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Il mio Zarathustra

2025

<2025>

Lo stile dovrebbe dimostrare che credi in un’idea, non solo ciò che la pensi ma anche che la senti.
Friedrich Nietzsche

in preparazione

a breve

in preparazione

a breve

La logica immobiliare del genocidio II 

Il ruolo dell’ONU che da mandato dovrebbe essere difesa dall'invasione di sostenitori di pratiche criminali che invece ne distruggono l’autorità e autorevolezza rendendola un'organizzazione fantasma

Di fronte alla devastazione e alla sofferenza quotidiana a Gaza e in Cisgiordania, dove vite innocenti sono messe alla prova dal dolore e dalla distruzione, possiamo guardare all’umanità che resiste come a un esempio di forza interiore. Anche nei momenti più oscuri, la volontà di affermare la vita, di prendersi cura degli altri e di mantenere la speranza, diventa un atto di coraggio e resilienza. Nietzsche scriveva: “Io sono qualcosa che deve accadere”.

Una frase immaginaria di Heidegger direbbe: “intelligenza artificiale non è pensiero, ma calcolo del pensabile. Essa presenta l’essere come risorsa, non come rivelazione”. Riducendo l’essere umano a funzione, calcolo, efficienza, perdendo il contatto con l’essere autentico. Buona lettura

Quando la popolazione si abitua al controllo e il sistema si stabilizza, la violenza si fa struttura: un’iniquità organizzata. Le misure pandemiche, l’emergenza permanente, controllo militare, regole estreme, tecno-fascismo, non sono mai scomparse. 

Pensiero estivo Quando si pianificano le meritate vacanze o si godono i primi bagni di sole o la brezza marina, il solito frantumatore di palle del sottoscritto cosa fa? Ti invita per una “altra vacanza” facendo un city tour di quello che rimane di Gaza City o nei campi profughi. Niente tintarella ma sangue, sofferenza e geopolitica. Tra un branzino o un cocktail, lui ti dirà che in realtà, la vera tragedia è quella di non essere consapevoli della tragedia.

La parola “progresso” deriva dal latino prōgressŭs, composta da pro avanti e gressŭs passo, e indica il procedere, avanzare, andare avanti e assumendo il significato generico di miglioria fino a diventarne sinonimo. Ad esempio, la progressiva diffusione dell’IA impone, a ogni società felicemente globalizzata, di accelerare l’inevitabile implementazione di quest’ultimo traguardo

Premessa Mettetevi comodi, siate sereni anche se parlerò male dei governi di ogni colore e dei soliti noti; UE, BCE, USA e del suo nuovo padrino e tanti altri mascalzoni. Alcuni saranno delusi, ma questo fa parte della mia testimonianza che non vuole convincere, ma manifestare questa opera di pulizia nell’oceano di propaganda, di menzogne e veleni che giornalmente vengono divulgati.

La logica immobiliare del genocidio (la rottamazione di un popolo)

24.11.2025

Di fronte alla devastazione e alla sofferenza quotidiana a Gaza e in Cisgiordania, dove vite innocenti sono messe alla prova dal dolore e dalla distruzione, possiamo guardare all’umanità che resiste come a un esempio di forza interiore. La volontà di affermare la vita, di prendersi cura degli altri e di mantenere la speranza, diventa un atto di coraggio e resilienza. Nietzsche scriveva: “Io sono qualcosa che deve accadere”. In mezzo al caos e al dolore di Gaza, questa stessa frase diventa guida: ogni vita che resiste, ogni gesto di solidarietà, è espressione della Volontà di Potenza, quella forza interiore che trasforma la sofferenza in crescita e illumina la via verso un giardino di pace. Dove l’anima rinata danza come una stella nel cielo e i suoi neuroni critici e gioiosi della mia lettura controvento. 

Gaza Riviera: dalla visione alla realtà A fine luglio alcuni parlamentari e ministri della Knesset hanno svelato il loro piano: una Gaza dove fame, bombe, veleni e cecchini eliminano ogni residuo umano indesiderato. Ben Gvir lo ha detto senza veli: “Nessun negoziato. Occupazione. Incoraggiare l’emigrazione.” Non è retorica: è strategia di potere. Dietro la narrativa ufficiale si nasconde un calcolo freddo, dove la sofferenza diventa strumento e la tragedia scenografia. Chi controlla l’informazione manipola le masse con precisione chirurgica. Le mie analisi – basate su fonti spesso ignorate o censurate in Europa come NYT, Haaretz e altre indipendenti – smascherano questa ingegneria sociale, non per sete di verità ma per mostrare il suo opportunismo politico. Non sono semplici opinioni: risultano spesso più credibili delle veline mainstream, che parlano per conto dei portatori di capitale, non della verità. L’Occidente predica la difesa degli oppressi ma nella pratica alimenta queste ingiustizie. Gaza Riviera è uno dei suoi laboratori: un territorio da “bonificare” e trasformare in vetrina per investitori e detentori di asset. Non chiamerò “guerra” ciò che considero un genocidio, né “terroristi” quelli che vedo come resistenza. Né “Nazioni Unite” un organo che agisce come braccio legale dell’Impero, né “democrazia” un sistema che diventa plutocrazia. I politici che dovrebbero difendere la Costituzione si comportano come vassalli di Usraele (USA–Israele), tradendo il loro mandato. Per sopravvivere al proprio declino, l’Occidente – Israele incluso – usa come ultime risorse potere militare e finanza, non solo contro i nemici esterni ma contro tutto ciò che appare come ostacolo alla pax americana: cultura “woke”, migranti, paesi latinoamericani troppo autonomi, Cina come avversario sistemico, Russia e qualsiasi Stato disobbediente all’egemonia del dollaro.

Verso l’israelizzazione dell’Occidente In cento piazze italiane e in molte altre d’Europa, milioni di persone sono scese a manifestare per la Palestina. Una coscienza civile ritrovata, sebbene poco visibile nei media. Tuttavia, queste proteste restano spesso valvole di sfogo, non sostegno reale ai palestinesi; intanto l’industria bellica non si ferma. L’Occidente sembra adottare un modello sempre più simile a quello israeliano e negli USA trumpiano, con un “uomo forte” utile a proteggere la plutocrazia dominante. Quattro segnali lo rivelano: 1) Stato di emergenza permanente 2) Centralità del cittadino-soldato 3) Sorveglianza tecnologica come potere politico 4) Appartenenza etnica come criterio di riconoscimento. Come per il green pass, fondato su paura e controllo, diritti ridotti a concessioni, obbedienza premiata e sicurezza come strumento di potere. Dopo anni di emergenze, non solo nello Stivale, ma “dal fiume al mare”, si diffonde un virus devastante: l’indifferenza.

Un genocidio si sta consumando in diretta e viene ormai percepito come endemico. La Commissione d’inchiesta del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, in un rapporto di 72 pagine pubblicato il 16 settembre, denuncia senza esitazione che le autorità e le forze di sicurezza israeliane agisce con l’intento di distruggere, i palestinesi nella Striscia di Gaza, con uccisioni sistematiche. Torture fisiche e psicologiche, fame, mancanza di ospedali e medicinali, cecchini nei punti di raccolta di cibo con misure per sopprimere le nascite rientrano nei criteri di genocidio secondo la Convenzione Onu del 1948. Il paese con il popolo eletto 3 mila anni fa come scritto nelle sacre scritture, continua a fare affari con aziende occidentali, a ricevere fondi dalle banche europee e statunitensi, a partecipare a eventi sportivi e canori internazionali. L’orrore quotidiano che non conosce pietà contrasta in modo sconvolgente con il nostro quotidiano. Mentre da noi si vedono già i primi segni del Natale, i Gazewi si chiedono se passeranno la notte e se i loro figli avranno cibo sufficiente nei prossimi giorni. Tutto questo inferno non è casuale, ma un piano strutturato e persistente, mirato a cancellare un popolo. Ignorarlo significa esserne complici passivi. Casa dopo casa crolla sotto gli occhi desolati dei loro cittadini e i crimini dell’IDF sono sistematici: A Gaza, l’arsenale dell’IDF trasforma la Striscia in un laboratorio di guerra, per lo sviluppo da parte di startup da tutto il mondo di sistemi di sorveglianza gestiti da algoritmi IA. Dall’alto, caccia F-16 e droni colpiscono con bombe guidate, mentre l’artiglieria e i carri Merkava radono al suolo interi quartieri. Missili Spike, fuoco navale e armi leggere completano un assedio totale, dove ogni edificio diventa bersaglio e ogni fuga un rischio. Vi sono poi i più sadici che appostandosi dall’alto di quei pochi edifici ancora in piedi, mirano con i loro fucili di precisioni alla testa dei bambini, potenziale terroristi. Sullo sfondo, il sistema Iron Dome intercetta i razzi provenienti da Gaza, in un conflitto asimmetrico che non conosce tregua né confini. I bersagli sono le infrastrutture e luoghi civili, interruzione di acqua, energia e cibo, ostacolo a medicinali, uccisioni e ferimenti di centinaia di migliaia di civili, e sfollamento forzato di quasi due milioni di persone. 

Ipocrisia UE La Commissione europea annuncia dazi per 227 milioni di euro su Israele e sanzioni ad personam verso alcuni ministri, senza toccare l’esportazione di armi. Una misura ipocrita rispetto ai 42,6 miliardi di scambi effettuati con Israele nel 2024, che conferma l’Europa come principale partner commerciale. Le sanzioni sono inoltre indebolite dal bisogno del consenso della maggioranza degli Stati membri, tra cui Germania e Italia, contrari a misure più decise (vergogna!). Paradossalmente, Francia e Regno Unito hanno riconosciuto lo Stato di Palestina senza fermare la vendita di armi a Israele. L’Assemblea Generale dell’Onu del 22 settembre ha discusso la soluzione a due Stati e il riconoscimento della Palestina, affrontando Stati Uniti e Israele. Mentono in cattiva fede l’intero esecutivo dei politici italiani, a cominciare dalla “madre cristiana” Meloni fino all’ex imprenditore della difesa Guido Crosetto, che prima di diventare ministro ha ricoperto incarichi in aziende del settore militare e ricevuto compensi da aziende leader nel settore come Leonardo. Crosetto era titolare una società di lobbying, la Csc & Partners, condivisa con il figlio e la compagna. Mente il lungo naso di Pinocchio di Conte che firmò ogni decreto per l’invio di armi in un’altra guerra e l’intera sinistra all’epoca al governo sempre vassalli come oggi dell’impero USA, dal covid al New green Deal e dal PNRR in poi.

La farsa della tregua Un cessate il fuoco tra l’altro mai rispettato da Israele, ha l’unico scopo di fare rifiatare l’IDF allo stremo sia per mancanza di risorse umane come del morale delle truppe, dopo due anni di attacchi senza avere raggiunto nessun risultato concreto. Senza dimenticare l’avere spento in parte il crescente dissenso in tutto il mondo addirittura dei politici costretti ad ammettere la follia ma non la loro responsabilità. Gaza è un cumulo di macerie, la Cisgiordania occupata dai coloni che con l’appoggio e armati dall’IDF, saccheggiano e bruciano le case dei palestinesi che secondo stime sarebbero oltre 450'000 ad avere lasciato il territorio. Questo senza nessuna risonanza mediatica, ma si preferisce raccontare ogni giorno della piaga del femminicidio o degli orrori sulle strade italiane o incidenti sul lavoro, piuttosto che scuotere l’opinione pubblica, che potrebbe capire chi ci governa. Abbiamo poi Gerusalemme est annessa all’espansionismo sionista, rendendo impossibile oggi una soluzione a due Stati proclamati dall’ipocrisia europea. Stiamo entrando in un’epoca di guerra accettata e “pace giusta” illusoria. L’Occidente, restando inerte, legittima il crimine come strumento di politica. Israele ha violato la sovranità di sette stati arabi dall’ottobre 2023, colpendo Gaza, Siria, Libano, Iran, Qatar, Yemen e la flotta della Global Sumud in Tunisia. Per simili azioni, la Russia sarebbe considerata minaccia esistenziale, ma il mondo arabo (non i suoi cittadini) è piegato agli interessi occidentali. I movimenti palestinesi avvertono: non può esserci ricostruzione senza liberazione e giustizia. Dopo l’assedio a Gaza, la questione non è solo il cessate il fuoco o aiuti, ma di chi controllerà l’enclave? Ogni apertura verso la “ricostruzione” chiude le finestre della sovranità, imponendo un ordine politico sotto supervisione straniera, dove tecnocrazia e “realismo politico” sostituiscono giustizia e resistenza. Direi senza remore che l’esito del genocidio non può essere misurato secondo gli standard dei tradizionali conflitti tra stati, ma deve essere inteso come “una lotta esistenziale tra un popolo in cerca di liberazione e un’occupazione sostenuta dall’Occidente”. 

Cambiamento nella coscienza globale Ancora più significativo, è che questo genocidio sta mostrando una solidarietà senza precedenti con i palestinesi da parte di sempre più cittadini di ogni rango. Proteste di masse e riconoscimenti simbolici dello Stato di Palestina, tutti segnali di un profondo cambiamento nell’opinione pubblica occidentale e non solo. Anche se vediamo solo gli scontri in piazza di poche falangi che hanno il compito di creare disordine e indignarci, dando potere al nuovo decreto sicurezza. Ma quando sono in milioni a scendere in piazza non c’è decreto che tenga!

La ricostruzione come merce di scambio e il nuovo volto dell’occupazione. Le proposte internazionali per l’amministrazione di Gaza, che si tratti di un governo tecnico o di un’autorità di transizione vengono spacciate come necessità umanitarie. In realtà, sono poco più che semplici rifacimenti estetici dei vecchi meccanismi di controllo. In questo contesto, Abu al-Ghazlan sottolinea che qualsiasi proposta del genere “deve essere il risultato di un dialogo nazionale palestinese inclusivo, non di accordi stranieri o di una tutela internazionale”. Afferma che “la ricostruzione è un diritto umano, non una merce di scambio politico” e respinge qualsiasi tentativo di collegarla al disarmo o a restrizioni alla resistenza che si vorrebbe disarmata e quindi eliminata.

Il piano di pace per Gaza proposto da Donald Trump, presentato il 29 settembre 2025, è un'iniziativa articolata in 20 punti finalizzata a porre fine al conflitto tra Israele e Hamas, iniziato il 7 ottobre 2023. Il piano prevede una serie di misure immediate e a lungo termine, con l'obiettivo di trasformare Gaza in una zona pacifica e prospera. Diro subito che il piano Trump per Gaza è profondamente sbilanciato e di parte. Esso esige con l’arroganza che lo contraddistingue, dai palestinesi l’espiazione per gli orribili atti del 7 ottobre, ma non da Israele per le barbarie che ne è seguita e dalle responsabilità degli USA che ora propongono una tregua. Si chiede la deradicalizzazione di Gaza, ma non la fine del messianismo israeliano. Detta in ogni aspetto il futuro del governo palestinese, senza dire nulla sul futuro dell’occupazione israeliana. Vi sono molte ambiguità ed è privo di un calendario definito, di giudici neutrali o di conseguenze per le inevitabili future violazioni, che possiamo starne certo verrà adottato da parte di Israele. I Gazewi passeranno dall’essere vittime indifese a rifugiati due volte espropriati nella loro stessa terra. Metaforicamente: Da proxy iraniano demolito a prospero alleato abramitico. Il cessate il fuoco di Trump è arrivato mentre sia Hamas che Israele erano davvero in crisi. Hamas, tra fame, bombardamenti su Gaza e pressioni arabe e turche, ha accettato di consegnare gli ostaggi israeliani senza avere certezze sul ritiro di Israele o sulla ricostruzione. Israele di un’economia in grave crisi, immagine internazionale a pezzi, e per ora rinuncia a sconfiggere Hamas e al suo piano di pulizia etnica (rimandato). Trump ha praticamente imposto il suo piano a Netanyahu perché il mondo gli stava addosso, la base interna (gli Illuminati) faceva storie e anche gli alleati arabi erano incazzati dopo i bombardamenti sul Qatar. Punti salienti del piano Trump Leggendo i dettagli anche un bambino capirebbe, che non è l’aggressore a pagare per i danni, ma l’aggredito a dovere accettare le condizioni e sostanzialmente un’evoluzione della “Riviera del Medio Oriente” da Trump proposta a febbraio.

Gaza Riviera e la Via del Cotone, Ilan Pappé nel suo La fine di Israele. (Il collasso del sionismo e la pace possibile in Palestina), rivela il fallimento strutturale del sionismo. In un futuro ideale, le piazze e il dissenso contribuiscono a uno Stato palestinese democratico, con ritorno dei rifugiati e convivenza tra ebrei e palestinesi. Israele non è più uno Stato “liberale”, ma una potenza neo-sionista dominata da coloni suprematisti, ideologi religiosi e ONG missionarie, uniti dall’idea di una missione sacra. Gaza diventa un laboratorio coloniale, tra guerre su più fronti, crisi interna e IDF logorato. E mentre Israele si incaponisce in questa spirale, entra in gioco il neoliberismo con il cosiddetto Gaza Riviera Project. Questo piano circola negli ambienti economici e diplomatici come la “soluzione finale” al problema palestinese: Gaza trasformata in una zona costiera "pacificata", svuotata dei suoi abitanti originari e destinata a turismo, investimenti e infrastrutture, sotto il controllo israeliano e dei partner del Golfo. Il tutto orchestrato dalla regia di Trump e dei suoi alleati, tra cui BlackRock. Non più distruggere per odio o per ideologie bibliche, ma ricostruire per profitto. Il Cotton Road Project (Via del Cotone) rientra in un disegno regionale parallelo alle nuove rotte commerciali tra India, Arabia Saudita, Israele e Mediterraneo, creando un corridoio economico alternativo alla Via della Seta cinese. Questo progetto, sostenuto dagli USA, prevede infrastrutture, ricostruzione “di lusso”, con resort, porti e autostrade che collegheranno India, Golfo e Mediterraneo e sfruttamento dei ricchi giacimenti di gas nel mediterraneo con porti e zone industriali molto vicine a Gaza e Israele. Per farlo funzionare, è necessaria stabilità e controllo del territorio, motivo per cui Israele sta cercando di "ripulire" la zona costiera dai “non umani” e inserirla in un nuovo asse commerciale indo-mediterraneo. 

Mettendo insieme i pezzi:

• Il neo-sionismo fornisce la giustificazione ideologica e militare per espellere i palestinesi.

• Il Progetto Gaza Riviera dà la copertura economica e urbanistica a quella stessa espulsione, trasformando il disastro umanitario in business immobiliare.

• Il Progetto della Via del Cotone inserisce tutto nel gioco geopolitico globale, legando Israele a India, USA e monarchie del Golfo, e sostituendo l’influenza cinese nella regione.

Al di là della narrativa della pulizia etnica e di lotta al terrorismo (resistenza), sorgerà un nuovo ordine economico, un Medio Oriente privatizzato, con Israele come nodo logistico e militare centrale, e con i palestinesi ridotti a forza-lavoro o rifugiati senza identità. È neoliberismo con i droni democratici e le bombe intelligenti e il consenso manipolato: prima distruggi, poi cacci i Gazewi e infine ricostruisci, ma solo per chi può pagare che sono ovviamente gli aggressori. (vedi Ucraina)

La Road Map è la seguente: Proposta iniziale: Viene concepita l’idea di gestione per dieci anni della Striscia da parte degli Stati Uniti, con deportazione temporanea della popolazione gazawa e ricostruzione degli edifici distrutti per creare un centro tecnologico e turistico, simile a una “nuova Dubai”. Dettagli della popolazione: Il piano prevede trasferimenti temporanei e “partenze volontarie” verso altri Paesi o zone delimitate, con compensi di 5.000 dollari e sussidi alimentari e token digitali in cambio dei diritti sulle proprietà. Colonizzazione e incentivi: I token possono essere convertiti in denaro e utilizzati per riscattare appartamenti nelle nuove città. L’investimento iniziale di 100 miliardi di dollari dovrebbe generare ricavi quasi quadrupli in 10 anni, riducendo i costi per alloggi temporanei e sussidi. Progetto high-tech: La Gaza Riviera prevederebbe otto città tecnologiche, con AI per la gestione urbana, data center, fibra ottica collegata a Egitto e Giordania, porto, aeroporto, hotel di lusso, strade di collegamento con Israele e una zona industriale intitolata a Elon Musk. Gestione e sviluppo: Inizialmente la gestione sarebbe totalmente americana tramite il “Great Trust”, sviluppato da gruppi legati alla Gaza Humanitarian Foundation e con pianificazione finanziaria curata da ex Boston Consulting Group. Dopo 10 anni, la gestione dovrebbe essere condivisa con un’entità palestinese non meglio identificata. Discussioni e diffusione: Trump ne ha parlato con Marco Rubio, Witkoff, Tony Blair e Kushner alla Casa Bianca anche se il piano non ha ancora l’approvazione ufficiale. Senza la complicità di oltre 60 stati che fanno da apripista per le numerose imprese commerciali, la sanguisuga del capitale e i suoi "malefici" non vogliono fermare né i crimini né i criminali essendone loro i promotori. 

Gaza ci parla, i segnali sono davanti a noi non sono lontani: controllo tecnologico, tecnocrazia militare, indifferenza civile. Oggi nei cieli di Gaza, domani nelle nostre città. L’IDF, i droni, le bombe intelligenti mostrano la potenza di chi governa con il terrore; se restiamo ciechi, potremmo vivere lo stesso modello. Non è solo un conflitto lontano: è un monito. Gaza è uno specchio. Ogni abitante che resiste ci insegna che la libertà non cade dal cielo, si difende con coraggio. Sé restiamo passivi, la spirale ci travolgerà. Oggi Gaza, domani noi. Non basta indignarsi: è tempo di conoscere, reagire, resistere.

Homo Sapiens Digitalis (e il prezzo da pagare) 

23.09.2025

Una frase immaginaria di Heidegger direbbe: “intelligenza artificiale non è pensiero, ma calcolo del pensabile. Essa presenta l’essere come risorsa, non come rivelazione”. Riducendo l’essere umano a funzione, calcolo, efficienza, perdendo il contatto con l’essere autentico. Buona lettura.

IA for dummies Il tema di oggi forse il più bistrattato degli ultimi anni, e meriti particolare attenzione in quanto è a pieno titolo entrato nella nostra realtà quotidiana. In verità nasce negli anni '50 con le prime teorie di Alan Turing e la conferenza di Dartmouth nel 1956. Dopo fasi alterne di sviluppo, l’intelligenza artificiale ha conosciuto una rapida crescita dagli anni 2000 grazie ai big data e all’aumento della potenza di calcolo. Oggi è impiegata in molti settori, dalla medicina alla tecnologia, e si occupa di creare sistemi in grado di simulare abilità umane come l’apprendimento, il ragionamento e la risoluzione di problemi. Gli algoritmi funzionano come detective: raccolgono dati, li analizzano e trovano connessioni. L’autoapprendimento permette ai sistemi di migliorarsi analizzando grandi quantità di informazioni e riconoscendo schemi in modo autonomo e beneficiando di aggiornare autonomamente i propri parametri interni e le sue prestazioni. Questo sviluppo come per altri nella storia dovrebbe porre l’uomo sempre al centro della vita e della società, dato che nessuna macchina crea dal nulla emozioni, intuizioni e creatività. Siamo noi che eccelliamo nella capacità di adattarci a situazioni nuove e complesse, usando il giudizio morale e l’esperienza personale. Comprendiamo il contesto sociale-culturale fatto di relazioni e decisioni basate su valori etici, morali o ideologici.

Strategie orwelliane sempre più diffuse da cinema, letteratura e beni di consumo, siamo stati gradualmente indottrinati ad accettare l’intelligenza artificiale come una forza autonoma e inevitabile. Questa narrazione, però, è ingannevole: l’IA non è neutrale, ma un artefatto umano progettato con obiettivi precisi e controllato da chi detiene il potere economico e tecnologico. È importante smascherare l’illusione del cosiddetto “win-win” – l’idea che l’uso di tecnologie come ChatGPT sia vantaggioso per tutti – perché in realtà sia i big data sia gli algoritmi sono accuratamente gestiti dalle grandi multinazionali che dominano il settore. Le GAFAM (Google, Apple, Facebook/Meta, Amazon, Microsoft), forti di investimenti da decine di miliardi e sostenute dai mercati finanziari, hanno assunto il ruolo di “meta-nazioni digitali”. Secondo Foreign Affairs, queste entità esercitano un potere sovrano sull’IA, contribuendo a instaurare un nuovo ordine “tecnopolare”, dove le aziende tecnologiche hanno un'influenza geopolitica pari o superiore a quella degli Stati-nazione. Poi abbiamo i Media che vendono l’AI come se fosse una nuova medicina sociale e prodotto quasi a scadenza dato che non si possano prevedere quali saranno gli effetti collaterali e scenari futuri. In questa mega organizzazione tra monopoli politici, Scribi e media tutti fanno da testimonials, sperando di partecipare alla spartizione del ricco banchetto che poi una volta spremuto fino al midollo si trasformerà in bolla speculativa. È questa la società del nichilismo, in cui a cominciare dal cittadino e salendo in alto della classe sociale tutti all’unisono se ne fregano dei nuovi disoccupati che vengono lasciati sul campo, quindi dell’intero sistema pensionistico e degli effetti secondari di tutto ciò, ancora poco conosciuti sebbene già alle viste. Ormai abbiano tutti interiorizzato i sensi di colpa di ogni nostro fallimento. Si chiama l’amplificazione di bias e la concentrazione di potere, con effetti su disuguaglianze sociali, politica e ambiente. Ovviamente anche in Cina esistono i loro equivalenti: si chiamano ByteDance, Tencent e Alibaba, ma giocano una partita diversa, diciamo di “capitalismo di Stato”.

Bias cognitivo Il bias è un pregiudizio o distorsione nei dati e algoritmi che porta a risultati parziali o ingiusti. Può riflettere stereotipi sociali o errori di campionamento, influenzando negativamente l’equità e l’accuratezza delle decisioni dell’IA. Due classici esempi sono: Nel reclutamento lavoro in cui un algoritmo favorisce candidati di un certo genere o etnia essendo stato addestrato su dati storici che riflettono discriminazioni passate. Nelle elezioni politiche, il bias può emergere se i sistemi di targeting pubblicitario mostrano messaggi diversi a gruppi diversi, influenzando il voto in modo parziale o manipolativo. Tramite deepfake che sono video manipolati con IA e mostrano persone fare o dire cose false, usati per diffondere disinformazione o danneggiare reputazioni.

Norme fasulle In forma esclusiva per la storia della rivoluzione digitale, i grandi legislatori mondiali (USA, Cina, UE) hanno anticipato il mercato formulando norme sull’IA, per evitare due minacce: l’uso inappropriato dell’AI per la produzione di armi avanzate potenzialmente incontrollabili e l’uso del “Deepfake”. Il quale si riferisce ai contenuti audiovisivi generati o modificati tramite L’IA, in cui il volto, la voce o i movimenti di una persona vengono imitati in modo estremamente realistico. Pur essendo regole fragili, sia nel sociale (disoccupazione di massa) come nei conflitti di interesse tra investitori e proprietari delle aziende AI, spesso sono coincidenti. Sappiamo che le grandi Companies IA sono controllate da pochi grandi fondi finanziari (Vanguard, BlackRock, State Street, Fidelity), che dominano i mercati globali. Lo stesso vale nel settore farmaceutico, dove le norme sono deboli, tanto che alcuni farmaci ingegnerizzati e progettati con AI sono in fase di test su persone ignare. Sintetizzando, l’AI è progettata per mantenere stabile l’attuale struttura di potere tecno-feudale. L’idea che l’AI possa un giorno sfuggire al controllo è liquidata dai suoi creatori con la promessa di una “super AI” che controllerà tutto, una garanzia che suona più inquietante che rassicurante. Come appaiono fragili e aggirabili, quelle norme che dovrebbero regolare l’ingerenza nel mondo del lavoro. Per gli addetti non a busta paga di nessuno, l’ipotesi realistica che, con l’andar del tempo, l’AI provochi decine di milioni di disoccupati è un dato di fatto. Sentendo alcuni responsabili intervistati da emittenti mainstream subordinate allo stesso padrone, l’ipotesi secondo la quale un giorno l’AI possa prendere il sopravvento sui suoi proprietari e programmatori è attualmente non verificabile. Nel caso dovesse verificarsi tale “sgradevole “situazione i padroni della AI “inventeremo una super AI che controllerà per evitarlo”. Tocchiamo ferro noi utenti di base.

Dominio codificato In una mia ricerca ho capito che in Occidente si sono riformate quattro caste dominanti:

1. Politici e scienziati, che controllano la verità (Vero/Falso);

2. Mercanti e finanzieri, che gestiscono il commercio (Compro/Vendo);

3. Guerrieri e servizi segreti, responsabili della sicurezza (Attacco/Difesa);

4. Scribi e media, al servizio delle altre caste, che influenzano l'opinione pubblica

Da questa premessa passiamo alle Considerazioni che ne derivano.

La proprietà per l’AI alle nostre latitudini è una questione gestita interna al settore privato, finalizzata per servire gli interessi dei suoi proprietari o alcuni “attori geopolitici”. Giganti del liberismo anarchico, dogma del profitto e voglia di controllo sociale. In Cina si chiama “capitalismo di Stato”.

L’ Etica dell’AI e la sua narrazione di magnifiche facoltà robotiche e para robotiche, che non saranno mai indipendenti e consapevoli di libero arbitrio. In realtà è un’Etica dei suoi proprietari. Per dirla senza fronzoli in questo caso Etica e Interesse sono indissolubilmente incrociate. Secondo IBM “L'etica è un insieme di principi morali che ci aiutano a distinguere tra giusto e sbagliato. L'etica dell'AI è un campo multidisciplinare che studia come ottimizzare l'impatto benefico dell'IA artificiale (AI) riducendo al contempo i rischi e gli esiti negativi”. Sempre per la narrativa non si possono non elencare i vantaggi dell’IA: L'AI offre numerosi vantaggi in diversi settori e applicazioni. Ecco alcuni dei benefici più frequentemente citati:

• automazione delle attività ripetitive

• Insight più dettagliati e più rapidi dai dati

• Miglioramento a livello di processi decisionali

• Riduzione degli errori umani

• Disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7

Una nuova dimensione L’IA, ormai matura e diffusa grazie al Web, ci proietta in una dimensione "superumana", dove l’Homo Sapiens evolve in Homo Sapiens Digitalis, superando i limiti genetici. In questo spazio infinito il tempo tende a zero e ogni informazione è accessibile ovunque. In questo Web diventato “Stargate” saranno i nuovi sacerdoti del sapere, a gestire corpi e intelligenze digitali capaci di gestire queste nuove condizioni. Con un super-linguaggio auto apprendente, in grado di sintetizzare e memorizzare a velocità impressionanti, che avrà tuttavia un costo altissimo: economico, ambientale ed energetico. I supercomputer dell’AI consumano enormi quantità di energia (fino a 500 MW) e risorse idriche (20 miliardi di litri d’acqua nel 2022, secondo il Sole 24 Ore).

I Dati nello sviluppo dell’AI servono enormi quantità di dati: testi, immagini, audio, video, spesso raccolti da archivi online, biblioteche, social network e il web in generale. Ignoriamo inconsciamente che questi contenuti vengono utilizzati senza chiedere permesso né riconoscere i diritti d'autore. Ma nessuno si chiede come possono sfruttare gratuitamente senza sollevare dubbi etici rilevanti. Seguissero d’avvero i valori etici tanto acclamati nelle loro policy sulla sicurezza, l’intero loro progetto non sarebbe economicamente insostenibile. Non credo in nessuna svolta epocale tramite l'AI e tantomeno che diventi uno strumento per "scrivere una nuova Bibbia" (come Harari). Mi chiedo criticamente se siamo davvero certi che questo futuro disegnato dall’AI sarà migliore di quello che conosciamo?

I costi Planetari L’intelligenza artificiale non è neutrale né immateriale: è il risultato di scelte umane e dipende da un’enorme infrastruttura fisica fatta di data center, server e tecnologie che richiedono risorse come litio, cobalto e rame. La crescente domanda di IA sta intensificando l’estrazione di materiali critici, con gravi impatti ambientali, sociali e politici, soprattutto nel Sud globale. Paesi come Repubblica Democratica del Congo, Madagascar, Sudafrica e il "triangolo del litio" in Sud America stanno subendo devastazioni ambientali e sociali, senza benefici economici reali per le popolazioni locali. L’estrazione e la raffinazione di terre rare causano danni sanitari e ambientali, mentre le grandi corporation occidentali (e la Cina) trasformano territori naturali in aree industriali, spesso senza il consenso delle comunità. Questo processo accentua le disuguaglianze globali, trasferendo i costi della transizione digitale sulle zone più vulnerabili del pianeta. Le polveri tossiche e i radionuclidi danneggiano la salute delle persone, mentre i processi di raffinazione inquinano acqua e suolo, provocando malattie come cancro, problemi respiratori e infertilità. Senza dibattito pubblico sui costi umani ed ecologici dell’estrazione che alimenta l’IA. Tutto avviene lontano dai centri di progettazione e consumo, creando un’illusione di immaterialità del digitale, nascondendo le sue conseguenze reali, impedendone una reale consapevolezza del suo impatto su noi consumatori delle merci che utilizziamo.

La produzione invisibile L’impatto ambientale non si limita all’estrazione, ma segue nella produzione dei semiconduttori, un processo altamente inquinante e dispendioso in risorse. Infatti, la fabbricazione di chip richiede enormi quantità di acqua purissima ed energia, generando rifiuti chimici e contribuendo allo stress idrico. Ma i detentori del guadagno, con martellanti operazioni di marketing, venderanno tutto come il fascino dell’innovazione. Una volta prodotti i microchip vengono assemblati in grandi impianti asiatici dove si sfrutta la manodopera a basso costo e senza nessuna tutela con condizioni di lavoro dure. Nel passo successivo i dispositivi “intelligenti” passano per hub globali dove vengono testati e confezionati prima della vendita. Ecco il miracolo e prodotto della nostra intelligenza umana: sfruttamento, deregolamentazione e consumo intensivo di risorse, contribuendo alla devastazione ambientale e a profonde ingiustizie sociali. Il tutto sa va sans dire in nome del profitto. 

Addestramento delle macchine e il suo c.d. consumo computazionale, che è oggi una delle operazioni più costose e impattanti al mondo. Imparando a riconoscere immagini, comprendere il linguaggio e imitare comportamenti umani. Per addestrare i cosiddetti modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM), come GPT o PaLM, bisogna elaborare colossali quantità di dati, interi archivi digitali, milioni di siti web, libri, immagini, conversazioni – di cui aziende private si appropriano in maniera indebita, senza alcun limite o consenso. Il tutto viene dato in pasto su enormi cluster di GPU (unità di elaborazione grafica ad alta performance), localizzati in centri dati che consumano enormi quantità di energia e acqua. Acquistiamo tutti la macchina elettrica, usa la bici, compra prodotti sostenibili e tutto il resto in nome della sostenibilità, la nuova bolla speculativa dell’IA, pensata secondo la narrativa, per renderci sempre più comodi e dipendenti consuma in modo massiccio e silenzioso. Un singolo modello linguistico può generare oltre 284 tonnellate di CO₂. Una ricerca pubblicata su Nature Machine Intelligence evidenzia che i consumi elettrici legati all’IA possono superare quelli di intere città europee, soprattutto se l’energia proviene da fonti fossili. Mentre il consumo idrico utilizzato per raffreddare i data center di Google nel 2022, hanno utilizzato oltre 21 Mia di litri d’acqua per mantenere operative le infrastrutture. In nome del progresso, stiamo alimentando una nuova industria ad alto impatto ambientale, che impone al cittadino l’onere della transizione verde.

Il lavoro umano dietro l’automazione, ridimensionato nei centri del capitalismo tecnologico dove si esalta la macchina che pensa viene sistematicamente svalorizzato. Non solo algoritmi e specialisti in camice bianco che generano nuovi algoritmi, ma una forza lavoro globale frammentata e invisibile, che riproduce su scala planetaria le logiche di sfruttamento del capitalismo industriale. I paesi sfruttati nel sud del pianeta, svolgono compiti essenziali per l’addestramento dei modelli: annotano dati, classificano immagini, filtrano contenuti sensibili e forniscono riscontri. Trattasi di un lavoro precario, dequalificato e mal pagato, senza tutele né riconoscimenti, totalmente scollegato dal valore che contribuiscono a generare per le grandi piattaforme dell’IA.

IA e la censura automatica Il “mondo” appreso dagli algoritmi è soggettivo considerando i giudizi e le ideologie dominanti, senza apprende dalla realtà, ma da dati storicamente e culturalmente costruiti. Segnati da disuguaglianze, interiorizzando e automatizzando la visione del mondo della classe dominante e presentandola come neutra e universale. Chi decide i criteri di una macchina che decide? L’IA non automatizza solo processi cognitivi, ma anche pregiudizi, esclusioni e visioni del mondo. Altro che razionalità tecnica, ma scelte politiche nascoste o se preferiamo una forma di dominio codificata in cui emerge come l’ennesima forma in cui il capitale mercifica e sussume il lavoro umano. Ecco tre esempi di criteri manipolati dove il lavoro cognitivo, la capacità di decidere, valutare, adattarsi viene progressivamente trasferito alle macchine.

1) Non è più l’operaio, il rider o l’operatrice di call center a gestire la propria attività, riducendo il lavoratore a un esecutore silenzioso.

2) Dal 7 ottobre 2023, oltre 90.000 post propalestinesi sono stati rimossi direttamente dai social su richiesta del governo israeliano, mentre altri 38 milioni sono spariti a causa degli algoritmi di Meta. ICW denuncia come l’IA sia stata manipolata per censurare contenuti, “avvelenando” i dati per favorire interessi specifici. Non più l’IA neutrale, ma distorta per influenzare informazioni e opinioni, mettendo in dubbio l’imparzialità degli algoritmi usati da Meta, YouTube e altre Big Tech.

3) In Europa emergono usi distorti dell’IA, nel controllo dei flussi informativi durante campagne elettorali, dove gli algoritmi favoriscono certi partiti o temi, o nella gestione delle notizie su crisi migratorie, con rischi di amplificare stereotipi o pregiudizi come il patriarcato o certe etnie nei messaggi di cronaca del crimine. Ultimo tra i tanti esempi è l’uso dell’IA nei sistemi di videosorveglianza sociale, sollevando preoccupazioni su privacy e discriminazioni, specialmente verso gruppi già emarginati.

L’IA ci semplifica la vita? Se da un lato può essere manipolata per censurare contenuti e influenzare l’opinione pubblica, come per recenti casi legati ai social, dall’altro è ormai insostituibile in settori cruciali come sanità, trasporti, finanza, ricerca scientifica ed energia. Una migliora efficienza, sicurezza e qualità della vita è irrinunciabile. Mentre non si presta attenzione all’effetto silenzioso ma invadente subito dal nostro cervello, quando delega troppo all’IA. Non sono contro il progresso, ma ad un uso consapevole. Affidarsi troppo all’IA rischia di indebolire ciò che ci rende umani: il pensiero autonomo, l’emozione autentica, la decisione responsabile. Senza stimoli i neuroni si atrofizzano; a livello sociale, ci isoliamo dietro simulazioni di relazione. L’IA è utile, ma se ci sostituisce, smettiamo di diventare ciò che potremmo essere. Come direbbe Nietzsche, non si cresce nell’agio, ma nella sfida: e l’intelligenza va esercitata, non delegata.

L’impunità israeliana e la nostra Complicità II (e l’imminente invasione di Gaza-City) 

18.08.2025

Quando la popolazione si abitua al controllo e il sistema si stabilizza, la violenza si fa struttura: un’iniquità organizzata. Le misure pandemiche, l’emergenza permanente, controllo militare, regole estreme, tecno-fascismo, non sono mai scomparse. Ci siamo solo adattati. È la “nuova normalità”, come mostra il DL Sicurezza. Scrivere queste righe sullo sterminio di Gaza, senza rischiare di venire ucciso come per gli oltre 200 eroi-giornalisti a Gaza-City o rischiare il carcere come in GB, è un atto di resistenza contro la nausea e l’orrore. Le parole si spezzano, ma devono esistere: non per consolare, ma per denunciare. Ogni frase è una lotta tra il bisogno di gridare e l’impotenza di chi assiste al massacro senza poter fermare il tempo. Chi ha visto l’abisso non può più voltarsi, e chi sa deve parlare. Anche se la voce trema, non esiste neutralità in ciò che è disumano. Non esiste silenzio che non sia già complicità, o per dirla con Nietzsche. “La crudeltà è uno dei più antichi festeggiamenti dell’umanità”.

L’Operazione Spade di Ferro (Operation Swords of Iron) è altamente simbolica e intende evocare forza, determinazione e giustizia. Per chi è sensibile a questi temi, il genocidio della popolazione palestinese nella striscia di Gaza, in atto dall’ottobre 2023 non accenna ad arrestarsi. Anche se in sordina segnalo, nell’ordine: l’attacco di Israele a Hezbollah nel sud del Libano nell’autunno del 2024; l’attacco in Siria, che nello stesso periodo ha portato alla destituzione di Bashar-el-Assad e all’instaurazione di un governo di transizione di matrice jihadista. Vi sono poi una lunga serie di operazioni di omicidi in stile mafioso e mirato condotte da Israele e dal Mossad, contro figure politiche e militari straniere dal 7 ottobre 2023 in poi, spesso al di fuori dei teatri di guerra tradizionali. Ecco le più eccelenti:

Saleh al-Arouri, vicecapo politico di Hamas, ucciso il 2 gennaio 2024 a Beirut da un drone israeliano.

Wissam Tawil, comandante senior di Hezbollah, eliminato l’8 gennaio nel Sud del Libano.

Mohammad Reza Zahedi, generale iraniano della Quds Force, colpito il 1° aprile in un attacco al consolato iraniano a Damasco. Le Monde.fr

Fuad Shukr, stratega di Hezbollah, ucciso il 30 luglio a Beirut; fu tra gli artefici degli attacchi del 1983.

Le Monde.frtheguardian.com

Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, assassinato il 31 luglio a Teheran con un ordigno esplosivo.

Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, ucciso il 27 settembre in un raid su un bunker a Dahieh, Beirut.

Hashem Safieddine, suo successore designato, colpito il 3 ottobre nello stesso bunker, insieme ad altri 26 dirigenti.

Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, ucciso il 16 ottobre a Rafah durante un’operazione IDF.

Mohammad Saeed Izadi, capo del “Palestine Corps” dell’IRGC, ucciso il 21 giugno 2025 a Qom, Iran; era considerato l’architetto del massacro del 7 ottobre.

Operazione dei cercapersone L’attacco dell’IDF contro Hezbollah nel settembre 2024. oltre 4000 feriti, di cui circa 500 hanno perso la vista, almeno 18 morti, tra cui membri di alto rango dell’organizzazione e civili, inclusa una bambina di 9 anni

Presentate come eliminazioni di terroristi, con un impatto geopolitico profondo, oltre ad altri leader e civili brutalmente assassinati, ma fuori dai resoconti mainstream ufficiali. Come può Israele, uno stato occupante dal 1948, odiato da un miliardo di islamici costretti a subirne la presenza, evolvere in direzione del fondamentalismo religioso e del suprematismo nazistoide? Oltre 75 anni di guerra contro i palestinesi produrrà nuovi aspiranti martiri, a partire dai bambini che vivono i suoi orrori. L’unica sola soluzione sionista: uccidere tutti i palestinesi che vivono a Gaza, nei territori occupati e anche altrove, soprattutto i bambini. Essendo poi, dal punto di vista della ferocia sterminatrice, quello più sviluppato mostrando al resto del mondo, un’immagine del futuro che con l’utilizzo bellico dell’IA in cui Israele eccede in tutto il mondo, per ottimizzare lo sterminio. Tramite l’applicazione Lavender, utilizzato a Gaza secondo la rivista israelo-palestinese +972, si compiono massacri in modo asettico, evitando ostacoli come le emozioni umane con un click. Una versione avanzata delle camere a gas di Auschwitz. Si assiste all’euforia psicopatica degli assassini dell’esercito israeliano e la giuliva tracotanza dei coloni. Credo che in questo paese vorranno rimanere soltanto i fanatici religiosi e i coloni armati con centomila mitragliatrici, per nutrire un mostro destinato a diventare sempre più mostruoso, prima che qualuno lo possa fermare. Un dato volutamente sottostimato sono le vittime. Queste due fonti danno un quadro tragicamente più realistico, con una stima di circa 300.000 morti a Gaza dal 7.10.2023 a oggi.

Fonte Data della stima Stima dei morti Link

Fanpage.it (The Lancet) Giugno 2024 Oltre 70.000 (con sottostima del 41%) Link

Contenuto: Studio della London School of Hygiene & Tropical Medicine

 InsideOver Luglio 2025 Oltre 300.000 (inclusi dispersi e decessi indiretti) Link

Contenuto: Analisi che evidenzia come i dati ufficiali (62.000 morti) siano fortemente sottostimati. Si ipotizza che il numero reale possa superare i 300.000.

Diventare predatori Un pensiero legittimo: per non essere più prede bisogna diventare predatori. Ma c’è di peggio, al di là della ferocia, che è innata alla sopravvivenza animale, La crudeltà, ovvero il desiderio unicamente umano di infliggere dolore, che rivelano l’intenzione vessatorio privo di effettivi obiettivi militari. In queste forme estreme di crudeltà, giornalmente mediatizzate e spettacolarizzate senza pudore, ci vengono mostrate le uniche immagini autorizzate dall’IDF che ormai fanno da contorno alle nostre cene o pranzi in famiglia. Non c’è limite alla crudeltà. In questa fonte un programmatore ha scelto per un sistema di IA il nome “Where’s your Daddy?”. L’algoritmo insegna ai droni israeliani a individuare ed eliminare esseri umani che, dopo il bombardamento di un luogo abitato, escono dal rifugio per cercare i superstiti. Dopo Gospel, un sistema di IA che stima il numero di vittime collaterali per il target in cui è ritenuto essere un potenziale obiettivo. “Where’s your Daddy?” con l’ok di un militare e il drone, sapendo quante vittime civili saranno colpite finisce il lavoro che i bombardamenti non hanno terminato. Superando ogni limite di disumanità e arroganza disumana, convinti della propria superiorità e con l’accusa di antisemitismo a zittire le critiche: nessuno dimentica l’Olocausto, ma non si può giustificare tutto. I responsabili principali sono il governo e l’esercito israeliani, i loro servi/padroni americani (Cia, Nsa etc. e sicari reclutati), britannici (governo e Mi6) senza dimenticare i compagni di merende euro-continentali. Tutti orgogliosi di sostenere l’unica democrazia del Medioriente, senza che ciò provochi irrefrenabili conati di vomito.

L’economia del genocidio Tutti fanno affari con Israele: armi, cybertecnologie, frutta coltivata su terre rubate. Intanto le università collaborano, i governi finanziano, le industrie prosperano, mentre i palestinesi vengono cancellati, il mondo accademico e commerciale applaude. Tutti felici di contribuire, per poi mostrarsi indignati di questo genocidio in diretta che avrebbe scosso la loro coscienza. Il rapporto From Economy of Occupation to Economy of Genocide di Francesca Albanese, Relatrice speciale ONU, denuncia il coinvolgimento economico nel genocidio in corso a Gaza. che nella sua perigliosa attività ha posto intelligenza ed empatia al servizio dell’etica umana, a rischio della sua incolumità. In questo mondo capovolto, la censura è presentata come libertà di pensiero, mentre le persone che denunciano crimini contro l’umanità sono terroristi. Magari Donald Trump merita il premio Nobel per la pace e F. Albanese è una pericolosa estremista. Con un database di oltre 1000 aziende implicate, di cui 48 citate nel testo, tra cui l’azienda statunitense Palantir Technologies specializzata nell’analisi dei Big Data; e dall’accesso alle proprie tecnologie cloud e di IA concesso al governo israeliano da Microsoft, Alphabet [Google] e Amazon che non distinguono il sangue umano, nella misura in cui può essere trasfigurato in una merce messa a valore. Euforici gli investitori dei propri capitali in questo settore: Blackrock è il secondo maggiore investitore istituzionale in Plantir 8,6%), Microsoft (7,8%), Amazon (6,6%), Alphabet (6,6%) e IBM (8,6%), e il terzo maggiore in Lockheed Martin (7,2%) e Caterpillar (7,5%). Il cancelliere tedesco Merz ex Ceo di Blackrock-Europe ha di recente dichiarato che “Israele sta facendo il lavoro sporco per noi tutti”. Tra le aziende europee, abbiamo l’italiana Leonardo, Volvo, HP, Airbnb, Allianz, Axa e altre. Consiglio la lettura del libro di Chris Hedges che ne ha fatto una sintesi efficace: Un genocidio annunciato. In sintesi, il rapporto della Albanese mira a dimostrare, anche dal punto di vista giuridico, che la collaborazione economica consapevole di aziende con il genocidio in corso viola il diritto internazionale (jus cogens) e configura una complicità giuridica che dovrebbe essere sanzionata. E i nostri politici su cosa ne pensano, essendo loro sono i primi a rimuovere la politica e mediatica del ruolo della finanza globale nei conflitti in corso. Con narrazioni che la riducono a un conflitto religioso iniziato nell’ottobre 2023, mentre in realtà, il capitale ha da tempo un ruolo decisivo nella regione, con Israele che controlla il 61% della Cisgiordania ricca di risorse, sottraendo il 35% del PIL palestinese e favorendo interessi di grandi conglomerati economici, spesso più potenti degli Stati stessi. La mattanza non si ferma perché è redditizio per molte aziende, anche di paesi amici della Palestina, che da decenni traggono profitti dall’occupazione. Sfruttando le risorse e persone palestinesi, i guadagni sono cresciuti con la trasformazione dell’economia dell’occupazione in economia di genocidio. Il Rapporto Albanese è un modello per elaborare strategie contro il genocidio, iniziando dal boicottaggio, disinvestimento e sanzioni verso le 48 aziende elencate, in attesa del database completo. Altro che 18 sanzioni alla Russia!

Occupare Gaza e ricollocare i Gazawi Recentemente la Knesset israeliana ha ospitato una conferenza in cui politici di estrema destra e coloni hanno discusso apertamente di un piano proposto per ripulire la Striscia di Gaza dai palestinesi e annetterla a Israele. Alla conferenza, intitolata “La Riviera di Gaza: dalla visione alla realtà “. Il ministro delle Finanze israeliano Smotrealtà “he è anche membro del ministero della Difesa del primo ministro Netanyahu, ha dichiarato: “Occuperemo Gaza e la renderemo una parte inseparabile di Israele “. link Dopo che Netanyahu si era piegato alle pressioni di Trump rinunciando, ora si riapre questa prospettiva. Trump probabilmente in serie difficoltà dal caso Epstein, dove l’insabbiamento della vicenda gli ha messo contro tanti dei suoi sostenitori, che pretendono siano pubblicati i documenti sui pedofili a cui il Tycoon offriva i suoi servizi.

La generazione globale senza futuro Vorrei rispondere all’indifferenza verso il primo genocidio trasmesso in diretta, ignorato sia dalla politica che da gran parte dell’Occidente. Il capitalismo contemporaneo è entrato in una fase tossica di accumulo infinito, svuotando le casse pubbliche a favore delle multinazionali. Queste non tollerano più che le risorse statali sostengano democrazia e bisogni sociali, ormai considerati ostacoli. Le nostre società e i sempre più precari servizi, saccheggiate senza pietà dalle multinazionali con la complicità attiva e interessata dei loro governanti. Un tempo se il popolo ce la faceva a riprendersi ciò che era suo, i responsabili venivano decapitati sulla pubblica piazza come traditori. Ecco un esempio di come i governi dirottino risorse pubbliche verso le armi. Il governo canadese, che non riesce a trovare fondi per i pompieri, aumenterà del 20% gli stipendi dei militari che non manderà a spegnere gli incendi. Nel frattempo, mentre milioni di ettari di foreste vanno in fumo, Ottawa stanzierà 63 Mia di dollari per armamenti – quasi 7 Mia in più rispetto agli anni precedenti, mentre i soldati saranno ben pagati per guardare le fiamme da lontano. Se nel 2019 un qualche Nostradamus avesse previsto che, nel giro di pochi anni, avremmo subito una pandemia che ha investito ogni aspetto della vita soggettiva e collettiva e ristrutturato l’intera economia verso il basso, finanziato una guerra contro una potenza nucleare, votato un governo dichiaratamente fascista, abbandonato i nostri figli e noi stessi agli schermi, rotto le catene di approvvigionamento del gas, acclamato il «nucleare pulito», appoggiato uno stato coloniale nel genocidio live di un popolo esiliato, saremmo scoppiati a ridere di crepapelle. Sappiamo tutti invece, con quanta rassegnazione abbiamo sopportato l’insopportabile. Ma come è stata costruita questa rassegnazione? Di fronte alla tragedia quotidiana di Gaza il mondo guarda, ma non vede. L’indifferenza non è più un’eccezione, è la norma. Pascal lo aveva intuito secoli fa: «non potendo rimediare alla morte, alla miseria, all’ignoranza, gli uomini hanno risolto di non pensarci». 

Capacità cognitive alienate Oggi, immersi nei social, ci distraiamo con euforia inconsapevole. Il divertissement consola ma aliena. Disconnessi dal capitalismo digitale, viviamo in frammenti dove il consumo sostituisce la coscienza. Mentre Gaza brucia, scorriamo, flirtiamo, clicchiamo, dimentichiamo. Il disinteresse è il segno di una comunità smarrita. Nei social frammentati, è impossibile sviluppare coscienza di classe e trasformazione dal basso. Il declino della classe operaia, accelerato da neoliberismo e tecnologia, ha disperso i movimenti antisistema. Intanto, nel Sud globale avanzano nazionalismi autoritari. L’individualismo cresce, la solidarietà si dissolve, e il proletariato perde forza sotto la concorrenza e la delocalizzazione. Ognuno in un aspirale di stress da lavoro e spesso preoccupato di sbarcare il lunario e delle bollette o debiti da pagare, il lavoro è frammentato, precario e disumanizzato, e i lavoratori, spesso isolati, non riescono più a creare legami. Si è perso il tempo della riflessione dello studio e della ricerca della conoscenza che è sempre più vincolato dalla mancanza di tempo di fermarsi. Quei pochi che protestano contro Israele (dove è consentito) non si identificano con Hamas, ma con la disperazione palestinese, percepita come simbolo di un futuro negato comune. È in atto una rivoluzione dall’alto verso il basso, e quindi scendere in piazza è l’ultimo dei pensieri. 

Se incautamente si sfiora il tema dei conflitti in atto, la conversazione viene spesso chiusa con sollievo. Affrontare la realtà è troppo scomodo e doloroso, e così si preferisce con frasi di neutralità apparente o deresponsabilizzazione, giustificare la propria ignoranza o la mancata presa di posizione:  

Non ne capisco abbastanza per giudicare -> comoda neutralità che evita il confronto

Tanto non cambia nulla, anche se ne parliamo -> fatalismo che spegne il dibattito

Non voglio entrare in politica -> come se informarsi fosse già schierarsi 

Meglio non pensarci, è troppo triste -> emotività mascherata da buon senso

I media manipolano tutto -> sfiducia che blocca la riflessione

Israele ha diritto di difendersi” e “le bombe colpiscono i terroristi di Hamas -> ormai solo i pinguini dell’Antartide reputano che abbia qualche minima consistenza

Il terrorismo va estirpato, è la radice che avvelena ogni possibilità di pace -> Frase che va nella categoria del politicamente corretto ed eticamente corrotto

Un simbolo di speranza Nel buio dell’indifferenza, la storia della piccola Hind Rajab, 5 anni, è diventata simbolo di speranza e tragedia. Stava fuggendo da Gaza City con la famiglia dello zio Hind e sua cugina Layan, 15 anni, quando il loro veicolo è stato colpito da un carro armato israeliano. Inizialmente sopravvissute, la cugina ha chiamato i soccorsi, ma la comunicazione è stata interrotta dagli spari che l’hanno crivellata di colpi. Poi Hind ha preso il telefono, piangendo e implorando aiuto: “Ho tanta paura, per favore vieni”. Dopo tre ore al telefono, durante le quali gli operatori della Mezzaluna Rossa hanno cercato di calmarla e dodici giorni dopo, i corpi di Hind e dei due medici inviati a salvarla sono stati ritrovati senza vita. L’ambulanza era stata colpita nonostante il coordinamento con le forze israeliane. Tutti i familiari presenti nell’auto sono morti. La tragedia si è consumata a Tel al-Hawa, nel sud di Gaza, dove ogni tre minuti un bambino muore o resta ferito. La storia di Hind è una delle tante, ma il suo grido disperato ha scosso il mondo. In suo onore, studenti in tutto il mondo hanno ribattezzato spazi universitari come “Hind’s Hall”, e la sua storia è stata paragonata a quella di Anne Frank per il suo impatto emotivo e simbolico. Link

Termina la seconda parte riguarda la pulizia etnica condotta dall’IDF e dai suoi picciotti. È urgente risvegliare le coscienze e colmare il vuoto lasciato da chi, finanziato da interessi legati ai conflitti, tradisce il proprio codice etico. Ogni minuto, uomini, donne e bambini palestinesi vengono massacrati dallo stato sion-nazista di Israele, tra odio, delirio di potere, saccheggio e furto di terre. I codardi che dispongono di potere o visibilità tacciono per obbedienza al dominus atlantico, guardiano della finanza privata, dell’industria bellica e di potenti ricattati per crimini indicibili (pedofilia/Epstein, evasione fiscale, corruzione, depravazione senile). Come possiamo, oltre le poche manifestazioni, i memi, le petizioni e gli hashtag rendere concretamente fastidioso il nostro contributo? Vi sarebbe l'uso di App come NoTanks e Boycat per sapere se i prodotti dei supermercati è legato al colonialismo e al genocidio in atto. A livello politico, servirebbero un embargo sulle armi, sanzioni mirate e azioni legali contro i responsabili. Esistono i fatti e non interpretazioni, ed è compito di colui fa testimonianza creare nuovi valori. Le caverne di Platone oggi sono smart: hanno il Wi-Fi, lo streaming e l’abbonamento premium all’illusione, adattate per coloro che amano tanto le loro catene.


L’impunità israeliana e la nostra Complicità (la pace non chiede sangue)

11.07.2025

Pensiero estivo Quando si pianificano le meritate vacanze o si godono i primi bagni di sole o la brezza marina, il solito frantumatore di palle del sottoscritto cosa fa? Ti invita per una “altra vacanza” facendo un city tour di quello che rimane di Gaza City o nei campi profughi. Niente tintarella ma sangue, sofferenza e geopolitica. Tra un branzino o un cocktail, lui ti dirà che in realtà, la vera tragedia è quella di non essere consapevoli della tragedia. E tu, con un po’ di sabbia nei capelli, stai pensando che la vera tragedia è avere letto in piena estate i suoi tormentoni, e per distrarti fai un tuffo in acqua. Dopo 21 mesi dall’inizio del genocidio israeliano, e di 7 fronti di guerra in sei paesi confinati e oltre 67 Mia di dollari di costi, sento l’impulso sano di dare la mia testimonianza. Nel caso di Gaza, che non è un conflitto ma un genocidio, la prima vittima è l’informazione. Non sono antisemita o pro-Palestina, e non appoggio nessuna inclinazione ideologica ed è un dovere difendere la memoria della Shoah, ebraica e universale. Ma se il sionismo è quello che vediamo oggi, non possiamo più difenderlo ma essere antisionisti etici, chiedendo giustizia e denunciando il protagonismo del l’Occidente.

La corrotta plutocrazia Il Ministero della Verità narra che Israele ha diritto a difendersi e che l’Iran non potrà mai possedere un’arma nucleare, senza evidenziare che senza la luce verde della corrotta plutocrazia statunitense, i criminali sionisti, non potrebbero certamente aggredire un paese grande cinque volte l’Italia e abitato da oltre novanta Mln di persone. Domandina: perché a Israele è concesso possedere l’arma atomica e all’Iran no? Adesso tutti si sentono vincitori della guerra dei 12 giorni e le menzogne prevalgono, come l’aggressione di Israele e degli USA all’Iran un paese sovrano in modalità preventiva, mentre nel caso della Russia si usano altri standard e si invocano le convenzioni ONU o il tribunale dell’AIA finanziati dai soliti noti. Nessuna sanzione per Israele anzi appoggio incondizionato, mentre nell’altro vero conflitto l’aggredito viene sostenuto militarmente, politicamente facendo poi pagare il conto ai cittadini della tanto democratica EU. Dal Gaza-Riviera di Trump (episodio grottesco e crudele), a “Genocide Joe” (Biden) che ha vigorosamente sostenuto l’assedio definendolo “legittima difesa”. Il codino biondo si è persino prodigato in una strategia volta ad affamare la popolazione, privandola delle cure mediche di base, dell’acqua e dell’elettricità. Dovremmo boicottare ogni evento sportivo e musicale in cui partecipa Israele, o fare sapere agli ignari il ruolo dell’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee)? Si tratta della più potente lobby sionista mondiale composta da democratici e repubblicani, cui anche Trump, deve genuflettersi. Attendiamo un approfondimento dal duetto Mentana-Gruber in un lapsus di onestà intellettuale. Mentana che durante l’intervista a Netanyahu da La7 nell’ottobre 2023 introduce: “È giusto ascoltare anche la voce della democrazia ferita”. Con quella frase si esprime il potere mitopoietico del giornalismo come apparato.

L’operazione “Rising Lion” (leone nascente) scelta per l'attacco lanciato da Israele contro l’Iran, richiama un versetto biblico sulla forza d’Israele e il leone della bandiera persiana pre-1979. Si tratta di un simbolo monarchico e spirituale poi rimosso dal regime islamico: un messaggio al popolo iraniano e ai suoi leader. Per Netanyahu, l'operazione ha un significato esistenziale data la minaccia atomica iraniana. Il significato di "Rising Lion" deriva da un versetto della Bibbia, che in maniera più estesa è contenuto nel Libro dei Numeri, capitolo 23, versetto 24 e recita: “Ecco, un popolo si alza come leonessa e si drizza come leone; non si coricherà finché non abbia divorato la preda e bevuto il sangue delle vittime.” È anche un forte messaggio politico, essendo il leone un omaggio all’animale raffigurato sulla bandiera iraniana prima della rivoluzione khomeinista del 1979. Venne poi sostituito dall'attuale simbolo stilizzato della parola "Allah" al centro della bandiera. In sintesi, " leone nascente " non è solo un semplice nome in codice militare: è una dichiarazione simbolica a più livelli, che combina un richiamo alla forza e alla determinazione biblica di Israele. È un potente messaggio politico rivolto alla storia e all'identità iraniana, che attraverso questa scelta nominale, cerca di destabilizzare il regime magari con un “regime-change” e anche di influenzare la percezione del conflitto agli occhi del mondo. 

L’Impero si ricompatta contro l’Iran Il pretesto di fermare il programma nucleare iraniano è il nuovo mantra ripetuto da politici e media, come fu per le armi di distruzione di massa in Iraq. L’attacco era programmato da tempo, tanto più che l’Iran non dispone dell’arma atomica (a differenza di Israele) e quindi per riconquistare la totale egemonia da parte degli USA e di Israele nel quadrante mediorientale. La strategia di base e di rispostare gli equilibri a livello mondiale sferrando un colpo durissimo non solo per i movimenti di liberazione nazionale palestinesi e libanesi che resterebbero isolati, ma anche per la Russia e la Cina e l’intero blocco all’area dei BRICS, che subirebbe una oggettiva e durissima battuta d’arresto. La storia si ripete ad ogni guerra che l’Impero provoca. Accedere a massicce risorse energetiche, controllare le vie di comunicazione fondamentali (lo stretto di Hormuz e il Mar Rosso) dove transita una enorme quantità di merci, e infliggere un duro colpo alle ambizioni economiche e commerciali della Cina, interrompendo la sua “Belt and Road Initiative”, meglio nota come Nuova Via della Seta. Cosa è rimasto delle promesse elettorali del Tycoon, che avrebbe dovuto chiudere nel giro di poco tempo le disastrose situazioni belliche in corso? È noto che il potere decisionale è di quelle forze economiche che (più di 16 Mia spesi durante l’ultima campagna elettorale, provenienti in gran parte dal mondo corporate) – controllano chi viene eletto. Con in gioco il gas, il petrolio, i profitti sulla produzione di armi o il rischio per gli USA di perdere il ruolo di potenza economica dominante e la sovranità monetaria globale, oltre all’esplosione economica della Cina e l’avvento dei Brics+, le scelte sono obbligate. I frontmen che dobbiamo subirci ogni giorno nei tg sono tutti esecutori e ricattabili di un piano disegnato altrove, cui non è dato opporsi. Esempio nostrano il nostro cameriere di turno Tajani: “Non possiamo permettere che l’Iran abbia la bomba atomica perché potrebbe minacciare l’intero Medioriente. Vogliamo la pace tramite la via diplomatica”.

Da non storico tenterò di attenermi ai fatti più rivelanti, per suscitare delle domande da porsi sia al proprio raziocinio come alla propria coscienza. È comodo pronunciare adesso il verbo fino a qualche mese fa proibito dai padroni del palco: “Fermiamo il genocidio a Gaza”. Come non evidenziare l’opportunismo machiavellico a scopo elettorale delle sinistre, che ultimamente dopo oltre 21 mesi di silenzio condannano in senso politico e militare Israele, esprimono empatia per i condannati di Gaza City e in Cisgiordania e Siria. Mentre lontano dei riflettori, si rinnovano i contratti del nostro maggior azionista e fornitori di armi Leonardo. Come per il Covid e l’economia Green si sbraita dall’opposizione e si votano in coro i provvedimenti imposte dalle lobby. Il giornalista di parte Ferrara da “Il Foglio” dichiara: “Un popolo che voglia sopravvivere… non si lascia ricattare da un esercito terrorista che si fa scudo di ostaggi”. Uscire dalla palude delle menzogne è la decostruzione di questo linguaggio, affinché tra qualche anno, quando i corpi saranno polvere, anche i nostri, resteranno le parole. Israele non ha nessuna opposizione concreta contro il genocidio perpetrato a Gaza dall’IDF e gli Houthi, sono i soli a fare qualcosa perlomeno per infastidirli. I loro lanci di missili su Israele mettono in evidenza la gigantesca frode che è stata confezionata negli anni ’80 sul falso mito di uno scudo antiaereo. I bravi storici (che nessuno leggerà) ricorderanno chi le ha scritte. Nomi, cognomi, dietro l’indecenza. La vera potenza del linguaggio, anch’esso genocidio, a difesa dello stato sionista si esprime quando il titolo dice “escalation” e non “massacro”. Quando si scrive “bambini morti” al passivo, senza dire chi li ha uccisi. Quando si evocano “scudi umani” per occultare i crateri o bonifica del quartiere per non dire cancellazione di zone abitate, rese polvere di sabbia e macerie per la pulizia etnica in atto. In questo teatro mediatico dove Gaza si è trasformata in un laboratorio di storytelling, i morti scompaiono nei racconti dei media occidentali, che trasforma un genocidio in un “conflitto complesso”, i carnefici in vittime e i testimoni in “antisemiti”. Ogni scuola bombardata diventa un “covo di terroristi”, ogni ospedale distrutto nascondeva “tunnel di Hamas”, ogni giornalista ucciso era un “combattente travestito”. In questa martoriata città dove sono ammassati due milioni di esseri umani non si parla più di guerra ma di operazione, non più di bombardamenti ma di attacchi chirurgici, non più di civili morti ma di danni collaterali. È un linguaggio marketing modellato dagli “spin doctor” che trasformano la realtà in una storia formattata per l’opinione pubblica occidentale da addomesticare. Ho scovato tra decine di fonti e opinionisti di professione, notizie insolite che il gregge tecnodipendente non percepirà perché la loro mente percepisce le guerre e le sofferenze come qualcosa che non li riguarda come le politiche lontane dai loro radar d’interesse. Senza falsi moralismi o soluzioni messianiche, le mie pillole avvelenate sui criminali responsabili di ciò che seguirà, hanno lo scopo di chiedervi il motivo perché tutto ciò viene messo in atto e consentito e se possiamo fermarlo? Propongo questo interessante articolo: Sionismo come colonialismo di insediamento. leggi

L’impunità israeliana e il motivo dell’incantesimo che la circonda e di tutte le titubanze del mondo intero nella sua indifferenza o impotenza. Ecco alcuni punti che meritano considerazione.

1) In Israele sono presenti quasi tutte le grandi aziende del mondo, attive in numerosi accordi di investimento con le industrie e le autorità locali e per alimentare un giro di startup. Nuove aziende che nascono e muoiono in breve tempo per seguire l’onda del mercato e come strumenti per l’evasione fiscale e il riciclaggio. Nell’ultimo decennio ci sono stati verso Israele più di diciassettemila viaggi di parlamentari occidentali, o membri del loro staff, superando tutti quelli dell’emisfero occidentale e l’Africa messi insieme. I parlamentari o manager che viaggiano a carico di organizzazioni caritatevoli, non pagano tasse e soggiornano in hotel di lusso spesso con la famiglia, configurano già il reato di corruzione. È sconcertante, che questi “visitatori” non fanno solo standing ovation a Netanyahu, ma stanziano decine di Mrd di dollari ogni anno a suo favore, riscuotendo poi al riparo da qualsiasi controllo la loro parte del bottino. Questi spiega l’impunità israeliana, legata a quella delle cleptocrazie. 

2) Alcuni dati o stime dalla regia della mattanza che si preoccupa di fornirci i dati e le immagini da potere mostrare, ben velati dalla realtà: Bambini col cranio forato, intere famiglie cinicamente massacrate, ambulanze colpite da missili, un intero popolo ridotto alla fame fino a crepare, ospedali bombardati senza scrupolo, giornalisti deliberatamente uccisi (oltre 200), navi umanitarie sequestrate in acque internazionali...cos’altro ancora dopo quasi 70.000 morti accertati e 200.000 dispersi, di cui 25.000 bambini? Nonostante la “distrazione” dell’ignobile attacco all’Iran di questi giorni, la mattanza continua. Ricordo qualche mese fa, la notizia della tregua mi aveva emotivamente provato. Vedere i palestinesi che pregano, cantano, festeggiano e tornano a casa percorrendo chilometri e chilometri di nulla, di macerie e di sabbia, con una gioia e una forza immense, non hanno fermato le mie lacrime. L’occupazione, l’apartheid, la deportazione ed il genocidio non sono figli del 7 ottobre, ma di 76 anni di oppressione. Israele non ha nessuna intenzione di fermare la colonizzazione, inventando nuove scuse, attribuire nuove colpe, giustificarsi in altri modi. Ma lo scopo è solo uno: impadronirsi di tutto il territorio palestinese (e non solo) per edificare un unico stato con un’unica etnia e un’unica religione. Quindi i palestinesi devono sloggiare o morire.

3) L’occupazione non costituisce un onere finanziario per Israele, ma un prezioso terreno di prova per nuove attrezzature destinate a una potenza militare mondiale al servizio di altri eserciti in tutto il mondo. Israele lotta per ritagliarsi un posto nel complesso militare-industriale transnazionale.

4) Quando Israele evoca la necessità di mettere in sicurezza i propri, l’Europa pensa a Frontex e ai propri muri anti-migranti. Quando Israele giustifica la sorveglianza di massa della popolazione araba, l’Europa riconosce le proprie pratiche nei suoi quartieri “sensibili”. Come in un riflesso i leader europei guardano Gaza senza intervenire, perché vi vedono il proprio riflesso.

5) Embrioni distrutti Nessuno viene risparmiato, nemmeno gli embrioni di un centro di fecondazione in vitro bombardato intenzionalmente nel dicembre 2023. Secondo un rapporto di una commissione d’inchiesta internazionale delle ONU, sono stati distrutti circa 4.000 embrioni in una clinica che accoglieva tra i 2.000 e i 3.000 pazienti al mese a Gaza. Cancellare il futuro prima ancora che vedesse la luce e decidere chi può vivere e chi deve morire. Giulio Andreotti nel corso di un dibattito al Senato nel 2006, durante la crisi in Libano disse: “Credo che ognuno di noi, se fosse nato in un campo di concentramento e non avesse da cinquant’anni nessuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire, sarebbe un terrorista”.

La dottrina suprematista chiamata sionismo, oggi, non è più una dottrina di autodifesa ebraica. È diventato, concretamente, una dottrina suprematista, segregazionista, esclusivista. Questa ideologia politico-religiosa è unica nel mondo occidentale a essere al potere in uno Stato armato fino ai denti, che gode dell’impunità diplomatica delle democrazie occidentali e del sostegno economico-militare di Washington. La maggioranza della popolazione israeliana sostiene le operazioni militari, la retorica dell’annientamento del nemico, la giustificazione preventiva dell’uso della forza come unica grammatica geopolitica. In questa democrazia del Medio Oriente, che esclude per legge Milioni di palestinesi dal diritto di voto, confina due Milioni di persone a Gaza in una prigione a cielo aperto, militarizza la scuola, la religione, l’identità in cui solo il popolo ebraico ha diritto all’autodeterminazione possiamo ancora parlare di democrazia? Un progetto etnocratico protetto da una dottrina teologica in cui le conquiste territoriali sono un’eredità divina, usando la Bibbia come mappa politica, dei rabbini come consiglieri militari e dei coloni come avanguardia armata. È un fanatismo centrale e benedetto, non censurato. 

Una struttura coloniale che riproduce i meccanismi classici del colonialismo d’insediamento: occupazione del territorio, esproprio delle risorse, segregazione e cancellazione dell’identità della popolazione indigena. Nel caso israeliano, ciò avviene con l'uso di tecnologia, intelligence, retorica democratica e media embedded. Questa struttura è evidente negli insediamenti illegali in Cisgiordania, con oltre 700.000 coloni sostenuti da fondi pubblici israeliani, che costruiscono strade a loro riservate, nei checkpoint e nel muro dell’apartheid che separa villaggi, distrugge campi e spezza la continuità territoriale. I palestinesi sono ridotti a cittadini di serie B. Questa colonizzazione è una sostituzione etnica lenta e normalizzata, difesa dalle diplomazie occidentali che promuovono i diritti umani, ma sostengono un’occupazione militare e la negazione dei diritti fondamentali a Milioni di persone.

Laboratorio Palestina (Come Israele esporta la tecnologia dell’occupazione in tutto il mondo). È sufficiente Leggere l’autorevole libro e il commento di Noam Chomsky: “Un tragico e inquietante resoconto di come Israele sia diventato un fornitore di strumenti di violenza e repressione brutale, dal Guatemala al Myanmar e ovunque se ne sia presentata l’occasione”. Gaza è il laboratorio della guerra e la Palestina il terreno di prova per tecnologie di sorveglianza, controllo e confinamento che vengono poi applicate nei conflitti globali. Come stupirsi del doppio standard nella dicotomia “aggressore-aggredito”, quando le aziende europee di armamenti testano le loro innovazioni prima di dispiegare nei sobborghi francesi o nei campi profughi? Parlo di tecnologie come il riconoscimento facciale, la sorveglianza digitale e il controllo delle frontiere, già sperimentate sui gazawi. L’aggravarsi della crisi climatica sarà per il settore della difesa israeliano un business senza precedenti. In futuro i governi non reagiranno con misure distensive per contrastare il riscaldamento globale, ma si ghettizzeranno, seguendo l’esempio di Israele, costruendo muri e frontiere più rigide, sorveglianza dei rifugiati, riconoscimento facciale, droni, recinzioni intelligenti e banche dati biometriche. Ora capiamo l’impunità di Israele da parte dei governi europei, le cui aziende di armamenti non sono semplici spettatori ma complici di questo assedio e promotori del win-win: vedono in gaza il proprio riflesso. 

Non basta una piazza ne servirebbero cento per ogni settimana e in ogni città. Non basta un palco, per volere difendere il diritto di esistere di un popolo, ma una campagna politica quotidiana, popolare e visibile. La pace è possibile se si riconosce la realtà, che si chiama occupazione, esproprio, apartheid e colonialismo sionista. Diamole il nome che si merita per cominciare a smontarlo, restituendo ai palestinesi non solo la terra, ma la dignità e visibilità, capiti, difesi. La verità va detta con dolore e i palestinesi difficilmente avranno un loro stato, almeno nel futuro prossimo, con questa Israele. Basta con questo silenzio complice. Diciamo le cose come stanno, senza più ipocrisie, slogan e diplomazie assassine. Anche se queste mie parole non serviranno, ma almeno sono senza veli. Mario Pluchino 

“Chi combatte con i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.” (Al di là del bene e del male- Nietzsche) 

Nel silenzio delle macchine (un giorno qualunque nel futuro già presente) 

15/06/2025

La parola “progresso” deriva dal latino prōgressŭs, composta da pro avanti e gressŭs passo, e indica il procedere, avanzare, andare avanti e assumendo il significato generico di miglioria fino a diventarne sinonimo. Ad esempio, la progressiva diffusione dell’IA impone, a ogni società felicemente globalizzata, di accelerare l’inevitabile implementazione di quest’ultimo traguardo informatico in ogni campo della vita sociale e produttiva, non ammettendo ritardi! Questa narrazione recita sempre lo stesso mantra: la scienza è verità ed è sacra; la tecnologia è incarnazione di ciò che è vero e sacro e la sua missione è il progresso che è cosa buona e giusta, sempre e per tutti. Chi si oppone è per la barbarie e la superstizione e per questo destinato alla dannazione eterna, anche laddove il tributo da versare genera nuove e insopportabili servitù. In questo discorso ideologico le macchine, quindi, non sono finalizzate alla conoscenza pura o alla risoluzione di problemi, ma sono subordinate alla produzione e al controllo che ne possono derivare secondo gli interessi di chi governa le sorti del mondo. Dialogando con ChatGPT che non è senziente e a differenza dell’essere umano che ha emozioni, non può tradire gli scopi per cui è programmata, ma si finirà per crederlo. Nella seconda parte farò un affascinante viaggio di una giornata tipica in una smart city, di una giovane lavoratrice ai tempi della digitalizzazione e della divinizzata IA.

Heidegger, Il filosofo tedesco che più di altri ha condotto una riflessione importante sul ruolo e sul significato della tecnica nella condizione umana scriveva: “La potenza della tecnica che dappertutto, ora dopo ora, in una forma qualsiasi di impiego incalza, trascina, avvince l’uomo di oggi. Questa potenza è cresciuta a dismisura e oltrepassa di gran lunga la nostra volontà, la nostra capacità di decisione, perché non è da noi che procede”. Nel mio racconto, prendo spunto anche dalla mia esperienza personale in cui molti si riconosceranno e avranno perlomeno un guadagno cognitivo leggendomi. Altri che mi riterranno troppo creativo e si faranno una grassa risata della mia narrazione, io pongo il quesito di come mai le Big-Tech stanno investendo migliaia di miliardi nello sviluppo e propaganda martellante dell'IA? Mentre l'intelligenza umana viene sempre più smantellata con tagli all’istruzione o inaccessibilità per il cittadino medio. L'integrazione delle macchine nella società è un processo iniziato da secoli ormai, ed è un percorso coinvolgente e accattivante e molto combattuto nelle branche politiche e antropologiche, dettate dai detentori del potere economico-finanziario. Non basta leggere Heidegger o filosofare con il martello di Nietzsche, ma dovremmo creare un mondo in cui la supremazia della vita sia incondizionatamente umana. Per i meno eruditi la tecnologia è una zona e strumento di comfort che aliena il discernimento della realtà sostituita dal metaverso.

La narrativa utopica sulla trasformazione digitale distrae da una futura “società feudale” e offusca il valore all’innovazione positiva introdotta dall’IA. Vi sono almeno tre livelli sul concetto di IA da distinguere. Il primo è quello dell’immaginazione, che è classico nella fantascienza, ma non corrisponde a nulla di tangibile. Il secondo è dell’indagine scientifica, che modella le diverse funzioni cognitive e si confronta con il modello della realtà. Infine, il livello delle tecnologie, utili nella società digitale in cui molti dispositivi possono integrare la simulazione di diverse funzioni cognitive. Ad esempio, il riconoscimento vocale per l’interfaccia uomo-computer o il ragionamento automatico per aiutare in modo efficiente il recupero informazioni in enormi basi di dati, ecc. É essenziale dissociare il “mito” e il “logos. Il falso mito che l’IA sia onnipotente e risolverà molti problemi in ogni ambito e il logos che ci rende ancora razionali e al di sopra di ogni rapporto con le macchine. La frase confezionata “non ho nulla da nascondere” giustifica di abbracciare ogni innovazione tecnologia, riducendoci a criceti da laboratorio delle Big-Tech, per diventarne poi il prodotto stesso. Nella mia “giornata con le macchine” una giovane rappresentante della Generazione Z (1995-2010) da professionista ibrida, capaci di muoversi tra dati, automazione e interazione uomo-macchina che tramite l’IA risolve molti quesiti e aggiornamenti e stimoli continui. Essendo lei figlia digitale parteciperà euforicamente, con resilienza e l’irrinunciabile sostenibilità tanto a cuore della tecnocrazia. 

Una giornata con le macchina

Sveglia tramite lo smartwatch, che indicherà i vari parametri della notte trascorsa sulla presenza di disturbi di insonnia o scoprendo qual è il momento migliore per svegliarsi sotto il punto di vista biologico e conciliando il sonno grazie a dei suoni rilassanti. Tutto disponibile tramite la app per il sonno, da attivare abilitando il microfono dopo la registrazione tramite il tuo Google account, consentendo il salvataggio dei dati sul sonno nei server degli sviluppatori. Grazie al Robot barista ti gusti il primo caffè preparato in modo autonomo e dimostrando un livello di adattabilità stupefacente essendo dotato di IA. Avendo un’avanzata capacità motorie ultra-precise reagisce agli imprevisti e adatta i propri movimenti in tempo reale. Utilizzando poi il visore tridimensionale, potrai provare in modalità virtuale gli abiti che indosserai nella giornata. Scegliendo il completo più in sintonia con il tuo umore e programma della giornata basandosi anche sulle informazioni meteorologiche. Abito e accessori sono dotati di tecnologia intelligente e sono interconnessi permanentemente con la Rete 6G high speed. È figo disporre di un “werable device” e della sua “indossabilità” multiuso oltre all’acquisizione in tempo reale e rilevamento di parametri biometrici sullo stato di salute. Che sballo! Prima di uscire e dopo avere fatto colazione sfiora con la mano il sensore del frigorifero intelligente. Lui provvederà di fornirti sempre cibo sufficiente e avendo sviluppato, nel tempo, una profonda conoscenza delle tue preferenze e della frequenza con cui mangi e dei tuoi obiettivi di salute oltre al budget tramite un “wallet”. 

In viaggio di lavoro Avendo un impianto di microchip sottocutanei per pagamenti contactless e riconoscimento tramite un ID-Pass con tutti i tuoi dati, potrai passare il confine della tua zona Smart-City assegnatati tramite un e-gate. Basta sorrisi a un vigilante, c’è una videocamera che ti inquadra e dopo un po’ di elaborazione intelligente si alza la barriera. Per ogni spostamento devi essere munito di uno Spid aggiornato che ti identifica e ti collega in un battibaleno a tutta l’amministrazione per prenotare una visita medica “digitale”, vuoi mettere? Mica vorrai recarti al di fuori dei tuoi confini in un’epoca in cui l’emergenza fattasi normalità passa dalle pandemie e guerre commerciali o climatiche, senza una accurata ma rapidissima visita della tua salute psico-fisica? Per avere i risultati da esibire, attivi l’apposita app e digiti una password fatta da una serie di 24 caratteri alfanumerici con intramezzati astrusi caratteri speciali per la protezione dei tuoi dati e privacy. Potrai se necessario interagire nel caso di anomalie, col dottore via chatbot che già conosce i risultati delle tue analisi e fornisce prognosi, diagnosi e decide anche le medicine e relative ricette che riceverai comodamente a casa. Anzi no! Tramite il tuo account personale andrai dal farmacista presente ad ogni confine, con il codice a barre sul tuo telefonino, dotato di e-mail e le app incorporati che verrà poi letto sul tuo display a cristalli liquidi e un lettore RFID HF e UHF. Una volta stampate le ricette tramite la stampante portatile collegata wireless al telefonino, potrai finalmente andare al lavoro. E la posta certificata (PEC) é ancora valida? Intendo quelle a pagamento ovviamente sennò sei uno spilorcio e primitivo! I più fighi hanno la chiavetta per la firma digitale, anche detta “firma elettronica qualificata” (vuoi mettere?), ideata dall’Agenzia Digitale utile per lo scambio di documenti con piena validità legale, che i prestatori di servizi fiduciari qualificati si faranno pagare. Un click e sei dei nostri! Pochi nostalgici esibiranno nei mezzi pubblici il codice QR come biglietto. È una forma di resistenza (come per i contanti), anche se é solo questione di tempo dato che le nuove generazioni non la conoscono.

In ufficio tramite il tuo batch personale avrai accesso all’ufficio e reparto assegnatoti. Avendo come piattaforma aziendale di riferimento la onnipresente Microsoft per iniziare a lavorare, dovrai possedere un account valido e una licenza perpetua con accesso tramite il c.d. “MFA (multi-factor authentication). Con la app di autenticazione sul tuo cellulare pronta a inserire il codice che apparirà sullo schermo del tuo computer di lavoro. Ora per accedere con pochi click alle varie piattaforme di lavoro userai il gestore per gli accessi “Keepass”. Sporadicamente il “Software Center Microsoft” effettua degli aggiornamenti sulle varie componenti Hardware o della sicurezza. Mica vorrai lavorare con un computer hackerabile? Dopo una decina di minuti finalmente inizi la tua attività, ma ecco che è ora del primo caffè con i colleghi. Con la rivoluzionaria macchina da caffè aziendale, dopo avere posizionato il tuo mobile per la lettura del codice di riferimento, la app comunicherà, oltre a svolgere il pagamento il tipo di chicco di caffè e tostatura. Riducendo i tempi di attesa, così da regalarti del tempo per il piacere di chattare nei social o di dialogare con dei rari colleghi non connessi. Altro vantaggio del pagamento contactless, è un maggiore livelli di comodità e igiene, oltre ad eliminare gli orribili e antiquati contanti responsabili delle ignobili evasioni fiscali da tempo debellate. Intanto a casa il frigorifero “acquista” le uova, interagendo con un algoritmo di fornitura basato su una blockchain machine-to-machine, che includa la logistica e la consegna automatizzate con droni. É un servizio di vendita di cibo basato sull’IA e anche collegato a un allevamento di uova altamente automatizzato. Trovato finalmente una pausa di silenzio che segue la tua esposizione del giorno, senti solo il rumore del mare virtuale del tuo Metaverso che usa tecnologie all’avanguardia, come le riunioni olografiche. Inoltre, fornisce un livello di flessibilità che consente l’accesso alle case da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Per il tuo compleanno la prossima settimana, i genitori verranno a trovarti “per davvero” in presenza. Dopo più di un anno di visite digitali tramite maxischermi che sono stati un valido supporto per il pranzo virtuale della domenica e per i veloci incontri on-line. Ma niente è meglio di un vero abbraccio diciamocelo! Hai pensato per l’occasione di stampare in 3D alcuni soprammobili fatti da un composto di funghi per arredare la stanza per gli ospiti? Pensando alla prossima visita dei genitori e dei preparativi per la festa di compleanno, ti senti così eccitata che fai fatica ad andare a letto dopo una doccia nebulizzata.

Dimenticavo la cena e l’abbonamento da poco stipulato con una società “as-a-service” di consegna droni B2B che utilizza una piattaforma di consegna cibo a domicilio completamente autonoma, cui potrai ordinare per dei pasti extra non compresi nel tuo servizio frigorifero intelligente. Gli slogan convincenti recitano per i più riluttanti: “Siamo sulla cuspide della quinta rivoluzione industriale, alimentata dai droni e la nostra intenzione di rendere la consegna con i droni pervasiva come l’acqua corrente, per trasformare letteralmente mercati, economie e comunità in tutto il mondo, riducendo l’inquinamento, salvando vite e creando nuovi posti di lavoro.”

Intrattenimento Online Dopo una faticosa giornata con le macchine e qualche distrazione con alcune persone offline, cosa c’è di meglio che un po' di intrattenimento online, in cui le persone si divertono e si connettono. Basta un semplice clic e si accede a un vasto mondo di giochi, film, musica e contenuti interattivi, rendendo le serate a casa più coinvolgenti che mai. Vi sarebbe l’opzione del porno artificiali di motori video AI come Sora e Runway 3. Sono fantastici, producono video super realistici partendo solo da suggerimenti testuali e fotografie. Seleziona tra le opzioni per creare le scene perfette: scegli tra maschi, femmine e trans; stabilisci l'età tra 18 e 90 anni; decidi le dimensioni del seno e del pene; aggiungi dettagli come i segni dell'abbronzatura e il colore della biancheria intima; gli sfondi che preferisci, come negozi di alimentari, chiese, la Torre Eiffel o il Colosseo; persino il tempo, come i tornado. Considera l’effetto collaterale che, se le persone si abituassero a ottenere esattamente ciò che desiderano dai media erotici, questo potrebbe influenzare ulteriormente le loro aspettative sulle relazioni. Andare a un primo appuntamento può essere imbarazzante se hai già visto il tuo doppio digitale, che è come un amico intimo. Per un attimo rifletti: L’eccesso di intrattenimento online è definito dai bisogni della nostra epoca, segnata da un crescente isolamento? Poi, giungi alla conclusione che ormai non ti manca più niente e che l’intrattenimento online presenta diversi rischi come la sicurezza e il tuo benessere, ma che affronterai ogni minaccia con il sostegno dell’IA. Che rivelerà minacce come il phishing e il ransonware, il furto di dati e malware che mirano a rubare informazioni personali e finanziarie. Adottando misure protettive come: Software antivirus, patch di sicurezza e verificare la crittografia, assicurarsi che i siti utilizzino HTTPS per la protezione dei dati e aggiornare regolarmente le app e tutto filerà liscio. Utilizzando password sicure, uniche e complesse per ogni account. Così potrai trascorrere in sicurezza il tempo online dall’alba al tramonto insieme a tuoi amici connessi, arricchendo la tua esperienza e le varie scelte disponibili. Adesso il tuo smartwatch segnala che per un sonno sostenibile in base agli algoritmi dal database del centro di benessere, è ora di andare a dormire e lavarsi prima i denti. Userai un sofisticato spazzolino elettrico intelligente dotato della rivoluzionaria tecnologia magnetica. Avrai la fantastica sensazione d’igiene professionale e di spazzolamento delicata con un monitoraggio IA e tracciamento denti in 3D.

A dormire con la sana abitudine di leggere un libro vero conservato dall’infanzia piuttosto che farlo leggere al bot programmato con la tua voce. Quando vince la stanchezza, con un gesto della mano spegni le luci ambientali diffuse e ti addormenti. Intanto l’IA e il monitoraggio del sonno, si occupano della qualità del riposo, tramite l’apposito algoritmo che cerca schemi nei movimenti e negli intervalli del battito cardiaco per capire in quale fase del sonno ti trovi e per quanto tempo hai dormito. Incrociando più algoritmi e rilevando il tempo che intercorre tra il tuo battito cardiaco e i tuoi movimenti. Buona notte

La sottomissione passiva che emerge dal libro di Shoshana Zuboff “Il capitalismo della sorveglianza (sul futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri)” descrive come Big Tech è determinata a mercificare, controllare e cooptare ogni esperienza umana per trasformarla in dato comportamentale grezzo. In seguito, verrà poi utilizzato per aumentare sempre di più i propri profitti e potere. Si narra che l’IA non sia una concorrente nel mondo del lavoro, ma un "thought partner", un alleato nella generazione di idee e nel “problem-solving”. Masse di persone “normali”, capaci di azioni aberranti pur di non mettere in discussione l’autorità esistono, e rivelano che la sottomissione passiva non è una patologia rara, ma una possibilità reale e presente se inserita in un certo contesto. La fragilità della libertà che non è un bene naturale, stabile e garantito è una possibilità che va difesa e coltivata ogni giorno, all’interno delle strutture sociali che la rendono praticabile. Ma quando queste strutture si sgretolano, tutto diventa ambiguo e le parole assumono dei nuovi significati, la fiducia si dissolve e il legame sociale si spezza. In questo futuro mondo dispotico in divenire, la risposta autoritaria esige un profondo e ricorrente bisogno di dominio, soprattutto in quei contesti di crisi che spingono l’individuo a rinunciare alla propria autonomia in nome di un ordine percepito come necessario o salvifico. Il male si presenta con sembianze straordinarie e si radica nella normalità, si ammanta di razionalità, si nutre dei nostri bisogni non realizzati. Il totalitarismo può nascere anche dalla routine, dall’abitudine ad obbedire, dalla rassegnazione, dalla paura del disordine. Le trasformazioni del mondo contemporaneo, alimentate da logiche mercantili e una visione tecnocratica del progresso, hanno progressivamente messo a nudo le fragilità strutturali delle democrazie liberali e della nostra fragilità. 

Finale Stiamo decadendo per la perdita dei nostri valori culturali e sarà difficile, dolorosa e sanguinosa fermare questa deriva che avverrà solo e soltanto, purtroppo, con l'arrivo di un eventuale "uomo forte", il che non promette nulla di buono, visti i precedenti. Presto convivremo con gli avatar alimentati da chatbot o incarnati in protesi tridimensionali, il tutto in mondi di realtà virtuale. Seguirà il favoloso robot del sesso, il badante o il nuovo partner e altre realtà oggi inimmaginabili. La società viaggia sempre più a due velocità, dove il rischio è che le innovazioni tecnologiche amplifichino le disuguaglianze, invece di ridurle. Il nemico viene identificato e criminalizzato nei perdenti e negli sconfitti o nei movimenti sociali che politicizzano la posizione del governato. Il progresso tecnico-scientifico non è di per sé negativo, ma diventa problematico quando è assolutizzato e visto come unico criterio di valore. Non si tratta di opporsi alla tecnica in sé, ma alla riduzione dell’esistenza umana a una pura funzione tecnica. Il vero progresso sarebbe in un ritorno al pensiero originario dell’essere, in una nuova apertura al mistero dell’esistenza, al sacro. Prevedo una società divisa in tre caste

1) Le pecore transumane che staranno al gioco accettando di tutto fino a quando non avranno più niente e capiranno che hanno fatto le scelte sbagliate. 

2) I pensatori critici gli attivisti con soluzioni che presentano diverse falle. Rendendosi conto poi che tutti i loro sforzi erano vani, disperati cederanno e opteranno per un “andrà tutto bene". 

3) Coloro che hanno compreso il sistema globalista ma non ne fanno parte, applicando soluzioni definitive, inattaccabili e definitive senza Capi o Guru. 

Se foste ad una rotonda, quale uscita volete prendere? “Nel tuo cuore devi avere il caos per generare una stella danzante, così sarò uno di quelli che rendono le cose belle” (Nietzsche).


Pensioni o Munizioni? (e i 10 mila miliardi di euro dei piccoli risparmiatori)

10.05.2025

Premessa Mettetevi comodi, siate sereni anche se parlerò male dei governi di ogni colore e dei soliti noti; UE, BCE, USA e del suo nuovo padrino e tanti altri mascalzoni. Alcuni saranno delusi, ma questo fa parte della mia testimonianza che non vuole convincere, ma manifestare questa opera di pulizia nell’oceano di propaganda, di menzogne e veleni che giornalmente vengono divulgati. A cominciare dalla post-politica ridotta alle sparate dei supertecnici che con i carri armati verranno ridotte le bollette. Oppure che l’Hitler moscovita, vorrebbe invadere il continente per abbeverare i suoi ronzini davanti al Colosseo, per poi proseguire fino a Lisbona. Mi tocca metterci la faccia, se desidero realmente smontare nel limite delle mie conoscenze, pezzo per pezzo la narrazione ufficiale, denunciando il ruolo delle élite europee nel prolungamento del conflitto e svelando le forze che ne determinano le scelte. Smentendo questo abbaglio che la soluzione all’inedita crisi delle relazioni euroatlantiche è riarmandoci, senza disporre di un potere politico riconosciuto e legittimo, senza un’autonoma politica fiscale, senza una politica estera unita, che parli di tutto e con tutto il mondo, senza una popolazione partecipe ma succube. Le forze in campo sono molteplici e capirne ogni singola sfumatura e scopo oltre alla complessità di ciò che sta accadendo in una pre-guerra civile occidentale, alimentata dallo scontro economico e ideologico tra le élite globali, non è più ignorabile. È in atto una guerra economica e tecnologica, già avviata dalle precedenti amministrazioni, che vuole imporre i costi del risanamento dell’economia USA al resto del mondo. La sorpresa è che la parte lesa, quella sconfitta nelle ultime elezioni USA, bivacchi nella nostra Europa. Mi riferisco al Deep State, Black Rock ecc... Buona lettura.

ReArm Europe Nel 2024 Ursula von Der Leyen dichiarava “Dobbiamo produrre più armi come fatto con i vaccini” e non è esclusa una guerra con la Russia”. In questa normalizzazione dei conflitti e schizofrenica ideologia di un Occidente europeo che si proclama civile, “arcobalenico” e democratico il resto del mondo non crede più. Il nostro doppiogiochismo verrà lentamente sostituito da un mondo multipolare in cui ogni sovranità economica e culturale imporrà un nuovo ordine, cui anche il nostro imperialismo predatorio dovrà sottostare. Da un lato si vuole sostenere che la Russia sta perdendo la guerra, e dall’altro l’Europa vuole riarmarsi per opporsi alla sicura invasione del nemico, sorvolando che militarmente siamo occupati da 80 anni dagli americani e non dai russi, con 111 basi Usa in Italia e oltre 70 in Germania. Link e centinaia sparse in Europa, Mediterraneo e Medioriente, con o senza copertura NATO. Vale il detto “la pecora passa tutta la vita con la paura del lupo. E alla fine, la mangia il pastore”. Marx direbbe: ogni conflitto ideologico è la sovrastruttura di interessi economici. Seguendo il denaro si scopre che la guerra è sempre di tipo verticale tra i detentori del potere economico e militare e chi lo subisce. Il paradigma dominante in Europa che ha optato per una militarizzazione capillare e sistemica della società, toccherà nei prossimi anni tutte le sfere della vita politica, economica, sociale, culturale e scientifica. Tutto sarà subordinato al presunto obiettivo della sicurezza (sovra)nazionale, che il Ministero della Verità si incaricherà con zelo, per una narrativa emergenziale costante cui porre rimedio aumentando sempre più la repressione personale in nome della sicurezza, come già sperimentato con successo durante la falsa pandemia. 

Origini Dalla Rivoluzione francese in poi, le spese per gli eserciti e gli armamenti hanno sempre rappresentato una voce importante nei bilanci degli Stati e nei conseguenti conflitti sociali. Spesso erano indirizzi politici abbelliti da retoriche contrapposte, come nel discorso di Mussolini a Trieste nel 1938 nella celebre frase “Volete burro o cannoni?”, o la più recente dell’unto Draghi “volete la pace o il condizionatore acceso?” Prendendo le origini profonde della Seconda Guerra Mondiale da rintracciate nella conclusione della Prima, nella quale i Paesi vincitori ridisegnarono la carta dell’Europa, imponendo pesanti sanzioni agli Stati sconfitti. Con la crisi economica del 1929, peggiorarono le condizioni socioeconomiche di alcuni Paesi come la Germania. Questi fattori spiegano, almeno in parte, perché il popolo tedesco affidò i suoi destini a un dittatore come Hitler e perché in molti Paesi si affermarono regimi autoritari, desiderosi di rivalsa. Facendo seriamente la Storia non raccontata dai vincitori o dai testi scolastici, si scoprono le cause economiche spesso decisive nei conflitti e del finanziamento occulto da parte del sistema bancario-finanziario anglosassone. La Repubblica di Waimar e in seguito l’ascesa del nazional-socialismo di Hitler vennero finanziati sia dal capitalismo tedesco che da quello anglo-americano. Mi riferisco ai tre cartelli industriali tedeschi: Vereinigte Stahlwerke (acciaio), IG-Farben (chimica) e AEG (settore elettrico), finanziati principalmente dalla famiglia Warburg (Germania), e dalle banche statunitensi National City, Chase Manhattan, Morgan, Kuhn &Loeb che dal 1924 al 1926 trasferirono in Germania un totale di 975 Mio di dollari. Finanziando L’unione Sovietica e la Germania spinte entrambi da ideologie socialiste, che pur avevano firmato un patto di non aggressione nel 1939, erano destinate a distruggersi uno con l’altro. I due dittatori furono così utilizzati per scopi di controllo e dominio da parte dei poteri forti della finanza mondiale, che a guerra conclusa offrirono ulteriori prestiti per la ricostruzione a tutti i paesi sia sconfitti che agli alleati bisognosi di forti prestiti. Il capitale e la sudditanza da parte degli stati sono la conseguenza della cultura ragionieristica con cui viene governata oggi l’EU giardino dell’Impero anglo-americano.

Readiness 2030 È il nuovo nome dato al Piano Riarmo-Europa, che è stato ribattezzato per la Neolingua e per volontà della Meloni e del socialista spagnolo Sánchez e che nella sostanza non cambia di una mazza. Il nome ufficiale “Strategia di preparazione dell'Unione” (Preparedness union strategy) è un piano progettato per rafforzare il blocco in tempi di crisi. Il documento è stato presentato ufficialmente il 26 marzo. La Commissione Europea con il placido dei mai eletti eurodeputati, mobilitano 800 Mrd di euro contro i “nemici strategici” che sono Russia e Cina, oltre a Corea del Nord, Iran e parti imprecisate dell’Africa che si stanno liberando dal colonialismo europeo e francese in particolare. Dal lungo documento riporto testualmente: è in pericolo “la libertà d’azione nell’aria e nello spazio”; crescono le “minacce ibride con attacchi informatici, sabotaggi, interferenze elettroniche nei sistemi di navigazione e satellitari, campagne di disinformazione, spionaggio politico e industriale, armamento della migrazione”. Questi nemici esistenziali “minacciano il nostro stile di vita e la capacità di scegliere il nostro futuro attraverso processi democratici si legge. Alludono i burocrati di Bruxelles, allo stile di vita basato sulla giustizia sociale e il pluralismo delle idee, cui il Welfare e gli apparati militari-industriali affiderà la cosiddetta way of life? Si cita con sadica postura l’uso russo e cinese della disinformazione, e della mancata democrazia, descrivendo le due superpotenze autoritarie che minaccerebbero le nostre economie e società. Mentre si sottace l’immenso reticolato di influenze/ingerenze occidentali nel mondo (vedi USAID) da 60 anni a oggi. Nascono secondo la loro narrativa, in altri paesi le difficoltà che abbiamo davanti come migrazioni e le disinformazioni che avanzano minacciose contro l’immacolato mite Occidente. “Le fabbriche russe e cinesi sfornano milioni di fake news al giorno”, ammoniscono il premio Nobel Roberto Benigni e il senile e ormai pensionato cantautore Vecchioni. Verranno smascherate negli anni (purtroppo) queste utopie da anime belle che ci hanno portato al dispotismo dei mercati dell’Ue e allo scellerato piano di riarmo di cui penso ogni male possibile. I camerieri di Bruxelles e gli ex dipendenti di Goldman Sachs Macron e Black Rock Merz, la duchessina Meloni e compagnia cantanti, autoproclamatesi illuminati liberali, vogliono superare gli Stati nazionali per creare un’Europa più giusta dei “volenterosi”. Invece di rianimare l’economia tedesca, e aumentare i profitti delle aziende degli armamenti, il riarmo non ha affatto una valenza difensiva, perché nessuno vuole invadere l’Ue, e la demenziale trovata del kit di sopravvivenza rientra in tale schema come tante altre iniziative obbedienti all’idea dell’emergenza permanente, per un suddito terrorizzato e opportunista, che accetta ogni misura purché sia presentata come atta a garantirgli sicurezza. Ne abbiamo subite già troppe di bolle finanziare (ma non bastano per un risveglio collettivo) create con la stessa strategia, come il Green Deal che scarica i costi della devastazione capitalistica dell’ambiente sui ceti medi e sulle classi lavoratrici che, peraltro, non contribuiscono alla devastazione ma la pagano. Oppure la crisi finanziaria del 2008 indotta dalle banche e fatta pagare ai cittadini. Prevedo un’intensificazione della propaganda bellicista, in particolare nelle scuole e nelle università e ripristinare la leva obbligatoria per dotare di “carne da cannone” le proprie forze armate. Invece che gli atti di guerriglia per il derby Roma-Lazio, i giovani “volenterosi” pieni di testosterone giovanile, andranno in trincea per fermare l’invasore russo (sic).

Welfare vs. Warfare In questa Postdemocrazia in cui non contano più il nostro consenso e voto, scordandoci che non cerano i soldi per salvare la Grecia, tantomeno per la scuola e sanità, e ancor meno per le pensioni, improvvisamente non sono più un ostacolo per il riarmo. Sparito il famigerato debito pubblico, considerato una colpa da redimere con sanguinose punizioni di austerità, d’incanto diventa un’opportunità di crescita e di un futuro radioso di guerra alla Russia e di “volenterosa pace giusta”. Questa economia di guerra non salverà il capitalismo europeo, nonostante il grido d’allarme dell’unto Draghi che rivolgendosi ai commissari UE, proponeva tre prospettive di rilancio:

1) Colmare il divario nella ricerca tecnologica nei confronti di USA e Cina, in particolare nell’IA

2) Costruire un piano congiunto per la decarbonizzazione, e la crescita della competitività 3) Finanziare un grosso riarmo, definito burlescamente difesa, attivando una forte domanda pubblica.

Sbadatamente al venerabile é sfuggito che i capitali privati da anni non vengono investiti nell’industria del continente, ma migrano, nella misura di 500 Mrd di euro nel solo 2024 oltre Atlantico, nel paradiso valutario finanziario e fiscale del dollaro. Senza mezzi termini siamo di fronte ad una truffa colossale, da parte di Wall Street a guida Black Rock, che vorrebbero togliere i vincoli sul debito pubblico, quelli fissati dal trattato di Maastricht e consentire una forte spesa belligerante a debito ai diversi stati dell’Unione. Per la precisione 150 Mrd di euro che possono essere attinti dai fondi comuni e altri 650 Mrd di debito pubblico nazionale. La Germania ha ottenuto con un artificio istituzionale di far approvare dal Parlamento della scorsa legislatura ormai decaduta, rimuovendo il vincolo del debito pubblico e attuare un megagalattico piano di riarmo (circa 400 Mrd di euro) e un forte investimento nelle infrastrutture (altri 500 Mrd di euro). Nel 1933 Hitler avviò un piano analogo di trasformazione di un’economia di guerra riarmando il futuro terzo Reich, per un impegno militare nazista del 6% del PIL. In Europa la sola Polonia spenderà quest’anno il 4,7% del PIL in armamenti, portando gli organici dagli attuali 200 mila militari polacchi fino a 500 mila e progetta inoltre l’addestramento obbligatorio per tutti i cittadini maschi. L’ex banchiere Macron propone idee simili e il premier britannico Starmer é sicuro della vittoria imminente, mentre la Meloni struzza l’occhio al padrino a stelle e strisce e abbraccia Zelensky, potendo offrire al massimo della Nutella e qualche uova nostrane per fare la pasta in casa.

Le verità nascoste sono impopolari e metterebbe in serio imbarazzo la narrativa del riarmo come necessità esistenziale. Da Military Balance dell’International Institute for Strategic Studies gli Stati Membri spendono per la difesa più del doppio della Russia (326 contro 146 miliardi di dollari l’anno), oltre il supporto di USA, Canada, Sud Corea, Giappone, Australia e Nuova Zelanda. Aggiungiamo poi che un carro armato costa il doppio di cinque anni fa e un proiettile di artiglieria il triplo, possiamo addirittura ipotizzare che per essere realmente competitivi 800 miliardi siano pochi. A livello di uomini, l’Europa (con l’Ucraina) vanta 2Mio e 670mila militari di professione, rispetto ai 2 Mio della Cina, al Mio 300 mila degli USA e al Mio 130 mila della Russia. Perché non si manifesta in piazza, ridicolizzando ogni dichiarazione politica e dell’informazione propagandistica, svelando i profitti dei produttori di morte? Vi sono poi i meschini subalterni al diktat dei padroni, alla ricerca di un consenso politico perso come il M5S o Lega che si dichiarano contro il riarmo, mentre hanno votato sempre per l’invio di armi in Ucraina. Tutti mentono sapendo di mentire che siamo privi di risorse sufficienti, per affrontare un conflitto essendo in deficit della tecnologia sofisticata necessaria che possiede la Russia o gli USA. Mentono sottovalutando che i conflitti di oggi, anche se non sono all’ecatombe nucleare, richiedano un numero drammatico di vittime civili. Mentono sulle nostre giovani potenziali leve, che soccomberebbero agli orrori e al sangue di un conflitto in trincea o sotto attacco di droni guidati da IA, di missili a lunga gittata, e da supporti logistici come le reti digitali alimentate da satelliti che volano negli strati bassi dell’atmosfera. Nessun di loro (a parte i paesi russofobi confinanti), avrebbe l’impulso patriottico di morire perché lo chiede Ursula. Corriamo il rischio che, in un impeto di follia, dopo anni di provocazioni, la Russia decida di lanciare testate nucleari sulle capitali europee, disintegrandole in pochi minuti. Vi basta come deterrente, sapere che i nuovi missili russi Oreshnik viaggiano a velocità ipersoniche e nessun sistema difensivo è in grado di bloccarli? Con una velocità di 12.250 km/h, il missile impiegherebbe circa 11,6 minuti per colpire Roma. Oggi con 2 droni, 2 apparecchiature elettroniche e 2 missili ben lanciati ti metto in crisi 30 anni di spese per la difesa e il commercio internazionale (vedi Houthi nel Mar Rosso)! Le guerre moderne si combattono con soldati ben addestrati, ingegneri sul campo di battaglia, industrie competitive, droni, artiglieria, missili hi-tech per gli obiettivi importanti e nucleari per la deterrenza. Siamo informati (interessati) noi cittadini?

Il furto del secolo Una delle cause scatenanti del conflitto in corso in Europa è il rischio bancarotta di paesi come la Francia e la Gran Bretagna, non a caso i più belligeranti e con un accumulato passivi finanziari sostanzialmente impagabili. Per coniugare gli interessi della Francia, grande debitrice dell'EU con quelli della Germania, grande creditrice, procedono a un grande riarmo per associare l'offerta francese (primo esportatore di armi della EU) con le enormi risorse finanziarie presenti nei paesi nordeuropei e in particolare la Germania. La UE sta apparecchiando la cosiddetta “Unione dei risparmi e degli investimenti” e dal Sole24Ore leggo: “Un piano che ha l’obiettivo di smuovere almeno una parte dei 10mila Mrd di euro dei piccoli risparmiatori custoditi nei conti correnti bancari (sostanzialmente inutilizzati) per trasformarli in capitale di rischio e in investimenti. L’obiettivo è sostenere la competitività dell’industria europea e le nuove priorità, a cominciare dalla difesa”. Accipicchia, le banche conservano ben 10mila Mrd di euro dei nostri risparmi non investiti? Come lo zio Paperone le oligarchie-democratiche vorrebbero fare dei meravigliosi tuffi nelle banconote della BCE, ma trattandosi di depositi a pronti, cioè pagabili a vista ai risparmiatori, le regole attuali non lo permettono. Infatti, gli istituti di credito investono le risorse finanziarie sotto forma di deposito a pronti C/C ovviamente secondo le migliori regole dell'asset management che prevede una ponderazione del rischio dell'investimento sotto ogni aspetto. Lasciando un cuscinetto di liquidità bastevole a soddisfare senza patemi le richieste della clientela. Qualora ci fosse un improvviso aumento dei prelievi le banche possono rivolgersi sia al mercato interbancario e come ultima istanza alla stessa BCE. Adesso i mai eletti della UE o coloro che li hanno delegati, vorrebbero eliminare il cuscinetto di liquidità e dare in pasto agli squali dei mercati finanziari i nostri risparmi, per investire tutto in titoli da loro confezionati! Eccovi la truffa: La Commissione UE vorrebbe mobilitare degli investimenti a nome e per conto del correntista, tramite il progetto sopra citato per incentivare con dei tassi d’interesse alti i risparmiatori, ad assumersi direttamente il rischio dell'investimento. Quindi non a nome e per conto della banca, che non si assume i rischi e dove il cliente è di regola garantito avendo solo aperto un C/C. In questa nuova bolla considerata troppo rischiosa, le banche preferiscono imbonire la vecchietta o il meccanico del paese di provincia, per arricchire i produttori di morte. In seguito, esporrò di come i nostri “alleati” USA puntano sui nostri risparmi europei, e di quali strumenti posseggono.

Conclusioni La premessa dei “riarmisti” è ça va sans dire truffaldina, come le strategie di spacciare come difesa il riarmo, quando è l’(u)occidente il principale seminatore di morte del pianeta. Che fare, se non riattivare la democrazia, eliminando la distopica criminalizzazione del dissenso attiva dal 2020 in nome della salute pubblica? Nell’era nucleare non esiste difesa e per quella convenzionale basterebbe riempire gli arsenali svuotati per essere distrutti dai russi. Boicottiamo (governo) i famigerati vincoli di bilancio e usciamo dalla Nato. Riapriamo strategicamente alla Cina e ai BRICS, per negoziare un trattato su commercio e investimenti. Apriamo un nuovo e conciliabile rapporto con l’atra parte dell’Europea la Russia, che gran parte dei nostri intellettuali ha sciaguratamente alienato. Mobilitiamo le nostre risorse per un benessere collettivo, all’ambiente, alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, al lavoro. Devo suggerirlo io che l’economia ne trarrebbe una grande spinta, molta di più di quanta ne riceverebbe dal ReArm Europe 2023? O preferite il quesito draghiano: Pensioni o Munizioni? A voi la scelta di partecipazione attiva o docili esecutori e vittime.


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