello di ordinarietà. Se gli sviluppi della curva epidemiologica mostrano la necessità di un intervento si può fare con gli strumenti esistenti”.
9) Draghi il messia fantasma Grandi consensi sul fronte economico per il Messia, indiscusso protagonista del miracolo che ha rimesso in sesto la devastata economia italiana. Il prodigio è di essere riuscito nella moltiplicazione del PIL (+6,5%), miglior prestazione dal 1976. Questa fake è dovuta all'indice fatto registrare nel 2020 come la peggiore performance dalla II Guerra Mondiale con un calo dell’8,9%. L’apostolo e fantasma Draghi, non partecipa ai tavoli che contano, e si è completamente genuflesso agli USA. Il risultato, è la classe media abbandonata, e i piccoli e medi imprenditori vanno dagli usurai. Ben più grave è l’aumento delle spese militari e, contemporaneamente, i tagli scritti nel DEF su sanità e istruzione. Ancora ci beviamo le balle propagandate sull’enorme statura politica di un uomo artefice della tragica stagione delle privatizzazioni. Non credo di essere l’unico a rendersi conto della mediocrità in questo governo dell’assembramento, ma nessuno di chi occupa una poltrona si oppone in modo convincente, e addirittura dietro la maschera pacifista vengono promosse manifestazioni inneggianti alla guerra. Intanto i prezzi schizzano su in alto verso l’impossibile, con speculazioni a catena che investono i carburanti, il grano, i fertilizzanti con tutti i prodotti agricoli, e vedremo cos’altro nei prossimi mesi. Il PIL non monitora in alcun modo queste variazioni che, invece, incidono pesantemente sulla qualità della vita dei cittadini. Le politiche di Draghi, come si è visto nella parte dedicata ai provvedimenti economici, sono in gran parte indirizzate al miglioramento delle condizioni delle grandi aziende e dei loro azionisti, e delle banche di cui Draghi è stato il “bancario” per antonomasia.
10) Tutti bravi a criticare, poi però in concreto cosa pensate di fare per … Lo slogan di regime “There is no alternative”, evidenzia come tutte le forze politiche in campo sono appiattite sulle soluzioni funzionali all’interesse economico vigente. A volte si finge qualche opposizione, ma dopo alcune sedute tutto rientra, e l’assembramento come metodo, scredita tutte le proposte e informazioni realmente alternative, perché inattendibili, utopistiche o peggio ancora terrapiattiste. Così aumenta sempre più il distacco tra partiti e il “popolo elettore”. La guerra ha evidenziato la sindrome bipolare trasformarsi in pandemia parlamentare, trasformando la folta schiera (da destra a sinistra) degli amici di Putin nei suoi più acerrimi nemici, pronti a imbracciare il fucile e l’elmetto. Questo è lo stato pietoso della nostra classe dirigente, sorvolando il Presidente della Repubblica che meriterebbe un articolo a parte.
Proposte alternative Credo che questo modello economico sia totalmente incompatibile con la questione ambientale, con il risanamento delle disuguaglianze e con la pace tanto auspicata. Di proposte alternative ne esistono realisticamente, ma illustrarle in questa sede è impossibile per motivi di tempo e di spazio. Sospensione della democrazia e dei diritti civili, guerra, crisi economica e umanitaria evidenziano l’urgenza di uscire nell’immediato, senza dovere attendere i lunghi tempi di una rivoluzione democratica e pacifica. A piccoli passi in avanti, che sicuramente non risolverebbero in via definitiva il problema strutturale del sistema neoliberista, ma potrebbero migliorare molto la situazione disastrosa creata dal Messia e altri capi di stato sparsi nella colonia di Washington chiamata Europa. Elencando le tematiche che ci affliggono, sfruttando l’esperienza tratta dai successi del passato e da quelli presenti raggiunti da altri paesi. Riparare ciò che il governo “dei Migliori” ha distrutto, è possibile e non utopico.
1) La falsa pandemia Dopo il vaiolo che ha afflitto il mondo per secoli, il primo vaccino risale al 18. secolo e derivava dalla variolizzazione, la somministrazione di croste polverizzate, che ha avuto effetti disastrosi. Ci sono voluti 160 anni per arrivare ad un vaccino efficace. La campagna vaccinale, pur se sorretta dall’obbligo, non ha mai raggiunto la copertura totale, come d’altra parte è successo e succede per tutte le campagne realizzate, per la polio la difterite e il morbillo. Il rispetto della libera scelta di cura in presenza di un vaccino efficiente non ha mai sostituito la prevenzione e generato la folle discriminazione tra vaccinati e non, che ha caratterizzato il Covid-19. Oltre al vaccino efficace, nel passato due fattori furono fondamentali per la vittoria finale. L’introduzione del monitoraggio dei nuovi casi e dei nuovi focolai con chiusure e vaccinazioni mirate. Da notare che, il paese continentale che ha meglio gestito la pandemia risulta essere la Cina. La risposta cinese alla pandemia. Sarebbe bastato copiare dal passato e da chi ha lavorato meglio per evitare record di contagi e di decessi, e tutti danni già ampliamente da me descritti in Italia. Altri risultati validi, si raggiungono in campo medico e farmacologico solo con una ricerca scientifica pubblica, trasparente e realmente condivisa. Libera da vincoli creati dai brevetti e dai finanziamenti privati delle grandi aziende che generano inevitabilmente conflitti di interesse, mancanza di trasparenza, omissione di condivisione e di giustizia sociale che sono alla base del fallimento della lotta alla pandemia di Covid. È una lotta contro i mulini, e ciò lo dimostra il fatto, che Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza fino al prossimo 31 dicembre 2022 per “assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale” in relazione alla guerra in Ucraina (inviando armi).
2) La crisi energetica L’aumento delle bollette impone di accelerare la transizione energetica del nostro Paese, come unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia. La soluzione di una semplicità sconcertante, e per questo impossibile da adottare, non è risolvibile con l’attuale modello economico impostato sulla logica del profitto. Magari con il tracollo definitivo di questo modello sarebbe possibile esercitare pressioni dal basso sufficiente a modificare il piano energetico. Una proposta per soddisfare il fabbisogno interno di energia potrebbe essere di ricoprire tutti i tetti, le cave dismesse, le discariche, i parcheggi, etc. di pannelli solari, installare pale eoliche in una piccola porzione di territorio, scegliendo quelle più ventose, mantenere l’idroelettrico e immagazzinare l’eccesso di produzione diurna con l’idrogeno. Ma la perdita di controllo centralizzato della produzione e della distribuzione dell’energia sarebbe una perdita per le grandi multinazionali energetiche. L’autonomia locale a livello energetico incentiverebbe tutte le nuove tecnologie con un forte impatto sull’economica e produttività, liberandoci dalla concentrazione e ricatto del capitale delle multinazionali. Per liberare l’Italia dalla dipendenza del gas, entro marzo 2023 si dovrebbe autorizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata da realizzare entro 5 anni. Fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio. Sviluppare la produzione di biometano. Anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici. Operare con un forte sviluppo delle fonti rinnovabili, concrete politiche di risparmio energetico ed efficienza energetica in edilizia. Per ulteriori dettagli proposto da Greenpeace Italia, Legambiente e WWF Italia al Governo Draghi il dossier: “Crisi energetica. 10 proposte per liberarci dal gas”.
3) La guerra Sinceramente non vedo soluzioni all’orizzonte, per le seguenti ragioni: Stabilire il principio della “difesa collettiva”, come nell’art. 5 dello statuto della Nato in esercizio del diritto di autodifesa individuale o collettiva, riconosciuto dall'articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite è un inutile esercizio di stile. Gli Stati Uniti, in virtù di questo principio, dal 1945 ad oggi, hanno dichiarato 27 guerre, promosso golpe e dittature sanguinarie, finanziato e armato gruppi ribelli. Stranamente nessun Presidente statunitense è mai stato processato per crimini di guerra. A scopo difensivo, sono sparse nel mondo oggi oltre 15.000 testate nucleari, nonostante bastino 50 di esse a cancellare la vita sull’intero pianeta. L’ipocrisia di volere perseguire la pace con il bilanciamento della dotazione di armi è infatti ridicolo, in quanto l’unico modo per assorbire i “costi di investimento” di questo “armamento” è il suo utilizzo. Il primo passo verso la pace dovrebbe essere l’uscita dalla Nato, un’organizzazione nata con lo scopo di difendere reciprocamente i paesi membri da eventuali attacchi bellici, cosa mai avvenuta in 73 anni di storia. Disarmo totale e unilaterale, neutralità, pacifismo non sono utopie irrealizzabili, ma concrete proposte per affrontare i conflitti in corso. Purtroppo, la guerra è uno strumento fondamentale dell’economia! Viene imposta o provocata come impulso di supremazia e di potenza mercantile, geopolitica e militare, ma dietro c’è il sistema bancario internazionale, senza il quale non sarebbe possibile realizzarla. L’obiettivo non è la vittoria dei conflitti in sé, ma il controllo del debito che il conflitto produce. Chi controlla la finanza internazionale, non ha nessun interesse a fare cessare la guerra. Con i governi ricattati, a finanziare guerre provocate da altri, in nome di un’alleanza, ma in realtà sono delle colonie con centinaia di basi militari dell’impositore, non c’è alcuna soluzione. Ha senso parlare ancora di interesse nazionale o di interesse imperiale americano, mentre sono i lobbying nell’apparato governativo statunitense a decidere? Per loro una volta individuato il business e gli slogan pubblicitari atti a veicolarlo, il resto è attivare tutti gli strumenti necessari come il monopolio mediatico, il ricatto politico e quello del debito. Una lobbycrazia non può permettersi un presidente di stato che interloquisca con le potenze rivali e prenda accordi con loro, poiché ciò disturberebbe il business della guerra infinita. Una lobbycrazia non si regge su leadership o strategie ma sull’automatismo delle complicità affaristiche. Vedi i vari presidenti di Francia, Italia e Regno Unito, scelti per appoggiare il loro loschi affari. Una soluzione sarebbe, per imperialismi tradizionali come la Russia o la Cina, la prospettiva di trovare negli USA un interlocutore e una controparte per negoziare gli equilibri di potenza e le rispettive sfere di influenza. Ma in una rete di imbonitori affaristi come si può pensare a simili accordi, quando gli USA non sono più un soggetto statuale tradizionale? Ritengo che l’unica soluzione per una fine della guerra, sarà decisa sul campo di battaglia, e non al tavolo dei negoziati, e questo per volontà delle lobby stesse.
Distruzione Creativa Il termine attribuito a Schumpeter che nel libro scritto nel 1942 "Capitalismo, socialismo e democrazia", teorizza in modo più approfondito, anticipando un futuro incombente. Questi i quattro principi essenziali della sua teoria.
1) La "burrasca di distruzione creativa" descrive il "processo di mutazione industriale che rivoluziona incessantemente la struttura economica dall'interno, distruggendo senza sosta quella vecchia e creando sempre una nuova".
2) Il capitalismo distrugge e riconfigura gli ordini economici precedenti, svalutandone incessantemente la ricchezza esistente, attraverso la guerra, l'abbandono o crisi economiche regolari e periodiche, al fine di spianare il terreno per la creazione di nuova ricchezza.
3) La chiusura di un'azienda può essere una tragedia per chi è direttamente legato ad essa. Tuttavia, per Schumpeter, i falliti erano una parte essenziale del dinamismo del capitalismo.
4) La distruzione creativa è parte dell’economia di mercato e della libera concorrenza, e ne determina la sua sopravvivenza e predominio globale.
Se la mia narrazione vi è sembrata lunga e complessa, magari questa ultima riflessione potrà liberarvi dalle catene delle convinzioni create dai soliti noti. Draghi, è membro senior del Gruppo dei Trenta, fu co-autore della pubblicazione del 14 dicembre 2020, del Gruppo, dal titolo: «Rilanciare e ristrutturare il settore aziendale Post-Covid: progettare interventi di politica pubblica». Dovrebbero essere le linee che ciascun Governo del mondo dovrebbe seguire per uscire dalla crisi post-Covid. In questo rapporto Draghi sollecitava la fine degli aiuti di Stato per le imprese il cui destino è stato segnato dal Covid-19, suggerendo che potrebbero esserci medicine dolorose in serbo. Il rapporto chiede «una certa quantità di “distruzione creativa” quando alcune aziende si restringono o chiudono e se ne aprono di nuove e alcuni lavoratori devono spostarsi tra aziende e settori». In pratica l’incarico di Draghi provocherà un disastro sociale senza precedenti, con una maggiore concentrazione della ricchezza e un aumento delle disuguaglianze, di gran luna superiore a quello causato dalla pandemia.
21/04/2022
Nella mia controinformazione, evito di ripetere a pappagallo tutto quello che il mainstream narra, e confuto ciò che i giornaloni i vari tg e talk show raccontano. Come per il covid racconto l’altra versione, in modo da proporre altri elementi per ragionare, e confrontare con le varie fonti, dei social network e i media nazionali. Insieme a questi tre elementi, ognuno estrae poi la propria di verità. Mancando il quarto elemento, cioè la parte nascosta che spesso è il cattivo di turno, bisogna per onestà intellettuale cercarla e ascoltarla, per potere farsene un’idea. Indipendentemente dagli attori in scena, sia il covid o la guerra, la politica e la finanza, a me interessano i fatti. Se vengono fatte delle dichiarazioni, io verifico per quanto mi sia possibile, la loro veridicità, se ci sono dubbi, o costruzioni propagandistiche e manipolatorie. Sono ignorante in molte delle materie di cui scrivo, ma ho la capacità “socratica” di riconoscere, se qualcuno o un ente mente, o mira ad ‘altri interessi mentre dice o agisce in un certo modo. Non faccio che questo, unire i puntini e creare la mia narrazione. Poi chi la pensa diversamente, è libero con un click di cambiare tema. Detto dei perché dei miei interventi, vi propongo il tema sull’operato del governo dei “Migliori” a guida del professore e onorevole Mario Draghi.
Dopo quattro tentativi di far fuori politicamente Conte, di cui tre falliti e l'ultimo riuscito dall'esecutore Renzi, la stampa nazionale, i partiti inermi e il presidente della repubblica, per volere della UE, Mario Draghi, senza nessun consenso popolare e partito, è stato chiamato a governare l’Italia nel febbraio 2021. Consiglio vivamente il libro di Marco Travaglio “i segreti del conticidio". Richiamandosi ad un documento del Group30 che parla di distruzione creatrice che descrive questo concetto, dal titolo “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid”, scritto alla fine del 2020 da 30 dei banchieri più importanti, tra i quali l’onorevole professore Mario Draghi. Parte centrale del documento, sono il taglio dei costi, che spesso sono teste, tagli al sociale, oppure sostenere aziende di più grandi dimensioni, lasciando morire le piccole imprese non più competitive. È un piano di politica economica che vorrei raccontare, come principale critica a questo governo. È grande lo stupore per tutte le forze politiche vassalle e complici di questo piano economico criminale, documentato e agendizzato da molti governi.
Draghi e la Distruzione Creativa
1. Pandemia
A metà marzo 2022 Mario Draghi e il ministro Roberto Speranza in conferenza stampa, presentando il nuovo calendario delle riaperture, dall’addio al Green Pass a quello all’obbligo vaccinale, dichiara: "Noi siamo sempre percepiti all'estero come un popolo che manca di senso civico. Beh, non è vero. Gli italiani sono stati bravissimi in questa pandemia. Sono state raggiunte punte di vaccinazione tra le più alte d'Europa e di questo dobbiamo andare fieri. I provvedimenti di oggi prevedono un graduale superamento del Green Pass, che è stato un grande successo che ha permesso all'economia di riprendersi. Siamo stati in grado di mettere insieme la ripresa dell'economia e della socialità con la protezione. Grazie ai vaccini sono stati evitati quasi 80 mila morti nel 2021: anche questa è una lezione straordinaria". Dati alla mano, l’Italia fatto registrare il peggior risultato nel contenimento della pandemia a livello europeo recuperando posizioni su posizioni, raggiungendo il secondo posto in classifica generale, dietro la Polonia, con 2,6 morti ogni mille abitanti. La narrazione ha propinato al popolo queste giustificazioni: 1) la popolazione italiana è la più anziana 2) non si possono confrontare paesi con caratteristiche diverse 3) è tutta colpa dei Novax 4) le infinite variabili incidono sul risultato e non possono essere escluse dal complesso calcolo dei risultati. Tutto falso: Il Giappone con una popolazione più anziana ha registrato 0,15 decessi ogni mille abitanti, il Brasile con un’età media più bassa ha raggiunto il peggior risultato al mondo. Infine, l’Ucraina ha vaccinato solo il 35% della propria popolazione raggiungendo un risultato leggermente migliore del nostro (2,41 decessi per 1000 abitanti). Calpestando nei seguenti casi la Costituzione, e derogato alla maggior parte dei principi e sospeso i diritti fondamentali dell’uomo sanciti da tutte le Carte: principio di uguaglianza (vaccinati e non), principio di libertà personale, di circolazione, di riunione e associazione, religiosa, di manifestazione del proprio pensiero, con la complicità del Presidente Mattarella e tutti i media. Diritto al lavoro, diritto all’istruzione, diritto alla scelta della cura, alla vita (con l’obbligo vaccinale), diritto al trattamento sanitario (sospeso per i non vaccinati in diversi episodi di pronto soccorso e più volte proposto in sede legislativa). Diritto di proprietà, negando l’accesso a chi è privo di super green pass nelle strutture ricettive con diritto di proprietà suddiviso. Ha confermato la task force per il controllo dell’informazione, censurando ogni forma di dissidio, oltre a finanziare tutte le emittenti radiofoniche che ripetevano varie volte giornalmente il mantra pandemico. La lista sarebbe lunga .
2. Democrazia
il Guardian, unendosi agli elogi recenti riservati da altre testate liberal britanniche al presidente del Consiglio Mario Draghi sottolinea in un editoriale che: "ha presieduto con autorità" un governo "di unità" nazionale e sotto la sua guida, Il recovery plan dal Covid di Roma è stato entusiasticamente finanziato dalla Commissione Europea". Tuttavia, sostenendo come "la democrazia debba essere presto o tardi ripristinata dopo la transizione affidata a un primo ministro tecnocrate", non votato in una elezione, malgrado la consapevolezza del "periodo d'instabilità potrebbe seguirne". Secondo me il governo Draghi è responsabile del più importante dissolvimento dell’apparato democratico mai registrato dal dopoguerra in poi. Il parlamento è stato privato della sua funzione legislativa mediante il costante ricorso a Decreti-legge e DPCM, poi convertiti in legge entro i tempi stabiliti mediante voto di fiducia. Il governo ha sbaragliato tutti i già preoccupanti precedenti, raggiungendo il numero record di quasi 40 voti di fiducia alla fine del 2021. I parlamentari ricevono comunicazioni intorno a cosa dovranno votare con brevi preavvisi, sufficienti per non farsi trovare al bar. Tra la costituzione ridotta a una macchietta, i parlamentari a passacarte e vidimatori, e il dibattito parlamentare sterilizzato, con il dibattito pubblico azzerato. Questioni enormemente importanti, come la disciplina delle concessioni di spiagge, taxi, servizi assicurativi, o la rimessa in discussione della natura pubblica dei servizi idrici, sono decise senza dibattito, come indiscutibili direttive dall’alto. Intanto è in agguato complice la guerra e le speculazioni finanziarie dei fornitori, la crisi energetica e dell’approvvigionamento del grano e dei fertilizzanti. Una miscela esplosiva su cui si innescherà la campagna elettorale per le politiche del 2023 e il dopo Draghi.
3. Guerra Ucraina-Russia
Mario Draghi nella gestione del conflitto ucraino dovendo fare i conti con la fragilità della sua maggioranza ed alcuni suoi errori strategici e ritardi, hanno reso la linea dell’Italia incerta e inaffidabile per i partner NATO e Washington. Di Maio ha utilizzato toni eccessivi arrivando a definire il presidente russo Putin «atroce». Salvini, in forma autonoma, ha scelto di tentare una diplomazia tutta sua, proponendo una marcia per la pace in Ucraina e organizzando poi in autonomia una «visita non tradizionale» in Polonia, dove non è stato accolto, ma contestato dai connazionali, e dal Il sindaco della città, Wojciech Bakun, che ha polemicamente mostrato una maglietta con il volto di Putin e a Salvini ha detto: "Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo". Senza dichiararne lo stato, il governo Draghi ci ha trascinato in guerra, inviando armi, uomini e mezzi a dispetto dell’articolo 11 della Costituzione. Ha usato la guerra per prolungare lo stato di emergenza sino al 31 dicembre 2022, sostituendo quello promulgato per il Covid durato ben 425 giorni, cioè oltre il periodo massimo previsto dalla Costituzione. Il pretesto è di consentire l’accoglienza dei profughi ucraini, e autorizzare l’invio di mezzi militari, in adesione alle richieste degli Usa, pardon della Nato. Senza consultazione popolare, preferendo “bombardarlo” con una delirante propaganda guerrafondaia, diffondendo odio nei confronti dell’intero popolo russo. Dopo due anni di pratica di campagna mediatica, ha instillato negli italiani prima la “novax fobia” e ora la “russo fobia” sul modello di propaganda fascista. Su richiesta di Washington, ha introdotto il sequestro di beni ai cittadini russi. Questo precedente potrebbe essere applicato a chiunque la pensi in modo diverso dai nostri di oligarchi, pardon filantropi o maggiordomi dell’élite finanziaria. Condizionatori spenti o guerra, la domanda infame di Draghi. Un dogma cui il popolo ignorante deve supinamente sottomettersi o rassegnarsi.
4. Giustizia
Draghi vara la riforma della Giustizia: neanche Berlusconi avrebbe osato tanto! Invece di modificare le procedure, dotare di strumenti e fondi i tribunali, decentrare gli stessi, semplicemente, Il Ministro Cartabia ha tagliato i tempi dei processi introducendo in sostanza una nuova forma di prescrizione.
Verrà attribuita al Parlamento la delega alla definizione delle linee guida in base alle quali le procure dovranno impostare le priorità dei reati da perseguire. Altro schiaffo alla Costituzione, all’indipendenza della Magistratura, all’obbligatorietà dell’azione penale. Invece di depenalizzare i reati connessi alla cannabis, svuotando così le patrie galere, verrà liberalizzata la corruzione. I più fortunati si faranno le canne con i “fondi pubblici”. In materia di giustizia, Draghi non sfigura assolutamente nei confronti dei suoi predecessori (Bossi, Fini, Minniti e Salvini) nel vessare le vittime delle proprie politiche sull’immigrazione, rinnovando gli accordi con la Libia, aumentando di mezzo milione di euro il nostro finanziamento ai torturatori delle carceri e trafficanti di migranti nelle acque del Mediterraneo. Secondo l’ormai carta igienica chiamata costituzione, all’articolo 10 «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge» è clamorosamente calpestato dagli stessi, che sulla stessa hanno giurato. Da bancario consumato, incline agli interessi aziendali, durante il suo viaggio “d’affari” a Tripoli, Draghi dichiara: «Sul piano dell’immigrazione noi esprimiamo soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi e nello stesso tempo aiutiamo e assistiamo la Libia …». Ma l’ipocrisia giunge al suo culmine con il trattamento riservato ai profughi ucraini, accolti con tutti gli onori come è giusto che sia. Alla faccia delle severissime restrizioni riservate ai cittadini italiani, I profughi ucraini, con il più basso tasso di vaccinazione in Europa (appena il 35%), vengono dispensati dall’osservanza delle normative fasciste in materia di green pass, andando a creare una doppia discriminazione. La prima nei confronti dei profughi di serie B, quelli siriani, yemeniti, africani, bloccati in Bielorussia da mesi, torturati in Libia o affogati nel Mediterraneo. La seconda nei confronti degli italiani che hanno scelto di non vaccinarsi. Altro fattaccio passato sotto silenzio è la discriminazione di sostanza, in merito all’ordine pubblico in seguito all’assalto della sede CGIL di Roma. Al cittadino viene limitato fortemente il diritto a manifestare, ma non vengono sciolte le formazioni fasciste che, scortate dalla polizia, hanno guidato l’assalto. Di contro gli studenti che manifestavano per la morte del loro compagno Lorenzo durante il tirocinio di formazione professionale, vengono presi a manganellate ripetutamente. Riassumendo un vero Far West, in cui vale la legge del più forte, o dei poteri forti.
5. Economia
Da accanito sostenitore thatcheriano (There is no alternative), fondato su privatizzazioni e deregulation, in ambito economico, il governo ha raggiunto il suo apice riuscendo in soli 400 giorni a fare più danni dei suoi predecessori. Gli interventi tutti in linea con il pensiero ultraliberista e con il fallimentare modello “trickle down”. Eccovi le bravate seguendo la teoria del "gocciolamento dall'alto verso il basso", che indica un'idea di sviluppo economico, in voga soprattutto negli Stati Uniti, che si basa sull'assunto secondo il quale i benefici economici elargiti a vantaggio dei ceti abbienti (alleggerimento dell'imposizione fiscale) dovrebbero favorire, e ipso facto, l'intera società, comprese il ceto medio e le fasce di popolazione marginali e disagiate. Ma è davvero così? Vediamo:
La riforma fiscale annunciata già nel febbraio del 2021 come provvedimento a tutela della progressione risulterà all’opposto un vantaggio per la classe abbiente a tal punto da far indignare due sindacati servili come la CGIL e la UIL. La gestione del PNRR Un piano nato per contenere i danni di un disastro sanitario stanzia 25,13 miliardi per le Grandi Opere, di cui non c’è traccia dell’unica utile, la messa in sicurezza del territorio, e solo 15,63 per la salute! In questo decreto “semplificazioni” che costruisce la governance del PNRR, si costruiscono procedure speciali, commissariamenti, silenzi-assensi per aggirare istituzioni e regole in nome di urgenze eccezionali e interessi strategici. Viene creata una Soprintendenza speciale incardinata a Roma cui demandare tutti i progetti del PNRR che riguardano più di una soprintendenza, avvalendosi di “esperti” esterni (lautamente pagati). Non poteva mancare tra le grandi la costruzione del Ponte di Messina! Rigettata la proposta di costituire un fondo per i giovani finanziato dall’aumento della tassa di successione sui patrimoni sopra il milione di euro. Secondo i dati INPS, un terzo dei nuovi contratti di lavoro del primo semestre 2021 sono precari. La sospensione del Decreto Dignità apre la porta a un allungamento della precarietà, oltre alla rimozione del blocco dei licenziamenti con le ovvie conseguenze. Dura lotta contro il Reddito di cittadinanza. Grazie alla precarietà per compiacere le grandi aziende, viene approvato il “decreto anti delocalizzazione”, che è di fatto una proceduralizzazione dei licenziamenti, attraverso la quale una qualunque multinazionale può trasferire le attività produttive fuori dal nostro Paese solo pagando cifre irrisorie. Del resto, è solo “capitale umano” ripete come un mantra Mario Draghi. Nell’estate del 2021 si è conclusa a 3 anni dal crollo del ponte Morandi, l’affaire Autostrade con una modica liquidazione di 9,3 miliardi. Alla famiglia Benetton ovviamente va la quota più grande essendo il maggior azionista di Atlantia. Le famiglie delle vittime, che con le loro tasse hanno contribuito a sostenere i privilegi degli azionisti, sentitamente ringraziano. Il governo non è responsabile della vicenda, ma può esserlo per la cifra pattuita, per le modalità della chiusura della trattativa e per l’assoluto riserbo con cui è stata conclusa l’operazione. Il Governo Draghi vara il disegno di legge sulla concorrenza e il mercato prevede che il Comune che non intenda privatizzare i servizi pubblici essenziali dovrà fornire «una motivazione anticipata» e qualificata che dia conto delle ragioni che giustificano il mancato ricorso al mercato. L’illuso che ancora crede nel pubblico dovrà giustificarsi, difendersi, e quasi sempre vedersi costretto alla rinuncia. Così di fatto si incita palesemente alla privatizzazione del servizio di approvvigionamento idrico per esempio.
6. Transizione ecologica e piano energetico
Cingolani, ministro della transizione ecologica spiega agli studenti: «Il nucleare è il futuro. Le nuove centrali saranno la soluzione a tutti i problemi». Tra il silenzio del governo in merito all’inserimento di gas e nucleare nella “tassonomia” dell’energia green, tanto cara della Commissione Europea. Ma non era stato deciso tramite due referendum di denuclearizzazione il paese? (15 anni per diventare operativi, costi stellari, rischi incalcolabili, inquinamento da scorie eterno) Altra idiozia, in Sardegna, nell’isola del sole e del vento, invece di avviare un intenso impiego di pannelli solari e pale eoliche si sostiene il “progetto della Snam”. Con la guerra in Ucraina tornano i progetti dei gasdotti e gli ambientalisti protestano, dato che per queste opere ci vorrebbero anni e legano l’Italia ancora di più alle fonti fossili. Con questo progetto l’idea di transizione ecologica che ha in mente Draghi, e soprattutto il piano economico per distruggere le piccole attività turistiche in nome dell’interesse della lobby estrattivista mondiale è palese. Nessun investimento nelle rinnovabili, e data l’emergenza energetica, sette centrali a carbone pronte a ripartire. Eccovi l’Agenda 2030, dell’indipendenza energetica! E le rinnovabili, unica soluzione percorribile per un “Next Generation EU” che assicuri realmente un futuro vivibile alle generazioni future, continuano ad essere condannate al ruolo di cenerentole dell’energia. Il motivo? Nonostante tutti gli espedienti sino ad ora adottati per centralizzare il controllo della produzione, il solare e l’eolico promuovono l’indipendenza dei piccoli produttori a discapito delle corporation dell’energia. Il modello economico liberista, fondato sulla concentrazione sempre più consistente dei capitali e del relativo potere politico, non lo promuove.
La Distruzione Creativa e l’evidenza di questi errori, ha avviato il perverso meccanismo di occultazione radicalizzando l’incapacità ad ammettere i propri errori pena la totale perdita di credibilità. Più evidenti diventavano gli errori più violenta diventa la propaganda tesa a imporre il pensiero unico. Se una persona è ignorante, non abbastanza acculturata, aggressiva, nello spietato darwinismo sociale odierno è destinata a soccombere. Segue…
31/03/2022
È difficile orizzontarsi nell’uragano di parole guerrafondaie che ci rigurgita il mainstream. Indottrinati, dopo due anni di false pandemie, alle menzogne che la neolingua fornisce, a beneficio degli adepti del Socing, le nuove abitudini mentali instauratesi, consentono l’inaccettabile, rendendo impossibile ogni altra forma di pensiero. Sulla guerra in corso è praticamente impossibile avere notizie certe e attendibili, essendo tutto avvolto da una cappa di disinformazione e propaganda. Tra qualche anno ne sapremo di più. Dopo la guerra al nemico invisibile, mestamente persa dai cittadini, privati dei loro diritti e dignità, a quella in Ucraina, si compone un puzzle sempre più complesso. Fornirò quindi “servizio minimo” ma indispensabile, per chiarire la realtà che una parola o una frase nasconde o stravolge. Unendo i puntini, estirpando i concetti solidi, e come leone da tastiera, eviterò di svalutare i valori supremi, cercando uno scopo e rispondendo ai numerosi “Perché”, della nuova emergenza. La mia narrazione, libera da ogni ideologia a cui genuflettere, vuole comprendere come siamo finiti in questa situazione, perché e come si è prodotto, e come l’uomo da spettatore della storia diventi protagonista del proprio destino.
Le cause della guerra l’infame (e disatteso?) intervento militare russo per “demilitarizzare” e “denazificare” l’Ucraina ha scatenato una demonizzazione ben oltre il limite della fobia politica, economica, culturale e addirittura sportiva legata alla cattiva Russia. Il tacito consenso dei non pensanti, ha generato un conseguente offuscamento totale delle vere ragioni e responsabilità da ambo le parti. Sia da parte russa, per avere invaso e bombardato un paese sovrano, ma soprattutto agli USA e i suoi vassalli UE e lo stesso regime ucraino corrotto. L’Europa dal 2014 ha taciuto il golpe promosso da Washington, e delle stragi compiute nel Donbass contro la minoranza filorussa dalla milizia neonazista, facendo diventare in Ucraina le unità naziste, e sono parecchie, parte dell’esercito regolare, e parte del governo con incarichi di rilievo. Di questo è responsabile la NATO, con il suo appoggio militare e i “filantropi” alla Soros per il sostegno economico. Non è in corso una sfida fra democrazia e dittatura ma uno scontro fra due potenze nucleari, Russia e Usa, con l’Europa vittima sacrificale in mezzo. La Russia ha abbracciato da tempo il nostro modello di sviluppo economico. Come la Cina”, ma con altre modalità più redditizie per il capitale, che privo della zavorra dei diritti sociali e civili, agisce più autonomamente, e quindi diventa una minaccia all’egemonia atlantista e neoliberale.
La situazione politica È disgustoso vedere il PD infoiato, con la bava alla bocca pronto a bersi tutte le fandonie di Zelenski. Mi astengo sul Luigino ministro degli esteri che se si ripresenta alle soglie di Mosca lo internano nello zoo. Anche Draghi che rincorre lo Zelenski per rincuorarlo e attrezzarlo con armi in segretissimo è inguardabile. Le armi sono etiche, e se servono a scoraggiare l’invasore, serviranno invece per alimentare la “resistenza”. L’UE, perciò, si adegua e il PD e la Meloni esultano. Non ci si risparmia il consueto classico dei pacifisti abusivi: io sono pacifista, però stavolta …Di Putin, e della Russia, ne parlerò quando avrò più conoscenza acquisita, e quindi mi esento da giudizi, non essendo praticante del copia e incolla. Anche se in un imparziale giudizio, di Putin e della Russia, intravedo una logica, brutta fin che si vuole, ma chiara. Bisogna avere la farina nel cervello per pensare, che i russi intendono fare esplodere il più grande reattore nucleare al mondo ai loro confini, che vogliano arrivare a Berlino e magari, perché no a Roma? Lo dice l’eroe mondiale creato in vitro da Washington Zelensky, che con il cappello in mano, bussa nelle capitali europee il socio di maggioranza a stelle e strisce, chiedendo la “no fly zone”, più armi e sostegno possibile. Mentre Ferrara, scrive e lancia un appello a Conte “Caro Conte, negare la fiducia al governo sulle spese militari sarebbe una catastrofe”, la Rai annulla il contratto retribuito al professor Alessandro Orsini per le sue ospitate al programma di Raitre, Carta Bianca. Reo di avere con pacatezza raccontato l’allargamento della NATO e il ruolo degli USA nei paesi dell’ex URSS. Il renziano Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, parlando con ilGiornale.it, aveva tuonato: "Davvero su una questione delicata come la guerra si può pensare di avere una Par Condicio tra aggressori russi e aggrediti ucraini? Davvero la Rai vuole riproporre il meccanismo vergognoso già visto con i no-vax?”. Le oligarche dominanti sono le stesse che nell’ultimo decennio hanno agito, neutralizzando il dibattito pubblico ed eliminando le menti critiche nei quali la dialettica costituiva il katechon (ciò che trattiene) all’onnipotenza distruttrice della razionalità strumentale. La presenza pervasiva dei media e delle immagini che con il loro silenzio hanno sostituito il logos e il dialogo, danno la percezione di essere in democrazia, ma in realtà è solo il suo esoscheletro cavo. Dopo due anni di ingegneria sociale, è in atto un corto circuito tra i tre principali poteri statali: legislativo, esecutivo e giudiziario. I governi impongono leggi ai parlamenti, o li aggirano con i decreti ministeriali, non rispettando le principali garanzie costituzionali, difese per molti decenni dai migliori politici e dai grandi giudici.
Domande per l’anticomplottista la capacità di farsi due domande è completamente svanita. Ovviamente, chi è intelligente se le pone le domande dato che non è un complottista. E così l’anti complottista crede al Corriere della sera, perché un intellettuale serio legge quelle cose li. Non si chiede come Zelensky, attore, comico, che diventa presidente sull’onda della popolarità raggiunta impersonando come attore la parte di un presidente puro e duro. Il suo metro di giudizio è: Putin ha attaccato l’Ucraina e sta uccidendo e distruggendo un paese, e quindi è da sanzionare e noi dobbiamo accogliere i milioni di profughi che questa catastrofe umanitaria sta provocando. Guardando le notizie e immagini che vengono dall’Ucraina, si rafforzare il convincimento di non porsi altre domande, ma piuttosto di contribuire personalmente con donazioni e manifestare in piazza (senza mascherina) per ribadire usando le parole di Papa Bergoglio: “La preghiera ha un grande potere, e può "cambiare il mondo". La vita va bene se va bene a me; per cui si parla e si teorizza, ma si perde di vista la carne dei fratelli, la concretezza del Vangelo. Un dramma del nostro tempo è chiudere gli occhi sulla realtà e girarsi dall'altra parte”. Peccato non facci riferimento ad ‘altre guerre in corso dimenticate, perché di stampo imperialista come quella che da tre anni l’Arabia Saudita sta attuando contro l’indifeso Yemen, o i milioni di profughi generati dalle varie guerre di stampo NATO in Serbia, Afghanistan, Libia, Siria e Iraq. L’anticomplottista oltre questi ragionamenti si ferma, è il silenzio, dato che la sua mente non reggerebbe la complessità. Lui ha bisogno di bianco e nero. In questo silenzio intellettuale, a gamba tesa vorrei risvegliare il soggetto vittima di questo sporco teatrino, messo in atto con le solite armi della propaganda, sottoponendolo a delle precise domande per stimolarne l’intelligenza e quei pochi neuroni ancora ribelli, che si chiedono:
Perché Il magnate Soros, personaggio “controverso”, ha incontrato nel 2015 a Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko dopo che gli Usa hanno promesso due miliardi di dollari al disastrato paese a patto che segua le indicazioni del Fmi. Per Mosca uno dei burattinai delle “rivoluzioni colorate”. La Russia, documenti alla mano, accusa Soros e Hunter Biden di avere finanziato i biolab USA in Ucraina.
Perché oltre agli eroici combattenti ucraini, non vengono mai menzionati i jihadisti attivi da anni in Ucraina, che i Russi hanno sfrattato dalla Cecenia, dalla Siria e dalla Cirenaica? Nel 2015 il NYT, racconta che i jihadisti sono utilizzati, e bene accetti, dalle forze armate ucraine sin dall’inizio della repressione in Donbass che ha portato alla guerra civile. Mentre domina la retorica sulla mitica resistenza ucraina, è possibile che le milizie ucraine da tempo siano soppiantate da mercenari stranieri. Magari sotto procura, i jihadisti, invece di combattere i Russi, non si facciano in futuro il loro staterello nel cuore dell’Europa? Forse finirà che gli Europei dovranno rivolgersi proprio al militarismo russo per farsi proteggere?
Perché non ci raccontano del “Servizio di sicurezza dell'Ucraina” (SBU). Secondo i rapporti della Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, il personale della SBU è responsabile di molteplici casi di violazioni dei diritti umani, tra cui sparizioni forzate, violenza sessuale e tortura. Inoltre, cura il controverso sito web "Myrotvorets", il cui scopo è quello di schedare coloro che sono considerati "nemici dell'Ucraina", e le cui informazioni personali, come numeri di telefono, indirizzi di residenza, link dei profili social, nomi di eventuali figli e parenti, sono consultabili pubblicamente tramite una maschera di ricerca.
Perché si tace sulle divisioni profonde tra Regno Unito, Francia e Germania che sgomitano per soffiare agli Stati Uniti un po’ più di potere e di denaro per le industrie belliche nazionali?
Perché Washington e la Nato hanno boicottato l’accordo per la messa al bando delle armi nucleari adottato dalle Nazioni Unite nel settembre 2017 ed entrato formalmente in vigore il 22 gennaio 2021? Mentre sono stati adottati piani plurimiliardari per potenziare l’arsenale atomico e quello “convenzionale”, caccia di sesta generazione, piattaforme navali e sottomarini, carri armati e blindati, centrali d’intelligence e infrastrutture per le cyber war.
Perché si occulta che alle porte del “invasore” russo, nelle Repubbliche baltiche e in Polonia, sono stati attivati quattro battaglioni multinazionali super-armati; un quinto sarà schierato presto in Romania e forse pure altri in Bulgaria o in qualche altro alleato sud-orientale? Dispositivi aerei di pronto intervento operano 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno nei cieli dell’Europa orientale, in Ucraina e nel Mar Nero. Flotte permanenti o costituite ad hoc si alternano a pattugliare il Baltico e il Mediterraneo orientale, vigilando i sottomarini e i bombardieri nucleari russi.
Perché Draghi non racconta, degli ultimi governi e del suo che finanziano, alpini e carri armati in Lituania, caccia intercettori in Romania, portaerei F-35, fregate e sommergibili con i radar puntati sul Mar Nero, un migliaio di parà e di marò che si scaldano i muscoli nei poligoni di Puglia, Sicilia e Sardegna? Con l’Italietta, immancabilmente sempre pronta a fare la sua parte. Fedeltà e subalternità, le parole d’ordine, come nella ventennale guerra in Afghanistan, lo sarà ancora a lungo in Iraq dove l’Italia sarà premiata con la guida della nuova missione NATO di appoggio e addestramento delle forze armate irachene. Ci spieghi Draghi i costi di tali impieghi, e dei tagli alla sanità per fare quadrare il bilancio?
Perché il servizio pubblico della Rai non racconta sulle zone d’ombra degli avamposti che Stati Uniti e circa 110 basi NATO in Italia, hanno moltiplicato in giro per l’Italia? Tutti operativi al 100% con i decolli dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-16 di US Air Force da Aviano verso Baltico e Polonia, i ponti aerei per trasportare la 173^ Brigata Aviotrasportata di US Army da Vicenza in tutto l’Est Europa, centinaia di mezzi pesanti, armi e munizioni stoccati a Camp Darby e imbarcati a Livorno per raggiungere Costanza, oltre le missioni da Sigonella, quotidiane, dei pattugliatori-spia P-8A “Poseidon” di US Navy e i droni Global Hawk di Stati Uniti e NATO-Ags in territorio ucraino, nel Mar Nero e sulla Crimea.
Perché non si manda l’intervista del sindaco di Kupyansk che si è rivolto a Zelensky e ha detto che lo avrebbe considerato colpevole se fosse successo qualcosa a sua figlia, che sarebbe stata rapita dall’SBU e minacciato di ucciderla. Il motivo per cui la SBU sta terrorizzando il sindaco è che Kupyansk è passata sotto il controllo delle forze armate RF senza combattere.
Perché sono state messe a tacere le principali reti d’informazione russa al di fuori del loro territorio? Da alcune principali agenzie russe scrivono che a Mariupol, nazisti e nazionalisti aprono il fuoco contro i civili che tentano di uscire dalle abitazioni, e rifugiati negli scantinati sono poi costretti, data l’assenza di elettricità e gas, a uscire per cuocere il cibo accendendo bracieri in strada.
Perché non si racconta sul ruolo di “battaglioni punitivi” dei reparti neonazisti? Da fonti non occidentali arriva un’ulteriore conferma da Khar’kov, dove alcuni soldati ucraini avevano cercato di evacuare una colonna di autobus con civili attraverso il corridoio sudoccidentale, in prossimità di un posto di blocco. Sembra che elementi dei battaglioni nazisti abbiano aperto il fuoco contro la colonna, col risultato di uccidere 30 persone, tra cui 7 bambini.
Perché non si ammettono oltre 30 laboratori biologici in Ucraina, sponsorizzati dall’Agenzia del Pentagono, che dal 2021 ha implementato il progetto “Diagnosi, Sorveglianza e Prevenzione delle zoonosi nelle forze armate ucraine”, con un finanziamento di 11,8 milioni di dollari. Tutto documentato sembra.
Perché non si parla delle buone notizie per gli affari degli USA, che grazie alle sanzioni alla Russia il petrolio e il gas di scisto degli USA, così costosi e senza mercato in Europa, ora stanno attraversando un momento magico, con vendite e prezzi alle stelle. Alla faccia delle sanzioni, con questi prezzi delle materie prime, anche Gazprom farà profitti. Tanto le bollette le paghiamo noi, e senza lamenti, perché facciamo solo il nostro sacro dovere di subordinati a Washington.
Perché la Confederazione Svizzera con “L’attuazione delle sanzioni nel rispetto della neutralità” adotta sanzioni commerciali e finanziarie contro la Russia?
Perché Meta, proprietaria di Facebook e Instagram permette che l’#hatespeech va perseguito ai “russi invasori”, e quindi giusti da odiare? Non ti venisse in mente di dirigere il tuo odio contro l’esercito israeliano che ti rade al suolo la casa o contro i sauditi che ti bombardano sulla testa da anni! Due pesi e due misure, anche sul diritto all’odio.
A queste domande risponderà la realtà dei fatti, e sarà troppo tardi.
La Narrazione USA & NATO la invocata “superiorità morale dell’occidente” è una immensa falsa narrazione, per chi ha un minimo di base storica e geopolitica degli eventi bellici degli ultimi trent’anni. Gli USA e il suo braccio armato NATO, hanno provocato una innumerevole serie di crimini contro l’umanità e di guerre, causando profughi e stragi di milioni di civili innocenti in tutto il mondo. Vi è il reale pericolo che la questione ucraina possa subire un’escalation di eventi sempre più gravi, e che precipiti gettando nel caos il mondo intero. Impostata una condita e onnipotente arroganza, l’occidente all’indomani del Muro di Berlino aveva in agenda di assorbire tutto il vecchio mondo sovietico dentro un’unica cornice appaltata ai soli valori occidentali spacciati come necessariamente globali e universali. Si ammetta che i governi UE e NATO vogliano fare questa guerra, dato che non introducono alcuna proposta per favorire un negoziato, come la disponibilità ad un arretramento della NATO in cambio del ritiro delle truppe russe. Nessuno vincerà questa guerra, a meno di un compromesso di pace doloroso per tutte le parti. Come per il Covid, questa è una lotta per la verità che dobbiamo fare ovunque, passando anche come codardi o complici del nemico. Altrimenti di bugia in bugia arriveremo alla terza guerra mondiale, e francamente non è di alcun interesse sapere quali menzogne inventeranno a quel punto i governi dai loro bunker, mentre su di noi pioveranno le bombe. L’etica sacrificale viene imposta ai cittadini, senza escludere il sano egoismo dei ricchi e i loro business ai fini del bene comune. Bene farebbe l’Italia a non prendere parte a questa ennesima, fallimentare e inutile prova di forza, che finirà soltanto per esporre l’Europa come bersaglio dinanzi alle legittime reazioni russe, facendo il gioco di chi da lontano guarda, senza correre alcun rischio concreto. L’Italia dopo il 1945 e la cosiddetta “liberazione”, si ritrova la stessa furberia di fondo, da parte dei partiti, degli industriali, della finanza, della cultura e del mondo accademico. Quella di volersi trovare, a prezzo di qualunque voltafaccia, dalla parte vincente. Pensiamoci e tiriamo onestamente qualche conclusione. Chi sbaglia, pagherà in prima persona: questo vuole l’onestà, questo vuole il rispetto di sé stessi. Non si può tenere sempre d’occhio il carro dei vincitori, per prendere le misure atte a fare il salto giusto nel momento giusto. Sarà molto italiano, ma non è qualcosa di cui si possa andare fieri. Faremmo bene a cambiare metodo, se ci premono la stima altrui e quella di noi stessi, oltre al disastro economico e sociale che si prospetta.
09/03/2022
Se in molti paesi la fine delle restrizioni della pandemia, debba essere accolta favorevolmente e con entusiasmo, non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che una ristrutturazione globale secondo le specifiche del "Great Reset", sta rispettando a pieno ritmo la tabella di marcia dell’agenda 2030. Adesso che il neoliberismo con l’arma dell’informazione distorta, ha creato la nuova distrazione di massa, con la guerra d’invasione o liberazione dell’Ucraina, a secondo della narrazione in atto geograficamente parlando, il nemico invisibile è scomparso da quando non è più la principale notizia di apertura dei tg e giornaloni, mentre le restrizioni più abominevoli (in Italia) sono rimaste. È divertente per non dire tragico, vedere ancora gli italiani che, come scolaretti autoconvinti o ricattati, proteggersi dall’invisibile nemico, indossando il pannolino in faccia, mentre il resto d’Europa ha praticamente cambiato paradigma, concentrandosi sulla nuova emergenza fatta dai venti di guerra ucraini e dal cattivissimo Putin, che ha sostituito il covid nella narrazione del regime. Nella mia controinformazione motivata dal totale oscuramento (a rete unificate in tutto il continente) su eventi di tale portata, vorrei parlarvi del tema della salute, con una questione che riguarderà tutti negli anni a venire.
L’Organizzazione mondiale della sanità L'OMS, sostenuta dalla Bill & Melinda Gates Foundation e dal miliardario statunitense Marcel Arsenault, sta ora usando questa distrazione generale, per convincere gli Stati membri a firmare un nuovo "Accordo Globale” esclusivo sulla preparazione alle pandemie future, che fondamentalmente dà potere all'OMS in tutte le emergenze mediche e climatiche! Trattandoci come dementi, i vari “esperti”, rappresentanti governativi e in primis i media a busta paga della politica, per non ammettere il loro fallimento, continuano a blaterare l’efficacia delle loro azioni a protezione della nostra salute. Non è a tutti evidente il fallimento e la gestione delle misure Covid, insieme al backtracking (monitoraggio a ritroso) di politici e media, e la triste ed ebete complicità della maggioranza dei cittadini, e della politica ormai ininfluente anzi complice. Si parlerà a ritroso degli errori, nel momento che converrà farlo, e verranno scelti alcuni capri espiatori, peraltro profumatamente pagati in soldoni o avanzamenti di carriera, pronti all’effimera gogna mediatica, che avrà conseguenze irrilevanti. La certezza della pena dovrebbe essere certa in uno Stato di diritto, se non fossimo uno Stato di rovescio. Abbiamo la certezza dell’impunità, per i soliti prezzolati, con l’eccezione che se infastidisci gli impuniti, allora sei punito a norma di legge. I più fortunati che non vivono in Italia, possono pianificare le prossime vacanze, e rialzarsi dalle conseguenze psico-economiche di due anni di terrore psicologico dei media e dei governi, che in questo processo dispotico, ha sperimentato il nostro livello di sopportazione. Anzi per quanto possa sembrare paradossale, come per la sindrome di Stoccolma, la o le vittime si sono affezionati ai loro carcerieri, anche a dispetto di un comportamento inizialmente autorevole da parte di quest'ultimi, maturando anche simpatia, empatia, fiducia e talvolta perfino attaccamento nei confronti dei loro aguzzini che si chiamano stato o difensori delle istituzioni o decreti mesi in atto. Per Sylvie Briand, direttore del Dipartimento di malattie pandemiche ed epidemiche dell’Oms, ci sono tre scenari probabili sull’evoluzione dell’attuale contesto epidemiologico. “Nel primo scenario, si prosegue con l’applicazione delle misure attuali, in caso di una gran diffusione del virus come adesso ma con meno casi gravi. Nel secondo scenario, quello più ottimista, il Covid si presenta come una malattia endemica, che si può gestire come un’influenza comune, con il vaccino annuale per evitare ricoveri o morti per la malattia grave. Il terzo e ultimo scenario è il più pessimista e dipende dall’arrivo di nuove varianti del virus. In questo caso, il mondo tornerebbe alla situazione in cui si è trovato il primo anno della pandemia. Nuove varianti del Covid creerebbero una situazione paragonabile al 2020, quando le persone erano molto vulnerabili e c’erano casi gravi della malattia. Non siamo ancora alla fine del tunnel. Tutto dipende di come evolverà la situazione nei prossimi mesi”.
Per questo è così importante segue l’OMS, continuare ad investire e finanziare gli sforzi per una campagna equa di test, cure e vaccini contro il Covid in tutto il mondo. Adhanom Ghebreyesus lancia la raccolta di 23 miliardi di dollari e dichiara. “Le malattie non conoscono confini. Qualunque sensazione di sicurezza può cambiare in un attimo”, come ha dimostrato l’arrivo della variante Omicron. La scienza ci ha dato gli strumenti ha aggiunto il direttore dell’Oms -, se questi vengono condivisi a livello mondiale, in modo solidale, quest’anno possiamo porre fine al Covid in quanto emergenza sanitaria mondiale”.
Dopo questa lunga premessa, tenterò di descrivere, Il “trattato internazionale sulla prevenzione e preparazione in materia di pandemie”, che lo scorso 1º dicembre 194 membri dell'OMS hanno raggiunto un consenso per avviare il processo di elaborazione e negoziazione di una convenzione, e accordo di questo strumento internazionale. Il 1° marzo sono iniziati a Ginevra i negoziati per un accordo che si basa sull'articolo 19 della Costituzione dell’OMS, in base al quale l'Assemblea generale può adottare accordi vincolanti per tutti gli Stati membri con una maggioranza di due terzi.
L' UE, che sostiene il progetto, si aspetta dall'accordo:
- impegno politico maggiore, duraturo e a lungo termine a livello di capi di Stato e di governo
- processi e compiti chiari
- rafforzare il settore pubblico e privato a tutti i livelli
- l'integrazione delle questioni sanitarie in tutte le aree politiche pertinenti
Tra le proposte anche quella di chiudere i mercati della fauna selvatica con incentivi affinché i paesi segnalino con tempestività nuovi virus o nuove varianti. La novità più rilevante sarà la forza di questo trattato, che starà al di sopra delle costituzioni nazionali. In pratica significa che la costituzione dell'OMS (ai sensi dell'articolo 9) ha la precedenza sulla costituzione dei singoli paesi in caso di calamità naturali o pandemie, che loro stessi dichiareranno o costruiranno a piacimento con il contributo della Big-Pharma cambiando i parametri dei livelli emergenziali iniquamente. Non più raccomandazioni, ma imposizioni. Qui il link con i dettagli dal sito del consiglio europeo sul trattato, che avrà l'obiettivo di adottare lo "strumento" entro il 2024. La scienziata svizzera Dr. Astrid Stuckelberger, che lavora per l'OMS da 20 anni, mette in guardia, e auspica che ogni paese dovrebbe inviare una lettera di protesta pubblica all'OMS affermando che è inaccettabile che la firma del ministro della salute di un paese decida il destino di milioni di persone senza un referendum. Collettivamente, dobbiamo essere meglio preparati a prevedere, prevenire, rilevare, valutare e rispondere efficacemente alle pandemie ed emergenze future, in modo altamente coordinato. La cosa più urgente sarebbe il rafforzamento delle strutture sanitarie, ed un vero piano emergenziale per le prossime emergenze sanitarie e climatiche. Guardando il piano nazionale di ripresa e resilienza (pnrr) italiano, vediamo che dei 235,12 miliardi di euro, elargiti tra il 2021-2027 dalle banche private, camuffate abilmente sotto lo scudo della BCE e UE, solo circa 15,63 miliardi (8,16 per cento del PNRR) e 2,89 miliardi dal Piano complementare, verranno investiti per la salute, indebolendo sempre di più il sistema sanitario pubblico e rendendolo ancor più fragile, e succube dell’OMS o altri investitori privati negli anni a venire. Nel politicamente corretto ma eticamente corrotto, si narra “l’auspicio che le nazioni dovrebbero lavorare insieme per un nuovo trattato internazionale sulla preparazione e la risposta alla pandemia, per prevenire in modo adeguato ed efficace a salvaguardare la salute dei cittadini per le nuove emergenze a venire”.
Chi meglio dell’OMS può assumersi questo delicato compito? Dopo i danni e scandali degli ultimi decenni, questo organismo ha nei suoi consigli di amministratori detentori di titoli azionisti superiori del 50% (Belinda&Gates Fundation), oltre al contributo straordinario della Big-Pharma e dei governi, e sarà gestito da enti e sponsor privati, che decideranno sulla salute della maggior parte della popolazione mondiale. Qui il link del programma sopra descritto nei dettagli dal sito ufficiale dell’OMS (WHO). Chi ha mai denunciato questo enorme intrigo orchestrato dalle grandi istituzioni autoritarie come l'OMS e il GAVI (la Vaccine Alliance è un partenariato pubblico-privato che aiuta a vaccinare metà dei bambini del mondo) con sede a Ginevra e dal controllo dei mass media? Sempre secondo la dottoressa Stuckelberger, “la Svizzera è il centro della corruzione e che GAVI e Bill Gates godono dell'immunità totale da qualsiasi cosa facciano”.
Ecco alcuni degli scandali o anomalie degli ultimi decenni dell’OMS, che non troverete nei tg o giornaloni. Solo un’inchiesta internazionale indipendente potrà chiarire se davvero l’organizzazione, istituita dall’Onu nel 1948 con funzione di vigilanza sanitaria mondiale, ha commesso errori, e di conseguenza sancirla o sostituirla con organi senza alcun conflitto d’interessi e con l’unico interesse reale della nostra salute, piuttosto delle quotazioni in borsa dei loro azionisti.
- Ritardo con cui è stata comunicata la (presunta) Pandemia. Solo l’11 marzo, quando il numero dei contagi si era allargato a 114 Paesi, l’Europa in ginocchio, e 4.291 persone che hanno perso la vita, arriva l’annuncio: «Abbiamo valutato che Covid-19 può essere definito come pandemia».
- Gestione del 20% del suo budget, perché il resto sono progetti specifici decisi dai privati, e
non tutti trasparenti. (qui tutta la lista)
- Tedros Adhanom Ghebreyesus direttore generale ex ministro della sanità e degli esteri dell’Etiopia sul suo mandato grava l’accusa, sempre respinta, di aver insabbiato 3 epidemie di colera (2006, 2009, 2011), declassandole a diarrea.
- Dal 5G ai farmaci contraffatti oggi altre quattro importanti agenzie Onu sono a guida cinese: Fao, l’Onu per lo sviluppo industriale, l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale, l’Unione internazionale per le telecomunicazioni, che definisce gli standard mondiali nell’uso delle onde radio. Mentre sul tavolo dell’Oms ci sono le questioni del secolo: la valutazione sulla sicurezza del 5G, e i rapporti con Impact, la task force che lotta contro la contraffazione dei farmaci. Metà della contraffazione è cinese, e decine di medicinali a larghissima diffusione contengono impurità potenzialmente cancerogene.
- La globalizzazione ha prodotto enormi ricchezze per pochi, ed ha regole cogenti: se violo una postilla del Wto pago penali miliardarie, se me ne vado dall’accordo di Parigi sul clima non succede nulla.
- Nel luglio 2009, una pandemia sconvolge il mondo. Quella di AH1N1, conosciuta inizialmente anche come influenza suina. l'industria farmaceutica ha fatto dei profitti stratosferici grazie al all’autorizzazione dell’OMS alla produzione e distribuzione del vaccino, rivelatosi poi inutile. Molti paesi donarono poi una percentuale delle proprie dosi all'Oms perché distribuirle ai paesi poveri, anche se gran parte era avviata alla scadenza, e quindi non restò altro da fare che buttarle.
- Allarme pandemia per l'influenza Suina Nel mese di maggio del 2009, dopo l'apparizione dei primi casi in Messico dell’influenza suina, l'OMS ha cambiato definizione, togliendo questa nozione, e dichiarando la pandemia. Ritenendo necessaria una ridefinizione del principio di precauzione, principio spesso invocato per giustificare queste misure eccezionali. Un'inchiesta pubblicata dal British Medical Journal ha messo in luce i legami tra alcuni membri della commissione d'esperti dell'OMS e l'industria farmaceutica.
L'amministrazione Trump nel 2020 decise di abbandonare l'OMS proprio mentre la stessa si trovava a fronteggiare la più importante crisi sanitaria della sua storia. L'accusa frontale all'OMS di aver coperto l'opaca gestione dell'epidemia da parte della Cina, origine del virus, rivela quanto sia facile per l'agenzia diventare il capro espiatorio di un conflitto geo-politico tra paesi, in questo caso due potenze mondiali. Già nel passato come ho cercato di raccontare l'OMS si trovava sotto tiro. In altre occasioni epidemiche si è mossa con incertezza, talora sbagliando, anche se a sua difesa va detto, che la qualità del suo operato dipende molto da quella dell'intervento dei governi, ovvero dei soggetti titolari dell'organizzazione, sempre più in mano alle Big-Pharma. Ho deciso di puntare il mio interesse su questo tema, ma per valutarne le decisioni serve ripercorrere la sua storia, capirne il mandato, i meccanismi di finanziamento, le tensioni che attraversano la sua gestione. Lascio alle menti più ardite il compito ingrato, di svelarci sul funzionamento dell'OMS, sulle influenze esterne cui è esposta, sulle responsabilità dei diversi "portatori d'interesse". Ho tentato di stimolare l’interesse facendo chiarezza, con un'analisi schietta, sul “Trattato pandemico internazionale” che a breve verrà ratificato dai paesi membri. La sfida più grande è la tutela del diritto alla salute e l'azione della politica per promuoverne la realizzazione, tramite una OMS autorevole e credibile, all'altezza di un mondo che aspira sul serio a dotarsi degli strumenti per difendersi dalle nuove crisi sanitarie che già si prospettano all'orizzonte, false o vere che siano. Vi sono in ballo troppi interessi, per lasciare che il Bill Gates di turno, decida in un palese conflitto di interessi, se bloccare o meno le economie di mezzo mondo, scatenando poi crisi sociali ed economiche senza precedenti in cui pochi saranno i beneficiari. Quanto è davvero indipendente l’Organizzazione Mondiale per la Sanità? Consiglio la lettura del libro di Francesco Zambon, ex funzionario Oms, “Il pesce piccolo”, in cui si racconta la nascita del rapporto Oms curato dal suo gruppo di lavoro, e le ragioni che hanno portato all’oscuramento per pressioni del governo cinese e italiane, subito dopo la sua pubblicazione. Le accuse di Zambon sono chiare: il dossier svela i retroscena del piano pandemico italiano e racconta gli errori e le coperture che hanno fatto del nostro paese il grande malato con il più alto tasso di mortalità. È fuori dubbio che gran parte della responsabilità della crisi sanitaria è da attribuire ai governi, i quali non hanno attuato le regolamentazioni globali esistenti, agendo con risposte fortemente nazionalistiche poco coordinate. Il resto della narrativa è in parte giustificata dalle scelte sbagliate, a più livelli che ha instaurato un modello sociale in agonia, e il forte sospetto che le cose potevano essere gestito diversamente. Le decisioni dell’OMS possano essere fortemente condizionate dagli interessi dei finanziatori, trasformando un organismo multinazionale supervisore della salute globale, in una vera e propria società per azioni. Il SARS-CoV-2 non è stato un asteroide piombata sulla terra, o un evento inevitabile. Come le istituzioni si organizzano per gestire le epidemie e malattie è invece un terreno discrezionale, che dipende dalle scelte che fa un esecutivo e le sovrastrutture continentali.
Inquinamento, pareggio di bilancio, tagli al welfare, depauperazione delle risorse del sud del mondo, da qualunque parte la si veda, si cominci a ragionare c’è un solo imputato: la politica delle istituzioni, e la non reazione e pigrizia mentale dei cittadini. Sono questi i due problemi d’affrontare, e non bastano le iniziative di buona volontà dei singoli, ma di un modello di vita del risveglio della ragione, e “sentirsi nel mondo” come suggeriva Heidegger, piuttosto che delle entità, e parti del mondo tecnologico e scientifico e oggi biologico da sfruttare come flusso delle merci. Come risvegliare il 90% dei dormienti che oggi senza documentarsi si bevono ogni menzogna, dal covid alla Putin-Russia fobia in atto?
28/01/2022
Fiero, orgoglioso non senza ragione, il giornalismo dovrebbe essere il cane da guardia del potere, dei poteri. In questo “mestiere da cani” il professionista serio dell’informazione, vigila incessantemente per impedire a poteri di ogni genere di fare danno, ingiustizie, di devastare, razziare la società affidata al cane da guardia incarnato dalla stampa. Uno stato nonviolento e democratico si fonda sul dissenso e non sul consenso. La qualità di una buona democrazia si misura non dal grado del consenso ma da quello del dissenso (parlamentare e informativo), che è la via maestra per impedire una degenerazione della democrazia nell’autocrazia o tecnocrazia odierna.
Sempre più persone stanno prendendo COSCIENZA delle menzogne, dei raggiri che ci hanno proposto e che tuttora ci propongono i media ufficiali governativi in merito alle molteplici emergenze dal 11.9 in poi. Molti eventi “emergenziali” dal terrorismo, alla crisi finanziaria o climatica, fino alla pandemia, hanno contribuito a renderci più analitici, più critici mettendoci in condizione di “svegliarci” più rapidamente. Se molte “crisi indotte” potevano essere poco considerate, dal momento che intere società di popoli sebbene succubi ma ancora nutriti di “pane e circense”, reagivano con menefreghismo e sprezzante individualismo, da due anni, la posta in gioco ci riguarda da vicino. La vera battaglia è appena iniziata e la posta in gioco è molto alta, stiamo parlando della nostra LIBERTA’. „Stato si chiama il più freddo di tutti i mostri. Ed è freddo anche nel suo mentire; e dalla sua bocca striscia questa menzogna: "Io, lo Stato, sono il popolo! “Così scriveva Nietzsche in “Del nuovo idolo”.
Il mio dizionario pandemico L’emergenza indotta, tra le tante cose, ha modificato la lingua, e ampliato la già esistente neolingua (newspeak). Mi sono reso conto in tanti articoli scritti e letti, nel mio stesso modo di esprimermi che cambiando, si adattava sempre più a questo linguaggio omologato e imposto dall’alto. A differenza dell’archelingua (l’attuale lingua standard), con tutta la sua imprecisione e le sue innumerevoli sfumature di senso. Nella neolingua, non si coglie la bellezza insita nella distruzione delle parole, rimanendo vittima di un linguaggio unificato di anglicismi dettati dal mainstream e dai mercati finanziari, restringendo al massimo la sfera d’azione del pensiero, che viene così omologato. Curiamo il nostro modo di esprimerci, senza pregiudizi, sforzandoci di salvare le irrecuperabili particolarità locali dei dialetti. Opponiamoci a questa percezione, delle emergenze condite di paura e di un nemico invisibile che la neolingua ci impone. Come diceva un saggio cinese, mai usare il linguaggio che il tuo nemico ha inventato, per portarti a lottare con le armi da lui scelte. Hai già perso tutte le battaglie. Parlare di parole non sembri un ozioso e sterile esercizio intellettuale, ma un modo in cui ci raccontiamo e creiamo le cose. I dominanti della narrazione, auspicano l'eliminazione di parole indesiderate e dalla soppressione di significati eterodossi e, possibilmente, di tutti i significati secondari nelle parole superstiti. Dopo questa premessa, nel link sottostante espongo il mio piccolo dizionario pandemico, che contiene una raccolta di parole tra le più abusate. Sforzandomi di dare loro un significato più umano, con ironia e una sana e reale satirica orami censurata. L’idea è di creare un dizionario dinamico in continua crescita, a seconda dei temi che affronterò nel futuro. Link https://www.pluchinik.ch/new/dizionarioPandemico.html
Il mio dizionario pandemico non è un futile assalto frontale al castello segreto di Klaus Schwab, o un attacco navale suicida allo yacht di Bill Gates o a qualche loggia segreta deviata.
il vaso di pandora Per quanto frustrante siano stata per tutti noi questi ultimi due anni, siamo ancora in una battaglia per i cuori e le menti. Si combatte nella testa delle persone, non nelle strade. I burattinai predicano con lo strumento del ricatto, di inocularci ogni quattro mesi per evitare la malattia che intaserebbe le strutture sanitarie, e potrebbe avere conseguenze mortali. In cuor loro, sperano vivamente che non tutti si vaccinino. Se infatti tutti, senza esclusione, si sottoponessero al siero benedetto, e i contagi aumentassero, crollerebbe la narrazione del no-vax e relativo capro espiatorio. Avendo posto l’obbligo, per alcune categorie, e premunitosi dei vari scudi penali o civili, per non assumersi alcuna responsabilità legata agli effetti avversi sempre più numerosamente segnalati, speculando per altri mesi invernali in cui ogni virus circola più allegramente, si ottengono i seguenti risultati.
1. si consumano i milioni di fiale che i governi hanno profumatamente pagato con soldi pubblici
2. continuo conflitto tra vaccinati e non vaccinati in una guerra di classe o nuovo scontro tra gli ultimi
3. anziché combattere contro il blocco oligarchico in alto, guerreggiamo orizzontalmente tra noi
4. continua l’emergenza, e viene rispettata l’agenda 2030, imposta e pianificata per la fase successiva
5. Dopo la terza dose l’infame tessera verde (green pass, 2G+), avrà durata illimitata e verrà utilizzata per altri scopi
6. Si distrae l’opinione pubblica, dagli oltre 30'000 deceduti in Europa a causa dei vaccini, e abilmente occultati dai cani da riporto o “informatori governativi”
Quando verrà scoperchiato il vaso di pandora (negli USA vi sono molti segnali) si capirà che la pandemia è stata più un’occasione che una causa, e l’aggressività, la rabbia, la violenza emergenti appariranno come il frutto di un atteggiamento sopito che attendeva solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso per manifestarsi. Guardate i volti dei protagonisti, politici e televisivi con quale facilità mentono, protetti nelle loro interviste e dibattiti, televisivi o pubblicazioni, dalle azioni degli “Spin doctor” che preparano le trasmissioni o l’articolo evitando di mettere in imbarazzo il politico, o il portavoce scientifico di turno. In stile Marzullo “si faccia una domanda e si dia una risposta”. Insomma, niente cani da guardia fedeli ai loro lettori, ma da riporto dei loro editori dipendenti dalla proprietà. Così milioni di teledipendenti e pigri nel pensiero, non sono nella condizione per valutare e decidere, ma rispondo alla logica di potere dettata dagli spin doctor istituzionali. Vi è poi l’effetto “Framing”, il processo che porta gli individui a interpretare gli eventi o la realtà a seconda di come viene presentata loro l'informazione. I governi continuano ad avere dalla loro parte l’opinione pubblica forcaiola, ma è tutta ‘altra cosa manipolare la società, anche se mi rendo conto che è più facile ingannare che convincerli di essere stati ingannati.
Conclusione
In quei pochi interventi da parte di altri lettori de La Pagina, ho spesso avuto delle percezioni ostili e poco incoraggianti sui contenuti da me pacatamente annunciati. Ho più volte proposto a quei pochi commentatori, di sforzarsi loro con delle riflessioni e di esibirle. Esistono da anni decine di altre piattaforme in cui mi confronto sui più svariati temi, e ovviamente il tema pandemico è il tema più in voga, dato che in altri paesi meno fortunati della Svizzera, ha colpito più duramente il tessuto sociale e seminato danni economici e sociali, che già stanno dando molti frutti amari da digerire. Se a volte ho usato toni accesi, credo sia la situazione e il momento che richiede anche per una persona moderata come io mi ritengo, di agire con la sola forza della scrittura. Nel mio piccolo ho voluto colmare un’informazione precaria, dopo due anni di bugie e menzogne o semplicemente di omissioni da parte della stampa e servizi d’informazione che fanno il loro semplice “copi e incolla” per non perdere i contributi pubblici piuttosto sostanziosi per le testate che appoggiano le campagne di informazione governative. Teoricamente questi finanziamenti all’editoria vengono erogati per sostenere il pluralismo dell’informazione, ma in realtà si tratta di sostenere l’unico pensiero che i detentori e finanziatori del potere erogano per indirizzare le masse dove più fa comodo. La vera informazione liberà non ha padroni, e questa spesa pubblica, tra l’altro finanziata spesso da fondi d’investimento targati USA, potrebbe essere annullata, dato che l’informazione te la fai da solo, con fondi di azionisti e obbligazionisti seri e indipendenti. Altrimenti chiudi, come tutte le aziende in perdita. Se per alcuni o molti, i mei interventi sono lunghi e complessi, essi fanno parte di un mio passionevole lavoro e servizio di divulgazione, che spetterebbe appunto alle testate che percepiscono dei contributi pubblici, che dovrebbero sostenere il pluralismo dell’informazione. Insomma, si auspicano più cani da guardia del potere, dei poteri, piuttosto di cani addetti al riporto dell’osso. Purtroppo, il disegno è chiaro ed evidente, per coloro che sono pronti e in grado per riceverlo. Si tratta di aprire un dialogo moderato per fornire informazioni che conosciamo e sensibilizzare senza forzature. È importante attorniarsi di persone che la pensano allo stesso modo e creare piccole comunità per organizzarsi per gli scenari presenti e futuri. Chiedere, chiedere a chi ne sa più di noi ma sempre usando la ragione e l’intuizione oltre al proprio spirito critico. Smettendo di essere cani da guardia competenti e accorti si smette di avere un ruolo, una funzione e utilità sociale e anche lo status e lo stipendio che corrispondono. Scegliendo di essere cani da caccia di chi dissente, si ammette di poter esser saziati con qualche frattaglia di risulta.