Tra un mercatino e un panettone, vorrei parlarvi dello Stato democratico di diritto seguendo gli andamenti attuali che forse non è, come molti ritengono, una conquista irreversibile, ma una parentesi storica.
Con tutto il rispetto per i tre autori dell’ultima rubrica “scrive chi legge”, essi scrivono cose imprecise e vaghe, oltre che a essere di parte, attaccando duramente il professore, e disinformando le masse di lettori già poco motivati a occuparsi personalmente di temi complessi, che richiedono dedizione e appassionata ricerca dei fatti.
Tempo fa passai per caso davanti all'edificio della ex Casa d'Italia di Zurigo, e preso da un irrefrenabile istinto di scattare alcune foto, sullo stato pietoso e attuale di questo glorioso edificio un anno dopo la sua chiusura, , ebbi l’ispirazione di scrivere quanto segue.
A quando dei nostri rappresentanti (dell’emigrazione) in Svizzera con delega da parte del Governo del Cambiamento, che bonifichi l’esistente struttura senescente?
Spiegare e ridurre alla parola “inciucio” gli accordi sottobanco in politica è facile da spiegare ma difficile se non impossibile dato che nel caso della politica italiana è una parola inappropriata,
l problema della liberal-democrazia è che, mentre il liberalismo nega la logica della democrazia, la democrazia nega quella del liberalismo. Queste due concezioni politiche che hanno incendiato il secolo passato non possono esistere una senza l’altra.
Dopo quasi 2 mesi di capriole diplomatiche e acrobazie politiche di vario genere da parte dei partiti, Mattarella infastidito per l’attuale situazione di stallo e la mancata formazione di un governo,
Mi sono sempre chiesto perché nessuno reagisce di fronte all’infame ondata di oppressione e abuso di ogni tipo che stiamo subendo?
Diceva il filosofo: “La demenza è rara nei singoli, ma è la regola nei gruppi, nei partiti, nelle epoche”.
16/12/18
Tra un mercatino e un panettone, vorrei parlarvi dello Stato democratico di diritto seguendo gli andamenti attuali che forse non è, come molti ritengono, una conquista irreversibile, ma una parentesi storica. Esso nasce infatti da un compromesso tra le forze materiali del capitalismo industriale e le organizzazioni politiche del mondo del lavoro, su cui esso si fonda e viene chiamato «Stato liberal-democratico». Il liberalismo, ideologia capitalistica, fondata sul primato della libertà di iniziativa individuale e che mira a sottomettere le sovranità degli stati, e dall’altra la democrazia, che sottolinea il valore prioritario dell’uguaglianza dei risultati da conseguirsi mediante l’ingresso dei cittadini nello Stato, e la loro partecipazione alle decisioni politiche. Sembra che nessuno delle due ideologie possa esistere senza l’altra. Una soluzione di compromesso, è l’«economia sociale di mercato», che costituisce una via di mezzo tra l’economia di mercato liberista e l’economia pianificata comunista. Nel 1948 con l’art. 3 della costituzione italiana si tentò di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza, impedivano l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla vita politica, economica e sociale del Paese. Si trattava di rimuovere le storiche disuguaglianze sociali definite da Leonardo Sciascia «una storia di servi e di padroni”. Emerge così uno strato intermedio, pari al quaranta per cento della popolazione che possiede il trenta per cento della ricchezza, e grazie al più forte partito comunista occidentale, fa nascere una nuova classe media proprietaria, determinando così il progressivo allargamento del mercato. Alla fine degli anni Settanta, i rapporti di forza negli USA iniziano a modificarsi a favore del capitale, che vedendosi ridurre i profitti, determinati dalla fine del ciclo espansivo del secondo dopoguerra, l’innalzamento del prezzo del petrolio, la crescita dei salari reali e delle rivendicazioni sindacali reagisce, con le politiche neoliberiste inaugurate dalla Thatcher in Inghilterra e da Reagan negli USA, paese nel quale, alla metà degli anni Ottanta, l’aliquota delle tasse per i più ricchi scende dal cinquanta per cento al ventotto per cento, oltre la privatizzazione della sanità pubblica, che pone fine alla democrazia sanitaria, ma avvia un processo di trasferimento di quote significative di reddito nazionale dal lavoro al capitale delle grandi compagnie assicurative e delle altre corporation protagoniste e beneficiarie delle privatizzazioni. Mentre la produttività aumenta dell’ottanta per cento, la retribuzione mediana cresce solo dell’undici per cento, la quota di reddito dei profitti di impresa raggiunge picchi mai raggiunti sino ad allora. Questo nuovo trend del capitalismo si propaga ai paesi industrializzati del centro Europa. La sovranità monetaria e valutaria in Italia resta in mano alla classe politica nazionale, consentendole così di autogovernare pur dopo lo storico divorzio tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro che dal 1981 determina il continuo innalzamento del debito pubblico. Ma alla fine degli anni ottanta si registrò un passaggio di fase epocale che, nel suo interagire, fece saltare definitivamente l’equilibrio storico tra le forze sociali che aveva dato origine al compromesso dello Stato liberal-democratico. Il crollo dell’Unione Sovietica, la globalizzazione economica e finanziaria, la transizione dalla “old” alla “new economy” dematerializzata e la rivoluzione tecnologica, causarono la perdita di ogni potere di contrattazione della classe operaia e, conseguentemente, del suo ruolo di contro-bilanciamento del potere capitalistico. La democrazia e gli stati divennero superflui, nel senso che nessuno poteva più imporre alle multinazionali di accettare, i limiti al proprio libero sviluppo rimanendo a guinzaglio delle pretese e costi della democrazia. Ma oggi non comprendiamo più sia per l’oggettiva ed estrema complessità dei processi in corso, sia per il crescente e coltivato divario tra cultura di massa e sapere, riservati alle ristrette oligarchie che governano il nuovo ordine. Le nuove gerarchie di potere non dividono solo chi ha da chi non ha, ma da chi sa da chi non sa. Oggi come ieri, sul terreno del sapere si gioca una partita politica fondamentale. Vige un sistema di regole orientato a trasformare la finanza da potere di mercato a potere istituzionale, riducendo al minimo la rappresentanza popolare. Servendosi dei media da loro sponsorizzati, che nei momenti di decisioni cruciali, attuano come dei buoni prestigiatori delle deviazioni su informazioni secondarie, o talk show pilotati in cui gli oppositori raramente vengono invitati, o addirittura organizzando attentati in cui gli attentatori sono sempre di stampo islamico e vengono sempre uccisi dopo pochi giorni, per distrarci dai giochi di prestigio, a noi incomprensibili che determineranno in modo definitivo, l’economia e il destino dei nostri paesi. Mentre noi passeggiamo nei mercatini natalizi, a Bruxelles, si decide di cambiare la manovra del governo arrogante di turno, che mette in gioco il rapporto ormai irreversibile tra Élite e i Servi. Da diverso tempo studio quali siano le forze in campo, i termini reali del conflitto, quali le sofisticate tecniche adottate sul piano economico, giuridico e istituzionale per drogare il funzionamento del mercato, che ha dato vita a una economia malata. In questa pianificazione di un’economia del debito perpetuo a spese delle fasce più basse della piramide sociale e dei paesi deboli, chi osa urlare fuori dal coro è definito “populista”, termine usato polemicamente sempre più nel linguaggio politico attuale, per coloro che non ci piacciono. Uno degli slogan più sentiti è che i Populisti che ci rappresentano, non avrebbero i soldi per mantenere le promesse, e che mancano di esperienza. Inoltre nell’ immaginario collettivo essi si collocano tra l’Élite e il popolo, invocando la “pulizia morale”, contro i potenti che sono corrotti e oligarchici. Qualcuno di ritorno dai mercatini, spieghi a tutti noi cosa ci chiede il mercato della finanza? Da un cinguettio di Fusaro: “Ai pagliacci mondialisti delle magliette rosse degli attici di Nuova York preferisco di gran lunga i gallici della giubba gialla che stanno lottando contro le aberrazioni della globalizzazione no border”. Il fenomeno dei movimenti anti-sistema, risulta essere più legato all'assenza di fiducia e speranza per il futuro di un lavoro, di un salario e di una vita dignitosa, che non alla ripulsa e all'odio razziale contro gli immigrati. Buon approfondimento a tutti sulla spiritualità del Natale, e sui mercati in festa per gli introiti di questo evento commerciale. ▲
12/11/18
09/07/2018
Tempo fa passai per caso davanti all’edificio della ex Casa d’Italia di Zurigo e, preso da un irrefrenabile istinto di scattare alcune foto sullo stato pietoso e attuale di questo glorioso edificio, un anno dopo la sua chiusura, ebbi l’ispirazione di scrivere quanto segue Mentre scattavo e pensavo del tempo che fu, mi ricordai di quel 23 maggio 2017, nella sala Pirandello dove si svolgeva l’incontro con la comunità italiana, composta dalle associazioni, i rappresentanti del polo scolastico e comuni cittadini curiosi e increduli delle voci insistenti sulla chiusura dello storico edificio. L’evento venne organizzato da chi avrebbe dovuto rappresentarci, il Console generale d’Italia di Zurigo, mentre l’Ambasciatore italiano in Svizzera era assente all’evento per altri impegni ritenuti più importanti. Già nel febbraio dello stesso anno con alcuni prodi compagni di viaggio avevamo creato un gruppo "Pro Casa d'Italia di Zurigo" con membri delle seguenti organizzazioni: “Movimento Associativo Italiani all’estero” MAIE, L'ASDLI (Associazione Svizzera della lingua Italiana), rappresentanti dei genitori del liceo Vermigli. L’intento era di contrastare e fare tutto il possibile in base alle proprie possibilità e competenze. A testimonianza del nostro operato, chiedo, cortesemente, che nel prossimo numero del giornale “La Pagina” venga pubblicata insieme a questo scritto, la documentazione sulle motivazioni imposte dal Ministero Affari Esteri e dal PD, e sul nostro operato o azioni di contrasto. Detto questo per capire il nostro stato d’animo, vi consiglio di farvi un giretto e di sedervi di fronte all’edificio sul lungo muretto, facendo la seguente riflessione a cui ho dato il nome: “I luoghi dell’ abbandono”. Un edificio abbandonato muore lentamente. La manutenzione infatti costa e in un edificio che non si usa viene ovviamente ritenuta superflua e quindi trascurata. Comincia così il processo di degrado: le grondaie si otturano a causa della sporcizia trasportata dal vento, la grandine, il vento, la neve e il ghiaccio spostano o rompono le tegole del tetto. Magari l’acqua a un certo punto penetra all’interno, favorendo la marcescenza delle travi in legno della copertura e dei solai: il tetto è infatti la prima porzione dell’edificio a collassare, seguito spesso dai solai di piano. La pioggia e il vento favoriscono inoltre la progressiva erosione e polverizzazione degli intonaci e dei giunti di malta delle murature: la calce aerea tipica di questi intonaci è infatti resistente e bella da guardare ma nel lungo periodo viene erosa o dilavata. Anche la vegetazione infestante ha un ruolo determinante nella fatiscenza di un edificio abbandonato. Sui tetti, grazie ai semi trasportati dal vento, spesso cresce l'erba, che con le sue radici contribuisce a scalzare o distruggere le tegole del manto di copertura favorendo ulteriormente la penetrazione dell'acqua, mentre le piante rampicanti possono letteralmente erodere e polverizzare i giunti di malta delle murature, accelerando il possibile crollo. Le radici degli alberi agiscono invece sulle fondamenta, sia creando sollecitazioni difficilmente sostenibili per una muratura già indebolita, sia facilitando i cedimenti del terreno, con conseguente formazione di importanti dissesti sulle pareti perimetrali dei piani superiori. Alla fine di questo lento ma inesorabile processo di degrado, l’edificio assume un aspetto spettrale e diventa quasi un fantasma. Come quei luoghi che hanno avuto spesso nel passato un ruolo importante nell’economia e società del territorio. Le attività che vi si svolgevano sono state trasferite o soppresse e gli involucri di ferro e cemento sono rimasti silenti a deperire. La natura piano piano li ha nascosti, inglobati, corrotti, trasformati. Li ha resi sinistri, pericolosi, tristi. La Casa d’Italia oggi è un luogo dell’abbandono. È anche soprattutto un contenitore di emozioni, storie e di sensazioni nascoste dalla polvere e dalle incrostazioni, ambienti che io ho cercato di fare rivivere nei miei scatti fotografici e in questo articolo. Sperando che coloro che mi leggono, rivivano anche nella loro memoria quei luoghi frequentati in prima persona. Uomini e donne che hanno lavorato, frequentato come studenti o partecipato a eventi sportivi o addirittura ballato e frequentato corsi professionali e tante altre attività legate alla nostra comunità italiana delle ultime tre generazioni vissute a Zurigo e dintorni. Finita l’epoca della solidarietà di noi italiani perfettamente integrati, la mia testimonianza non vuol più essere un grido di protesta, o di mobilitazione, ma piuttosto una profonda presa di coscienza di cosa è diventato oggi in questa società il nostro ruolo, oltre che di lavoratori e sempre più anonimi cittadini, non più portatori di valori culturali delle proprie radici ma sempre più formichine globalizzate. Sarebbe interessante ascoltare altre testimonianze, sicuramente più autorevoli di vissuto alla Casa d’Italia di Zurigo.
Conclusioni. Alcuni dicono che tutto il teatrino è stato studiato a tavolino sia dal lato giuridico, come psicologico e nella tempistica, affinché vada in porto la futura vendita dello stabile al miglior offerente. Avendo verificato con documenti alla mano che l’impianto elettrico necessitava di una normale e periodica manutenzione da parte del proprietario. L’impianto idrico non necessitava di alcuna spesa, come per il tetto di cui bastava togliere alcuni arbusti, sostituire qualche tegola e mantenerlo pulito. Per una spesa totale di poche miglia di euro, non certo di 10.000.000, per poter far sì che tutto andasse avanti nel rispetto dovuto agli inquilini e alla collettività. Non vi era dunque assolutamente l’emergenza strutturale. Considerando che le motivazioni date dai rappresentanti del Governo e dal Ministero degli Affari Esteri non trovano alcuna veridicità nei fatti e nella legge, che le spese dei lavori erano minime rispetto anche a quanto incassato dal Governo per la vendita del Consolato di San Gallo, che si poteva approfittare del periodo estivo per adempiere a questi interventi di normale manutenzione periodica, credo che l’intera vicenda vada messa alla voce del “fare soldi con il mattone”, speculando sull’indifferenza della gente a fini sia politici o di bilancio. Questa è stata la mia esperienza e opinione sicuramente non condividibile per molti aspetti e al di fuori del “politicamente corretto”. Vorrei chiudere con un’ultima considerazione o massima: “Non sei mai solo perché se cerchi di rivivere quello che le persone facevano all'interno di un certo luogo, a volte questa vita passata si riesce quasi a percepire. È come se alcune di queste presenze non volessero lasciare le mura di quel luogo”. Leggevo di una nuova forma di turismo, che si ispira al fascino dell’abbandono: una nuova forma di turisti definiti Urban Explorer, ossia “esploratori urbani”: una nuova classe di turisti affascinati dal degrado! Esploratori non alla ricerca di splendide opere d’arte e monumenti ben curati, bensì alla scoperta di strutture in pieno stato di abbandono e incuria. Visitate: http://www.iluoghidellabbandono.com. Magari il nostro governo del cambiamento è in cerca di nuove forme di entrate per finanziare le promesse nel contratto di governo. e ha scelto questa strategia?
Scheda (non pubblicato come da me richiesto su LaPagina) con il riassunto delle motivazioni imposto dal Ministero Affari Esteri e dal PD, sull’’indispensabile ristrutturazione ed emergenza strutturale
• La necessità degli spazi per effettuare i controlli e le rilevazioni necessarie
• Il termine di scadenza da parte degli uffici svizzeri competenti in materia
• Cambio d’uso dell’edificio a consolato
• Indizione della gara d’appalto europea
• Approvazione del progetto vincitore e inizio lavori
• Ristrutturazione consentirà un uso più efficiente del bene demaniale
• Reinsediamento delle scuole statali, e promozione della cultura e la conoscenza italiana
Le nostre iniziative a favore della salvaguardia dello storico edificio per la comunità italiana.
Azioni di contrasto da parte di un gruppo "Pro Casa d'Italia di Zurigo" con membri delle seguenti organizzazioni: “Movimento Associativo Italiani all’estero” MAIE, L'ASDLI (Associazione Svizzera della lingua Italiana).
• Colloquio di tra i rappresentanti del Vermigli e il liceo a fine febbraio per dei chiarimenti dopo l’articolo dell’Onorevole Farina
• Inviato email a l’Onorevole Farina per dei chiarimenti
• Dialogato per email e di persona con i COMITES e amministratore ed ex direttore di ProCasaD’Italia
• scritto vari articoli a LaPagina
• - Vari articoli da parte del MAIE Casa d’Italia di Zurigo, Pd e Governo tradiscono studenti
- Nessuna “emergenza strutturale”, la disdetta non è valida
- (MAIE) scrive ad Alfano e bacchetta Tacconi (Pd)
• Monitoraggio nuova locazione Scuole statali in zona Siemens
• Partecipazione passiva alla riunione dei COMITES
• Salone Pirandello: incontro/dibattito con la comunità italiana in collaborazione con (ASDLI)
• Creazione del gruppo "tutela diritto d'uso" Casa d'Italia, Zurigo” e gruppo WhatsApp
• Indagato sulla questione Diritto d’Uso.
• Ricorso inviato sul "diritto d’Uso al Ministro degli Esteri, cc Consolato e Ambasciata a Berna
• Inviato email a COMITES, chiedendo se associazioni hanno ricevuto la lettera raccomandata di disdetta e se esiste un’altra concessione che PRO Casa d'Italia ha ricevuto con il DIRITTO d'Uso?
• Raccomandata al Consolato con richiesta atti pubblici
• Ricevuto documentazione dal Consolato sulla richiesta degli atti pubblici
• Visitato e monitorato sia le scuole e la Casa D’Italia, facendo alcune foto dei locali delle scuole stesse.
• Scritto lettera a collaboratore de La Pagina e scrittore. Su Diritto d’Uso
• Scritto lettera all’autore del libro Casa d’Italia per incontro
Azioni di contrasto da parte COMITES
• Monitoraggio costante affinché questo progetto venga realizzato nei tempi e nei modi previsti nell’interesse della comunità italiana, e costante contatto con Consolato e Ambasciata per monitorare l'evolversi della situazione e per essere coinvolti nelle decisioni.
10/06/2018
Vorrei tentare di capire (meglio) la politica italiana, e perché i governi venivano eletti e da chi, e di come venivano poi fatti cadere, con vantaggi e svantaggi da parte delle varie fazioni in campo (cdx e csn). Spesso le elezioni che nessuno vince e che tutti perdono, tranne per coloro che da sempre occupano le poltrone decisionali, indipendentemente da chi è nella maggioranza, sono di facciata, dato che le decisioni importanti vengono comunque prese in modo “bipartisan”. Parlo delle grandi opere pubbliche, delle pensioni, decreti salva-banche, vendita di armi e tutto ciò che a che vedere con i soldi. La parola “inciucio”, significa nel gergo politico un accordo di basso compromesso che potrebbe portare vantaggi a entrambi. Mi riferisco a quell’inciucio che non è inciucio, perché avviene sempre in pieno giorno nella massima trasparenza, tra i due schieramenti che hanno governato negli ultimi decenni. In questi ultimi 25 anni Berlusconi non è mai stato sconfitto alle urne dalle fazioni opposte cioè il csn, a parte Prodi che è stato poi fatto fuori politicamente. I processi che Berlusconi e altri personaggi del suo calibro hanno affrontato, nascono per caso non per un deliberato proposito, o politico pentito. Alcune confessioni spontanee di finanzieri, avvocati che si liberano dal peso che cosi consentono di mettere insieme indagine dopo indagine il malaffare, mai del tutto sconfitto, per via del fatto che quasi tutti i parlamentari avevano da perdere nel farli decadere, arrivando a credere che il parlamento cercasse l'assoluzione politica dei pregiudicati. Solo grazie a un Movimento di opposizione politica (M5S) si è riusciti a creare una onda popolare che ha messo nell'angolo la principale forza di opposizione (il PD) al partito di Berlusconi, che sostanzialmente collaborava con il suo partito da un ventennio. Il M5S è riuscito a fare decidere col voto palese l'eventuale decadenza di Berlusconi, in tal modo il PD è stato costretto a dichiararlo decaduto e ineleggibile (anche se da poco riabilitato), dopo che dal 94 ha subito più processi lui, che tutti i politici messi insieme. Insomma il csn non ha mai cancellato una legge, o compiuto atti ostile contri di lui. Detto questo, cosa si può fare, per evitare che l’eterno inciucio si perpetui in futuro? Nei numerosi scandali da tangentopoli in poi, quando veniva preso con le mani nella marmellata un politico o un imprenditore svelava solo una parte della verità. Non svelando tutti i misteri per ogni gruppo politico vi erano degli indagati che erano a conoscenza di vicende e fatti di altri colleghi, che a loro volta sapevano ma confessavano solo una parte dei loro malfatti e delle conoscenze di intrighi economici/politici. In questo modo chiunque era ricattabile da coloro che volevano servirsi del politico che faceva comodo per un determinato scopo, e si tirava a campare tutti quanti senza svelare mai del tutto la verità. Se non fosse stato per i pentiti di mafia, molte vicende di corruzione, di affari di soldi, e soprattutto di ricatti non sarebbero mai venute a galla, e tantomeno dai giornalisti (non indipendenti) facendo parte stabilmente del sistema. Per entrare e rimanere per molto tempo in politica, a quanto pare bisogna essere ricattabili. Coloro che erano e sono ancora a conoscenza di tutti i segreti dei casi di tangenti, rapporti stato-mafia resteranno per tutta la vita depositari di tutte le verità, tenendo sotto ricatto coloro che di volta in volta rappresentano i partiti al governo attuali, dato che anche loro sono ancora oggi ricattabili, ricattandosi a vicenda e diventando così immortali. Per questo in Italia non esisteva un ricambio della classe dirigente (detto in generale). Per questo sorrido all’intraprendenza di Salvini che pur trattando di mantenere il patto delle promesse fatte in campagna elettorale, avendo il guinzaglio corto da parte di Berlusconi ha il campo limitato. Lo stesso varrà per il M5S che avrà i suoi limiti e alcuni ministri della fazione opposta che al momento opportuno tireranno il guinzaglio appena il M5S si permetterà delle cose che non deve permettersi. Dunque in questo sistema dell’inciucio nessun usurpatore o intruso può entrare pena la demolizione politica del malcapitato. Con le due forze populiste, il sistema dell’inciucio è spaventato e irrequieto, e sta mettendo in campo tutta l’artiglieria per demonizzare e impedire che questa legislatura possa mettere in atto ciò che è stato stipulato con il contratto di governo presentato per la prima volta da un governo eletto dal 1978 legittimamente da ben 17 mio. di cittadini. I rappresentanti dei due partiti hanno promesso tanto, e le attese sono altissime bisogna dire, dato che molti punti metteranno a nudo gli sporchi affari e il mangia-mangia in atto da decenni. L’opposizione sarà al limite dell’indecenza e sarà distruttiva, come lo e già dalle battute iniziali in cui il governo ha contro tutti. Dal PD, non da Berlusconi che ha i suoi interessi diretti essendo anche ben rappresentato addirittura da ministri del cdx. Hanno tutti i giornali contro che invece di andare a fare le pulci e informare sull’operato disinformano. Hanno tutte le televisioni contro, basta vedere le trasmissioni e i talk show dove si spara a zero sul nuovo governo e i suoi ministri. Hanno contro la stampa internazionale (vedi Financial Time, The Guardian e Bildzeitung), da cui arriveranno tante spalate di fango. Hanno contro la BCE e tutti i poteri forti che la circondano. Praticamente hanno contro TUTTI, tranne i cittadini! Dovremmo essere tutti molto attenti e attivi, sia per informarci in modo corretto del loro operato, sia nello smascherare la disinformazione che sarà a livelli storici, vigilando se il governo farà delle porcherie o disattenderanno le promesse fatte in campagna elettorale. Alcuni sapienti click e i fatti e la fonte di ogni notizia è verificabile nella rete. Partecipiamo più attivamente, alla vita politica in generale, sostituendo le ore passate a giocare e navigare nella rete scioccamente, leggendo dei libri di autori indipendenti su dei temi sociali e di storia del nostro bellissimo paese. Solo così avremmo più voce in capitolo, per rispondere (nel nostro piccolo) a chi da anni specula sulla nostra pigrizia mentale, scrive per La Pagina delle baggianate irrispettose, inneggiando ai valori della democrazia e libertà dei popoli, mentre ironizza senza rispetto nominando i due leader dei partiti eletti dal popolo sovrano “novelli Cesare o Ottaviano”. Inneggiando da anni poeticamente la EU e del tempo che fu, senza mai nominare il gioco sporco del ricatto messo in atto dalle banche con la complicità dei governi e politici corrotti, che hanno con il loro decreti salva-banche, peggiorato la vita dei cittadini ecc. Non bisogna temere i fastidi che deriverebbero dall’essere se stessi, togliendosi la propria maschera e non andare più in giro come tanti burattini, dicendo e ripetendo le stesse cose che dicono gli altri, lasciandosi corrompere dal cimitero della autenticità individuale chiamata opinione pubblica. A quando dei nostri rappresentanti (dell’emigrazione) in Svizzera con delega da parte del Governo del Cambiamento, che bonifichi l’esistente struttura senescente (con tutto il rispetto)?
29/05/2018
25/05/2018
01/05/2018
24/02/2018
05.02.2018